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Apocalisse 21-22: La terra diventa un mondo celeste


Apocalisse 21–22

La terra diventa un mondo celeste

In questi ultimi due capitoli del Libro dell’Apocalisse leggiamo quello che Giovanni vide riguardo al futuro della terra dopo il Millennio, quando diventerà un mondo celeste per coloro che vi vivranno. Giovanni rende anche testimonianza che le cose che vide sono vere. Mentre leggi quello che ha scritto circa il mondo celeste e quanto sarebbe meraviglioso dimorarvi, pensa a che cosa ci è richiesto per poterci vivere. Perché per raggiungere tale gloria vale la pena di soddisfare tutti questi requisiti?

Il presidente Brigham Young spiegò un modo di pensare a quello che è scritto in Apocalisse 21–22 dicendo: «Noi parliamo delle prove e difficoltà che dobbiamo sostenere in questa vita; ma supponete di potervi vedere migliaia e milioni di anni dopo esservi mostrati fedeli alla vostra religione nei pochi brevi anni di questa vita, e che abbiate ottenuto l’eterna salvezza e una corona di gloria alla presenza di Dio. Poi guardate alla vostra vita qui sulla terra e vedete le perdite, le peripezie, le delusioni e i dolori … vi sentireste costretti ad esclamare: ‹Perché tante storie?› Quelle cose sono durate soltanto un attimo, e ora noi siamo qui. Siamo rimasti fedeli durante i pochi momenti delle nostra vita terrena, e ora godiamo della vita eterna e della gloria, dotati del potere di progredire in tutta l’infinita conoscenza, attraverso gli innumerevoli stadi del progresso, godendo dei sorrisi e dell’approvazione del nostro Padre e Dio e di Gesù Cristo» (Journal of Discourses, 7:275).

Capire le Scritture

Apocalisse 21

Tabernacolo (v. 3) –Dimora

Apocalisse 21:2 – La nuova Gerusalemme

La nuova Gerusalemme di cui si parla in Apocalisse 21 non è la città che sarà edificata sul continente americano negli ultimi giorni alla seconda venuta di Gesù Cristo (vedere il decimo Articolo di fede). Allude al regno celeste.

Apocalisse 21:11–25 – La descrizione della città di Dio

Se hai preso nota delle dimensioni che Giovanni attribuisce alla città di Dio capirai che egli parla di una città le cui dimensioni sono più grandi di qualsiasi cosa l’uomo abbia mai creato. Inoltre la descrizione delle pietre e dei metalli preziosi esprime una bellezza superiore a ogni immaginazione. Ma l’elemento più glorioso è la presenza stessa di Dio, che elimina la necessità di un tempio o anche della luce (vedere vv. 22–23).

Apocalisse 22

Non ci sarà più alcuna cosa maledetta (v. 3) –Allude agli effetti della caduta di Adamo ed Eva

La radice e la progenie di David (v. 16) –Un discendente di David e legittimo re di Israele; Gesù Cristo

Apocalisse 22:2, 14 – L’albero della vita

Dopo la caduta di Adamo ed Eva la via che conduceva all’albero della vita fu chiusa, sì che essi avessero il tempo di pentirsi, essere messi alla prova e in ogni modo prepararsi a godere di questa grande benedizione (vedere Alma 12:22–26; 42:2–5; Mosè 4:31). Giovanni vide che il frutto dell’albero della vita era disponibile a tutti coloro che erano nel mondo celeste. Avere a disposizione l’albero della vita significa che tutti gli effetti della Caduta sono stati superati in questo luogo.

Apocalisse 22:17 – «Vieni»

Come è indicato nell’introduzione di questo libro (vedere pag. 164), lo scopo principale dell’Apocalisse è quello di invitarci a venire a Cristo. La conclusione del libro, Apocalisse 22:17 in particolare, sottolinea di nuovo questo invito.

Apocalisse 22:18–19 – Non aggiungete né togliete nulla in questo libro

Alcune persone citano Apocalisse 22:18–19 per difendere l’idea che non possono esserci più rivelazioni o Scritture dopo la Bibbia poiché questo significherebbe aggiungervi qualcosa. In questo modo essi cercano di screditare il Libro di Mormon, Dottrina e Alleanze e Perla di Gran Prezzo.

Tuttavia Mosè scrisse lo stesso riguardo ai suoi libri (vedere Deuteronomio 4:2). Se queste parole di Mosè fossero interpretate nello stesso senso in cui alcuni interpretano quello che ha scritto Giovanni, allora non vi sarebbe stato più nessun libro della Bibbia dopo i primi cinque. Giovanni, come Mosè, si riferiva semplicemente a quello che Dio gli aveva comandato di scrivere: il libro dell’Apocalisse.

Chiunque può conoscere la verità delle rivelazioni moderne e di queste Scritture degli ultimi giorni chiedendo a Dio stesso se esse sono vere (vedere Matteo 7:7–11; Giacomo 1:4–5).

Studiare le Scritture

Leggi Apocalisse 21–22 e svolgi due delle seguenti attività (A–D).

  1. Disegna un poster

    Scegli in Apocalisse 21–22 un versetto che, secondo te, si può usare per far un buon poster da esporre per ricordarti di rimanere fedele al Signore e ai Suoi insegnamenti. Spiega perché questo versetto sarebbe per te fonte di ispirazione e quindi fai uno schizzo del poster.

  2. Chi sono queste persone?

    1. Leggi e confronta Apocalisse 7:9, 13–17 con Apocalisse 21:1–4 e spiega chi sono coloro che si trovano nella città santa veduta da Giovanni. (Puoi anche leggere Apocalisse 22:11–14.)

    2. Secondo Apocalisse 21:8 e 22:15, chi non dimorerà nella città santa? (Assicurati che hai compreso il significato di tutte le parole di questi versetti).

  3. Molto importante!

    Parlando del Libro dell’Apocalisse l’anziano Bruce R. McConkie disse: «In nessuna parte delle Scritture che l’umanità oggi possiede vi sono spiegazioni tanto precise e persuasive riguardo al perché dobbiamo vincere il mondo e ai benefici che ne scaturiscono … In verità gli insegnamenti di questa opera ispirata rappresentano alcuni dei più grandi incentivi [motivazioni] alla rettitudine personale che troviamo oggi nei sacri scritti» («Understanding the Book of Revelation», Ensign, settembre 1975, 89).

    A sostegno di quello che disse l’anziano McConkie, scrivi di due o più cose che ti hanno colpito maggiormente nel tuo studio del libro dell’Apocalisse, cose che ti ispirano e ti stimolano a vivere rettamente.

  4. «Vieni, Signor Gesù»

    Leggi Apocalisse 22:20. Pensa a quello che hai imparato durante lo studio del Nuovo Testamento e scrivi la tua testimonianza di Gesù. Includi il perché desideri unirti a Giovanni nella preghiera che invoca Gesù di venire.