Storia della Chiesa
23 Un tutt’uno armonioso


“Un tutt’uno armonioso”, capitolo 23 di Santi – La storia della Chiesa di Gesù Cristo negli ultimi giorni, Volume 2, Nessuna mano profana, 1846–1893 (2019)

Capitolo 23: “Un tutt’uno armonioso”

Capitolo 23

Un tutt’uno armonioso

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martello e chiodo sui binari

Susie Young era sempre stata una bambina di salute cagionevole. Nella primavera del 1865, quando compì nove anni, era già sopravvissuta alla polmonite, alla pertosse e ad altre malattie gravi. Se correva troppo o giocava tanto le veniva il respiro affannoso. Brigham Young, suo padre, a volte la prendeva gentilmente in braccio, la teneva stretta e le diceva dolcemente: “Aspetta un attimo, figlia mia. Non ti affannare così tanto. Prenditi il tempo di respirare”.1

Susie raramente voleva aspettare. Succedeva sempre qualcosa nella casa che condivideva con molte altre mogli di suo padre e con la maggior parte dei figli più piccoli. La casa a due piani era chiamata Lion House e si trovava accanto all’ufficio di suo padre, un isolato a est del sito del Tempio di Salt Lake City. Il piano superiore della Lion House aveva molte camere da letto e salotti per i membri della famiglia. Al piano terra c’erano altre camere da letto e un grande salone per intrattenere gli ospiti e tenere le preghiere familiari. Nel seminterrato c’erano cantine per l’immagazzinamento, una lavanderia, una cucina e una sala da pranzo abbastanza grande per ospitare tutta la famiglia.

Sul balcone davanti, a vigilare sulla strada, c’era la statua regale di un leone.2

Circa trenta dei cinquantacinque fratelli e sorelle di Susie vivevano lì contemporaneamente. A volte la famiglia accoglieva anche degli orfani, come Ina Maybert, una bambina proveniente dall’India. Un ragazzino del vicinato di nome Heber Grant spesso giocava nella casa con i fratelli di Susie e partecipava con gli Young alla preghiera familiare. Era l’unico figlio di Rachel Ivins e di Jedediah Grant, ex consigliere di Brigham Young. Durante l’inverno, a Heber piaceva attaccarsi alla slitta di Brigham Young e lasciarsi trascinare sul ghiaccio.3

La famiglia Young cercava di tenere la casa ordinata, con un rigoroso programma per i pasti, l’istruzione e le preghiere. Questo però non impediva a Susie e ai suoi fratelli di scivolare giù dalle ringhiere, correre su per le scale e giocare a nascondino.4 Quand’era piccola, Susie pensava che fosse perfettamente normale avere una famiglia così numerosa e che suo padre vivesse con più di una dozzina di mogli. La sua famiglia, infatti, non era tipica neanche tra le famiglie plurime, che a confronto erano molto più piccole. A differenza di suo padre, la maggior parte degli uomini della Chiesa che praticava il matrimonio plurimo aveva solo due mogli.5

Sua madre, Lucy Bigelow Young, era un genitore devoto che riversava su di lei amore e cura. Zina Huntington Young ed Emily Partridge Young, due delle mogli di suo padre che vissero per un certo periodo nella Lion House, erano per lei come seconde madri. Considerava alla stesso modo anche Clara Decker Young, un’altra moglie di suo padre, che spesso stava sveglia fino a tardi per chiacchierare con Susie e dare consigli a lei e alle sue sorelle.6

Un’altra moglie, Eliza Snow, era una poetessa che nel tempo libero studiava sui libri e incoraggiava la nascente creatività di Susie. Eliza era intelligente, eloquente e molto autodisciplinata. La sua camera da letto, il suo salotto e lo scrittoio erano ordinati e organizzati con cura. Alcune persone ritenevano che Eliza fosse fredda e distaccata, ma Susie sapeva che era gentile e premurosa — specialmente quando si prendeva cura degli ammalati.7

La Lion House non era sempre priva di conflitti, ma la famiglia cercava di vivere in modo ottimale quella sistemazione. A Brigham non piaceva paragonare il matrimonio plurimo alle usanze del mondo. “È qualcosa che viene dal cielo”, diceva ai santi. “Il Signore l’ha istituito allo scopo ben preciso di procurarsi una nazione reale, un santo sacerdozio, un popolo peculiare che Egli possa riconoscere come Suo per benedirlo”.8

“Se mai nella mia vita terrena la mia fede è stata messa alla prova, è stato quando Joseph Smith mi ha rivelato questa dottrina”, testimoniò ulteriormente. “Ho dovuto pregare incessantemente ed esercitare la mia fede, e il Signore me ne ha rivelato la verità; questo mi è bastato”.9

La gioia che provò nell’allevare i suoi tanti figli nel vangelo di Cristo è stata un frutto di quella fede.10 La sera, egli suonava una campana che chiamava tutti a raccolta per la preghiera familiare. “Ti siamo grati per le nostre case in queste valli pacifiche e per queste montagne isolate che Tu hai preservato come luogo di raduno per il Tuo popolo”, era spesso la sua gentile preghiera al Signore con voce che esprimeva amore autentico. “Benedici i poveri, i bisognosi, gli ammalati e gli afflitti. Conforta il cuore di coloro che fanno cordoglio. Sii una risorsa e un sostegno per gli anziani e sii una guida per i giovani”.11

Brigham spesso meditava riguardo al benessere dei santi. I tempi stavano cambiando ed era in fase di realizzazione la costruzione di una ferrovia che avrebbe attraversato il Nord America.12 Egli aveva investito denaro nell’impresa, certo che la ferrovia avrebbe velocizzato il viaggio per andare e tornare dallo Utah, rendendolo più economico e meno faticoso per i missionari e gli immigranti. Sapeva tuttavia che avrebbe portato maggiori tentazioni nel territorio e voleva preparare i santi spiritualmente ed economicamente per il suo arrivo.13

Egli voleva anche fortificare la sua famiglia quindi, in primavera, Susie e i suoi fratelli vennero a sapere che il padre aveva assunto Karl Maeser come loro insegnante privato. Ad alcuni fratelli di Susie non piaceva l’istruzione impartita dal professor Maeser e abbandonarono gli studi. Susie invece fu conquistata dalle sue lezioni.

I libri, e soprattutto le Scritture, prendevano vita in classe. Il professor Maeser incoraggiava i figli degli Young a porre domande e a trovare le soluzioni ai problemi. Anche se era sempre disposta a imparare qualcosa di nuovo, a volte Susie si sentiva frustrata quando faceva degli errori nel suo percorso scolastico.14

Il professor Maeser era paziente. Un giorno le disse: “Soltanto coloro che hanno il coraggio di fare degli errori imparano verità e lezioni preziose”.15


Quella primavera, Johan Dorius lavorava come calzolaio a Fort Ephraim. Lui e suo fratello Carl erano tornati a casa dalla Missione scandinava da due anni. Prima di lasciare la Danimarca, avevano sperato di portare con sé la madre. Dato che suo marito non aveva voluto lasciare Copenaghen, Ane Sophie aveva deciso di restare. Delusi, i fratelli erano salpati dalla Danimarca alcuni giorni dopo con una compagnia di trecento santi.

Da quando era tornato nello Utah, Johan aveva cercato di guadagnare dei soldi. Durante la sua assenza, sua moglie Karen aveva costruito una casa di due stanze nel loro lotto vuoto a Spring Town, aveva coltivato la terra e allevato il bestiame. Karen aveva atteso con impazienza i giorni gioiosi insieme al marito e ai figli nella nuova casa ma, poco dopo il suo ritorno, Johan aveva ricevuto il permesso di sposare una seconda moglie, una convertita norvegese di nome Gunild Torgersen. Karen fu duramente messa alla prova dalla nuova situazione, ma fu sostenuta dalla sua fede nel Signore. Poiché la loro casa era ormai troppo piccola, nel giro di un anno la famiglia si trasferì in un grande appezzamento di terreno nella città di Ephraim.16

Circa in quel periodo, le tensioni tra i santi e gli indiani Ute nella valle di Sanpete erano aumentate. Con un numero sempre maggiore di immigranti che si radunava nello Utah, le città crescevano rapidamente e i nuovi insediamenti spesso sottraevano agli Ute le fonti tradizionali di cibo e acqua. Alcuni coloni tenevano anche grandi mandrie di bestiame sulle praterie dello Utah centrale, spingendo ulteriormente gli Ute fuori dall’area.17

Conscio di questi problemi, Brigham Young aveva esortato i santi a dar da mangiare agli indiani e a trattarli con gentilezza. “Ci siamo stabiliti sulle loro terre, il che materialmente interrompe la loro possibilità di avere successo nella caccia, nella pesca, ecc.”, scrisse a un dirigente della Chiesa. “Per questi motivi, è necessario che mostriamo nei loro confronti tutta la gentilezza, la libertà, la pazienza e la tolleranza possibili”18.

Anche se Brigham sperava di ispirare maggior compassione nei confronti degli indiani, in alcuni insediamenti il cibo già scarseggiava ed erano pochi i santi desiderosi di condividere le loro provviste. Quando i coloni rifiutavano di condividere il loro cibo, spesso gli Ute per il loro sostentamento ricorrevano al saccheggio del bestiame.19

Alla fine, quando nella primavera del 1865 i tentavi di pace tra i santi e gli Ute nella valle di Sanpete fallirono, esplose la violenza. Nel giro di qualche settimana, una banda di Ute guidata da un uomo chiamato Black Hawk cominciò a depredare il bestiame e a uccidere i coloni.20 Il conflitto peggiorò con l’inizio dell’estate. A giugno, Brigham e il governo degli Stati Uniti avevano cercato di persuadere i capi Ute a trasferire la tribù in una riserva — un territorio che il governo destinava agli indiani — ma gli attacchi agli insediamenti continuarono. Brigham allora ordinò alla milizia di fermare i predoni senza fare alcun male a donne, bambini o uomini Ute pacifici. Tuttavia, le due fazioni si attaccarono con ferocia.21

Il pomeriggio del 17 ottobre, Johan Dorius osservò con orrore Black Hawk e suoi uomini che attaccavano una giovane coppia danese, il loro figlio neonato e una giovane donna svedese nei campi fuori Ephraim. Dopo che gli uomini di Black Hawk si furono allontanati per depredare il bestiame dell’insediamento, Johan e molti altri santi si precipitarono nei campi. La coppia era deceduta e la donna svedese stava morendo, ma in qualche modo il neonato ne era uscito illeso. Johan lo raccolse e lo riportò in città.22

Con la milizia a caccia della banda di Black Hawk, i dirigenti della Chiesa ordinarono ai santi nella Valle di Sanpete e nelle aree circostanti di agire con cautela e di stare sulla difensiva. Tuttavia, sopraffatti dalla paura e dalla mancanza di fiducia, nel bel mezzo del conflitto alcuni santi non si attennero alle loro istruzioni.23

Sei mesi dopo l’attacco a Fort Ephraim, i membri della Chiesa di una piccola comunità poco fortificata chiamata Circleville catturarono circa venti Paiute pacifici che sospettavano essere delle spie di Black Hawk. I coloni legarono gli uomini e li tennero in custodia nella casa di riunione locale. Le donne e bambini, nel frattempo, furono sistemati in una cantina vuota. Quando alcuni uomini Paiute cercarono di fuggire, i coloni gli spararono e giustiziarono i restanti prigionieri, a uno a uno, incluse le donne e i bambini più grandi.24

Brigham condannò fermamente la violenza. Egli affermò: “Quando un uomo spara a un indiano innocente, egli è colpevole di omicidio”.25 Brigham incolpò del conflitto i santi, non gli Ute. “Se gli anziani d’Israele avessero sempre trattato i Lamaniti come avrebbero dovuto”, dichiarò, “non credo che avremmo mai avuto alcuna difficoltà con loro”26.

Per un altro anno la violenza continuò a infuriare tra i santi e gli indiani nello Utah centrale. I santi delle piccole comunità si trasferirono in città più grandi e i coloni misero delle guardie a protezione del loro bestiame. Dopo che i santi ebbero bloccato una pesante incursione indiana nel luglio 1867, Black Hawk e due capi indiani si arresero agli agenti del governo. Alcuni Ute continuarono a depredare il bestiame dei santi, ma il conflitto era praticamente finito.27


Il 6 ottobre di quello stesso anno, i santi tennero per la prima volta la loro conferenza generale in un tabernacolo nuovo e spazioso a ovest del sito del tempio. Nel 1863 la Prima Presidenza aveva annunciato il progetto di costruire un luogo di riunione più ampio sull’isolato del tempio. L’edificio ovale era coperto da una grande cupola a forma di guscio di tartaruga. La cupola era sostenuta da quarantaquattro pilastri di pietra arenaria che l’esperto costruttore di ponti Henry Grow realizzò con un’arcata di travi di legno strettamente legate assieme da ganci di legno e da strisce di cuoio. Poiché il design innovativo non prevedeva alcuna colonna interna per sostenere il soffitto imponente, alla conferenza i santi poterono vedere senza ostruzioni gli oratori al pulpito.28

In autunno, Brigham Young continuò a seguire l’avanzamento dei lavori per la ferrovia. La guerra civile americana era terminata nella primavera del 1865 con la vittoria del Nord, dando rinnovato slancio al progetto ferroviario mentre la nazione guardava alle nuove opportunità offerte dall’Ovest americano. Brigham serviva nel consiglio di amministrazione di una delle compagnie ferroviarie, ma il suo appoggio non cancellò la preoccupazione per i cambiamenti che l’iniziativa avrebbe portato nel territorio — e alla sua economia.29

In Dottrina e Alleanze, il Signore aveva comandato al Suo popolo di “essere uno”, di condividere i fardelli economici e di “stare indipendente al di sopra di tutte le altre creature sotto il mondo celeste”30. Nel corso degli anni, Brigham e altri dirigenti avevano fatto diversi tentativi per unificare i santi e tenerli uniti insieme. Un tentativo era rappresentato dall’alfabeto Deseret, un sistema fonetico che aveva l’intento di risolvere la questione dell’ortografia inglese, di insegnare ai giovani santi a leggere e di aiutare gli immigranti a imparare velocemente l’inglese e a sentirsi a casa nello Utah.31

Inoltre, al fine di raggiungere l’indipendenza economica per Sion, Brigham iniziò a promuovere un movimento cooperativo tra i santi. Spesso nei suoi sermoni incoraggiava i membri della Chiesa a coltivare il loro cibo, a confezionare da soli i vestiti, a costruire mulini, fabbriche e fonderie. Egli inoltre criticava i mercanti, a prescindere dal fatto che appartenessero o meno alla Chiesa, i quali arrivavano nel territorio per vendere con notevole margine di guadagno delle merci provenienti dall’Est che erano difficili da trovare, e pertanto arricchivano se stessi invece di promuovere la causa di Sion.32

Sapendo che la ferrovia avrebbe portato ancor più mercanti e beni che avrebbero fatto concorrenza alle industrie locali gestite dai santi, Brigham esortò i membri della Chiesa a sostenere le imprese locali e a essere economicamente indipendenti rispetto ai mercati esterni.33 Per lui, la salvezza economica dei santi era tanto importante quanto la loro salvezza spirituale. Un attacco all’economia di Sion era un attacco alla stessa Sion.

Brigham iniziò anche a cercare dei modi per rafforzare i santi attraverso le istituzioni nell’ambito della Chiesa. Nel 1849, il santo scozzese Richard Ballantyne aveva organizzato la prima Scuola Domenicale della valle. Da allora molti rioni avevano gestito delle Scuole Domenicali indipendenti l’una dall’altra, usando spesso libri di testo e materiali diversi per le lezioni. George Q. Cannon aveva tuttavia fondato da poco il Juvenile Instructor, una rivista illustrata che conteneva delle lezioni sul Vangelo che potevano essere usate alla Scuola Domenicale con un costo minimo per gli insegnanti e gli studenti. Nel novembre del 1867, Brigham e altri dirigenti della Chiesa scelsero George come presidente di un’Unione della Scuola Domenicale che incoraggiasse i rioni e rami in tutta la Chiesa a organizzare ciascuno la sua Scuola Domenicale.34

Le lezioni basilari e fondamentali della Scuola Domenicale furono rivolte principalmente ai ragazzi e alle ragazze della Chiesa. Per gli uomini adulti della Chiesa, Brigham decise di organizzare una Scuola dei profeti in ciascuna delle città più grandi del territorio. Quasi trentacinque anni prima, il Signore aveva comandato a Joseph Smith di organizzare tali scuole a Kirtland e nel Missouri per promuovere l’unità e la fede tra i detentori del sacerdozio nella giovane Chiesa e per preparare gli uomini a proclamare il Vangelo.35

Brigham voleva che la nuova Scuola dei profeti favorisse maggiore unità e devozione spirituali fra gli uomini della Chiesa. Egli credeva che, prima dell’arrivo della ferrovia, avrebbe potuto aiutarli a comprendere l’importanza della cooperazione economica, dell’osservanza delle alleanze e dell’edificazione di Sion.

Il 2 dicembre 1867 aprì una scuola dei profeti a Salt Lake City. Nelle settimane che seguirono, Brigham esortò i fedeli a gestire i loro affari in modi che potessero essere di beneficio ai santi piuttosto che ai mercanti che venivano da fuori. Egli insegnò: “Dobbiamo essere uniti e comprenderci l’un l’altro”. Egli inoltre condannò i membri della Chiesa che acquistavano beni quando e dove volevano, a prescindere dalle necessità di Sion,

dichiarando: “Essi non hanno alcun diritto in questo regno”.36


Sei giorni dopo aver organizzato la Scuola dei profeti a Salt Lake City, Brigham parlò ai vescovi in merito alla riorganizzazione delle Società di Soccorso di rione che erano state per lo più abbandonate dieci anni prima durante la minaccia di conflitto con l’esercito degli Stati Uniti. Brigham sperava che le Società di Soccorso di rione potessero promuovere una maggiore unità tra i santi grazie all’aiuto offerto ai membri più bisognosi.37

Dal momento che i vescovi avevano scarsa conoscenza dello scopo della Società di Soccorso, chiese a Eliza Snow di assisterli nell’organizzazione delle società nei rispettivi rioni. Eliza fu onorata di poterli aiutare. Poche persone comprendevano quanto lei quale fosse lo scopo della Società di Soccorso. In veste di segretaria della Società di Soccorso Femminile di Nauvoo, Eliza aveva tenuto minuziosi verbali delle riunioni, aveva trascritto gli insegnamenti di Joseph Smith rivolti alle donne e li aveva preservati in un taccuino.

A Eliza piacque lavorare con i vescovi, i quali seppero apprezzare il suo aiuto.38 La primavera seguente, quando Brigham le disse che aveva un’altra missione da affidarle, ella non fece domande. Disse semplicemente: “Farò del mio meglio per svolgerla”.

Brigham le disse: “Voglio che tu istruisca le sorelle”. Egli riteneva che le donne della Chiesa avessero bisogno dell’aiuto di Eliza per comprendere il ruolo della Società di Soccorso nell’edificazione di Sion.

Eliza sentì il suo cuore battere più velocemente. Insegnare alle donne della Chiesa era un compito immenso. Le donne della Chiesa di solito non parlavano alle riunioni pubbliche, se non in occasione delle riunioni di testimonianza. Eliza avrebbe dovuto visitare ogni insediamento del territorio, incontrarsi individualmente con ogni Società di Soccorso di rione e di ramo e parlare pubblicamente.39

Poco dopo il suo incontro con Brigham, Eliza pubblicò un articolo sul Deseret News. “Qual è lo scopo della Società di Soccorso femminile?”, chiese ai lettori. “Io risponderei: compiere buone opere, ossia ricorrere a tutte le capacità che possediamo per fare del bene, non solo per dar sollievo ai poveri, ma per salvare le anime”.

Attingendo ai registri della Società di Soccorso di Nauvoo, ella incoraggiò le donne a farsi avanti e ad accettare i loro doveri. Scrisse: “Se qualche figlia o madre in Israele sta pensando di essere anche minimamente limitata nella sua sfera presente, adesso troverà un ampio campo d’azione per sviluppare ogni potere e capacità di fare del bene”40.

Il pomeriggio del 30 aprile 1868, Eliza fece visita alla Società di Soccorso Femminile del Rione di Salt Lake City 13. Erano presenti circa venticinque donne, tra cui Zina Huntington Young, Emily Partridge Young e Bathsheba Smith, che avevano tutte fatto parte della Società di Soccorso a Nauvoo. Rachel Grant, la neo presidentessa della Società di Soccorso del rione, diresse la riunione con le sue due consigliere, le gemelle Annie Godbe e Margaret Mitchell.41

La quarantasettenne Rachel Grant aveva vissuto a Nauvoo agli inizi degli anni ’40 del diciannovesimo secolo, ma non aveva fatto parte della Società di Soccorso originale. La notizia del matrimonio plurimo aveva messo pesantemente alla prova la sua fede e, dopo la morte di Joseph Smith, era tornata a vivere con la sua famiglia negli stati dell’est americano. Era tuttavia rimasta in contatto con i missionari e con altri membri della Chiesa e nel 1853, dopo molte preghiere e molta meditazione, aveva deciso di andare nello Utah. Due anni dopo aveva sposato Jedediah Grant come moglie plurima e aveva dato alla luce il suo unico figlio, Heber, nove giorni prima della morte prematura del marito. Da allora, si era occupata di Heber con il misero guadagno che si procurava lavorando come cucitrice.42

Dopo l’apertura della riunione della Società di Soccorso, Rachel invitò Eliza a istruire le donne. “Il profeta Joseph Smith si aspettava ottimi risultati dalla formazione della Società di Soccorso Femminile”, disse Eliza alle donne, “e che le sorelle avrebbero potuto compiere un gran bene facendo visita agli ammalati e agli afflitti”. Ella le incoraggiò a tenere delle riunioni ordinate, a compiere buone opere e a prendersi cura l’una dell’altra.

“La società sarebbe stata come una madre con il suo bambino”, spiegò. “Ella non lo tiene a distanza, ma lo avvicina a sé e lo tiene stretto al seno, mostrandogli quanto siano necessari l’unione e l’amore”.

Quando Eliza ebbe finito di parlare, Rachel disse di essere fiera delle donne e di sperare che avrebbero acquisito forza grazie alle riunioni. Eliza poi incoraggiò le donne ad aprire la loro bocca. Attestò che avrebbero potuto trarre forza parlandosi a vicenda.

“Il nemico è sempre felice quando non superiamo i nostri sentimenti di timidezza ed evitiamo di pronunciare parole di incoraggiamento e di determinazione”, disse. “Quando avremo superato l’insicurezza, otterremo presto fiducia in noi stesse”.

Ella inoltre promise: “Verrà il tempo in cui dovremo stare in luoghi affollati e dovremo agire in situazioni di responsabilità.43


Mentre i rioni e i rami organizzavano le rispettive Società di Soccorso, Eliza si incontrò con Sarah Kimball, un altro dei membri fondatori della società di Nauvoo, per descriverle i doveri delle dirigenti della Società di Soccorso.44 Poi iniziò a far visita alle Società di Soccorso di tutto il territorio, ispirandosi spesso ai verbali della Società di Soccorso originale per istruire le donne nei loro doveri. Eliza insegnò alle donne della Chiesa: “Quest’organizzazione appartiene alla Chiesa di Cristo, in tutte le dispensazioni in cui essa è pienamente restaurata”. Quando non riusciva a visitare le Società di Soccorso di persona, scriveva loro delle lettere.45

Nel frattempo, Brigham organizzò altri rami della Scuola dei profeti e consigliò ai suoi membri di approfondire tutti i tipi di conoscenza e di diventare uno nel cuore e nella mente.46 Nell’aprile del 1868, Brigham andò a Provo per istituire una scuola sotto la direzione di Abraham Smoot, mandato con John Taylor, Wilford Woodruff, Joseph F. Smith e altri nella città chiassosa e indisciplinata per riportarla sulla retta via. Mentre erano lì, Brigham e Abraham esortarono i membri della scuola di Provo a fare affari principalmente tra di loro, mantenendo così le risorse e i profitti tra i santi.

“Ogni membro ha un’influenza”, disse Abraham, “e dovremmo usarla nel modo giusto”47.

Alcune settimane dopo Heber Kimball, consigliere di Brigham Young, fu coinvolto in un incidente in calesse a Provo. Fu catapultato in strada con violenza e batté la testa per terra. Rimase là sdraiato per qualche tempo, esposto all’aria fredda, finché non fu trovato da un amico. Brigham sperava che Heber, uno dei suoi più vecchi amici, si riprendesse dall’incidente. Agli inizi di giugno, tuttavia, Heber ebbe un ictus e morì quello stesso mese, circondato dai familiari.

La sua morte avvenne esattamente otto mesi dopo quella di sua moglie Vilate. “Non le sopravviverò a lungo”, aveva profetizzato Heber quand’era sopraggiunto il decesso della moglie. Al funerale di Heber, Brigham scelse di rendere un tributo semplice alla rettitudine del suo amico e consigliere.

Dichiarò: “Era un uomo la cui integrità superava quella di qualsiasi altro uomo mai vissuto sulla terra”.48


Nel periodo in cui morì Heber, gli operai della ferrovia — tra i quali c’erano molti immigranti cinesi, ex-schiavi e veterani della guerra civile — si stavano affrettando per completare la linea ferrovia transcontinentale. Nel mese di agosto, Brigham incoraggiò gli uomini della Chiesa a dare il proprio aiuto alla costruzione. Una volta che le due linee ferroviarie fossero state congiunte a nord del Grande Lago Salato, egli sperava di realizzare una linea di collegamento che passasse da Salt Lake City e che toccasse altri punti a sud per accelerare i viaggi tra gli insediamenti e per favorire il trasporto della pietra per il tempio.49

Una sera, dopo la preghiera familiare, Brigham espresse le sue preoccupazioni circa la ferrovia ad alcune delle sue mogli, a degli amici e ai figli più grandi. Disse loro: “Abbiamo lasciato il mondo, ma il mondo sta venendo da noi”. La Scuola Domenicale, la Scuola dei profeti e la Società di Soccorso erano state stabilite per sostenere e rafforzare i santi. Lui e la sua generazione avevano fatto abbastanza per preparare i giovani a ciò che stava per arrivare?

“Non avranno lo stesso tipo di prove che hanno affrontato i loro padri e le loro madri. Saranno messi alla prova con l’orgoglio e le follie e i piaceri di un mondo peccaminoso”. Se la sua generazione non avesse aiutato i giovani a sviluppare la fede in Gesù Cristo, le tentazioni del mondo avrebbero potuto condurli fuori strada.50

In ultima analisi, Brigham confidava nel fatto che il vangelo di Gesù Cristo avrebbe continuato a unire e a proteggere il popolo di Dio, inclusi i giovani.

Agli inizi del 1869 spiegò che il vangelo restaurato “ha mandato i suoi insegnanti fino alle estremità della terra, ha radunato i popoli di quasi ogni lingua e credo sotto il cielo, di diversa istruzione e di tradizioni opposte, e li ha uniti in un tutt’uno armonioso”.

Dichiarò: “Un credo che può prendere le masse eterogenee dell’umanità e renderle un popolo felice, contento e unito, ha un potere in sé di cui le nazioni sanno ben poco. Tale potere è il potere di Dio”.51


Nel marzo del 1869, i cittadini di Ogden si affollarono sulle alture circostanti per osservare gli operai che posavano i binari della ferrovia. La strada ferrata era finalmente giunta nel cuore pulsante del territorio, grazie alla posa di una traversina e di una barra d’acciaio alla volta. Presto sarebbero arrivati i treni che avrebbero rilasciato fumo nero e vapore grigio nel cielo.52

Nel resto dell’anno, Brigham fece visita ai santi negli insediamenti meridionali. In molte delle città che visitò ormai c’erano Scuole Domenicali, Scuole dei profeti e Società di Soccorso. In conformità alle sue direttive, i santi stavano anche aprendo nuovi negozi, chiamati “cooperative”, per promuovere la collaborazione economica piuttosto che la concorrenza tra santi. Brigham voleva che ogni città disponesse di un negozio cooperativo che rifornisse i santi con i prodotti di prima necessità a un prezzo ragionevole.53

All’inizio di maggio consigliò ai santi dello Utah centrale di vivere secondo ogni parola di Dio. Disse: “Non si dimostra di essere santi di Dio solo perché si vive in queste valli. Se vogliamo dimostrare a Dio o agli uomini che siamo santi, allora dobbiamo vivere per Dio e per nessun altro”.54

Le linee della ferrovia orientale e di quella occidentale finalmente si incontrarono il giorno seguente, il 10 maggio 1869, in una valle a ovest di Ogden. Le società ferroviarie collegarono i cavi del telegrafo ai martelli che colpivano gli ultimi arpioni ferroviari. Ogni colpo di martello mandava un impulso elettrico lungo il cavo del telegrafo che fu trasmesso a Salt Lake City e in altre città in tutta la nazione, proclamando che finalmente una strada ferrata collegava la costa atlantica e quella pacifica degli Stati Uniti d’America.55

I santi a Salt Lake City celebrarono l’evento nel nuovo tabernacolo che sorgeva nell’isolato del tempio. Quella sera, tutti gli uffici e gli edifici pubblici tennero le luci accese più a lungo del solito per illuminare la città. Su una collina a nord della città i santi accesero un falò imponente, visibile a molti chilometri di distanza.56