Storia della Chiesa
44 Pace benedetta


“Pace benedetta”, capitolo 44 di Santi – La storia della Chiesa di Gesù Cristo negli ultimi giorni, Volume 2, Nessuna mano profana, 1846–1893 (2020)

Capitolo 44: “Pace benedetta”

Capitolo 44

Pace benedetta

Immagine
Tempio di Salt Lake

I giorni che precedettero la dedicazione del Tempio di Salt Lake furono pieni di energia e trambusto. Il giorno prima della programmata apertura delle porte del tempio, i lavori erano ancora in corso. Le strade della città, frattanto, brulicavano di visitatori in arrivo ogni ora in treno, in calesse e a cavallo.1 I dirigenti della Chiesa avevano deciso di tenere due sessioni dedicatorie al giorno finché ogni membro della Chiesa che lo desiderava non vi avesse partecipato. Ora, decine di migliaia di santi si stavano organizzando per recarsi a Salt Lake City in primavera per vedere con i propri occhi la casa del Signore.2

Il giorno che precedette la prima sessione dedicatoria, i dirigenti della Chiesa condussero giornalisti locali e nazionali e pure dignitari, che non erano membri della Chiesa, in una visita guidata del tempio. Molti degli ospiti elogiarono la squisita fattura del tempio, dalle sue eleganti scale a chiocciola ai suoi delicati pavimenti rivestiti. Persino i più convinti critici della Chiesa furono stupefatti.

“Gli interni si sono rivelati di sorprendente bellezza”, scrisse un giornalista del Salt Lake Tribune, “a tal punto che i visitatori si sono fermati e sono rimasti immobili senza volere, completamente assorbiti da quella vista”3.

L’alba del mattino successivo, il 6 aprile 1893, era limpida ma fredda. Più di duemila santi in possesso della raccomandazione per la prima sessione dedicatoria iniziarono a mettersi in fila fuori dai cancelli del tempio ore prima dell’orario stabilito per l’inizio della riunione. Dopo l’apertura delle porte del tempio e l’ingresso dei santi, il clima peggiorò e iniziò a soffiare una forte brezza. Ben presto cominciò a cadere una pioggia gelida e la brezza divenne un vento ululante, che soffiava a raffiche sui santi stretti in fila in paziente attesa.4

Proprio come il Tempio di Kirtland non aveva potuto accogliere tutti coloro che volevano partecipare alla sua dedicazione, la spaziosa sala delle assemblee del Tempio di Salt Lake era troppo piccola per ospitare tutti quelli che erano in fila. Anche dopo la chiusura delle porte, folle di santi rimasero nei paraggi del tempio. Intorno alle dieci, l’orario di inizio della sessione, il vento si fece ancora più forte, sollevando sabbia e detriti. Per alcuni, il diavolo in persona sembrava scagliarsi con rabbia contro i santi e contro il tempio che avevano costruito.5

Eppure, coloro che si trovavano all’esterno dell’edificio videro un segno che rammentò loro una precedente manifestazione della cura vigile di Dio. Alzando gli occhi al cielo, scorsero un grande stormo di gabbiani che volteggiava in aria attorno alle guglie del tempio nel bel mezzo della tempesta.6


Nel tempio, Susa Gates sedeva al tavolo dello scrivano sul lato est della sala delle assemblee. Essendo una dei giornalisti ufficiali della cerimonia di dedicazione, Susa avrebbe preso appunti stenografati della riunione. Benché le mancassero solo poche settimane al parto, aveva pianificato di partecipare e documentare ciascuna delle decine di sessioni in programma.7

Centinaia di luci elettriche, distribuite su cinque lampadari, illuminavano la stanza di una brillantezza abbagliante. La sala aveva duemiladuecento posti a sedere e occupava l’intero piano. Tra le persone in sala si trovavano il marito di Susa, Jacob, e sua madre, Lucy Young. Sedie rivestite di velluto rosso riempivano l’area principale, e file di pulpiti rialzati per i dirigenti della Chiesa erano posizionate sui lati est e ovest della sala. Ogni sedia disponibile era occupata e alcune persone erano in piedi.8

I trecento membri del Tabernacle Choir si alzarono, gli uomini vestiti in abiti neri e le donne in bianco. Le loro voci risuonarono al canto di “Let All Israel Join and Sing” [che tutta Israele si unisca e canti], un inno di Joseph Daynes, l’organista del coro.9

Il presidente Wilford Woodruff poi si alzò per parlare ai santi. “Ho atteso con ansia questo giorno per gli ultimi cinquant’anni della mia vita”, disse. Da giovane aveva avuto una visione in cui dedicava un magnifico tempio nelle montagne dell’Ovest. Più recentemente, aveva sognato che Brigham Young gli dava un mazzo di chiavi del Tempio di Salt Lake.

“Vai e apri il tempio”, aveva detto Brigham, “e lascia che vi entrino — tutti coloro che desiderano la salvezza”10.

Dopo aver raccontato queste visioni ai santi, Wilford si inginocchiò su uno sgabello imbottito per leggere la preghiera dedicatoria. Con voce forte e chiara implorò Dio affinché applicasse il sangue espiatorio del Salvatore e perdonasse i santi dei loro peccati. “Possa Tu concedere che le benedizioni che cerchiamo ci possano essere elargite, persino centuplicate”, pregò, “nella misura in cui cerchiamo con purezza di cuore e pienezza d’intento di fare la Tua volontà e di glorificare il Tuo nome”.

Per più di trenta minuti Wilford rese grazie e innalzò lodi a Dio. Presentò l’edificio al Signore, chiedendoGli di averne cura e di proteggerlo. Pregò per i quorum del sacerdozio, per la Società di Soccorso, per i missionari, e per i giovani e i bambini della Chiesa. Pregò per i governanti delle nazioni e per i poveri, gli afflitti e gli oppressi. Chiese inoltre che il cuore di tutti potesse essere ammorbidito e tutti fossero liberi di accettare il vangelo restaurato.

Prima di terminare, chiese al Signore di fortificare la fede dei santi. “Rafforzaci mediante il ricordo delle gloriose liberazioni del passato e delle alleanze sacre che hai stipulato con noi”, pregò, “in modo che, quando il male ci getta nell’ombra, quando le afflizioni ci circondano, quando passiamo per la valle dell’umiliazione, possiamo non inciampare, né dubitare, ma, nella forza del Tuo santo nome, possiamo compiere tutti i Tuoi scopi retti”11.

Dopo la preghiera, Lorenzo Snow, il presidente del Quorum dei Dodici, guidò la congregazione nell’esultante Grido dell’Osanna. Il coro e la congregazione poi cantarono “Lo Spirito arde”12.

La dedicazione commosse profondamente Susa. Suo padre aveva dato il primo colpo di piccone per il tempio alcuni anni prima che lei nascesse, perciò per tutta la sua vita donne e uomini fedeli avevano consacrato denaro, mezzi e lavoro per l’edificazione del tempio. Di recente, sua madre stessa aveva donato, in maniera anonima, cinquecento dollari al fondo per il tempio.

Secondo Susa, tutti loro erano certi di ricevere benedizioni per aver offerto doni all’altare del sacrificio e dell’amore cristiano.13

Joseph F. Smith parlò più tardi nel corso della cerimonia, con le lacrime che gli solcavano il volto. “Tutti gli abitanti della terra sono il popolo di Dio”, disse, “ed è nostro dovere portare loro le parole di vita e di salvezza e redimere coloro che sono morti senza la conoscenza della verità. Questa casa è stata eretta al nome di Dio per quello scopo”14.

Una luce splendente sembrava emanare da Joseph e Susa pensò che un raggio di sole, passando attraverso la finestra, gli illuminasse il volto. “La luce del sole crea un effetto straordinario”, sussurrò all’uomo accanto a lei. “Guarda!”.

“Fuori non c’è il sole”, sussurrò di rimando l’uomo, “solo nuvole scure e buio”.

Susa gettò un’occhiata fuori dalle finestre e vide il cielo tempestoso. Allora si rese conto che la luce che emanava dal viso di Joseph era il Santo Spirito, disceso su di lui.15


Quello stesso giorno, Rua e Tematagi, una giovane coppia dell’atollo di Anaa, parteciparono a una conferenza con altri santi delle isole Tuamotu. Il presidente di missione, James Brown, presiedeva la conferenza, che iniziò alle sette in punto, alla stessa ora in cui iniziava la prima sessione dedicatoria a Salt Lake City.16

Per diversi giorni prima della conferenza, i missionari e altri membri della Chiesa si erano radunati a Putuahara, lo stesso luogo ad Anaa in cui Addison Pratt si era incontrato con più di ottocento santi quasi cinquant’anni prima. Forti venti avevano di recente trasformato l’oceano in una furia, ma da allora il tempo burrascoso si era placato e un sole caldo ora sorgeva sul villaggio.17

Rua e Tematagi si erano uniti alla chiesa alcuni mesi dopo l’arrivo di James Brown sulle isole. Quando era arrivato ad Anaa, James aveva trovato l’atollo profondamente diviso sulla questione della religione, ma lui e suo figlio Elando avevano battezzato alcuni nuovi santi. Nell’accettare il battesimo, Rua e Tematagi si univano nella fede alla sorella più giovane di Rua, Terai, e a suo marito, Tefanau, che erano diventati membri della Chiesa nove anni prima. Anche il padre di Rua, Teraupua, era un membro e da poco era stato ordinato al Sacerdozio di Melchisedec.18

Iniziata la conferenza, James Brown parlò della dedicazione del tempio e della sua importanza. Joseph Damron, uno degli anziani che avevano riaperto la Missione tahitiana, parlò dell’edificazione dei templi negli ultimi giorni. Benché il Tempio di Salt Lake si trovasse a migliaia di chilometri di distanza, i santi di Tuamotu potevano celebrare quel giorno storico e apprendere di più sulla funzione svolta dai templi nella redenzione dei vivi e dei morti.

Quando la riunione terminò, i santi scesero lungo un sentiero fino all’oceano per guardare Elando che battezzava cinque nuovi convertiti nelle acque calde del Pacifico. Mahue, la figlia di nove anni di Rua e Tematagi, era una dei santi battezzati. Dopo il battesimo, fu confermata da suo zio Tefanau. Rua poi fu ordinato all’ufficio di anziano del Sacerdozio di Melchisedec da Terogomaihite, un dirigente della Chiesa locale. Altri due santi delle isole furono ordinati all’ufficio di anziano e messi a parte come presidenti di ramo.19

La conferenza si concluse due giorni dopo e i santi concordarono di incontrarsi di nuovo dopo tre mesi. Poi Joseph Damron e altri dalle isole vicine salutarono i loro amici di Anaa. Prima che Joseph se ne andasse, Rua gli offrì in dono una piccola perla.20


Il 9 aprile, quando circa cinquanta santi hawaiani dell’insediamento di Iosepa si radunarono al cancello del tempio per presentare la loro raccomandazione, la neve rivestiva Piazza del Tempio come una coltre.21

Erano passati più di due anni da quando la Prima Presidenza era stata a Iosepa per celebrare la fondazione dell’insediamento. I santi avevano continuato a lavorare duramente per coltivare la loro terra. Benché avessero acquistato altri trecentoventi ettari di terra e avessero con successo coltivato una vasta gamma di colture, il denaro continuava a scarseggiare. Eppure, quando la Prima Presidenza aveva invitato a fare donazioni a favore del completamento del tempio, i santi di Iosepa avevano donato millequattrocento dollari.22

Quando appresero che era stata fissata una data in cui loro avrebbero partecipato alla dedicazione del tempio, le persone di Iosepa furono rianimate da nuova energia. Lavorarono senza posa per piantare le loro colture primaverili prima che arrivasse il momento di intraprendere il viaggio di due giorni verso Salt Lake City. Furono impiegati tutti gli aratri, i livellatori, i frangizolle e i solcatori finché i santi non furono pronti per la partenza.23

Per avere una raccomandazione per la dedicazione era sufficiente essere membri della Chiesa e avere il desiderio di parteciparvi. Nonostante ciò, i santi di Iosepa volevano essere sicuri di essere spiritualmente preparati a entrare nel tempio. Circa trenta persone avevano richiesto il ribattesimo e fu tenuto un servizio battesimale speciale presso il bacino idrico della città.24

Dopo aver presentato la loro raccomandazione all’ingresso del tempio, i santi di Iosepa entrarono nell’edificio e camminarono attraverso molte stanze. I santi di Laie avevano mandato per il tempio un tavolino intarsiato di legno massiccio hawaiano, e due aste decorate con le piume di uccelli hawaiani erano esposte in un angolo della sala celeste. Le donne delle Società di Soccorso delle Hawaii avevano costruito a mano le aste, chiamate kāhili, che erano simbolo di regalità e di protezione spirituale.25

Presto i santi di Iosepa e più di altre duemila persone presero posto nella sala delle assemblee. Insieme cantarono, ascoltarono la preghiera dedicatoria e si unirono nel Grido dell’Osanna. Dopo un altro inno, Wilford Woodruff ringraziò le persone per i loro contributi a favore del tempio e rese testimonianza di Gesù Cristo.26

Wilford poi invitò a parlare George Q. Cannon. “La nostra missione è ben più grande di quella di coloro che ci hanno preceduti”, disse George. “I santi stanno ponendo le fondamenta di un’opera la cui portata non riesco a cogliere”.

Prima di concludere, si rivolse ai santi di Iosepa nella loro lingua.

“Ci sono milioni di spiriti che sono morti ma che non possono presentarsi dinanzi a Dio poiché non possiedono la chiave”, disse. Si riferiva agli hawaiani dall’altro lato del velo che avrebbero accettato il Vangelo, e rese testimonianza che la Chiesa aveva bisogno dei santi hawaiani per svolgere il lavoro di tempio per i loro parenti deceduti.27

Tempo dopo, durante una riunione di ramo a Iosepa, un uomo di nome J. Mahoe parlò dell’esperienza vissuta alla dedicazione e dell’importante lezione che lì aveva appreso. “Gioisco di essermi potuto recare al tempio e di essere stato testimone di ciò che accade al suo interno”, disse. “Dobbiamo occuparci della nostra genealogia”28.


Il mattino del 19 aprile alle dieci, la Prima Presidenza tenne una riunione speciale nel tempio per tutte le autorità generali e le presidenze di palo. Una volta che gli uomini si furono riuniti, la presidenza li invitò a esprimere i propri sentimenti in merito alla dedicazione del tempio e all’opera di Dio nella vita dei santi.29

Per tutta la mattinata, uno dopo l’altro, quegli uomini resero possenti testimonianze. Quando ebbero terminato, Wilford si alzò e aggiunse la sua testimonianza alle loro. “Ho sentito lo Spirito Santo in maggior misura durante questa dedicazione di quanto lo abbia mai sentito prima, eccetto in un’occasione”, disse. Poi parlò di quando Joseph Smith diede il suo ultimo incarico agli apostoli a Nauvoo.

“Rimase in piedi per tre ore”, attestò Wilford. “La stanza pareva ricolma di un fuoco consumante e il volto di Joseph splendeva come l’ambra”.30

Wilford disse anche di aver visto Brigham Young e Heber Kimball in visione dopo la loro morte. Entrambi si stavano recando alla conferenza su un carro e invitarono Wilford a unirsi a loro. Wilford lo fece e chiese a Brigham di parlare.

“Ho compiuto la mia predicazione sulla terra”, gli disse Brigham, “ma sono venuto per imprimere nella tua mente ciò che Joseph mi ha detto a Winter Quarters, ovvero: cerca sempre di avere lo Spirito di Dio e questi ti guiderà correttamente”31.

Ora il messaggio di Wilford per le autorità generali era lo stesso. “Avete bisogno dello Spirito Santo perché vi diriga e vi guidi”, disse. “Insegnate alle persone a ottenere lo Spirito Santo e lo Spirito del Signore, e teneteLo con voi, e prospererete”.32


Da giovane, Zina Young, la presidentessa generale della Società di Soccorso, aveva sentito gli angeli cantare nel Tempio di Kirtland. Decenni dopo, aveva servito fedelmente nella Casa delle Investiture di Salt Lake City e nei templi di St. George, Logan e Manti. Ora avrebbe diretto tutte le lavoranti alle ordinanze nel Tempio di Salt Lake.33

La sera dopo la prima sessione dedicatoria, Zina rese testimonianza del tempio durante una conferenza gremita della Società di Soccorso. “Non si è mai visto prima un giorno simile in Israele”, disse alle donne. “Da oggi in avanti, l’opera del Signore procederà più velocemente”34.

La sua segretaria, Emmeline Wells, rese una testimonianza simile nelle pagine del Woman’s Exponent. “Nessun avvenimento dei tempi moderni è tanto importante”, scrisse, “quanto l’apertura di questo sacro edificio per la celebrazione delle ordinanze inerenti i vivi e i morti, il passato e il presente, le investiture e le alleanze che uniscono le famiglie e i parenti con legami indissolubili”35.

Quella primavera, dopo che i santi ebbero tenuto l’ultima sessione dedicatoria del tempio, Zina ed Emmeline fecero gli ultimi preparativi per il loro viaggio all’Est per partecipare a una conferenza di donne presso la World’s Columbian Exposition [esposizione colombiana mondiale] a Chicago, una fiera enorme pensata per esporre le meraviglie della scienza e della cultura provenienti da molte nazioni. Come la prima conferenza del Consiglio Nazionale delle Donne di due anni prima, l’esposizione avrebbe offerto alle dirigenti della Società di Soccorso e della Young Ladies’ Mutual Improvement Association l’opportunità di rappresentare la Chiesa e di incontrarsi con donne influenti di tutto il mondo.36

Le due amiche partirono per Chicago il 10 maggio. In pochi giorni il treno coprì distanze che avrebbero richiesto un viaggio di settimane quasi cinquant’anni prima, quando i santi arrivarono per la prima volta nella Valle del Lago Salato. Attraversando il fiume Mississippi, Emmeline fu sopraffatta dalle emozioni ripensando al passato. Benché i santi avessero sopportato molte prove negli ultimi cinquant’anni, avevano anche raggiunto molti traguardi.37

Anche Zina si ritrovò a pensare al passato. “Il mantello del tempo che scorre veloce avvolge molti di noi tra i suoi drappi”, disse in seguito a Emmeline. “Quando, da questa vita, passeremo al nostro riposo dopo i nostri indescrivibili sacrifici, possa essere come i più bei tramonti dello Utah, affinché molti in futuro possano avere una ragione per lodare Dio a cagione delle nobili donne di questa generazione”38.


All’incirca nello stesso periodo in cui Zina Young ed Emmeline Wells si recavano alla World’s Columbian Exposition, Anna Widtsoe ricevette una lettera di suo figlio John dalla Harvard University. Per circa un mese, John aveva atteso con impazienza le lettere della madre e del fratello minore, Osborne, in merito alla dedicazione del tempio. Tuttavia, fino ad allora non aveva ricevuto nulla.

“Sono stanco di leggere della dedicazione nei giornali”, scrisse John. “Voglio sentirla descrivere in maniera più personale, poiché c’è più vita in una lettera che in tutti giornali del mondo”39.

I familiari avevano già scritto a John della dedicazione, ovviamente, ma il servizio postale, per quanto negli anni si fosse velocizzato, per lui non era ancora abbastanza veloce.

Anna e Osborne avevano partecipato a una sessione dedicatoria insieme. In seguito, Osborne aveva partecipato a una sessione speciale con i bambini e i giovani della Scuola Domenicale. Mentre camminava nel tempio, aveva visto un dipinto di tre donne pioniere, una delle quali era norvegese.40 Il dipinto era un tributo alla fede e al sacrificio di molte emigranti, tra cui Anna, che avevano lasciato la loro terra natia per radunarsi a Sion.

Erano trascorsi quasi dieci anni da quando i Widtsoe avevano compiuto il viaggio verso lo Utah. Ora, a Salt Lake City, avevano un posto piccolo e comodo in cui vivere, a pochi isolati dal negozio dove Osborne lavorava. Anna aveva un’attività di sartoria e frequentava le riunioni della Società di Soccorso del suo rione. Inoltre, si riuniva regolarmente con altri santi scandinavi presso la vecchia Social Hall.41 Aveva trovato una famiglia tra i santi e serbava la sua fede nel vangelo restaurato. Prima di abbracciarlo, era come una persona nata cieca. Ora riusciva a vedere.42

Anna, però, era preoccupata per John. Di recente aveva scritto delle sue difficoltà nel credere ad alcuni aspetti del Vangelo. A Harvard, aveva imparato molte cose eccellenti dai suoi professori. Le loro lezioni, tuttavia, lo avevano anche portato a mettere in discussione la sua fede. I suoi dubbi lo assillavano profondamente. Alcuni giorni negava l’esistenza di Dio. Altri giorni la confermava.43

Anna, estremamente angosciata dai dubbi del figlio, pregava ogni giorno per lui. Eppure, sapeva che John avrebbe dovuto ottenere una testimonianza personale del Vangelo. “Se non hai ottenuto prima una testimonianza personale, allora ora è il momento in cui dovresti averne una”, scrisse a John. “Se cerchi con sincerità e vivi con purezza, allora la riceverai. Ma dobbiamo lavorare per ottenere tutto ciò che abbiamo”44.

Il tempio fu per Anna una conferma della sua fede nelle promesse fatte da Dio ai Suoi figli. Persino prima di lasciare Nauvoo, i santi avevano riposto le loro speranze nella profezia fatta da Isaia secondo cui tutte le nazioni si sarebbero radunate alla casa del Signore sulla vetta dei monti. Per la fine di aprile del 1893, più di ottomila uomini, donne e bambini — molti dei quali immigrati dell’Europa e delle isole del mare — erano entrati nel tempio per partecipare a una sessione di dedicazione. Uno spirito di amore e di unità aveva caratterizzato tutte le riunioni, e i santi sentivano che la parola del Signore si era adempiuta.45

Ora, alle soglie di un nuovo secolo, i santi potevano guardare avanti a giorni ancora più luminosi e promettenti. I quattro templi dello Utah, emblema di tanti sacrifici e tanta fede, erano solo l’inizio. “Quanto lavoro ci aspetta se saremo fedeli”, aveva dichiarato in un’occasione Brigham Young. “Saremo in grado di costruire templi, sì, migliaia di templi, e di costruirli in tutte le nazioni del mondo”46.

Quando era stata nel Tempio di Salt Lake, Anna aveva percepito la sacralità del luogo. “Ho cercato di rimanere nella sala celeste più tempo possibile”, disse a John in una lettera. “L’ho vista e mi sono sentita come se una luce fosse stata accesa in me e come se nessun luogo sulla terra avesse più alcun valore per me”.

“Lì tutto è così glorioso”, attestò, “e una tale pace benedetta permea l’ambiente tanto che nessun linguaggio può descriverlo, se non quello di chi vi è stato e ha provato l’apice della santità”47.

  1. “A Multitude Is Coming”, Salt Lake Herald, 2 aprile 1893, 8; Joseph H. Dean, Journal, Apr. 5, 1893; “Crowds of Visitors”, Salt Lake Herald, 9 marzo 1893, 8; vedere anche “An Address”, Deseret Evening News, 18 marzo 1893, 4.

  2. George Q. Cannon, Journal, Aug. 4, 1892; Woodruff, Journal, Mar. 14, 1893; “A Multitude Is Coming”, Salt Lake Herald, 2 aprile 1893, 8; “The Meetings and Attendance”, Deseret Weekly, 6 maggio 1893, 614; vedere anche Hammond, Journal, Apr. 4, 1893.

  3. Joseph H. Dean, Journal, Apr. 5, 1893; George Q. Cannon, Journal, Apr. 6, 1893; Whitaker, Autobiography and Journals, 46; “Viewing the Temple” e “A Voice from the South”, Deseret Evening News, 6 aprile 1893, 1, 5; “The Temple Dedication”, Salt Lake Tribune, 6 aprile 1893, 5. Argomento: Tempio di Salt Lake

  4. Griggs, Journal, 6 aprile 1893; Joseph H. Dean, Journal, Apr. 6, 1893; Anderson, “Salt Lake Temple”, 286; “Angry Elements”, Deseret Evening News, 6 aprile 1893, 1.

  5. Griggs, Journal, 6 aprile 1893; Anderson, “Salt Lake Temple”, 286, 292; Flake, Autobiography and Journal, [47]; “Angry Elements”, Deseret Evening News, 6 aprile 1893, 1; Joseph H. Dean, Journal, Apr. 6, 1893.

  6. “A Singular Circumstance”, Deseret Evening News, 6 aprile 1893, 8. Argomento: Grilli e gabbiani

  7. Gates, “More than a Halo”, 683; Gates, “Mrs. Susa Young Gates in Genealogy and Temple Work”, 3–5; Gates, “Lucy Bigelow Young”, 149f–150. Argomento: Susa Young Gates

  8. Talmage, La casa del Signore, [1982], 143–144; “The Interior”, Deseret Evening News, 5 aprile 1893, 1; Anderson, “Salt Lake Temple”, 286; Gates, “Mrs. Susa Young Gates in Genealogy and Temple Work”, 3–4; Gates, “Lucy Bigelow Young”, 150–151; Hammond, Journal, Apr. 6, 1893; George Q. Cannon, Journal, Apr. 6, 1893.

  9. [Emmeline B. Wells], “Temple Dedication”, Woman’s Exponent, 15 aprile e 1 maggio 1893, 21:156; McAllister, Journal, 6 aprile 1893.

  10. Salt Lake Temple Dedication Services, 6 aprile 1893, 1; Woodruff, Journal, Mar. 12, 1887 e Dec. 31, 1893.

  11. “Annual Conference”, Deseret Evening News, 6 aprile 1893, 5; vedere anche Salt Lake Temple Dedication Services, 6 aprile 1893, 1; Joseph H. Dean, Journal, Apr. 6, 1893; Francis Marion Lyman, Journal, 6 aprile 1893; Hammond, Journal, Apr. 6, 1893; e Woodruff, Journal, Mar. 17–18, 1893. Argomento: Dedicazioni dei templi e preghiere dedicatorie

  12. George Q. Cannon, Journal, Apr. 6, 1893; “Annual Conference”, Deseret Evening News, 6 aprile 1893, 5; Salt Lake Temple Dedication Services, 6 aprile 1893, 18.

  13. [Gates], “Precious Promise”, 376; “The Temple”, Deseret News, 19 febbraio 1853, [2]; Caldwell, “Susa Young Gates”, 1; Gates, “Lucy Bigelow Young”, 150.

  14. Salt Lake Temple Dedication Services, 6 aprile 1893, 20.

  15. Gates, “More than a Halo”, 683; vedere anche Gates, “Mrs. Susa Young Gates in Genealogy and Temple Work”, 4–5.

  16. Vedere Damron, Diary, 5 e 6 aprile 1893; Society Islands Mission, Membership Records, 256, 258; “Society Islands Mission”, Tahiti Papeete Mission, Manuscript History and Historical Reports, volume 2, part 2, 6 aprile 1893; e Brown, Life of a Pioneer, 503. Argomento: Polinesia Francese

  17. Damron, Diary, 31 marzo 1893; 1 e 6 aprile 1893; Society Islands Conference Report, 24 settembre 1846, in Historian’s Office, Minutes and Reports (local units), CHL; “Society Islands Mission”, Tahiti Papeete Mission, Manuscript History and Historical Reports, volume 2, part 2, 6 aprile 1893; James Brown to the First Presidency, 9 maggio 1893, First Presidency, Mission Administration Correspondence, CHL.

  18. Society Islands Mission, Membership Records, 256–258; James Brown to the First Presidency, 9 maggio 1893, First Presidency, Mission Administration Correspondence, CHL.

  19. Damron, Diary, 6 aprile 1893; Brown, Life of a Pioneer, 503; Society Islands Mission, Membership Records, 256–258.

  20. Damron, Diary, 5 e 8 aprile 1893.

  21. Cluff, Journal, 21, 24, 26 e 28 marzo 1893; 1, 2 e 9 aprile 1893; vedere anche “Temple Dedication”, Deseret Evening News, 6 aprile 1893, 10. Argomento: Hawaii

  22. Atkin, “History of Iosepa”, 24, 37, 47; “From the Hawaiian Colony”, Deseret Evening News, 13 luglio 1892, 8; Panek, “Life at Iosepa”, 70; Cluff, Journal, 1 maggio 1892.

  23. Cluff, Journal, 24 e 28 marzo 1893; vedere anche Panek, “Life at Iosepa”, 71.

  24. Cluff, Journal, 20 marzo 1893; 1 e 2 aprile 1893; vedere anche Woodruff, Journal, Mar. 14, 1893.

  25. Cluff, Journal, 6 e 9 aprile 1893; “Beautiful Table”, Daily Bulletin, 3 marzo 1893, [3]; Osborne J. Widtsoe to John Widtsoe, 23 aprile 1893, Widtsoe Family Papers, CHL; Rose, Conant e Kjellgren, “Hawaiian Standing Kāhili”, 274, 279; Matthew Noall to the First Presidency, 10 ottobre 1892; 28 febbraio 1893, First Presidency, Mission Administration Correspondence, CHL.

  26. “Temple Dedication”, Deseret Evening News, 6 aprile 1893, 10; Salt Lake Temple Dedication Services, 9 aprile 1893, 35.

  27. George Q. Cannon, Journal, Apr. 9, 1893; Salt Lake Temple Dedication Services, 9 aprile 1893, 35–36; Iosepa Branch, Historical Records, 23 aprile 1893. Ultima frase della citazione inglese modificata per facilitarne la lettura.

  28. Iosepa Branch, Historical Records, 23 aprile 1893. Citazione inglese modificata per fornire maggior chiarezza.

  29. George Q. Cannon, Journal, Apr. 19, 1893; Cowley, Journal, 19 aprile 1893.

  30. George Q. Cannon, Journal, Apr. 19, 1893; Lund, Journal, 19 aprile 1893; Nuttall, Diary, 19 aprile 1893; vedere anche Santi, volume 1, capitolo 42.

  31. Lund, Journal, 19 aprile 1893. Citazione inglese modificata per fornire maggior chiarezza.

  32. Nuttall, Diary, 19 aprile 1893.

  33. [Gates], “Sketch of Sister Zina D. Young”, 293–294; Bradley e Woodward, 4 Zinas, 364–365.

  34. Relief Society General Board, Minutes, 6–7 aprile 1893. Citazione inglese modificata per facilitarne la lettura.

  35. [Emmeline B. Wells], “Temple Dedication”, Woman’s Exponent, 15 aprile e 1 maggio 1893, 21:156.

  36. “The Meetings and Attendance”, Deseret Evening News, 25 aprile 1893, 4; Handy, Official Directory of the World’s Columbian Exposition, 42, 191–192; [Emmeline B. Wells], “Women and the World’s Fair”, Woman’s Exponent, 1 dicembre 1892, 21:84; Neilson, Exhibiting Mormonism, 84–94; Gates, History of the Young Ladies’ Mutual Improvement Association, 93, 202; vedere anche Wells, Diary, volume 16, May 5, 1893. Argomenti: Zina D. H. Jacobs Young; Emmeline B. Wells

  37. Wells, Diary, volume 16, May 10 and 12, 1893; “World’s Fair Exodus”, Salt Lake Herald, 11 maggio 1893, 2.

  38. Zina D. H. Young to Emmeline B. Wells, Aug. 14, 1893, Zina Card Brown Family Collection, CHL.

  39. John A. Widtsoe to Anna Gaarden Widtsoe, 30 aprile 1893, Widtsoe Family Papers, CHL; vedere anche Anna Gaarden Widtsoe to John A. Widtsoe, 11 maggio 1893, Widtsoe Family Papers, CHL.

  40. Osborne Widtsoe to John A. Widtsoe, 2 aprile 1893; 23 aprile 1893; Anna Gaarden Widtsoe to John A. Widtsoe, 25 aprile 1893, Widtsoe Family Papers, CHL.

  41. Widtsoe, In the Gospel Net, 89–90, 94–95; “Widtsoe, Anna Karine Gaarden”, in Jenson, Latter-day Saint Biographical Encyclopedia, 3:734–735; vedere anche, ad esempio, “The Scandinavian Hotel”, Sunday Herald (Salt Lake City), 26 febbraio 1893, 8; e “The Clubs Will Meet”, Sunday Herald, 23 aprile 1893, 8.

  42. Anna Gaarden Widtsoe to John A. Widtsoe, 11 maggio 1893, Widtsoe Family Papers, CHL.

  43. Anna Gaarden Widtsoe to John A. Widtsoe, 11 maggio 1893, Widtsoe Family Papers, CHL; Widtsoe, In a Sunlit Land, 31, 36–38; John A. Widtsoe, “For 50th Anniversary Volume of Class of ’94 Harvard”, 3, John A. Widtsoe, Papers, CHL; John Widtsoe to Carl L. Anderson, 23 marzo 1914, John A. Widtsoe, Papers, CHL; vedere anche Reuben, Making of the Modern University, 133–135; e Marsden, Soul of the American University, 50.

  44. Anna Gaarden Widtsoe to John A. Widtsoe, 11 maggio 1893, Widtsoe Family Papers, CHL.

  45. Anna Gaarden Widtsoe to John A. Widtsoe, 11 maggio 1893, Widtsoe Family Papers, CHL; Isaia 2:2; Lee, Journal, 13 gennaio 1846, 79; Joseph H. Dean, Journal, Apr. 24, 1893; “Temple Dedication”, Deseret Evening News, 6 aprile 1893, 10; “Meetings and Attendance”, Deseret Evening News, 25 aprile 1893, 4; Hammond, Journal, Apr. 4 and 7, 1893; Lund, Journal, 18 aprile 1893; vedere anche Santi, volume 1, capitolo 46.

  46. Brigham Young, School of the Prophets, 25 gennaio 1868, Church History Department Pitman Shorthand Transcriptions, CHL; vedere anche “Remarks”, Deseret News, 14 ottobre 1863, [4]–[5]; Talmage, La casa del Signore, 17; e Holzapfel, Every Stone a Sermon, 91–95. Citazione inglese modificata per fornire maggior chiarezza.

  47. Anna Gaarden Widtsoe to John A. Widtsoe, 25 aprile 1893, Widtsoe Family Papers, CHL.