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«Come dunque potrei io fare questo gran male?»
Genesi 34; 37–39
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Genesi 37. Giuseppe, undicesimo figlio di Giacobbe, è odiato dai suoi fratelli ed è venduto come schiavo.
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Genesi 39. Giuseppe prospera nella schiavitù ma viene accusato di immoralità e mandato in prigione (39:1–20). Il custode della prigione affida a Giuseppe la sorveglianza degli altri carcerati (39:21–23).
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Genesi 34:1–12; 35:22; 38:1–30. Il peccato di immoralità ha conseguenze negative sui figli di Giacobbe (34:1–12; 35:22; 38:1–30).
Le mogli di Giacobbe dettero alla luce dodici figli maschi dai quali discesero le dodici tribù di Israele (il Signore cambiò il nome di Giacobbe in Israele; vedi Genesi 32:28). L’undicesimo figlio di Giacobbe fu Giuseppe, il primogenito di Giacobbe e Rachele. Giuseppe ricevette il diritto di primogenitura quando Ruben, il figlio maggiore di Giacobbe e Lea, lo perse a causa della sua malvagità (1 Cronache 5:1–2).
• Cosa fece Giuseppe quando la moglie di Potifar cercò di tentarlo a fare il male? (Vedi Genesi 39:11–12. Fai notare che Giuseppe si allontanò immediatamente da quella situazione di pericolo). Come possiamo seguire l’esempio di Giuseppe quando veniamo tentati?
• Cosa possiamo imparare da Giuseppe riguardo a come possiamo trasformare esperienze e circostanze negative in fattori positivi? (Vedi Genesi 39:20–23; vedi anche Romani 8:28).
Letture addizionali: Genesi 34:13–31.