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Capitolo 6: Dottrina e Alleanze 7; 13;18


Capitolo 6

Dottrina e Alleanze 7; 13; 18

Introduzione e cronologia degli eventi

Nell’aprile del 1829, durante la traduzione del Libro di Mormon, Joseph Smith e Oliver Cowdery ebbero una divergenza di opinioni sul fatto che l’apostolo Giovanni fosse morto o stesse ancora vivendo sulla terra. Il profeta Joseph Smith chiese al Signore tramite l’Urim e Thummim e ricevette la rivelazione riportata in Dottrina e Alleanze 7. “Questa rivelazione è la versione tradotta dello scritto fatto su pergamena da Giovanni” (introduzione a DeA 7) e conferma che il Signore accordò a Giovanni la realizzazione del suo desiderio di continuare a vivere e portare delle anime a Gesù Cristo fino alla Seconda Venuta.

Traducendo 3 Nefi dalle tavole del Libro di Mormon, Joseph e Oliver vennero a conoscenza dell’autorità di battezzare per la remissione dei peccati. Il 15 maggio 1829 si ritirarono nel bosco vicino alla fattoria di Joseph Smith a Harmony, in Pennsylvania, e pregarono riguardo a quest’autorità. In risposta alla loro preghiera apparve Giovanni Battista, come personaggio risorto, che conferì loro il Sacerdozio di Aaronne. Le parole pronunciate da Giovanni Battista sono riportate in Dottrina e Alleanze 13.

Nel giugno del 1829, quasi al termine della traduzione del Libro di Mormon, nell’abitazione di Peter Whitmer sr a Fayette, nello Stato di New York, il profeta Joseph Smith ricevette una rivelazione che conteneva istruzioni su come stabilire la Chiesa di Cristo. In questa rivelazione, riportata in Dottrina e Alleanze 18, Oliver Cowdery e David Whitmer furono chiamati a predicare il Vangelo e a trovare dodici uomini che avrebbero servito come apostoli. La rivelazione descrive anche molti dei doveri di coloro che avrebbero ricevuto questa chiamata.

Aprile 1829Joseph Smith e Oliver Cowdery continuano a tradurre le tavole d’oro.

Aprile 1829Viene ricevuta Dottrina e Alleanze 7.

15 maggio 1829Giovanni Battista restaura il Sacerdozio di Aaronne (vedere Dottrina e Alleanze 13).

Maggio–giugno 1829Pietro, Giacomo e Giovanni restaurano il Sacerdozio di Melchisedec.

Giugno 1829Le tavole d’oro vengono mostrate ai Tre Testimoni.

Giugno 1829Viene ricevuta Dottrina e Alleanze 18.

Dottrina e Alleanze 7 – Approfondimento del contesto storico

La domanda del profeta Joseph Smith e di Oliver Cowdery, ovvero se l’apostolo Giovanni fosse morto o se avrebbe continuato a vivere sulla terra fino alla Seconda Venuta, era probabilmente basata su Giovanni 21:18–23. In questo passo delle Scritture il Signore profetizzò la morte di Pietro, poi quest’ultimo chiese al Salvatore che cosa sarebbe successo all’apostolo Giovanni. Il Signore rispose: “Se voglio che rimanga finch’io venga, che t’importa?” (Giovanni 21:23). Al tempo di Joseph Smith, la domanda sul destino di Giovanni era frequente fra i cristiani.

Joseph Smith e Oliver Cowdery decisero di risolvere la questione chiedendo al Signore tramite l’Urim e Thummim. Dopo averlo fatto, Joseph ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 7. “Questa rivelazione è la versione tradotta dello scritto fatto su pergamena da Giovanni e da lui stesso nascosto” (introduzione a DeA 7). Non sappiamo se Joseph Smith avesse la pergamena in suo possesso. Potrebbe averla vista in visione o aver ricevuto le parole tradotte tramite l’Urim e Thummim.

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Cartina 3: Stati Uniti nord-orientali

Dottrina e Alleanze 7

Giovanni il beneamato è un essere traslato che opera per portare anime a Cristo fino alla Seconda Venuta

Dottrina e Alleanze 7:1–3. “Tu rimarrai fino a che io venga in gloria”

Il Signore accolse la richiesta dell’apostolo Giovanni di avere potere sulla morte per poter continuare a vivere e portare anime a Cristo (vedere Giovanni 21:21–23). La benedizione del Signore a Giovanni non voleva dire che Giovanni non sarebbe mai morto; piuttosto, indicava che non sarebbe morto fino alla seconda venuta di Gesù Cristo (vedere Matteo 16:28; Marco 9:1; Luca 9:27; 3 Nefi 28:7–8). Affinché potesse vivere sulla terra fino alla Seconda Venuta, il corpo mortale di Giovanni fu cambiato in modo che egli diventasse un essere traslato. Gli esseri traslati sono “persone cambiate in modo da non soffrire il dolore e non subire la morte sino alla loro risurrezione all’immortalità” (Guida alle Scritture, “Esseri traslati”, scriptures.lds.org).

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esterno della casa di Joseph ed Emma Smith a Harmony, in Pennsylvania

La casa ricostruita di Joseph ed Emma Smith a Harmony, in Pennsylvania.

Dottrina e Alleanze 7:4–5. Giovanni desidera compiere una grande opera

Rispondendo alla domanda di Pietro sul destino dell’apostolo Giovanni, il Salvatore spiegò che Giovanni aveva desiderato rimanere sulla terra per continuare la sua opera. L’anziano Jeffrey R. Holland del Quorum dei Dodici Apostoli ha utilizzato il desiderio di Giovanni per parlare dell’importanza di predicare il Vangelo:

“L’apostolo Giovanni chiese al Signore se egli (Giovanni) poteva rimanere sulla terra per un tempo più lungo della media, con l’unico scopo di portare un più grande numero di anime a Dio. Nell’accordargli ciò che Giovanni desiderava il Signore rispose che si trattava di ‘un’opera ancor più grande’ e un ‘desiderio’ ancor più nobile di quello di venire ‘rapidamente’ alla presenza del Signore [vedere DeA 7].

Come tutti i profeti e gli apostoli, il profeta Joseph Smith comprese il significato della richiesta di Giovanni quando disse: ‘Dopo tutto quello che è stato detto, il [nostro] dovere più grande e più importante è quello di predicare il Vangelo’ [Insegnamenti del profeta Joseph Smith, a cura di Joseph Fielding Smith (1976), 86]” (“‘Testimoni’”, Liahona, luglio 2001, 17).

Dottrina e Alleanze 7:6. “Egli servirà coloro […] che dimorano sulla terra”

Anche se sappiamo che all’apostolo Giovanni è stato concesso di rimanere sulla terra, non sappiamo molto sul suo ministero quale essere traslato. Sappiamo che apparve, insieme a Pietro e Giacomo risorti, per conferire il Sacerdozio di Melchisedec al profeta Joseph Smith e a Oliver Cowdery. Inoltre, secondo il resoconto di John Whitmer relativo alla conferenza della Chiesa tenuta nel giugno del 1831 a Kirtland, nell’Ohio, “lo Spirito del Signore scese su Joseph [Smith] in maniera insolita ed egli profetizzò che Giovanni il Rivelatore era allora tra le Dieci Tribù d’Israele che erano state disperse […], per preparare il loro ritorno dal lungo periodo di dispersione” (History of the Church, 1:176).

Dottrina e Alleanze 7:7. “A voi tre darò […] le chiavi di questo ministero”

Il Signore promise a Pietro, Giacomo e Giovanni che avrebbero detenuto le chiavi del ministero per la loro dispensazione fino alla Seconda Venuta (vedere DeA 27:12–13; vedere anche Matteo 17:1–9). Il presidente Joseph Fielding Smith (1876–1972) ha spiegato che cosa sono queste chiavi: “Le chiavi del ministero che Giovanni dice […] furono date a Pietro, a Giacomo e a lui, costituivano l’autorità della Presidenza della Chiesa nella loro dispensazione” (Church History and Modern Revelation [1953], 1:49). Pietro, Giacomo e Giovanni conferirono queste stesse chiavi al profeta Joseph Smith e a Oliver Cowdery, dando loro l’autorità di presiedere e dirigere la Chiesa di Dio sulla terra in quest’ultima dispensazione, la dispensazione della pienezza dei tempi.

Dottrina e Alleanze 13 – Approfondimento del contesto storico

Nei mesi di aprile e maggio del 1829 l’opera miracolosa di traduzione delle tavole del Libro di Mormon progredì rapidamente. Oliver Cowdery descrisse i suoi sentimenti riguardo a questo processo: “Quelli furono giorni che non si possono dimenticare: stare seduti al suono di una voce dettata dall’ispirazione del cielo risvegliava l’estrema gratitudine di questo seno! Giorno dopo giorno continuai, senza interruzione, a scrivere dalla sua bocca, mentre [Joseph Smith] traduceva con l’Urim e Thummim” (Joseph Smith – Storia 1:71, nota).

A maggio, il profeta Joseph Smith e Oliver Cowdery stavano traducendo “il resoconto del ministero del Salvatore al residuo della posterità di Giacobbe su questo continente [americano]” (Joseph Smith – Storia 1:71, nota). Quel resoconto comprendeva 3 Nefi 9–28, in cui viene menzionato diverse volte il battesimo celebrato mediante la corretta autorità. Joseph e Oliver desideravano saperne di più, così andarono nel bosco per pregare il Signore e ricevere una guida.

Il Profeta scrisse: “Mentre eravamo così occupati, a pregare e ad invocare il Signore, un messaggero dal cielo scese in una nuvola di luce, e dopo averci imposto le mani, ci ordinò” (Joseph Smith – Storia 1:68).

Il messaggero angelico era Giovanni Battista, ora un essere glorificato e risorto, che ordinò a Joseph e a Oliver di battezzarsi a vicenda. Andarono quindi al vicino Fiume Susquehanna, dove Joseph battezzò Oliver e poi Oliver battezzò Joseph. Dopo essersi battezzati, si ordinarono a vicenda al Sacerdozio di Aaronne, secondo le istruzioni di Giovanni Battista (vedere Joseph Smith – Storia 1:70–72).

Inoltre, Giovanni Battista disse a Joseph Smith e a Oliver Cowdery che agiva sotto la direzione di Pietro, Giacomo e Giovanni, che detenevano le chiavi del Sacerdozio di Melchisedec. Spiegò poi che, al momento opportuno, Joseph e Oliver avrebbero ricevuto anche il Sacerdozio di Melchisedec (vedere Joseph Smith – Storia 1:72). Testimonianze storiche suggeriscono che Pietro, Giacomo e Giovanni apparvero al profeta Joseph Smith e a Oliver Cowdery prima del 1° giugno 1829, conferendo loro il Sacerdozio di Melchisedec (vedere Larry C. Porter, “The Restoration of the Aaronic and Melchizedek Priesthoods”, Ensign, dicembre 1996, 33).

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zona boschiva del sito della restaurazione del Sacerdozio di Aaronne

Il Sacerdozio di Aaronne fu restaurato da Giovanni Battista vicino alla casa di Joseph Smith a Harmony, in Pennsylvania.

Dottrina e Alleanze 13

Giovanni Battista conferisce il Sacerdozio di Aaronne a Joseph Smith e a Oliver Cowdery

Dottrina e Alleanze 13:1. Una spiegazione delle chiavi del sacerdozio

La restaurazione dei sacerdozi di Aaronne e di Melchisedec avvenne quando i messaggeri celesti conferirono l’autorità e le chiavi al profeta Joseph Smith e a Oliver Cowdery (vedere DeA 13:1; 110:11–16; 128:20–21). Il presidente Joseph F. Smith (1838–1918) ha spiegato qual è la differenza tra l’autorità del sacerdozio e le chiavi del sacerdozio:

“Il sacerdozio in generale è l’autorità conferita all’uomo di agire in nome di Dio. Questa autorità viene delegata a ogni uomo ordinato a qualsiasi grado del sacerdozio.

Ma è necessario che ogni atto compiuto con questa autorità venga compiuto nel momento e nel luogo adatto, nella maniera giusta e secondo il giusto ordine. Il potere di dirigere queste opere costituisce le chiavi del sacerdozio” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Joseph F. Smith [1999], 140–141).

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Su di voi miei compagni di servizio

Upon You My Fellow Servants [su di voi miei compagni di servizio], di Linda Curley Christensen. Il 15 maggio 1829 il Sacerdozio di Aaronne fu restaurato da Giovanni Battista, che lo conferì a Joseph Smith e a Oliver Cowdery.

Dottrina e Alleanze 13:1. “Detiene le chiavi del ministero degli angeli”

Dottrina e Alleanze spiega che gli angeli sono servitori del Signore che consegnano messaggi e ministrano ai figli di Dio sulla terra (vedere DeA 7:5–6; 20:5–10; 29:42; 43:25; 84:42; 103:19–20; 109:22). Dal Libro di Mormon apprendiamo che “è per fede che gli angeli appaiono e insegnano agli uomini; pertanto, se queste cose sono cessate, guai ai figlioli degli uomini, poiché ciò è a causa dell’incredulità, e tutto è vano” (Moroni 7:37). Gli angeli possono ministrare agli uomini, alle donne e ai bambini (vedere Alma 32:23).

Giovanni Battista spiegò al profeta Joseph Smith e a Oliver Cowdery che il Sacerdozio di Aaronne “detiene le chiavi del ministero degli angeli” (DeA 13:1). L’anziano Dallin H. Oaks del Quorum dei Dodici Apostoli ha approfondito così:

“Cosa vuol dire che il Sacerdozio di Aaronne detiene ‘la chiave del ministero degli angeli’ e del ‘vangelo del pentimento e del battesimo, e della remissione dei peccati’ [DeA 84:26–27]? Il significato lo si trova nelle ordinanze del battesimo e del sacramento. Il battesimo è per la remissione dei peccati, e il sacramento è il rinnovo delle alleanze e delle benedizioni battesimali. Entrambi devono essere preceduti dal pentimento. Se teniamo fede alle alleanze fatte in queste ordinanze, ci viene promesso che potremo avere sempre con noi il Suo Spirito. Il ministero degli angeli è una delle manifestazioni di quello Spirito. […]

Come giovane detentore del Sacerdozio di Aaronne non pensavo che avrei visto un angelo, e mi chiedevo cosa avessero a che fare queste apparizioni con il Sacerdozio di Aaronne.

Ma il ministero degli angeli può anche non essere visibile. Messaggi angelici possono arrivarci da una voce, o solo attraverso pensieri o sentimenti comunicati alla mente. […]

La maggior parte dei messaggi angelici sono sentiti piuttosto che visti. […]

Di solito le benedizioni della compagnia e delle comunicazioni dello Spirito sono disponibili solo a coloro che sono puri. Come spiegato prima, mediante le ordinanze del Sacerdozio di Aaronne del battesimo e del sacramento siamo purificati dai nostri peccati e ci viene promesso che se saremo fedeli alle nostre alleanze avremo sempre con noi il Suo Spirito. Credo che questa promessa non si riferisca soltanto allo Spirito Santo, ma anche al ministero degli angeli, in quanto ‘gli angeli parlano per il potere dello Spirito Santo; pertanto essi dicono le parole di Cristo’ (2 Nefi 32:3). Quindi i detentori del Sacerdozio di Aaronne permettono a tutti i membri della Chiesa che prendono degnamente il sacramento di godere della compagnia dello Spirito del Signore e del ministero degli angeli” (“Il Sacerdozio di Aaronne e il sacramento”, La Stella, gennaio 1999, 43–45).

Dottrina e Alleanze 13:1. Le chiavi del pentimento e del battesimo per la remissione dei peccati

L’anziano Dallin H. Oaks ha spiegato cosa significa detenere le chiavi del vangelo di pentimento e del battesimo per la remissione dei peccati:

“Nessuno di [noi] è vissuto senza peccare dal giorno del [suo] battesimo. Se non avessimo la possibilità di essere di nuovo puliti dopo il nostro battesimo, ognuno di noi sarebbe come morto quanto alle cose spirituali. […]

Ci viene comandato di pentirci dei nostri peccati e di venire al Signore con cuore spezzato e spirito contrito e prendere il sacramento rispettando le sue alleanze. Quando noi rinnoviamo in questo modo le alleanze fatte al battesimo, il Signore rinnova l’effetto purificatore del nostro battesimo. In questo modo siamo resi puri e possiamo avere sempre con noi il Suo Spirito. […]

Grandissima è l’importanza del Sacerdozio di Aaronne in tutto questo. Tutti questi passi fondamentali per la remissione dei peccati sono compiuti grazie all’ordinanza di salvezza del battesimo e l’ordinanza di rinnovamento del sacramento. Entrambe queste ordinanze sono officiate [dai detentori del] Sacerdozio di Aaronne sotto la direzione del vescovato, che esercita le chiavi del vangelo di pentimento, del battesimo e della remissione dei peccati” (“Il Sacerdozio di Aaronne e il sacramento”, 44).

Dottrina e Alleanze 13:1. Che cosa vuol dire che i figli di Levi offriranno “un’offerta al Signore in rettitudine”?

Nei tempi antichi, Dio comandò al Suo popolo di offrire dei sacrifici di animali come parte del culto. Lo scopo del versamento del sangue di un animale era quello di aiutare il popolo ad attendere con fede il tempo in cui il sangue di Gesù Cristo sarebbe stato versato per espiare i loro peccati. Dai tempi di Mosè fino alla morte di Gesù Cristo, la legge di Mosè prevedeva che il sacrificio di animali e gli olocausti venissero eseguiti dai sacerdoti che officiavano nel tabernacolo o nel tempio. Questi sacerdoti erano discendenti di Levi che erano stati designati dal Signore per servire nel santuario (vedere Numeri 18:20–21). Quindi, l’espressione “figli di Levi” si riferisce ai detentori del sacerdozio.

Le Scritture descrivono alcuni modi importanti in cui i membri della Chiesa possono fare “un’offerta al Signore in rettitudine” (DeA 13:1). Il Libro di Mormon ci insegna a venire “a Cristo [e a offrire] tutta la [nostra] anima come offerta a lui” (Omni 1:26). Isaia profetizzò che, negli ultimi giorni, coloro che sono stati radunati dal Signore “ricondurranno tutti i [loro] fratelli […] come un’offerta all’Eterno” (Isaia 66:20), intendendo dire che i convertiti dovranno essere condotti al tempio. Inoltre, il profeta Joseph Smith diede il comandamento ispirato che i Santi degli Ultimi Giorni dovessero “offrire al Signore un’offerta in rettitudine” e presentare “nel suo santo tempio […] un libro contenente le registrazioni dei nostri morti” (DeA 128:24).

Riguardo al sacrificio di animali, il profeta Joseph Smith (1805–1844) ha dato la seguente spiegazione:

“Generalmente si pensa che dopo l’offerta del Grande Sacrificio, cioè il sacrificio del Signore Gesù, nessun altro sacrificio dovesse essere più offerto, che in futuro non ci sarebbe stata più alcuna necessità dell’ordinanza del sacrificio. Ma coloro che affermano questo certo non conoscono i doveri, i privilegi e l’autorità del sacerdozio, né conoscono i profeti.

L’offerta di sacrifici è sempre stata collegata al sacerdozio e costituisce una parte dei suoi doveri. Iniziò con il sacerdozio e continuerà fino a dopo la venuta di Cristo di generazione in generazione. […]

Quando il Tempio del Signore sarà edificato e i figli di Levi purificati, questi sacrifici, nonché ogni ordinanza appartenente al sacerdozio, saranno completamente restaurati in tutti i loro poteri, ramificazioni e benedizioni. Questo è sempre esistito e sempre esisterà allorché i poteri del Sacerdozio [di Melchisedec] sono sufficientemente manifesti; altrimenti come potrà avverarsi la restaurazione di tutte le cose di cui parlano i santi profeti? Non si deve con ciò credere che la legge di Mosè sarà nuovamente stabilita con tutti i suoi riti e la sua varietà di cerimonie: i profeti non hanno mai detto questo. Ma le cose che esistevano prima del tempo di Mosè, e cioè il sacrificio, continueranno” (History of the Church, 4:211–212).

Il presidente Joseph Fielding Smith ha fornito un ulteriore chiarimento riguardo al sacrificio di animali negli ultimi giorni: “Il sacrificio degli animali sarà offerto per completare la restaurazione quando sarà costruito il tempio di cui si parla. Al principio del Millennio, o nella restaurazione, i sacrifici cruenti saranno offerti per un tempo sufficiente a completare la pienezza della restaurazione in questa disperazione. Successivamente i sacrifici saranno di altra natura” (Dottrine di Salvezza, a cura di Bruce R. McConkie [1980], 3:85).

Dottrina e Alleanze 18 – Approfondimento del contesto storico

Il Signore aveva rivelato al profeta Joseph Smith, probabilmente già nel 1828, che la Sua Chiesa sarebbe stata nuovamente ristabilita sulla terra (vedere DeA 10:53–55). Nel giugno del 1829, Joseph Smith e Oliver Cowdery continuarono la traduzione del Libro di Mormon nella casa di Peter Whitmer sr a Fayette. In questo periodo, Joseph e Oliver cercarono anche di sapere come esercitare le chiavi del Sacerdozio di Melchisedec che erano appena state conferite loro da messaggeri celesti. Mentre pregavano in una stanza nella casa della famiglia Whitmer, giunse loro la parola del Signore che li istruiva a esercitare il sacerdozio per ordinare altri anziani, amministrare il sacramento e conferire il dono dello Spirito Santo tramite l’imposizione delle mani. Tuttavia, il Signore comandò loro di aspettare a celebrare queste ordinanze fino a quando si fosse formato un gruppo di credenti (vedere The Joseph Smith Papers, Histories, Volume 1: Joseph Smith Histories, 1832–1844, a cura di Karen Lynn Davidson e altri [2012], 326, 328).

Nel frattempo, in attesa del comandamento del Signore di organizzare la Chiesa, il Profeta e Oliver Cowdery stavano completando la traduzione del Libro di Mormon con i libri di 3 Nefi e Moroni. Entrambi questi libri contengono istruzioni sulle ordinanze del sacerdozio e sulle procedure della Chiesa che probabilmente li ispirarono e li guidarono nell’attesa del tempo in cui il Signore avrebbe comandato loro di organizzare nuovamente la Sua Chiesa sulla terra.

Fu nel contesto di questi eventi che il Profeta ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 18. Questa rivelazione si rivolgeva a Joseph Smith, Oliver Cowdery e David Whitmer, dando loro una guida sull’edificazione della Chiesa. Essa contiene anche delle istruzioni per coloro che sarebbero stati chiamati come Dodici Apostoli.

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La voce di Pietro, Giacomo e Giovanni

The Voice of Peter, James, and John [la voce di Pietro, Giacomo e Giovanni], di Linda Curley Christensen. Il Sacerdozio di Melchisedec fu restaurato da Pietro, Giacomo e Giovanni, che lo conferirono a Joseph Smith e a Oliver Cowdery.

Dottrina e Alleanze 18:1–25

Il Signore dà delle istruzioni sull’edificazione della Sua Chiesa e chiama Oliver Cowdery e David Whitmer a predicare il pentimento

Dottrina e Alleanze 18:1–5. “Confidare nelle cose che sono scritte”

Nel giugno del 1829, mentre il profeta Joseph Smith e Oliver Cowdery stavano ultimando la traduzione del Libro di Mormon, il Signore rivelò delle indicazioni su come stabilire la Chiesa in attesa del momento in cui sarebbe stata ufficialmente organizzata (vedere l’introduzione a DeA 18). Per dare a Oliver una guida in questo compito, il Signore gli consigliò di confidare sulle cose che erano scritte nel Libro di Mormon. Prima dell’organizzazione della Chiesa, Oliver utilizzò il Libro di Mormon per raccogliere le ordinanze e le alleanze essenziali in un documento intitolato “Articoli della Chiesa di Cristo”. Questo documento può essere servito come guida ai credenti nei mesi precedenti l’organizzazione formale della Chiesa, avvenuta il 6 aprile 1830 (vedere The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 1: July 1828–June 1831, a cura di Michael Hubbard MacKay e altri [2013], 368–369).

Dottrina e Alleanze 18:9–16. Oliver Cowdery e David Whitmer sono chiamati con la stessa chiamata di Paolo

Poco dopo l’apparizione di Moroni ai Tre Testimoni, due di loro, Oliver Cowdery e David Whitmer, ricevettero il comandamento di “gridare il pentimento a questo popolo” (DeA 18:14). Il Signore disse loro: “Siete chiamati con la stessa chiamata con cui [l’apostolo Paolo] fu chiamato” (DeA 18:9). Come scritto in Atti 26:15–20, Paolo spiegò al Re Agrippa che il Signore lo aveva chiamato a essere “ministro e testimone” delle cose che aveva visto (Atti 26:16). Paolo disse che la sua chiamata era quella di predicare “a que’ di Damasco, poi a Gerusalemme e per tutto il paese della Giudea” (Atti 26:20) come pure ai Gentili, “per aprir loro gli occhi, onde si convertano dalle tenebre alla luce” (Atti 26:18). Dopo la sua conversione, Paolo si adoperò per il resto della sua vita ad aiutare il prossimo a pentirsi e a convertirsi al vangelo di Gesù Cristo.

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lungo il Fiume Susquehanna, tra Colesville, NY, e Harmony, PA

La restaurazione del Sacerdozio di Melchisedec è avvenuta in un luogo isolato tra Harmony, Pennsylvania, e Colesville, Stato di New York (fotografia del 1907 circa).

Per gentile concessione della Biblioteca e degli archivi di storia della Chiesa.

Dottrina e Alleanze 18:10. “Il valore delle anime è grande agli occhi di Dio”

A Oliver Cowdery e David Whitmer fu ricordato che la predicazione del Vangelo è essenziale perché le anime dei figli di Dio sono preziose (vedere DeA 18:10). A proposito del valore di un’anima, il presidente Thomas S. Monson ha detto:

“Nel marzo 1967, all’inizio del mio servizio come membro del Consiglio dei Dodici, partecipai a una conferenza del Palo di Monument Park West, a Salt Lake City. Ero accompagnato da un componente del Comitato generale della Chiesa per il benessere, Paul C. Child. […]

Quando venne il suo turno di parlare, il presidente Child prese in mano Dottrina e Alleanze e scese dal pulpito per stare tra i fratelli del sacerdozio, ai quali voleva rivolgere il suo messaggio. Aprì il libro alla sezione 18 e cominciò a leggere [i versetti 10 e 15]. […]

Il presidente Child poi alzò gli occhi dalle Scritture e chiese ai fratelli: ‘Qual è il valore di un’anima umana?’. Egli evitò di rivolgersi per avere una risposta a un vescovo, o presidente di palo, o sommo consigliere. Scelse invece il presidente di un quorum di anziani, un fratello che sembrava un po’ insonnolito e non aveva afferrato il significato di quella domanda.

L’uomo, sorpreso, rispose: ‘Fratello Child, le dispiacerebbe ripetere la domanda?’.

La domanda fu ripetuta: ‘Qual è il valore dell’anima umana?’. […]

Pregai fervidamente per quel presidente di quorum. Egli rimase in silenzio per quella che mi sembrò un’eternità, poi dichiarò: ‘Il valore di un’anima umana sta nella sua capacità di diventare come Dio’.

Tutti i presenti meditarono su quella risposta. Fratello Child ritornò sul podio, si chinò verso di me e disse: ‘Una risposta molto profonda, davvero molto profonda!’. Riprese il suo discorso, ma io continuai a riflettere su quella risposta ispirata” (“Il guardiano di mio fratello”, La Stella, gennaio 1995, 49).

In seguito, il presidente Monson ha dichiarato: “Abbiamo il compito di vedere le persone non come sono ma piuttosto come possono diventare. Vi prego di pensare a loro in questo modo” (“Vedere gli altri come potrebbero diventare”, Liahona, novembre 2012, 70).

Dottrina e Alleanze 18:15–16. Che cosa significa gridare il pentimento?

L’anziano Neil L. Andersen del Quorum dei Dodici Apostoli ha spiegato che “gridare il pentimento significa semplicemente aiutare le persone a tornare a Dio” (“Preparing for Your Spiritual Destiny” [discorso tenuto alla riunione al caminetto della Brigham Young University, 10 gennaio 2010], 7, speeches.byu.edu).

Dottrina e Alleanze 18:20. “Lottate contro […] la chiesa del diavolo”

Dottrina e Alleanze 18:20 non deve essere visto come un comandamento a litigare o a disputare con gli altri sul Vangelo. Il presidente Joseph Fielding Smith ha detto: “Quando ci viene comandato: ‘Non lottate contro alcuna chiesa salvo contro la chiesa del diavolo’, dobbiamo capire che questa è un’ingiunzione a contendere contro tutto il male, ciò che si oppone alla rettitudine e alla verità” (Church History and Modern Revelation, 1:83). Non è una chiamata a opporci alle altre chiese o ai loro fedeli.

Dottrina e Alleanze 18:21–25. Tutti devono prendere su di sé il nome di Cristo

Grazie al pentimento, al battesimo e alla perseveranza sino alla fine, dimostriamo il nostro desiderio di prendere su di noi il nome di Cristo. Il presidente Henry B. Eyring della Prima Presidenza ne ha spiegato il significato: “Promettiamo di prendere su di noi il Suo nome. Questo significa che dobbiamo considerarci Sua proprietà. Lo metteremo al primo posto nella nostra vita. Vorremo ciò che Egli vuole invece di ciò che vogliamo noi o ciò che il mondo ci insegna a volere” (“Affinché possiamo essere uno”, La Stella, luglio 1998, 70).

Per un approfondimento sul prendere su di noi il nome di Gesù Cristo, vedere il commentario a Dottrina e Alleanze 20:77, 79 in questo manuale.

Dottrina e Alleanze 18:26–47

Il Signore rivela la chiamata e la missione dei Dodici Apostoli

Dottrina e Alleanze 18:27–32. “I Dodici […] prenderanno su di sé il mio nome […] con pieno intento di cuore”

Il Quorum dei Dodici Apostoli fu organizzato nel febbraio del 1835. Tuttavia, il profeta Joseph Smith ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 18 sei anni prima, nel giugno del 1829. Questa rivelazione contiene le istruzioni sulla missione dei Dodici in previsione della loro chiamata; essa spiega che i Dodici devono proclamare il Vangelo ai Gentili e ai Giudei, prendere su di sé il nome di Gesù Cristo, celebrare le ordinanze essenziali e organizzare l’opera come guidati dallo Spirito Santo.

L’anziano Dallin H. Oaks del Quorum dei Dodici Apostoli ha spiegato cosa significa per gli apostoli prendere su di sé il nome di Cristo: “Molte Scritture che fanno riferimento al ‘nome di Gesù Cristo’ sono evidentemente riferimenti all’autorità del Salvatore. Questo era sicuramente il significato inteso quando i Settanta riferirono a Gesù che anche i demoni si erano a loro sottoposti nel Suo nome (vedere Luca 10:17). Dottrina e Alleanze usa questo stesso significato quando descrive i Dodici Apostoli di questa dispensazione come ‘coloro che desidereranno prendere su di sé il mio nome con pieno intento di cuore’ (DeA 18:27). Più tardi i Dodici sono designati come ‘testimoni speciali del nome di Cristo in tutto il mondo’ e come coloro che officiano ‘nel nome del Signore, sotto la direzione della Presidenza della chiesa’ (DeA 107:23, 33)” (“Prendiamo su di noi il nome di Gesù Cristo”, La Stella, luglio 1985, 75).

Dottrina e Alleanze 18:34–36. “[Avete] udito la mia voce”

Il Signore disse ai futuri apostoli che le parole contenute in Dottrina e Alleanze 18 non sono state date dagli uomini, ma dalla Sua voce. L’anziano Kim B. Clark dei Settanta ha spiegato che cosa dobbiamo fare per poter ascoltare la voce del Signore: “Se rivolgeremo il nostro sguardo a Cristo aprendo gli occhi e le orecchie, lo Spirito Santo ci benedirà permettendoci di vedere come il Signore Gesù Cristo opera nella nostra vita e rafforzando la nostra fede in Lui con la rassicurazione e con la testimonianza. Vedremo tutti i nostri fratelli e tutte le nostre sorelle in modo sempre più simile a come Dio li vede, con amore e compassione. Udremo la voce del Salvatore dalle Scritture, nei sussurri dello Spirito e nelle parole dei profeti viventi” (“Occhi per vedere e orecchie per udire”, Liahona, novembre 2015, 125).

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giovane uomo che studia le Scritture

Possiamo udire la voce del Salvatore che ci parla attraverso le Scritture.

Dottrina e Alleanze 18:37. “L’incarico di trovare i Dodici”

Nel momento in cui fu data la rivelazione riportata in Dottrina e Alleanze 18, le istruzioni del Signore non menzionavano Martin Harris. Tuttavia, in seguito Martin si unì a Oliver Cowdery e David Whitmer nel selezionare i Dodici Apostoli. I Tre Testimoni, che avevano ricevuto una testimonianza speciale della veridicità della Restaurazione, adempirono il loro “incarico di trovare i Dodici” (DeA 18:37), i quali furono poi ordinati apostoli. Quando gli apostoli furono chiamati, nel febbraio del 1835, Oliver Cowdery dichiarò che dal momento in cui questa rivelazione era stata ricevuta nel 1829 “la [loro] mente [era stata] costantemente tesa alla ricerca di chi fossero questi Dodici” (The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 1: July 1828–June 1831, 70).

Dottrina e Alleanze 18:44. “Per mano vostra io compirò un’opera meravigliosa”

Il presidente Dieter F. Uchtdorf della Prima Presidenza ha parlato di come il Signore opera tramite noi:

“Quando emuliamo il Suo esempio perfetto, le nostre mani diventano le Sue mani; i nostri occhi, i Suoi occhi; il nostro cuore, il Suo cuore. […]

Volgiamo con compassione il cuore e le mani al prossimo, poiché tutti stiamo percorrendo un sentiero difficile. Come discepoli di Gesù Cristo, il nostro Maestro, siamo chiamati a sostenere e a guarire piuttosto che a condannare. […]

Impegniamoci a diventare le Sue mani, affinché altri tramite noi possano sentire il Suo amorevole abbraccio” (“‘Voi siete le mie mani’”, Liahona, maggio 2010, 68–69, 75).