Corsi scritturali
Capitolo 32: Dottrina e Alleanze 85–87


“Capitolo 32: Dottrina e Alleanze 85–87”, Dottrina e Alleanze – Manuale dello studente (2017)

“Capitolo 32”, Dottrina e Alleanze – Manuale dello studente

Capitolo 32

Dottrina e Alleanze 85–87

Introduzione e cronologia degli eventi

Alla fine di novembre del 1832 alcuni dei santi che si erano trasferiti a Sion, nel Missouri, non avevano consacrato le loro proprietà come aveva comandato il Signore. Per questo motivo, non avevano ricevuto una terra in eredità secondo le leggi della Chiesa. Il profeta Joseph Smith affrontò questo argomento in una lettera ispirata destinata a William W. Phelps e datata 27 novembre 1832, parte della quale è riportata in Dottrina e Alleanze 85.

Il 6 dicembre 1832, giorno in cui stava lavorando alla traduzione ispirata della Bibbia, Joseph Smith ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 86. Questa rivelazione fornì ulteriori spiegazioni sulla parabola del grano e delle zizzanie e sul ruolo del sacerdozio nell’aiutare il Signore a radunare i giusti negli ultimi giorni.

È probabile che, nel corso del 1832, il profeta Joseph Smith e altri membri della Chiesa siano venuti a conoscenza dalle notizie dei giornali dei problemi che imperversavano sulla terra. Ad esempio, erano consapevoli delle dispute sulla schiavitù negli Stati Uniti e sapevano anche della nullificazione [invalidamento] delle tariffe federali nello Stato della Carolina del Sud. Il 25 dicembre 1832 Joseph Smith ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 87, che comprende profezie sulle guerre e sui giudizi che si sarebbero “[sparsi] su tutte le nazioni” (DeA 87:3) negli ultimi giorni.

6 novembre 1832Emma Smith dà alla luce Joseph Smith III.

6 novembre 1832Joseph Smith ritorna dalla predicazione svolta negli Stati Uniti orientali.

8 novembre 1832Joseph Smith incontra Brigham Young per la prima volta.

27 novembre 1832Viene scritta Dottrina e Alleanze 85 (che è un estratto di una lettera scritta da Joseph Smith a William W. Phelps).

6 dicembre 1832Viene ricevuta Dottrina e Alleanze 86.

25 dicembre 1832Viene ricevuta Dottrina e Alleanze 87.

Dottrina e Alleanze 85 – Approfondimento del contesto storico

In capo al novembre del 1832 più di ottocento Santi degli Ultimi Giorni si erano già riuniti nella terra di Sion nella Contea di Jackson, nel Missouri (vedere The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 2: July 1831–January 1833, a cura di Matthew C. Godfrey e altri [2013], 315). Era previsto che i membri della Chiesa che si stabilivano a Sion avrebbero vissuto secondo il sistema della consacrazione comandato dal Signore (vedere DeA 42:30–36; 57:4–7; 58:19, 34–36; 72:15). Ciò significava che un membro della Chiesa avrebbe consacrato, cioè dedicato, al Signore proprietà e risorse per mezzo di un atto legale firmato sia dal membro in questione che dal vescovo. In cambio — attraverso un altro atto legale — al membro sarebbero state date proprietà e risorse, definite “eredità” o “intendenza”, secondo le necessità e le esigenze della sua famiglia. I santi che si stabilivano nella Contea di Jackson, nel Missouri, ed erano obbedienti alla legge della consacrazione ricevevano in eredità una terra che era stata acquistata da rappresentanti della Chiesa.

L’emporio di Newel K. Whitney, Kirtland, Ohio

Il profeta Joseph Smith e la sua famiglia hanno vissuto al piano superiore dell’emporio di Newel K. Whitney dal settembre del 1832 al febbraio del 1834.

Nei mesi di ottobre e novembre del 1832 il profeta Joseph Smith ricevette delle comunicazioni dai dirigenti della Chiesa di Sion, tra i quali c’era William W. Phelps, che supervisionava le attività tipografiche della Chiesa a Independence, nel Missouri, in veste di membro della Società Unita. Il 27 novembre 1832 Joseph Smith scrisse una lettera in risposta alle domande di William W. Phelps. Il Profeta era consapevole del fatto che alcuni santi a Sion non vivevano secondo il sistema della consacrazione richiesto dal Signore e affrontò la questione relativa al dare o meno delle terre in eredità ai santi che non avevano consacrato le loro proprietà. Dottrina e Alleanze 85 contiene un estratto della lettera inviata dal Profeta a William W. Phelps.

Cartina 2: Alcuni siti importanti degli inizi della storia della Chiesa

Dottrina e Alleanze 85

Il Signore comanda che venga tenuto un registro di coloro che hanno consacrato e ricevuto delle eredità

Dottrina e Alleanze 85:1–5. “[Il] libro della legge di Dio”

Nel marzo del 1831 il Signore aveva affidato a John Whitmer l’incarico “di tenere l’archivio e la storia della chiesa in modo continuativo” (DeA 47:3). Questo comandamento, già dato in precedenza, fu ripetuto quando il profeta Joseph Smith scrisse che “è un dovere dell’archivista del Signore [John Whitmer], che egli ha nominato, tenere una storia, e un registro generale della chiesa, di ogni cosa che avviene a Sion” (DeA 85:1). Come parte del proprio dovere, l’archivista doveva trascrivere i nomi di coloro che consacravano le loro proprietà e che ricevevano eredità o intendenze dal vescovo, oltre al “loro modo di vivere, [alla] loro fede e [alle] loro opere” (DeA 85:2). Inoltre, ai dirigenti della Chiesa nel Missouri fu data la direttiva ispirata secondo cui “nel libro della legge di Dio” (DeA 85:5; vedere anche Giosuè 24:15, 25–26) non dovevano essere trascritti i nomi di coloro che non erano disposti a consacrare le loro proprietà per poter ricevere un’eredità a Sion né i nomi dei loro familiari.

In questa rivelazione vengono menzionati tre libri o registri: il “libro della legge di Dio” (DeA 85:5, 7), il “libro di ricordi” (DeA 85:9) e il “libro della legge” (DeA 85:11). È probabile che queste descrizioni si riferiscano allo stesso libro. In seguito, dopo che i santi si erano insediati a Nauvoo, nell’Illinois, Joseph Smith ordinò che fosse tenuto un registro contenente le annotazioni del suo diario e un elenco delle decime versate per la costruzione del Tempio di Nauvoo. Questo libro veniva anche chiamato “il Libro della Legge del Signore” (vedere The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 2: July 1831–January 1833, 319, nota 160).

Il comandamento della decima menzionato in Dottrina e Alleanze 85 e in altre rivelazioni ricevute a quel tempo si riferiva a tutte le offerte date alla Chiesa, tra cui le proprietà che erano state consacrate (vedere DeA 64:23–24; 85:3; 97:11–12; DeA 119, introduzione alla sezione).

Dottrina e Alleanze 85:7–8. Chi è “[l’]uno potente e forte”?

Durante la visita iniziale nel Missouri dei dirigenti della Chiesa nell’estate del 1831, sorse un disaccordo tra il vescovo Edward Partridge e il profeta Joseph Smith. Il Profeta aveva ordinato di acquistare della terra a Independence, ma ci fu uno scontro quando il vescovo Partridge espresse dei dubbi riguardo alla qualità di quella terra. Il vescovo Partridge fu rimproverato dal Signore, ma il problema della mancanza di unità non si risolse subito. Il Profeta e il vescovo Partridge si riconciliarono qualche tempo prima dell’aprile del 1832 (vedere DeA 58:14–17; 82:1–7; vedere anche The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 2: July 1831–January 1833, 12–13).

Le parole ispirate della lettera inviata dal Profeta a William W. Phelps nel novembre 1832 menzionavano “uno potente e forte” che sarebbe stato suscitato per mettere in ordine la casa di Dio a causa di un uomo che “[stendeva] la mano per raddrizzare l’arca di Dio” (DeA 85:7–8). Questo ammonimento avrebbe riguardato il vescovo Edward Partridge, se non si fosse pentito. Nel 1834 Oliver Cowdery scrisse che, dopo questa rivelazione, Joseph Smith aveva chiarito che l’ammonimento contenuto nella lettera non riguardava nessuno in modo specifico, “ma era stato dato a coloro che detenevano posizioni elevate per metterli in guardia dal cadere colpiti dallo strale della morte, come aveva detto il Signore” (The Joseph Smith Papers, Documents, Volume 2: July 1831–January 1833, 320, nota 161).

I riferimenti a “uno potente e forte” (DeA 85:7) che mette in ordine la casa di Dio e a uno che “stende la mano per raddrizzare l’arca di Dio” (DeA 85:8) sono stati usati da molti apostati per giustificare il loro allontanamento dalla Chiesa. Questi apostati affermano che diversi presidenti della Chiesa abbiano perso il favore di Dio e siano stati rigettati, e rivendicano di essere loro il “potente e forte” chiamato da Dio ad aggiustare le cose. Tali affermazioni sono in contraddizione con le Scritture.

In una dichiarazione ufficiale resa nel 1905, la Prima Presidenza (Joseph F. Smith, John R. Winder e Anthon H. Lund) approfondì le circostanze alla base della profezia contenuta in Dottrina e Alleanze 85:7–8 e parlò dei soggetti a cui si riferiscono le espressioni “uno potente e forte” (DeA 85:7) e “stende la mano per raddrizzare l’arca di Dio” (DeA 85:8):

“Il vescovo [Edward] Partridge fu uno dei fratelli che — sebbene fosse un uomo estremamente degno, uno che il Signore amava e che il Profeta descrisse come ‘un modello di devozione’ e ‘uno dei grandi uomini del Signore’ — nei primi tempi a volte si levò in opposizione al Profeta e cercò di correggerlo nel suo modo di governare gli affari della Chiesa; in altre parole, aveva ‘[steso] la mano per raddrizzare l’arca’. […]

Dato, però, che il vescovo Edward Partridge, tramite il pentimento, il sacrificio e il dolore ottenne senza dubbio un’attenuazione della punizione che incombeva su di lui e che lo avrebbe raggiunto con ‘lo strale della morte, come un albero che viene colpito dal vivido strale del fulmine’, la necessità di mandare un altro a prendere il suo posto — ‘uno potente e forte […], per mettere in ordine la casa di Dio e per stabilire a sorte le eredità dei santi’ — poté considerarsi superata e l’episodio inerente alla profezia del tutto concluso” (Messages of the First Presidency of The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, a cura di James R. Clark, 6 voll. [1970–1975], 4:113, 115, 117).

Dottrina e Alleanze 85:8. Che cosa significa “raddrizzare l’arca di Dio”?

L’espressione “raddrizzare l’arca di Dio” si riferisce a un episodio narrato nell’Antico Testamento che avvenne durante il regno di Davide, nell’antica Israele. I Filistei avevano preso l’arca dell’alleanza in battaglia, ma la restituirono quando furono colpiti da diversi flagelli (vedere 1 Samuele 4–6). In seguito, Davide e il suo popolo portarono l’arca a Gerusalemme su un carro trainato da buoi, condotto da Uzza e Ahio. ‘Or come furon giunti all’aia di Nacon, Uzza stese la mano verso l’arca di Dio e la tenne, perché i buoi la facevano piegare. E l’ira dell’Eterno s’accese contro Uzza; Iddio lo colpì quivi per la sua temerità, ed ei morì in quel luogo presso l’arca di Dio” (2 Samuele 6:6–7). L’arca era il simbolo della presenza di Dio, della Sua gloria e maestà. Quando venne data a Israele, in origine, fu posta nel Santo dei Santi all’interno del Tabernacolo e neppure i sacerdoti avevano il permesso di avvicinarvisi. Solo il sommo sacerdote, un simbolo di Cristo, poteva farlo, ma anche lui solo dopo essersi sottoposto a un complesso rituale di purificazione, rituale che rappresentava la purificazione dai suoi peccati.

Il Signore fa riferimento a questo episodio nelle rivelazioni moderne per insegnare il principio che non dobbiamo assumerci la responsabilità di dare direttive (“raddrizzare l’arca”) a coloro che Dio ha chiamato e nominato a rivelare la Sua volontà e a guidare il Suo regno sulla terra (vedere DeA 85:8). Potrebbero esserci persone che temono che l’arca rischi di cadere e che presumono di raddrizzarla. Alcuni membri della Chiesa potrebbero vedere dei problemi ed essere frustrati per il modo in cui pensano che i servitori del Signore li stiano affrontando. Questi membri, pur non avendo l’autorità di farlo, potrebbero ritenere di dover correggere la traiettoria del loro rione o addirittura della Chiesa. Anche le migliori intenzioni, tuttavia, non giustificano tale interferenza con la Chiesa del Signore da parte di chi non è stato debitamente chiamato e nominato da Dio.

Il presidente David O. McKay (1873–1970) ha insegnato: “È alquanto pericoloso uscire dalla nostra sfera e cercare di indirizzare gli sforzi di un fratello senza esserne autorizzati. Ricorderete il caso di Uzza, che stese la mano per tenere l’arca dell’alleanza [vedere 1 Cronache 13:7–10]. Egli si ritenne giustificato nello stendere la mano per raddrizzare quel simbolo dell’alleanza quando vide che i buoi inciampavano. Oggi pensiamo che la sua punizione fu assai severa. Ma anche se fosse così, questo episodio ci fornisce una lezione di vita. Guardiamoci attorno e osserviamo quanto velocemente muoiono spiritualmente coloro che, pur non avendone l’autorità, cercano di raddrizzare l’arca. La loro anima diventa amareggiata, la mente distorta, il giudizio fallace e lo spirito depresso. Questa è la condizione deplorevole di coloro che, trascurando le proprie responsabilità, perdono tempo a trovare difetti negli altri” (Conference Report, aprile 1936, 60).

Dottrina e Alleanze 85:9–11. “Non troveranno una eredità fra i santi dell’Altissimo”

Le terre in eredità che i santi dovevano ricevere a Sion attraverso la legge della consacrazione e di cui si parla in Dottrina e Alleanze 85 possono essere paragonate alle eredità eterne promesse ai fedeli. Il registro delle eredità terrene ricevute dai membri della Chiesa fedeli attraverso la consacrazione conteneva i loro nomi e un resoconto del “loro modo di vivere, della loro fede e delle loro opere” (DeA 85:2). I nomi di coloro che non erano fedeli o che erano andati in apostasia non erano inclusi nel “libro della legge di Dio” (DeA 85:5). Analogamente, se teniamo fede alle nostre alleanze abbiamo la certezza di ricevere eredità eterne nel regno celeste (vedere DeA 38:17–20; vedere anche DeA 63:47–49).

Il presidente Dieter F. Uchtdorf della Prima Presidenza ha insegnato ciò che dobbiamo fare per ottenere un’eredità eterna:

“Il vostro Padre Celeste ha aspettative alte su di voi, ma le vostre origini divine, di per sé, non vi garantiscono un’eredità divina. Dio vi ha [mandato] qui per preparavi a un futuro più grande di quello che potete immaginare. […]

Questo è il motivo per cui parliamo di percorrere il sentiero del discepolato;

parliamo di obbedienza ai comandamenti di Dio;

parliamo di vivere il Vangelo con gioia, con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra forza, con tutta la nostra mente e con tutta la nostra anima” (“Vivere il Vangelo con gioia”, Liahona, novembre 2014, 121).

Dottrina e Alleanze 86 – Approfondimento del contesto storico

A un certo punto, durante la primavera del 1831, il profeta Joseph Smith operò alcune modifiche a Matteo 13 come parte della sua traduzione ispirata del Nuovo Testamento. A quel tempo egli apportò pochissimi cambiamenti alla parabola del grano e delle zizzanie narrata in quel capitolo (vedere Matteo 13:24–30, 36–43). Dal luglio del 1832 al febbraio del 1833, mentre lavorava alla traduzione ispirata dell’Antico Testamento, Joseph riesaminò le modifiche che aveva apportato al Nuovo Testamento. Sebbene non sia chiaro se stesse rivedendo Matteo 13 ancora una volta o se si stesse occupando dei passi dell’Antico Testamento relativi al raduno d’Israele, il 6 dicembre 1832, giorno in cui fu ricevuta la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 86, Joseph scrisse nel proprio diario che quel giorno stava traducendo e che aveva “ricevuto una Rivelazione che [spiegava] la Parabola [del] grano e delle [zizzanie]” (The Joseph Smith Papers, Journals, Volume 1: 1832–1839, a cura di Dean C. Jessee e altri [2008], 11).

Dottrina e Alleanze 86

Il Signore spiega la parabola del grano e delle zizzanie

Dottrina e Alleanze 86:1–7. “[La] parabola del grano e delle zizzanie”

Il profeta Joseph Smith (1805–1844) ha spiegato che le parabole narrate in Matteo 13 si riferiscono all’istituzione della Chiesa di Cristo durante la Sua vita terrena, nonché alla crescita e al destino di tale Chiesa negli ultimi giorni (vedere Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Joseph Smith [2007] ,302).

grano e zizzanie

Mentre rivedeva la propria traduzione della Bibbia, il profeta Joseph Smith ricevette la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 86, che è una traduzione ispirata della parabola del grano e delle zizzanie (vedere l’introduzione a DeA 86).

Diversi anni dopo aver ricevuto la rivelazione contenuta in Dottrina e Alleanze 86, Joseph Smith dette degli ulteriori insegnamenti su questa parabola; questi insegnamenti furono pubblicati nel numero di dicembre 1835 del Latter Day Saints’ Messenger and Advocate (vedere “To the Elders of the Church of the Latter Day Saints”, 225–227). Parlando in modo specifico di questa parabola, il profeta Joseph Smith ha spiegato:

“Ora, da questa parabola veniamo a conoscenza non soltanto della fondazione del Regno al tempo del Salvatore, rappresentato dalla buona semenza che produceva frutti, ma anche della corruzione della Chiesa, rappresentata dalle zizzanie che erano state seminate dal nemico, che i Suoi discepoli sarebbero stati ben lieti di estirpare, sì da purificare la Chiesa, se il loro punto di vista fosse stato condiviso dal Salvatore. Ma Egli, conoscendo tutte le cose, dice: Non fate così. Questo equivale a dire: il vostro punto di vista non è giusto, la Chiesa è nella sua infanzia, e se voi fate questo passo avventato, insieme alla zizzania distruggerete anche il grano, ossia la Chiesa; quindi è meglio lasciarli crescere insieme fino alla mietitura, cioè la fine del mondo, che significa l’annientamento dei malvagi, che non si è ancora adempiuto. […]

Gli uomini non hanno alcuna ragione plausibile per dire che [i chiarimenti sulla parabola forniti dal Salvatore ai Suoi discepoli e contenuti in Matteo 13:36–39 siano figurativi], o che non significhino quello che dicono, perché ora Egli sta spiegando quello che prima aveva detto in parabole; e secondo questo linguaggio, la fine dell’età presente è l’annientamento dei malvagi, la mietitura e la fine dell’età presente sono una diretta allusione alla famiglia umana negli ultimi giorni […].

‘Come dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano col fuoco, così avverrà alla fine dell’età presente’ [Matteo 13:40]; vale a dire che come i servi di Dio vanno nel mondo ad ammonire le nazioni, sia i sacerdoti che le persone comuni, e come essi induriscono il loro cuore e respingono la luce della verità, così questi saranno condannati a subire i castighi di Satana, e la legge e la testimonianza saranno sigillate [ed] essi saranno lasciati nelle tenebre per essere poi arsi dal fuoco; e così, essendo incatenati dalle loro credenze, ed essendo le loro catene rese forti dai loro sacerdoti, essi sono pronti per l’adempimento delle parole del Salvatore: ‘Il Figliuol dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori d’iniquità, e li getteranno nella fornace del fuoco. Quivi sarà il pianto e lo stridor dei denti’ [Matteo 13:41–42].

Capiamo che la raccolta del grano nei granai avverrà mentre la zizzania sarà legata e preparata per quando sarà bruciata e che dopo il giorno del falò, ‘allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, oda’ [Matteo 13:43]” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Joseph Smith, 307–308; vedere anche Manuscript History of the Church, vol. B-1, 645–646, josephsmithpapers.org).

Dottrina e Alleanze 86:3–4. “Cacciano la chiesa nel deserto”

Nel meridiano dei tempi, Gesù Cristo ha istituito la Sua chiesa e ha comandato ai Suoi apostoli di portare al mondo il messaggio del Vangelo. Dopo che gli Apostoli si furono “addormentati”, ovvero dopo la loro morte, le chiavi del sacerdozio furono tolte e le ordinanze e l’organizzazione della Chiesa primitiva furono corrotte (vedere DeA 86:3; vedere anche DeA 1:15–16). Satana e coloro che lo seguivano “[cacciarono] la chiesa nel deserto”, il che significa che la Chiesa non era più guidata da profeti e apostoli viventi e che le persone caddero nell’apostasia e nelle tenebre spirituali (vedere DeA 86:3; vedere anche Apocalisse 12:1–6). Secoli più tardi, Joseph Smith fu chiamato da Dio a portare la Chiesa di Gesù Cristo fuori “dall’oscurità e dalle tenebre” (DeA 1:30; vedere anche DeA 1:17; 5:14; 33:5; 86:3–4; 109:73).

Dottrina e Alleanze 86:6–7. “Lasciate che il grano e le zizzanie crescano assieme”

Nella parabola del grano e delle zizzanie narrata dal Signore, il grano rappresenta “i figliuoli del Regno” e le zizzanie (o erbacce), piantate dal nemico, rappresentano “i figliuoli del maligno” (Matteo 13:38). La mietitura fa riferimento al tempo in cui i mietitori avrebbero raccolto le zizzanie per bruciarle e il grano per metterlo nel granaio (vedere Matteo 13:30). Nelle rivelazioni moderne il Signore ha chiarito l’ordine del raccolto o della mietitura indicando che prima verrà raccolto il grano e poi le zizzanie saranno legate in fasci (vedere DeA 86:7; vedere anche Joseph Smith Translation, Matthew 13:29). La parabola mette in risalto la decisione di attendere a separare il grano dalle zizzanie fino al tempo della mietitura. Ciò dimostra la misericordia di Dio nel concedere ai Suoi figli del tempo per rafforzarsi nella fede prima della separazione dei giusti dai malvagi alla fine del mondo (vedere DeA 38:12; 63:54; 88:94; 101:64–66). I giusti e i malvagi continueranno a “[crescere] assieme” (DeA 86:7) fino al momento della mietitura, alla fine del mondo.

L’anziano Neal A. Maxwell (1926–2004) del Quorum dei Dodici Apostoli ha parlato di come oggi questo fatto rappresenti una sfida per i Santi degli Ultimi Giorni:

“I membri della Chiesa vivranno in questa situazione di grano e zizzania sino al Millennio. Alcune vere zizzanie si mascherano da grano, fra queste i pochi zelanti che vorrebbero tenerci delle lezioni sulle dottrine della Chiesa in cui essi non credono più. Criticano l’uso fatto delle risorse della Chiesa, quando ad esse non danno più nessun contributo. Con grande condiscendenza cercano di consigliare i Fratelli che più non sostengono. In disaccordo, eccetto che con se stessi, lasciano la Chiesa, ma non riescono a lasciarla in pace (vedere [“La rete raccoglie ogni sorta di anime”], La Stella, aprile 1981, 26). […]

Pertanto, fratelli e sorelle, la silenziosa bontà deve perseverare anche quando, come fu profetizzato, alcuni effettivamente infuriano nella loro ira contro ciò che è buono (vedere 2 Nefi 28:20). Nella stessa maniera, l’arroganza dei critici deve essere contrastata dalla mitezza e ragionevolezza dei credenti. Anche se qualche volta siamo circondati dal risentimento, dobbiamo tuttavia tendere la mano, particolarmente verso coloro che hanno le braccia stanche (vedere DeA 81:5). Se le nostre mancanze come popolo qualche volta sono messe in risalto, allora sforziamoci di fare meglio” (“‘Diventi come un fanciullo’”, La Stella, luglio 1996, 73–74).

Dottrina e Alleanze 86:8–11. “Il sacerdozio è proseguito attraverso il lignaggio dei vostri padri”

Dopo aver rivelato l’interpretazione della parabola del grano e delle zizzanie, il Signore ne spiegò le implicazioni per i membri della Sua Chiesa, “sui quali il sacerdozio è proseguito attraverso il lignaggio dei [loro] padri” (DeA 86:8). La mietitura del grano negli ultimi giorni, ovvero il raduno dei giusti, è organizzata e compiuta dai servitori autorizzati del Signore. Ciò fu promesso anticamente ad Abrahamo quando Geova dichiarò che il suo seme, ossia la sua posterità, avrebbe “[portato] nelle [sue] mani questo ministero e questo sacerdozio a tutte le nazioni” e che, tramite questo sacerdozio, “tutte le famiglie della terra [sarebbero state] benedette, sì, con le benedizioni del Vangelo, che sono le benedizioni della salvezza, sì, della vita eterna” (Abrahamo 2:9, 11). Anche se non possiamo identificare i discendenti di Abrahamo dal loro aspetto esteriore, il Signore sa chi sono e dove sono. Il profeta Joseph Smith imparò che i Santi degli Ultimi Giorni sono discendenti letterali di Abrahamo e “eredi […] secondo la carne”, il che li qualifica a ricevere le benedizioni del sacerdozio (vedere DeA 86:8–9; vedere anche DeA 113:6, 8). Il Signore ha rivelato che i discendenti di Abrahamo hanno l’incarico di fornire le ordinanze di salvezza del sacerdozio agli altri, diventando così “dei salvatori per il [Suo] popolo Israele” (DeA 86:11; vedere anche DeA 103:9–10).

raffigurazione della restaurazione del Sacerdozio di Melchisedec

Mediante il sacerdozio, il profeta Joseph Smith ha contribuito a compiere la “restaurazione di tutte le cose” (DeA 86:10).

Il presidente Russell M. Nelson del Quorum dei Dodici Apostoli ha insegnato: “Voi fate parte delle schiere di spiriti nobili e grandi di Dio, [tenuti] in serbo perché veniste sulla terra in questo nostro tempo (vedere DeA 86:8–11). Nella vostra esistenza preterrena foste [chiamati] al compito di collaborare a preparare il mondo per il grande raduno di anime che precederà la seconda venuta del Signore. Fate parte del popolo dellʼalleanza. Siete eredi della promessa che tutta la terra sarà benedetta dalla progenie di Abrahamo, e che l’alleanza fatta da Dio con Abrahamo si adempirà per mezzo del suo lignaggio in questi ultimi giorni (vedere 1 Nefi 15:18; 3 Nefi 20:25)” (“Scelte”, La Stella, gennaio 1991, 68).

Dottrina e Alleanze 87 – Approfondimento del contesto storico

Agli inizi della storia degli Stati Uniti c’erano forti disaccordi sul grado di controllo che il governo centrale doveva esercitare sui singoli stati. Nel 1832 ci fu una grave crisi nazionale quando lo Stato della Carolina del Sud emanò un’ordinanza in cui le leggi nazionali sulle tariffe doganali (dazi sui beni importati) venivano dichiarate incostituzionali, e molti abitanti di quello Stato cominciarono a prepararsi a un intervento militare contro il governo federale. Il presidente degli Stati Uniti, Andrew Jackson, considerò questo atto una ribellione e, come prova di forza, inviò le truppe federali nella Carolina del Sud e una nave da guerra nel porto di Charleston. Nel marzo del 1833 l’approvazione di una nuova tariffa doganale, che fu considerata un compromesso, impedì che in quel momento scoppiasse la guerra civile.

Molti giornali, tra cui il numero del Painesville Telegraph del 21 dicembre 1832, pubblicarono i resoconti di questi tumulti politici e di altre situazioni preoccupanti in giro per il mondo. Poiché Painesville si trovava nell’Ohio ad appena sedici chilometri da Kirtland, il Painesville Telegraph potrebbe essere stato una delle fonti di informazione che spinsero il profeta Joseph Smith ad affermare quanto segue:

“Le apparenze di tumulti tra le nazioni, a quel tempo, divennero più visibili di quanto lo fossero state in precedenza da quando la Chiesa aveva cominciato il suo percorso di uscita dal deserto. Le devastazioni provocate dal colera erano spaventose in quasi tutte le grandi città del mondo e questa epidemia era scoppiata in India, mentre sugli Stati Uniti — con tutti i loro fasti e la loro grandezza — incombeva la minaccia di un disfacimento imminente. La popolazione della Carolina del Sud, riunitasi in assemblea, (nel mese di novembre), approvò delle ordinanze e dichiarò il proprio Stato una nazione libera e indipendente. […]

Il presidente [Andrew] Jackson emanò il suo proclama contro tale ribellione; radunò una forza sufficiente per domarla e invocò le benedizioni di Dio affinché aiutassero la Nazione a liberarsi dagli orrori dell’imminente e solenne crisi.

Il giorno di Natale [del 1832] ricevetti [la seguente rivelazione]” (Manuscript History of the Church, vol. A-1, pag. 244, josephsmithpapers.org). Questa rivelazione è riportata in Dottrina e Alleanze 87.

Dottrina e Alleanze 87

Il Signore rivela che la guerra si spargerà su tutte le nazioni

Dottrina e Alleanze 87:1–6. “La guerra si spargerà su tutte le nazioni”

Il vangelo di Gesù Cristo ha il potere di portare pace a coloro che obbediscono ai comandamenti di Dio e che si rivolgono a Lui in preghiera (vedere DeA 27:15–16; 42:61; 59:23). Gesù Cristo è il Principe della pace e i Suoi seguaci sono invitati a ricevere la pace che Egli offre (vedere Isaia 9:6; DeA 19:23; 84:102). Anche se le persone devono cercare la pace spirituale che giunge attraverso il Vangelo, il Signore ha dichiarato che “il giorno viene rapidamente […] in cui la pace sarà tolta dalla terra” (DeA 1:35). Tramite rivelazione, il Signore ha avvertito i santi che la crescente malvagità del mondo porterà conflitti e guerre (vedere DeA 38:29; 45:26, 63, 68–69). Le notizie di eventi preoccupanti in corso nel mondo portarono il profeta Joseph Smith a ricevere una “rivelazione e profezia sulla guerra” (introduzione a DeA 87).

In questa rivelazione il Signore dette un avvertimento “in merito alle guerre che [sarebbero avvenute di lì a] poco”, dichiarando inoltre che “la guerra si [sarebbe sparsa] su tutte le nazioni” (DeA 87:1–2). Lo stato di guerra sarebbe continuato — assieme a carestie, piaghe, terremoti e altre afflizioni — “finché la consunzione decretata avrà operato la fine completa di tutte le nazioni” (DeA 87:6), espressione che si riferisce alla seconda venuta di Gesù Cristo (vedere Apocalisse 11:15). Se da un lato la profezia riportata in Dottrina e Alleanze 87 sulla guerra tra gli stati del Sud e quelli del Nord si è adempiuta durante la Guerra civile americana (1861–1865; vedere DeA 87:3), queste profezie sulle guerre e sulle calamità precedenti la seconda venuta del Signore continuano ad adempiersi.

L’anziano Neal A. Maxwell ha fatto notare il numero continuo di guerre combattute in epoca moderna:

“Sfortunatamente, sebbene ci sia richiesto di adoperarci per la pace, viviamo in un’epoca in cui la pace è stata tolta dalla terra (vedere DeA 1:35). La guerra è stata quasi costantemente un elemento fisso dell’esperienza dell’uomo moderno. Soltanto dalla fine della Seconda guerra mondiale — cioè dal 1945 — ad oggi, tra grandi e piccole, vi sono state 141 guerre. Quando stava per scoppiare la Guerra civile americana, il Signore dichiarò che una successione di guerre avrebbe colpito tutte le nazioni per provocare la ‘morte e l’infelicità di molte anime’ (DeA 87:1).

Quella serie continua di conflitti avrebbe portato inoltre alla “fine completa di tutte le nazioni’ (DeA 87:6). Nel frattempo, che i mortali — se lo vogliono — ripongano pure tutta la loro fiducia nelle armi del mondo! Per quanto ci riguarda, noi ci ‘[rivestiremo] della completa armatura di Dio’! (Efesini 6:11). E nel mezzo di tante afflizioni, se siamo retti e moriamo, moriremo in Lui, e se viviamo vivremo in Lui (vedere DeA 42:44)” (“‘Siate di buon animo’”, La Stella, aprile 1983, 139).

Dottrina e Alleanze 87:1–4. La profezia di Joseph Smith sulla guerra

In una rivelazione ricevuta dal profeta Joseph Smith il 25 dicembre 1832 il Signore parlò di guerre che negli ultimi giorni sarebbero cominciate dalla “ribellione del Sud Carolina” (DeA 87:1; vedere anche DeA 130:12–13). Questa profezia si adempì circa ventotto anni dopo, il 20 dicembre 1860, quando la Carolina del Sud diventò il primo di undici stati del Sud ad annunciare la propria secessione, o separazione, dagli Stati Uniti. Questo portò a una battaglia che si svolse il 12 aprile 1861 a Fort Sumter, nella Carolina del Sud. Altri stati del Sud si unirono in una guerra civile contro gli stati del Nord. Col tempo, come era stato profetizzato, gli stati del Sud chiesero aiuto alla Gran Bretagna (vedere DeA 84:3). Dal 1861 al 1865 ci fu un terribile conflitto, noto come Guerra civile americana, tra gli stati del Nord e quelli del Sud.

Fort Sumter, Carolina del Sud

La profezia sulla guerra contenuta in Dottrina e Alleanze 87 fu parzialmente adempiuta quando furono sparati i primi colpi della Guerra civile americana in occasione di un violento attacco contro le truppe dell’Unione di stanza a Fort Sumter, nella Carolina del Sud (vedere DeA 87:1–3).

La rivelazione ricevuta dal profeta Joseph Smith indicava che le guerre cominciate con la Guerra civile americana avrebbero “[finito] col causare la morte e l’infelicità di molte anime” (DeA 87:1). È stato calcolato che il numero di cittadini americani morti nella Guerra civile supera il numero di americani morti in tutte le altre guerre messe insieme (vedere Donald Q. Cannon, “Prophecy of War (DC 87)”, in Studies in Scripture, Volume One: The Doctrine and Covenants, a cura di Robert L. Millet e Kent P. Jackson [1984], 337). Inoltre, la morte di milioni di persone a causa delle guerre combattute in tutto il mondo da allora fino a oggi attesta l’adempimento di questa profezia.

I tumulti politici esistenti nel 1832, anno in cui fu data questa rivelazione, ruotavano intorno all’azione intrapresa dallo Stato della Carolina del Sud allo scopo di nullificare o rifiutare le tariffe doganali federali. Il profeta Joseph Smith, tuttavia, profetizzò in seguito che la guerra tra gli stati del Nord e quelli del Sud sarebbe sorta sulla questione della schiavitù (DeA 130:12–13). Il presidente Joseph Fielding Smith (1876–1972) ha osservato: “Gli schernitori hanno affermato che non c’è nulla di trascendentale nel fatto che Joseph Smith, nel 1832, abbia predetto lo scoppio della Guerra civile e che altre persone — che non sostenevano di essere ispirate da una visione profetica — abbiano fatto lo stesso. […] È un fatto ben noto che i senatori e i membri del Congresso in rappresentanza degli stati del Sud avessero sostenuto che la loro area del paese aveva il diritto di separarsi dall’Unione, essendo parte di una confederazione, e che nel 1832 le nubi della guerra fossero visibili all’orizzonte. Fu per questo motivo che il Signore rese nota a Joseph Smith questa rivelazione in cui afferma che di lì a poco sarebbero scoppiate delle guerre, a cominciare dalla ribellione nella Carolina del Sud, le quali alla fine avrebbero visto la guerra spargersi su tutte le nazioni e avrebbero finito col causare la morte e l’infelicità di molte anime. Nel 1832, o persino nel 1831, qualcuno avrebbe potuto facilmente predire che vi sarebbe stata una scissione fra gli Stati del Nord e quelli del Sud, perché già allora vi erano dei segnali di agitazione e la Carolina del Sud aveva già mostrato uno spirito di ribellione. Tuttavia, l’uomo non aveva il potere di predire in dettaglio quello che il Signore rivelò a Joseph Smith, ovvero ciò che a breve sarebbe accaduto a seguito della Guerra civile e lo spargimento di guerre su tutte le nazioni” (Church History and Modern Revelation [1953], 1:358–359).

Dottrina e Alleanze 87:8. “State in luoghi santi e non fatevi rimuovere”

Tempio di Tijuana, Messico

Il Signore ha consigliato ai Suoi santi di “[stare] in luoghi santi e [di non farsi] rimuovere, finché giunga il [Suo] giorno” (DeA 87:8).

Conoscendo le condizioni di malvagità e di ostilità che sarebbero prevalse negli ultimi giorni, il Signore ha detto ai santi di “[stare] in luoghi santi e [di non farsi] rimuovere, finché giunga il [Suo] giorno” (DeA 87:8). Questi luoghi santi si trovano nella sicurezza che ci offre Sion (vedere DeA 45:66–68; 97:21). Quando serviva nella Presidenza dei Settanta, l’anziano Dennis B. Neuenschwander ha spiegato:

“In Dottrina e Alleanze, per tre volte il Signore esorta il Suo popolo a stare in ‘luoghi santi’ (vedere DeA 45:32; 87:8; 101:22). Il Suo consiglio appare ancora più importante se noi osserviamo le condizioni in cui si trova il mondo oggi. Malattie devastanti, persecuzioni e guerre sono ormai conosciute da tutti e sono entrate con prepotenza nella nostra vita quotidiana. Davanti a questi problemi che lasciano perplessi, il Signore ci consiglia: ‘Ecco, è mia volontà che tutti coloro che invocano il mio nome e mi adorano secondo il mio Vangelo eterno si radunino e stiano in luoghi santi’ (DeA 101:22).

I luoghi santi sono sempre stati indispensabili per rendere il culto a Dio in maniera corretta. Per i Santi degli Ultimi Giorni, questi luoghi santi sono i siti di rilevanza storica, le nostre case, le riunioni sacramentali e i templi. In questi luoghi troviamo molto di ciò che è oggetto della nostra riverenza e di ciò che insegniamo ai nostri figli a rispettare come santo e sacro. La fede e la riverenza associati a essi e il rispetto che proviamo per ciò che in essi avviene, o è avvenuto, ne fanno dei luoghi santi. L’importanza dei luoghi santi e dei luoghi sacri nel nostro culto difficilmente può essere sopravvalutata. […]

Questi luoghi sacri ispirano la nostra fede e ci incoraggiano a rispettare quella fede e ad andare avanti, a dispetto delle difficoltà che possiamo incontrare sul nostro cammino” (“Luogo santo, luogo sacro”, Liahona, maggio 2003, 71, 72).