Conferenza generale
Il nostro sincero tutto
Conferenza generale di aprile 2022


Il nostro sincero tutto

Se vogliamo che il Salvatore ci elevi verso il cielo, allora la nostra dedizione verso di Lui e verso il Suo vangelo non può essere superficiale o sporadica.

Un’offerta a Lui

Pochi giorni prima di dare la Sua vita per noi, Gesù Cristo si trovava al tempio di Gerusalemme e osservava le persone depositare le proprie donazioni nella cassa delle offerte. “Molti ricchi ne gettavano assai”, ma poi arrivò una povera vedova e “vi gettò due spiccioli”. Era una somma così esigua che quasi non valeva la pena registrarla.

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Una vedova offre due spiccioli

Eppure questa donazione apparentemente insignificante attirò l’attenzione del Salvatore. Infatti, Lo colpì così profondamente che “chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: In verità io vi dico che questa povera vedova ha gettato nella cassa delle offerte più di tutti gli altri;

poiché tutti han gettato del loro superfluo; ma costei, del suo necessario, vi ha gettato tutto ciò che possedeva, tutto quanto avea per vivere”1.

Con questa semplice osservazione, il Salvatore ci ha insegnato come vengono misurate le offerte nel Suo regno — ed è molto diverso dal modo in cui noi di solito misuriamo le cose. Per il Signore, il valore della donazione non va misurato in base all’effetto che ha sulla cassa, ma in base all’effetto che ha sul cuore del donatore.

Lodando questa vedova fedele, il Salvatore ci ha dato un criterio per misurare il nostro discepolato in tutte le sue molteplici espressioni. Gesù ha insegnato che la nostra offerta può essere grande o piccola, ma in ogni caso deve rappresentare il nostro sincero tutto.

Questo principio viene ribadito nell’appello fatto da Amalechi, profeta del Libro di Mormon, quando disse: “[Venite] a Cristo, che è il Santo d’Israele, e [diventate] partecipi della sua salvezza e del potere della sua redenzione. Sì, venite a lui e offrite tutta la vostra anima come offerta a lui”2.

Ma com’è possibile? Per molti di noi, un tale criterio di dedizione totale sembra irraggiungibile. Siamo già molto oberati. Come possiamo trovare un equilibrio tra le tante esigenze della vita e il desiderio di offrire tutta la nostra anima al Signore?

Forse la nostra difficoltà risiede nel pensare che trovare un equilibrio significhi dividere equamente il nostro tempo tra interessi contrastanti. In quest’ottica, la nostra dedizione verso Gesù Cristo sarebbe una delle tante cose che dobbiamo inserire tra i nostri tanti impegni. Ma forse c’è un altro modo di vedere questa situazione.

Trovare un equilibrio: come andare in bicicletta

A me e a mia moglie Harriet piace andare insieme in bicicletta. È un modo meraviglioso di fare esercizio fisico, trascorrendo inoltre del tempo insieme. Mentre andiamo in bicicletta, se non ho troppo il fiatone, ci godiamo il mondo bellissimo che ci circonda e intratteniamo persino piacevoli conversazioni. Raramente dobbiamo prestare molta attenzione a rimanere in equilibrio sulle nostre biciclette. Ormai andiamo in bicicletta da abbastanza tempo da non doverci nemmeno pensare — è diventato normale e naturale per noi.

Tuttavia, ogni volta che guardo qualcuno che, per la prima volta, impara ad andare in bicicletta, mi sovviene che non è facile rimanere in equilibrio su quelle due ruote sottili. Ci vuole tempo. Ci vuole pratica. Ci vuole pazienza. Bisogna persino cadere una volta o due.

Più di ogni altra cosa, coloro che riescono a rimanere in equilibrio sulla bicicletta imparano questi suggerimenti importanti:

Non guardatevi i piedi.

Guardate avanti.

Tenete lo sguardo sulla strada davanti a voi. Concentratevi sulla vostra destinazione. E continuate a pedalare. Rimanere in equilibrio significa andare avanti.

Principi simili si applicano quando si tratta di trovare un equilibrio nella nostra vita di discepoli di Gesù Cristo. Come distribuire il vostro tempo e le vostre energie tra i numerosi compiti importanti che avete varia da persona a persona e da un periodo della vita a un altro. Tuttavia, il nostro obiettivo comune e globale è quello di seguire la via del nostro Maestro, Gesù Cristo, e di ritornare alla presenza del nostro amato Padre nei cieli. Questo obiettivo deve rimanere costante e fermo, a prescindere da chi siamo e da qualsiasi altra cosa stia accadendo nella nostra vita.3

Elevarci verso il cielo: come pilotare un aeroplano

Ora, per coloro che sono appassionati di bicicletta, paragonare il discepolato all’andare in bicicletta può essere una valida analogia. Coloro che non lo sono non si devono preoccupare. Ho un’altra analogia con cui, sono certo, ogni uomo, ogni donna e ogni bambino potrà identificarsi.

Come la maggior parte delle cose della vita, anche il discepolato può essere paragonato al pilotare un aereo.

Vi siete mai fermati a pensare quanto sia incredibile che un enorme aereo di linea possa realmente alzarsi da terra e volare? Che cosa fa sì che queste macchine volanti si librino elegantemente nel cielo, sorvolando oceani e continenti?

In parole povere, un aereo vola solo quando l’aria si muove sopra le sue ali. Questo movimento crea differenze nella pressione dell’aria che permettono all’aereo di alzarsi in volo. E come si fa a fare in modo che abbastanza aria si muova sopra le ali così che l’aereo si alzi in volo? La risposta è una forte spinta in avanti.

L’aereo non sale di quota rimanendo fermo sulla pista. Anche in una giornata ventosa, non si crea abbastanza portanza a meno che l’aereo non si sposti in avanti, con una spinta sufficiente a contrastare le forze che lo trattengono.

Proprio come uno slancio in avanti tiene in equilibrio e in piedi una bicicletta, lo spostamento in avanti aiuta un aereo a superare la forza di gravità e la resistenza.

Che cosa significa questo per noi come discepoli di Gesù Cristo? Significa che se vogliamo trovare un equilibrio nella vita e se vogliamo che il Salvatore ci elevi verso il cielo, allora la nostra dedizione verso di Lui e verso il Suo vangelo non può essere superficiale o sporadica. Come la vedova a Gerusalemme, dobbiamo offrirGli tutta la nostra anima. La nostra offerta può essere piccola, ma deve essere fatta con il cuore e con l’anima.

Essere discepoli di Gesù Cristo non è semplicemente una delle tante cose che facciamo. Il Salvatore è la forza motrice che sta dietro tutto ciò che facciamo. Non è una sosta nel nostro viaggio. Non è una strada panoramica e nemmeno un monumento importante. Egli è “la via, la verità e la vita: nessuno viene al Padre se non per mezzo di [Gesù Cristo]”4. Questa è la Via e la nostra destinazione finale.

Equilibrio e spinta verso l’alto giungono quando “[ci spingiamo] innanzi con costanza in Cristo, avendo un perfetto fulgore di speranza e amore verso Dio e verso tutti gli uomini”5.

Sacrificio e consacrazione

E che dire dei molti compiti e delle molte responsabilità che rendono la nostra vita tanto indaffarata? Trascorrere del tempo con i propri cari, andare a scuola o prepararsi per un lavoro, guadagnarsi da vivere, prendersi cura della famiglia, servire nella comunità — dove si inserisce tutto questo? Il Salvatore ci riassicura dicendo:

“Il vostro Padre celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose.

Ma cercate prima il regno di Dio e la sua rettitudine, e tutte queste cose vi saranno aggiunte”6.

Questo, però, non significa che sia facile.7 Richiede sia sacrificio sia consacrazione.

Richiede lasciar perdere alcune cose e permettere ad altre di crescere.

Il sacrificio e la consacrazione sono due leggi celesti a cui promettiamo di obbedire nel sacro tempio. Queste due leggi sono simili, ma non identiche. Sacrificare significa rinunciare a qualcosa in favore di qualcosa di più prezioso. Anticamente, il popolo di Dio sacrificava i primogeniti delle proprie greggi in onore del Messia che sarebbe venuto. Nel corso della storia, i Santi fedeli hanno sacrificato desideri personali, comodità e persino la loro vita per il Salvatore.

Tutti noi abbiamo cose, grandi e piccole, che dobbiamo sacrificare per poter seguire Gesù Cristo in modo più completo.8 I nostri sacrifici mostrano ciò a cui diamo veramente valore. I sacrifici sono sacri e onorati dal Signore.9

La consacrazione è diversa dal sacrificio sotto almeno un aspetto importante. Quando consacriamo qualcosa, non lasciamo che si consumi sull’altare. La mettiamo, invece, al servizio del Signore. La dedichiamo a Lui e ai Suoi santi propositi.10 Accettiamo i talenti che il Signore ci ha dato e ci adoperiamo per accrescerli, moltiplicandoli, per diventare ancora più utili all’edificazione del regno del Signore.11

A pochissimi di noi verrà mai chiesto di sacrificare la propria vita per il Salvatore. Siamo, però, tutti invitati a consacrarGli la nostra vita.

Un’unica opera, un’unica gioia, un unico scopo

Quando cerchiamo di purificare la nostra vita e di guardare a Cristo in ogni pensiero,12 tutto il resto inizia a sistemarsi. La vita non sembra più una lunga lista di impegni a sé stanti tenuti in un fragile equilibrio.

Col tempo, tutto diventa un’unica opera.

Un’unica gioia.

Un unico scopo.

È l’opera di amare e servire Dio. Si tratta di amare e servire i figli di Dio.13

Quando guardiamo la nostra vita e vediamo cento cose da fare, ci sentiamo sopraffatti. Quando vediamo una cosa soltanto — amare e servire Dio e i Suoi figli, in cento modi diversi — allora possiamo lavorare a queste cose con gioia.

Ecco come offriamo tutta la nostra anima: sacrificando tutto ciò che ci sta trattenendo e consacrando il resto al Signore e ai Suoi propositi.

Una parola di incoraggiamento e testimonianza

Miei cari fratelli, sorelle e amici, ci saranno momenti in cui vorreste poter fare di più. Il vostro amorevole Padre nei cieli conosce il vostro cuore. Sa che non potete fare tutto ciò che il vostro cuore vuole che facciate. Potete comunque amare e servire Dio. Potete fare del vostro meglio per obbedire ai Suoi comandamenti. Potete amare e servire i Suoi figli. E i vostri sforzi stanno purificando il vostro cuore e vi stanno preparando per un futuro glorioso.

Questo è ciò che la vedova alla cassa del tempio sembrava comprendere. Sicuramente sapeva che la sua offerta non avrebbe cambiato le sorti d’Israele, ma avrebbe potuto cambiare e benedire lei perché, per quanto esigua, era il suo tutto.

Quindi, miei cari amici e amati compagni nel discepolato di Gesù Cristo, “non [stanchiamoci] di far bene, poiché [stiamo] ponendo le fondamenta di una grande opera. E ciò che è grande procede da piccole cose”14.

Attesto che questo è vero e attesto anche che Gesù Cristo è il nostro Maestro, il nostro Redentore e la nostra unica e sola Via per tornare al nostro amato Padre nei cieli. Nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Marco 12:41–44.

  2. Omni 1:26.

  3. I nostri bambini e i nostri giovani sono invitati a crescere in modo equilibrato seguendo Gesù Cristo, il quale da giovane “cresceva in sapienza e in statura, e in grazia dinanzi a Dio e agli uomini” (Luca 2:52).

  4. Giovanni 14:6.

  5. 2 Nefi 31:20.

  6. 3 Nefi 13:32–33; vedere anche Matteo 6:32–33. Matteo 6:38, Appendice della Traduzione di Joseph Smith, offre ulteriori spunti di riflessione: “Non cercate le cose di questo mondo, ma cercate prima di edificare il regno di Dio e di stabilire la sua giustizia”.  

  7. Ne è un esempio il nostro profeta, il presidente Russell M. Nelson. Quando era all’apice della sua carriera professionale come cardiochirurgo, fu chiamato come presidente di palo. Furono gli anziani Spencer W. Kimball e LeGrand Richards a estendere la chiamata. Consapevoli delle esigenze della sua vita professionale, gli dissero: “Se crede di essere troppo impegnato e di non dover accettare la chiamata, allora questa è una sua prerogativa”. Egli rispose che la sua decisione se servire o meno quando veniva chiamato era stata presa molto tempo prima, quando lui e sua moglie avevano stretto le alleanze del tempio con il Signore. Disse: “In quel momento ci siamo impegnati a ‘[cercare] prima il regno e la giustizia di Dio’ [Matteo 6:33], con la certezza che tutto il resto ci sarebbe sopraggiunto, come promesso dal Signore” (Russell Marion Nelson, From Heart to Heart: An Autobiography [1979], 114).

  8. Il presidente Nelson ha parlato di recente della “necessità che ognuno di noi ha di rimuovere, con l’aiuto del Salvatore, i vecchi detriti dalla propria vita. […] Vi invito a pregare”, ha detto, “per individuare i detriti che dovete rimuovere dalla vostra vita per poter essere più degni” (“Messaggio di benvenuto”, Liahona, maggio 2021, 7).

  9. Le Scritture dicono che, per Dio, i nostri sacrifici sono più sacri dei nostri conseguimenti (vedere Dottrina e Alleanze 117:13). Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui il Signore considerò più preziosi gli spiccioli della vedova che le donazioni dei ricchi. Il primo era un sacrificio, che ha un effetto purificatore su chi dona. L’ultimo, anche se può essere stato più utile dal punto di vista monetario, non era un sacrificio e non cambiava in alcun modo il donatore.

  10. A pochissimi di noi verrà mai chiesto di sacrificare la propria vita per il Salvatore. Siamo, però, tutti invitati a consacrarGli la nostra vita.

  11. Vedere Matteo 25:14–30.

  12. Vedere Dottrina e Alleanze 6:36.

  13. In questo modo, vediamo nella nostra vita l’adempimento della profezia dell’apostolo Paolo che disse: “Nella pienezza dei tempi, [Dio raccoglierà] sotto un sol capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che son nei cieli, quanto quelle che son sopra la terra” (Efesini 1:10).

  14. Dottrina e Alleanze 64:33.