Conferenza generale
Rincuoratevi e gioite
Conferenza generale di aprile 2022


Rincuoratevi e gioite

Siamo nati in questo tempo per uno scopo divino: il raduno d’Israele.

Parlando a Thomas B. Marsh, un nuovo convertito, il Signore disse come incoraggiamento: “Rincuorati e gioisci, poiché è giunta l’ora della tua missione” (Dottrina e Alleanze 31:3).

Credo che questo invito possa servire da ispirazione per tutti i membri della Chiesa. Del resto, ognuno di noi ha ricevuto dal nostro Padre Celeste la missione di radunare Israele da entrambi i lati del velo.

“Questo raduno”, ha detto il presidente Russell M. Nelson, “è la cosa più importante che sta avvenendo sulla terra oggi. Non c’è nient’altro di altrettanto grande, nient’altro di altrettanto importante, nient’altro di altrettanto maestoso”1.

Sicuramente nel mondo ci sono molte cause meritevoli. È impossibile nominarle tutte. Ma non vi piacerebbe partecipare a una grande causa alla vostra portata e in cui il vostro contributo fa una differenza fondamentale? Il raduno fa una differenza eterna per tutti. Le persone di tutte le età possono partecipare a questa causa a prescindere dalle loro circostanze e dal luogo in cui vivono. Non c’è altra causa al mondo più inclusiva.

Parlando in modo specifico ai giovani, il presidente Nelson ha detto che “il nostro Padre Celeste ha riservato molti dei Suoi spiriti più nobili — [forse] la Sua squadra migliore […] — per questa fase finale. Questi spiriti nobili — questi giocatori straordinari, questi eroi — siete voi!”2.

Sì, siete stati preparati fin da prima di questa vita e siete nati ora per partecipare alla grande opera del raduno di Israele da entrambi i lati del velo in questi ultimi giorni (vedere Dottrina e Alleanze 138:53–56).

Perché questa causa è tanto importante? Perché “il valore delle anime è grande agli occhi di Dio” (Dottrina e Alleanze 18:10). E poiché “chiunque crede in [Gesù Cristo], ed è battezzato, questo sarà salvato; [ed erediterà] il regno di Dio (3 Nefi 11:33). Inoltre, “tutto quello che [il] Padre ha […] sarà dato” a coloro che ricevono le Sue ordinanze e osservano le Sue alleanze (Dottrina e Alleanze 84:38). Inoltre, “gli operai son pochi” (Luca 10:2).

Solo ne La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni troviamo il potere, l’autorità e il modo di offrire una tale benedizione agli altri, che siano ancora in vita o già deceduti.

Il presidente Nelson ha dichiarato: “Ogni volta che fate qualcosa che aiuta qualcuno — che sia da questo lato del velo o dall’altro — a fare un passo verso la stipula di alleanze con Dio e il ricevimento delle proprie ordinanze battesimali e del tempio, voi state contribuendo a radunare Israele”. È davvero molto semplice”3.

Sebbene ci siano molti modi per contribuire al raduno, vorrei parlare di uno in particolare: servire come missionario a tempo pieno. Per molti di voi questo significherà essere un missionario di insegnamento. Per molti altri, significherà essere un missionario di servizio. Ma il mondo cerca di distrarre i giovani da questa responsabilità molto sacra usando la paura e le insicurezze.

Alcune altre distrazioni potrebbero essere affrontare una pandemia, lasciare un buon lavoro, rimandare l’istruzione o essere particolarmente interessati a qualcuno in modo romantico. Ognuno avrà il suo personale corredo di difficoltà. Tali distrazioni possono sorgere proprio nell’attimo in cui ci si imbarca nel servizio del Signore, e le scelte che sembrano ovvie in seguito non sono sempre altrettanto facili sul momento.

Conosco per esperienza la mente turbata di un tale giovane. Mentre mi preparavo per andare in missione, alcune forze inaspettate cercarono di scoraggiarmi. Una fu il mio dentista. Quando si rese conto che il mio appuntamento era stato fissato perché potessi andare in missione, cercò di dissuadermi dal servire. Non avevo la minima idea che il mio dentista fosse contrario alla Chiesa.

Anche l’interruzione dei miei studi fu complicata. Quando chiesi un permesso di due anni dal mio programma universitario, mi fu detto che non era possibile. Avrei perso il mio posto all’università se non fossi tornato dopo un anno. In Brasile, questo era grave, poiché l’unico criterio per l’ammissione a un programma universitario era un esame molto difficile e competitivo.

In seguito alle mie ripetute insistenze, mi fu detto con riluttanza che, dopo essere stato assente per un anno, potevo richiedere un’eccezione per motivi straordinari. Avrebbe potuto essere approvata oppure no. Ero terrorizzato all’idea di ripetere quel difficile esame di ammissione dopo due anni di interruzione degli studi.

Ero anche particolarmente interessato a una ragazza. Anche molti dei miei amici erano interessati a lei. Pensai tra me e me: “Se vado in missione, corro un rischio”.

Il Signore Gesù Cristo, però, mi fu di grande ispirazione per non temere il futuro mentre cercavo di servirLo con tutto il mio cuore.

Anch’Egli aveva una missione da adempiere. Con le Sue parole, spiegò: “Son disceso dal cielo per fare non la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato” (Giovanni 6:38). E la Sua missione fu facile? Certo che no. Le Sue sofferenze, che erano una parte essenziale della Sua missione, fecero sì che Egli stesso, Iddio, il più grande di tutti, tremasse per il dolore e sanguinasse da ogni poro e soffrisse sia nel corpo che nello spirito — e desiderasse di non bere la coppa amara e si ritraesse.

Nondimeno, sia gloria al Padre, bevve e portò a termine i Suoi preparativi per i figlioli degli uomini (vedere Dottrina e Alleanze 19:18–19).

Svolgere una missione a tempo pieno può sembrarci difficile. Forse richiede che per un periodo rinunciamo a cose importanti. Il Signore certamente lo sa e sarà sempre al nostro fianco.

Infatti, nel suo messaggio a ogni missionario contenuto in Predicare il mio Vangelo, la Prima Presidenza promette: “Il Signore la ricompenserà e benedirà grandemente mentre Lo servirà con umiltà e devozione”4. È vero che tutti i figli di Dio sono benedetti, in un modo o nell’altro, ma c’è una differenza tra l’essere benedetti e l’essere grandemente benedetti nel Suo servizio.

Ricordate le difficoltà che pensavo di aver avuto prima della missione? Il mio dentista? Ne ho trovato un altro. La mia università? Ha fatto un’eccezione per me. Ricordate quella ragazza? Ha sposato uno dei miei cari amici.

Tuttavia, Dio mi ha davvero benedetto grandemente. E ho imparato che le benedizioni del Signore possono giungere in modi diversi da come ci aspettiamo. Dopotutto, i Suoi pensieri non sono i nostri pensieri (vedere Isaia 55:8–9).

Tra le molte ricche benedizioni che Egli mi ha dato per averLo servito come missionario a tempo pieno ci sono una maggiore fede in Gesù Cristo e nella Sua Espiazione, e una conoscenza e una testimonianza più profonde dei Suoi insegnamenti, che fanno sì che io non sia influenzato facilmente da “ogni vento di dottrina” (Efesini 4:14). Non ho più paura di insegnare. La mia capacità di affrontare le difficoltà con ottimismo è aumentata. Osservando gli individui e le famiglie che ho incontrato o a cui ho insegnato come missionario, ho imparato che gli insegnamenti di Dio sono veri quando Egli dice che il peccato non porta vera felicità e che l’obbedienza ai comandamenti di Dio ci aiuta a prosperare sia materialmente che spiritualmente (vedere Mosia 2:41; Alma 41:10). Ho imparato personalmente che Dio è un Dio di miracoli (vedere Mormon 9).

Tutte queste cose sono state determinanti nel prepararmi alla vita adulta, compresi l’eventualità di sposarmi ed essere genitore, il servizio nella Chiesa e la vita professionale e sociale.

Dopo la missione, ho tratto beneficio dal mio maggior coraggio nel presentarmi come fedele seguace di Gesù Cristo e della Sua Chiesa in tutte le circostanze e a tutte le persone, condividendo persino il Vangelo con una bellissima donna che sarebbe diventata la mia virtuosa, saggia, divertente e amata compagna eterna, il sole della mia vita.

Sì, Dio mi ha benedetto abbondantemente, ben oltre la mia immaginazione, proprio come farà con chiunque “Lo servirà con umiltà e devozione”. Sono eternamente grato a Dio per la Sua bontà.

La mia missione ha plasmato completamente la mia vita. Ho imparato che vale la pena sforzarsi di confidare in Dio, di confidare nella Sua saggezza, nella Sua misericordia e nelle Sue promesse. Dopo tutto, Egli è nostro Padre e, senza alcun dubbio, vuole il meglio per noi.

Cari giovani di tutto il mondo, estendo lo stesso invito che il nostro profeta, il presidente Nelson, ha esteso a tutti voi di “arruolarvi nel battaglione di giovani del Signore per contribuire a radunare Israele”. Il presidente Nelson ha detto:

“Non c’è nulla che abbia un impatto più grande. Assolutamente nulla.

Questo raduno dovrebbe significare tutto per voi. Questa è la missione per cui siete stati mandati sulla terra”5.

Siamo nati in questo tempo per uno scopo divino: il raduno d’Israele. Quando serviamo come missionari a tempo pieno, a volte siamo messi alla prova, ma il Signore stesso è il nostro grande esempio e la nostra guida in tali circostanze. Egli comprende che cos’è una missione ardua. Con il Suo aiuto possiamo fare cose difficili. Egli sarà al nostro fianco (vedere Dottrina e Alleanze 84:88) e ci benedirà grandemente se Lo serviamo umilmente.

Per tutti questi motivi, non mi sorprende che il Signore abbia detto a Thomas B. Marsh e a ognuno di noi: “Rincuorati e gioisci, poiché è giunta l’ora della tua missione”. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.