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Capitolo 10: Le allenze, le ordinanze e i templi nel piano di salvezza


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Le allenze, le ordinanze e i templi nel piano di salvezza

Introduzione

Il presidente Boyd K. Packer, presidente del Quorum dei Dodici Apostoli, ha insegnato l’importanza delle alleanze e delle ordinanze:

“La vita è per tutti noi un viaggio di ritorno a casa, di ritorno alla presenza di Dio nel Suo regno celeste.

Le ordinanze e le alleanze diventano le nostre credenziali per l’ammissione alla Sua presenza. Riceverle degnamente è l’obiettivo di un’intera vita; osservarle in seguito è il maggiore impegno che abbiamo in questa vita terrena” (La Stella, luglio 1987, 19).

L’anziano Russell M. Nelson, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha parlato dell’importanza dei templi e delle ordinanze del tempio: “Il tempio è letteralmente la casa del Signore, riservata a ordinanze che hanno un valore eterno e comprendono i battesimi, i matrimoni, le investiture e i suggellamenti…

Le ordinanze del tempio sono assolutamente necessarie. Non possiamo tornare alla gloria di Dio senza di esse” (“Prepare for Blessings of the Temple,” Ensign, marzo 2002, 17–18).

Questo capitolo contiene un quadro generale delle ordinanze di salvezza e delle alleanze a esse associate. Ti aiuterà a comprendere meglio l’importanza di tali ordinanze e alleanze per te stesso e per i componenti della tua famiglia. Speriamo che questi insegnamenti rafforzino il tuo desiderio di stringere e di rispettare le alleanze con Dio e ti spingano a svolgerle in favore dei tuoi parenti deceduti.

Commento

Un’alleanza è un patto solenne tra Dio e l’uomo secondo i termini stabiliti da Dio [10.1]

Un’alleanza è un’accordo sacro. [10.1.1]

“Un’alleanza è un accordo sacro tra Dio e una persona o un gruppo di persone. Dio stabilisce delle condizioni specifiche e promette di benedirci quando le rispettiamo. Quando scegliamo di non osservare un’alleanza, non possiamo ricevere le benedizioni e, in certi casi, subiamo una punizione come conseguenza della nostra disobbedienza.

Tutte le ordinanze di salvezza del sacerdozio sono accompagnate da alleanze” (Siate fedeli – riferimenti per lo studio del Vangelo [2004], 6).

Dio stabilisce l’alleanza che stringiamo con Lui. [10.1.2]

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Anziano Dennis B. Neuenschwander

L’anziano Dennis B. Neuenschwander,, membro emerito dei Settanta, insegnò che le ordinanze di salvezza provengono da Dio e sono rese valide dalla Sua autorità:

“Le alleanze eterne sono estese a noi o ci vengono offerte solo da Dio, che è l’autore di tutte tali alleanze ed è l’unico ad avere l’autorità e il potere di garantirne la validità oltre la morte.

‘E ogni cosa che è nel mondo, sia essa decretata da uomini, da troni, o principati, o potestà o cose rinomate, qualsiasi esse siano, che non vengono da me o dalla mia parola, dice il Signore, sarà abbattuta, e non rimarrà dopo che gli uomini sono morti, né durante né dopo la risurrezione, dice il Signore tuo Dio’ [DeA 132:13].

Noi non possiamo dare origine a alleanze simili perché non possediamo il potere di garantirle. Possiamo di conseguenza solo prendere parte alle alleanze che ci sono offerte da Dio e solo nel modo stabilito da Lui” (“Ordinanze e alleanze”, Liahona, novembre 2001, 21).

Tenere fede alle alleanze è la prova cruciale della nostra vita. [10.1.3]

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Presidente Henry B. Eyring

Il presidente Henry B. Eyring, della Prima Presidenza, ha spiegato la natura essenziale delle alleanze che stringiamo con Dio: “I Santi degli Ultimi Giorni sono un popolo dell’alleanza. Dal giorno del battesimo, passando per le pietre miliari della nostra vita, facciamo a Dio delle promesse ed Egli ne fa a noi. Egli tiene sempre fede alle promesse che fa tramite i Suoi servi autorizzati; ma per noi è la prova cruciale della nostra vita fare queste alleanze con Lui e tenere fede ad esse” (La Stella, gennaio 1997, 32).

Le alleanze e le ordinanze di salvezza sono necessarie per l’esaltazione nel regno celeste [10.2]

Le ordinanze e le alleanze ci aiutano a ritornare a Dio. [10.2.1]

“Nella Chiesa, un’ordinanza è un atto sacro e formale che viene celebrato tramite l’autorità del sacerdozio. Alcune ordinanze sono essenziali per la nostra esaltazione. Queste ordinanze sono chiamate ordinanze di salvezza e comprendono il battesimo, la confermazione, l’ordinazione al Sacerdozio di Melchisedec (per gli uomini), l’investitura del tempio e il suggellamento del matrimonio. Con ciascuna di queste ordinanze noi stipuliamo un’alleanza solenne con il Signore… 

Le ordinanze e le alleanze ci aiutano a ricordare chi siamo. Ci rammentano il nostro dovere verso Dio. Il Signore ce le ha date per aiutarci a venire a Lui e ricevere la vita eterna. Quando le onoriamo, Egli ci rafforza” (Siate fedeli, 110).

Le ordinanze e le alleanze del tempio sono essenziali per l’esaltazione. [10.2.2]

Il presidente Howard W. Hunter (1907–1995) riassunse la natura cruciale delle ordinanze e delle alleanze del tempio:

“Nelle ordinanze del tempio vengono suggellate le fondamenta della famiglia eterna. La Chiesa ha la responsabilità — e l’autorità — di preservare e proteggere la famiglia come fondamento della società.

Tutte queste ordinanze del sacerdozio nel tempio sono indispensabili per la salvezza e l’esaltazione dei figli del nostro Padre in cielo… 

Tutti i nostri sforzi per proclamare il Vangelo, perfezionare i santi e redimere i morti portano al sacro tempio; questo perché le ordinanze del tempio sono assolutamente indispensabili; senza di esse non possiamo ritornare alla presenza di Dio” (“Un popolo che guarda al tempio”, Liahona, marzo 2004, 42, 45).

Ogni alleanza eterna è abbinata a un’ordinanza. [10.2.3]

L’anziano Dennis B. Neuenschwander ha insegnato l’importanza delle ordinanze associate alle alleanze di salvezza:

“Le ordinanze sacre e l’autorità divina per amministrarle non sono iniziate con la restaurazione del Vangelo e la fondazione della Chiesa moderna nel 1830. Le ordinanze sacre del Vangelo come requisito per la salvezza e l’esaltazione furono istituite ‘fin da prima della fondazione del mondo’ [DeA 124:33]. Sono sempre state una parte immutabile del Vangelo. Il profeta Joseph Smith ha insegnato: ‘Le ordinanze, istituite nei cieli da prima della fondazione del mondo, nel Sacerdozio, per la salvezza degli uomini, non devono essere alterate o cambiate. Tutti devono essere salvati in base agli stessi principi’ [Insegnamenti del profeta Joseph Smith, compilati da Joseph Fielding Smith (1976 243]…

Le ordinanze sacre del Vangelo sono la via che porta alle alleanze solenni con Dio. È difficile comprendere le ordinanze e le alleanze considerandole separatamente. Attraverso le ordinanze stipuliamo le alleanze e attraverso le alleanze riceviamo le ordinanze. Anche se possono esservi ordinanze che non hanno un’alleanza relativa — come la benedizione e l’imposizione del nome ai bambini, l’unzione degli ammalati o le benedizioni di conforto — non esiste alleanza eterna che non sia connessa a un’ordinanza. I nostri passi più importanti verso Dio sono introdotti da ordinanze sacre e sono governati dalle condizioni delle alleanze associate a queste ordinanze” (“Ordinanze e alleanze”, Liahona, novembre 2001, 19–20).

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Nell’acqua

Il battesimo è l’alleanza fondamentale che stipuliamo con Dio.

Il battesimo è anche la nostra prima alleanza con Dio. [10.2.4]

Il battesimo è la prima alleanza che stringiamo con Dio nel cammino verso l’esaltazione. L’anziano D. Todd Christofferson, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha spiegato:

“Entriamo in alleanza tramite le ordinanze del sacerdozio, rituali sacri che Dio ci ha imposto per permetterci di manifestare il nostro impegno. La nostra alleanza di base, per esempio, quella tramite cui dichiariamo per la prima volta la nostra volontà di prendere su di noi il nome di Cristo, è confermata dall’ordinanza del battesimo. Viene fatta individualmente, per nome. Tramite questa ordinanza, diventiamo parte del popolo dell’alleanza del Signore ed eredi del regno celeste di Dio.

Altre sacre alleanze sono celebrate nei templi costruiti proprio per quello scopo. Se siamo fedeli alle alleanze ivi fatte, diventiamo eredi non solo del regno celeste, ma dell’esaltazione, la gloria più alta nel regno dei cieli e otteniamo tutte le possibilità divine che Dio può offrire (vedere DeA 132:20)” (Liahona, maggio 2009, 20).

Nel tempio prendiamo parte a sacre ordinanze e stringiamo alleanze essenziali per l’esaltazione [10.3]

Lo scopo principale dei templi è quello di fornire le ordinanze di salvezza. [10.3.1]

Anche se i templi servono a vari scopi nella nostra vita, l’anziano Robert D. Hales, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha sottolineato il loro scopo principale:

“L’opportunità di entrare nel tempio e di stipulare al suo interno le sacre alleanze è una delle più grandi benedizioni a nostra disposizione su questa terra… 

Lo scopo principale dei templi è quello di fornire le ordinanze necessarie per la nostra esaltazione nel regno celeste. Le ordinanze del tempio ci guidano al nostro Salvatore e ci portano le benedizioni che riceviamo tramite l’Espiazione di Gesù Cristo. I templi sono la migliore scuola di apprendimento conosciuta all’uomo” (“Le benedizioni del tempio”, Liahona, ottobre 2009, 12, 14).

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coppia di sposi davanti al tempio

Le ordinanze sono essenziali per i defunti. [10.3.2]

Tutte le ordinanze di salvezza, sia per i vivi che per i morti, sono celebrate sotto la debita autorità del sacerdozio. Il battesimo, la confermazione e l’ordinazione al Sacerdozio di Melchisedec per i vivi sono celebrati al di fuori dei templi, di solito nei rioni o nei pali. Tutte le ordinanze di salvezza per i morti sono celebrate nei templi. Di seguito trovi un breve riassunto delle principali ordinanze celebrate nei templi oggi:

Battesimo e confermazione. Le ordinanze di salvezza del Vangelo svolte in favore dei morti iniziano con il battesimo per immersione e la confermazione come membri della Chiesa celebrati per procura, per il dono dello Spirito Santo, mediante l’imposizione delle mani (vedi Articoli di Fede 1:4–5). Il battesimo e la confermazione dei vivi si celebrano al di fuori del tempio (di solito nel fonte battesimale del centro del palo o in un altro luogo approvato dalla debita autorità del sacerdozio). Il battesimo per i morti è celebrato per procura dai vivi solo nel fonte battesimale del tempio.

Ordinazione al Sacerdozio di Melchisedec. L’ordinazione al Sacerdozio di Melchisedec dei maschi deceduti si celebra per procura nei templi.

Abluzione e unzione. Nell’Antico Testamento si trovano riferimenti all’abluzione e all’unzione (vedi Esodo 28:2–3, 41; 29:4–7; 40:12–13; Levitico 8:6). “Le ordinanze dell’abluzione e dell’unzione vengono spesso definite nel tempio come ordinanze iniziatorie. Al nostro scopo basterà dire soltanto quanto segue: legati all’investitura sono le abluzioni e le unzioni — estremamente simboliche per natura, ma che promettono benedizioni definite e immediate, oltre che future.

In connessione con queste ordinanze nel tempio sarete ufficialmente rivestiti dell’indumento del tempio e vi saranno promesse meravigliose benedizioni ad esso legate” (La preparazione per entrare nel sacro tempio [2002], 32, 34; vedi anche DeA 124:39).

Investitura. Di solito i membri della Chiesa ricevono la propria investitura quando si stanno preparando a svolgere una missione a tempo pieno o a essere sugellati in matrimonio nel tempio. La maturità spirituale è importante per coloro che ricevono la propria investitura. Essa è un dono di conoscenza ed è accompagnata da sacre alleanze in cui la persona che la riceve promette di vivere secondo il dono della conoscenza che riceve. Ricevere l’investitura significa anche prosperare, come quando si lega una cosa preziosa a un’altra. “Investire di qualcosa significa arricchire, donare ad altri qualcosa di duraturo e di grande valore” (La preparazione per entrare nel sacro tempio, 31).

Il presidente Brigham Young (1801–1877) definì l’investitura del tempio con queste parole: “La vostra investitura consiste nel ricevere nella casa del Signore tutte quelle ordinanze che, quando avrete lasciato questa vita, vi saranno necessarie per ritornare al cospetto del Padre, passando davanti agli angeli che fanno la guardia” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Brigham Young [1997], 302).

L’anziano James E. Talmage (1862 –1933), del Quorum dei Dodici Apostoli, descrisse un quadro generale delle alleanze associate all’investitura: “Le ordinanze dell[’investitura] comportano determinati obblighi da parte dell’individuo, quali il patto di osservare la legge della più stretta virtù e castità; di essere caritatevole, benevolo, tollerante e puro; di mettere sia le proprie capacità che i propri mezzi materiali al servizio della propagazione della verità e dell’elevazione della razza umana; di mantenersi fedeli alla causa della verità e di cercare infine di contribuire in ogni maniera alla grande opera di preparare la terra a ricevere degnamente il suo Re, il Signore Gesù Cristo. Ogniqualvolta viene stipulata un’alleanza e viene assunto un obbligo viene fatta la promessa di una benedizione la cui realizzazione è contingente alla fedele osservanza delle condizioni imposte” (La casa del Signore, ed. [1982], 76).

Suggellamento. Il potere di suggellare un famiglia per il tempo e per l’eternità è l’esperienza culminante del tempio. A questo riguardo il presidente Howard W. Hunter insegnò: “Un’altra ordinanza del tempio è il matrimonio celeste, in cui la moglie è suggellata al marito e il marito è suggellato alla moglie per l’eternità. Sappiamo naturalmente che il matrimonio civile termina con la morte, mentre il matrimonio eterno celebrato nel tempio può esistere per sempre. I figli nati da marito e moglie dopo l’unione nel matrimonio eterno sono automaticamente suggellati ai loro genitori per l’eternità. Se i figli sono nati prima del suggellamento della moglie a suo marito, si celebra l’ordinanza di suggellamento nel tempio, che suggella questi figli ai loro genitori per l’eternità; e così avviene per i figli che vengono suggellati per procura ai genitori defunti” (“Un popolo che guarda al tempio, Liahona, marzo 2004, 42).

Le ordinanze per gli antenati defunti possono essere celebrate solo nei templi [10.4]

Il battesimo per i morti è stato restaurato negli ultimi giorni. [10.4.1]

Mentre parlava al funerale di Seymour Brunson il 15 agosto 1840, il profeta Joseph Smith introdusse la dottrina del battesimo per i morti. I membri della Chiesa furono sia sorpresi che emozionati. Dopo quell’episodio i Fratelli parlarono spesso di questa nuova dottrina, e i santi iniziarono a celebrare i battesimi in favore dei propri familiari defunti nel vicino fiume Mississippi (vedi Joseph Fielding Smith, Essentials in Church History, Classics in Mormon Literature Series [1979], 252–253; Storia della Chiesa nella pienezza dei tempi – manuale dello studente [2003], 257).

Durante la conferenza generale della Chiesa di ottobre 1841 a Nauvoo, Illinois (USA), il profeta Joseph Smith dichiarò che il Signore voleva che i santi smettessero di celebrare i battesimi per i morti finché non fosse stato possibile celebrarli nella Sua casa (il tempio di Nauvoo). L’8 novembre 1841, il presidente Brigham Young, presidente del Quorum dei Dodici Apostoli, dedicò il fonte battesimale del seminterrato del tempio, e i membri della Chiesa iniziarono a celebrare i battesimi per i morti (vedi History of the Church, 4:426, 446, 454).

Dottrina e alleanze 127 e 128 contengono ulteriori direzioni del Profeta Joseph Smith concernenti il battesimo per i morti. Da allora, tutte le ordinanze di salvezza per i morti sono state celebrate soltanto nei templi.

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giovani sui gradini del tempio

Un gruppo di giovani esce dal tempio in Ghana, Africa occidentale

Abbiamo la responsabilità di celebrare le ordinanze per i morti. [10.4.2]

Il presidente Ezra Taft Benson (1899–1994) insegnò che abbiamo la responsabilità di fornire le ordinanze di esaltazione ai nostri antenati defunti:

“Una delle opere che Egli ci ha affidato in questi ultimi giorni è che noi, che abbiamo ricevuto le ordinanze dell’esaltazione, compiamo le ordinanze e il lavoro di suggellamento per i nostri antenati che non hanno avuto la possibilità di ricevere il Vangelo mentre stavano sulla terra. Abbiamo il privilegio di aprire le porte della salvezza a quelle anime che forse sono imprigionate nelle tenebre nel mondo degli spiriti, affinché possano ricevere la luce del Vangelo ed essere giudicate nella stessa maniera in cui lo siamo noi. Sì, le opere compiute dal Signore — l’offerta delle ordinanze di salvezza del Vangelo agli uomini — devono essere compiute anche da noi. Quante migliaia di nostri parenti attendono queste ordinanze di suggellamento?

Faremo bene a chiederci: ‘Ho fatto tutto quello che potevo da questa parte del velo? Sarò un salvatore per i miei progenitori?’

Senza di loro non possiamo essere resi perfetti. L’esaltazione è una questione di famiglia” (“Perché io vivo e voi vivrete”, La Stella, aprile 1994, 7).

Le ordinanze di salvezza saranno offerte a tutti i figli del Padre Celeste. [10.4.3]

Il presidente Boyd K. Packer ha spiegato che l’intento finale del lavoro per i morti è portare il dono della salvezza a tutti coloro che vogliono riceverlo:

“Nei templi tutti i membri della Chiesa che si sono a ciò qualificati possono partecipare alla più esaltata delle ordinanze redentrici mai rivelate all’umanità. Là, con una sacra cerimonia, l’uomo può essere purificato, unto, istruito, dotato e suggellato. E una volta ottenute queste benedizioni per noi, possiamo officiare per coloro che sono morti senza aver goduto degli stessi privilegi. Nei templi le sacre ordinanze vengono celebrate sia per i vivi che per i morti…

Un giorno ogni persona vivente e ogni persona che sia vissuta sulla terra avranno la possibilità di ascoltare il Vangelo e di accettare o meno ciò che il tempio offre (“Il sacro tempio”, La Stella, giugno 1992, 14, 17).

Tutti hanno la facoltà di accettare o rifiutare le ordinanze per procura. [10.4.4]

Alcune persone hanno espresso preoccupazione nei confronti della pratica della Chiesa di celebrare i battesimi per procura per i defunti. Una delle quali è la sensazione che ciò possa andare contro i desideri della persona deceduta. L’anziano D. Todd Christofferson ha chiarito che la Chiesa ha rispetto per il libero arbitrio delle persone decedute per le quali officiamo le ordinanze nei templi: “Alcuni fraintendono il significato di queste ordinanze per procura e suppongono che le anime dei defunti vengano ‘battezzate nella fede mormone senza che ne siano a conoscenza’; oppure che ‘alle persone che già appartenevano a un’altra fede si possa imporre retroattivamente la fede mormone’. Questo punto di vista presume che noi in qualche modo abbiamo il potere di esercitare una coercizione su un’anima nelle questioni di fede. Naturalmente non abbiamo questo potere. Dio conferì all’uomo il libero arbitrio fin dal principio [vedi Mosè 7:32; vedi anche Alma 5:33–36; 42:27]. ‘I morti che si pentono saranno redenti tramite l’obbedienza alle ordinanze della casa di Dio’ [DeA 138:58], ma soltanto se accettano queste ordinanze. La Chiesa non li elenca nei suoi registri, né li conta come suoi fedeli” (Liahona, gennaio 2001, 10).

Siamo benedetti tramite il culto nel tempio [10.5]

Preparati per andare al tempio. [10.5.1]

“Le ordinanze e le cerimonie del tempio sono semplici, sono belle, sono sacre; sono mantenute riservate per evitare che siano conferite a persone che non sono a ciò preparate. La curiosità non costituisce una valida preparazione. Il profondo interesse non costituisce una valida preparazione. La preparazione per le ordinanze comprende alcuni passi preliminari; fede, pentimento, battesimo, confermazione, dignità, maturità, merito di colui che viene accolto come ospite nella casa del Signore” (La preparazione per entrare nel sacro tempio, 2).

Il tempio è un luogo di rivelazione. [10.5.2]

L’anziano John A. Widtsoe (1872–1952), del Quorum dei Dodici Apostoli indicò che coloro che frequentano il tempio fedelmente devono aspettarsi di ricevere rivelazioni: “Dio rivolge la Sua parola all’uomo o alla donna che passa attraverso il tempio con gli occhi ben aperti, facendo attenzione ai simboli e alle alleanze, che compie un tentativo fedele e costante per comprenderne il pieno significato, e le rivelazioni arrivano… Ritengo che una persona indaffarata… che ha le sue preoccupazioni e i suoi guai, può risolvere le sue difficoltà meglio e più rapidamente nella casa del Signore che in qualsiasi altro luogo. Se [si lascerà i problemi alle spalle e] svolgerà il lavoro di tempio per se stessa e per i suoi defunti, ella conferirà grandi benedizioni a coloro che sono andati prima di lei nell’aldilà e una benedizione scenderà anche sul suo capo; poiché nei momenti più inattesi, dentro o fuori del tempio, le perverrà, come per rivelazione, la soluzione dei problemi che l’affliggono. Questo è il dono di cui godono coloro che entrano degnamente nel tempio [perché è il luogo in cui aspettarsi le rivelazioni]” (“Temple Worship”, The Utah Genealogical and Historical Magazine, aprile 1921, 63–64.)

Lo Spirito del Signore pervaderà la nostra vita. [10.5.3]

L’anziano Royden G. Derrick (1915–2009), dei Settanta, testimoniò delle varie benedizioni che derivano dal frequentare il tempio: “I templi del Signore sono una risorsa che i membri fedeli devono utilizzare per arricchire e nobilitare spiritualmente la propria vita e quella dei loro familiari, più o meno stretti. Quando i membri della Chiesa si recano al tempio regolarmente, la pace interiore calma l’anima; lo Spirito del Signore pervade la casa; l’amore e il rispetto tra i componenti della famiglia diventano più profondi, i problemi sono meglio definiti; le soluzioni più evidenti; le emozioni nei rapporti familiari sono più tranquille; tra i membri della Chiesa i divorzi diminuiscono sensibilmente; la vita di coloro che vi si recano e delle persone che essi frequentano è arricchita spiritualmente; i figli tendono a socializzare con bravi ragazzi, a comunicare di più con i genitori, a frequentare il Seminario e l’Istituto, a svolgere la missione, a essere attivi in Chiesa, a comprendere meglio i principi del Vangelo e a qualificarsi per un rapporto familiare eterno” (Temples in the Last Days [1987], 156).

L’investitura è una protezione. [10.5.4]

Le alleanze che stipuliamo con il Signore sono sempre accompagnate dalle promesse. Il presidente Joseph Fielding Smith riflettè sulla promessa di protezione del Signore che accompagna le alleanze del tempio:

“Quando andiamo al tempio, solleviamo le mani e facciamo alleanza di servire il Signore, di osservare i Suoi comandamenti e di preservarci immacolati dalle turpitudini del mondo. Se ci rendiamo conto di quello che facciamo, allora [l’investitura] sarà per l’uomo [e per la donna] che va al tempio una protezione per tutta la sua vita…

Mio padre [il presidente Joseph F. Smith] diceva che nell’ora del dolore, nell’ora della tentazione, era solito pensare alle promesse ed alle alleanze che aveva fatto nella casa del Signore; ed esse erano per lui un porto sicuro… 

Detta protezione è in parte lo scopo di queste cerimonie. Se le rispettiamo, esse ci salvano ora e ci esalteranno nell’aldilà. Io so che viene data questa protezione [poiché anch’io me ne sono reso conto, come hanno fatto migliaia di]… persone che hanno tenuto fede ai loro obblighi” (Dottrine di salvezza, 2:220–221).

Frequentare il tempio aiuta a vivere rettamente. [10.5.5]

Il presidente Gordon B. Hinckley (1910–2008) insegnò che recarsi al tempio contribuisce a evitare le dipendenze distruttive: “Prendete l’abitudine di andare alla casa del Signore. Frequentare il tempio è il modo migliore per essere sicuri di vivere rettamente. Spazzerà via il male della pornografia, della droga e dell’atrofia spirituale. Rafforzerà i rapporti matrimoniali e familiari” (Liahona, maggio 2005, 103).

Dal lavoro che svolgiamo per i morti scaturiscono benedizioni personali. [10.5.6]

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Mary Ellen Smoot

La sorella Mary Ellen Smoot, ex presidentessa generale della Società di Soccorso, ha evidenziato alcune delle ricompense che ricevono in cambio coloro che si recano al tempio e svolgono il lavoro per i morti: “Vediamo sorelle che gioiscono delle benedizioni del tempio, sorelle che si sforzano di fare e osservare le loro alleanze, di svolgere il lavoro per i loro parenti defunti e, facendolo, sentono i loro fardelli diventare più leggeri e diventare più forte il loro potere di resistere alla tentazione; figlie di Dio consapevoli del loro destino divino, che comprendono il loro potenziale e si impegnano a vivere le loro debolezze” (“Rallegratevi, figliole di Sion”, Liahona, gennaio 2000, 113–114).