2023
I cristiani a Corinto
Settembre 2023


Il Nuovo Testamento nel contesto

I cristiani a Corinto

Il contesto culturale di Corinto ci aiuta a comprendere alcuni consigli di Paolo che possono sembrare difficili per i lettori moderni.1

Immagine
illustrazione dell’antica Corinto

Corinto, nel primo secolo, era la fiorente capitale economica e politica della provincia romana dell’Acaia. Oltre ai cittadini romani, attirava greci, siriani e giudei. Sembra che le filosofie greche delle scuole platoniche, stoiche e ciniche abbiano influenzato alcuni corinzi istruiti — compresi alcuni cristiani — su questioni spirituali, fisiche e sociali.

La predicazione di Paolo attrasse almeno alcuni corinzi ricchi e influenti, come pure molti convertiti con meno istruzione o coinvolgimento culturale. Queste differenze contribuirono a portare divisioni e conflitti all’interno della Chiesa a Corinto.

Una saggezza speciale?

Le classi istruite a Corinto attingevano a varie tradizioni filosofiche dalle quali traevano la conclusione di avere una saggezza o una conoscenza speciali. Credevano che la loro particolare conoscenza conducesse a una nuova esistenza spirituale in questa vita. Questa idea li portò a negare l’importanza del corpo e a razionalizzare dicendosi al di sopra della legge e liberi di agire come volevano. Alcuni cristiani applicarono queste idee alla loro conversione al cristianesimo, suscitando una deliberata ribellione e una condotta immorale.

Paolo controbatté alla loro errata asserzione secondo cui “ogni cosa […] è lecita” (1 Corinzi 6:12) e argomentò che i cristiani dovevano praticare la disciplina e la purezza: “Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (vedere 1 Corinzi 6:12–20).

Aspetto personale

Giudei, greci e romani a Corinto avevano norme diverse sulla lunghezza dei capelli degli uomini e delle donne e sulla copertura del capo, in particolare durante la resa del culto. Generalmente, in tutte le culture ci si aspettava che le donne sposate si coprissero il capo. D’altra parte, gli uomini giudei, greci e romani avevano aspettative diverse sulla copertura del capo, specialmente durante la preghiera.

Queste aspettative culturali erano chiaramente oggetto dei consigli di Paolo contenuti in 1 Corinzi 11. Probabilmente però c’era un altro problema: il comportamento della élite cristiana che sfidava le usanze sociali, sia pagane che cristiane. In un’atmosfera in cui alcuni cristiani di Corinto sembravano andare contro le norme convenzionali a causa dell’orgoglio, Paolo consigliò modestia e decoro in armonia con le aspettative culturali di Corinto.

Matrimonio e celibato

Alcuni passi che riportano i consigli di Paolo sul matrimonio e sul celibato possono sembrare difficili da comprendere per noi oggi. Tuttavia, acquistano maggior senso nel contesto di una visione del mondo che sminuiva l’importanza del corpo.

A Corinto, alcuni credevano che solo un’estrema abnegazione avrebbe compiaciuto Dio. La loro visione negativa del matrimonio, tra le altre cose, portò Paolo a parlare del matrimonio (vedere 1 Corinzi 7:1–7) e a dare consigli alle persone non sposate, alle vedove, a coloro che contemplavano il divorzio e a coloro che erano sposati con non credenti (vedere 1 Corinzi 7:8–9, 39–40, 10–16). I suoi consigli possono essere riassunti in questa frase: “Rimanete casti al di fuori del matrimonio e mantenete un’intimità appropriata nel matrimonio”.

Paolo consiglia a coloro che sono sposati di rimanere sposati, anche se ci sono difficoltà. Egli consiglia ai cristiani sposati con una persona non credente di rimanere sposati, “perché il marito non credente è santificato nella moglie, e la moglie non credente è santificata nel marito credente” (1 Corinzi 7:14).

Il consiglio di Paolo a coloro che non si erano ancora sposati viene offerto come sua opinione, non come dottrina (vedere 1 Corinzi 7:7–9, 39–40). Egli desiderava che tutti gli uomini fossero come lui e il suo consiglio “ai celibi e alle vedove” era “che se ne stiano come sto anch’io”. Anche se questo presumibilmente significava mantenere un’intimità appropriata nel matrimonio ed essere casti al di fuori del matrimonio,2 è possibile che questi consigli fossero rivolti solo a coloro che avevano perso il coniuge, sia maschi che femmine.3

A prescindere da ciò, il suo consiglio è lo stesso: “Ma se non si contengono [esercitano l’autocontrollo], sposino; perché è meglio sposarsi che ardere [che qui può significare ‘ardere di passione’]”. Joseph Smith offrì questa traduzione: “Ma se non riescono a rimanere [celibi], che si sposino; poiché è meglio sposarsi piuttosto che qualcuno commetta peccato” (Joseph Smith Translation, 1 Corinzi 7:9).

Unità in Gesù Cristo

Il contesto culturale e storico di Corinto ci aiuta a comprendere meglio i consigli di Paolo sull’abbigliamento, sull’aspetto, sul matrimonio e sul celibato. Egli incoraggiò la moderazione, evitando gli estremismi nel comportamento o nell’apparenza. Quando i membri della congregazione asserivano che la loro speciale saggezza consentiva atti di ribellione, Paolo insegnò in modo chiaro che “la [loro] fede [doveva essere] fondata non sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio” (1 Corinzi 2:5). Allo stesso modo, oggi la nostra fede deve essere incentrata su Gesù Cristo, non su particolari pretese di conoscenza o saggezza presenti nella nostra cultura attuale. Allora potremo essere uno.

Note

  1. Gran parte di questo articolo è un adattamento di Eric D. Huntsman, “‘The Wisdom of Men’: Greek Philosophy, Corinthian Behavior, and the Teachings of Paul”, in Shedding Light on the New Testament: Acts–Revelation, a cura di Ray L. Huntington e altri (2009), 67–97.

  2. Vedere Sidney B. Sperry, Paul’s Life and Letters (1955), 122; Bruce R. McConkie, Doctrinal New Testament Commentary (1971), 2:344; Richard Lloyd Anderson, Understanding Paul (2007), 103.

  3. Il greco non aveva una parola di uso comune per indicare gli uomini vedovi, quindi il termine agamois (non sposato) può essere stato usato in parallelo con chērais (vedove).