2010–2019
Quattro titoli
Aprile 2013


Quattro titoli

Vorrei suggerire quattro titoli… che possono aiutarci a riconoscere il nostro ruolo individuale nel piano eterno di Dio e il nostro potenziale quali detentori del sacerdozio.

Miei cari fratelli e amati amici, essere con voi mi riempie il cuore di gratitudine e di gioia. Lodo voi padri e voi nonni che avete portato i vostri figli e i vostri nipoti. Mi congratulo con voi giovani uomini che avete scelto di essere qui quest’oggi. Questo è il luogo in cui dovete stare. Spero che possiate sentire la fratellanza che ci unisce, e prego che qui, tra i vostri fratelli, possiate provare un senso di appartenenza, di sostegno e di amicizia.

Noi uomini a volte ci identifichiamo con dei titoli. Molti di noi hanno svariati titoli, ciascuno dei quali dice qualcosa di importante sulla nostra identità. Per esempio, alcuni titoli descrivono il nostro ruolo in famiglia, come figlio, fratello, marito e padre. Altri titoli descrivono la nostra professione nel mondo, come dottore, soldato o artigiano. Alcuni descrivono la nostra posizione all’interno della Chiesa.

Oggi vorrei suggerire quattro titoli che ritengo si applichino a tutti i detentori del sacerdozio nel mondo — titoli che possono aiutarci a riconoscere il nostro ruolo individuale nel piano eterno di Dio e il nostro potenziale quali detentori del sacerdozio nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

Figlio del Padre Celeste

Un titolo che definisce tutti noi, nel modo più essenziale, è figlio del Padre Celeste. A prescindere da chi siamo o da cosa facciamo nella vita, non dobbiamo mai dimenticare che siamo letteralmente figli di spirito di Dio. Eravamo Suoi figli prima di venire in questo mondo, e saremo Suoi figli per sempre. Questa verità fondamentale cambia il modo in cui consideriamo noi stessi, i nostri fratelli e le nostre sorelle, e la vita stessa.

Purtroppo, nessuno di noi vive all’altezza di tutto ciò che questo titolo comporta, “difatti, tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio”.1

A volte può essere scoraggiante sapere che cosa significa essere figli di Dio e tuttavia venir meno al nostro potenziale. All’avversario piace approfittare di questi sentimenti. Satana vorrebbe che vi definiste in base ai vostri peccati piuttosto che al vostro potenziale divino. Fratelli, non ascoltatelo.

Tutti abbiamo visto un bambino che impara a camminare. Fa dei piccoli passi e barcolla. Cade. Rimproveriamo forse tale tentativo? Certo che no. Quale padre punirebbe un bimbo che muove i primi passi per aver inciampato? Lo incoraggiamo, lo applaudiamo e lo lodiamo perché, con ogni piccolo passo, il bambino diventa più simile ai suoi genitori.

Ebbene, fratelli, in confronto alla perfezione di Dio, noi mortali siamo poco più di un bimbo goffo e vacillante che muove i primi passi. Ma il nostro Padre Celeste vuole che diventiamo più simili a Lui e, cari fratelli, questo dovrebbe essere anche il nostro scopo eterno. Dio sa che non ci arriveremo in un istante, ma compiendo un passo alla volta.

Io non credo in un Dio che dà delle regole e dei comandamenti solo per farci cadere in modo da poterci poi punire. Credo in un Padre Celeste amorevole e altruista che gioisce di ogni nostro sforzo per progredire e per arrivare a Lui. Anche quando inciampiamo, Egli ci esorta a non scoraggiarci, a non arrenderci mai né a sfuggire alle nostre responsabilità, ma a prendere coraggio, a trovare la fede e a continuare a provarci.

Il nostro Padre nei cieli guida i Suoi figli e spesso manda un invisibile aiuto celeste a coloro che desiderano seguire il Salvatore.

Discepolo di Gesù Cristo

Questo ci porta al titolo successivo che abbiamo in comune: tutti coloro che cercano onestamente di seguire il Cristo sono chiamati Suoi discepoli. Anche se riconosciamo che nessuno di noi è perfetto, non ci serviamo di questo come scusa per abbassare le nostre aspettative, per vivere al di sotto dei nostri privilegi, per procrastinare il giorno del nostro pentimento, o per rifiutare di crescere e di diventare migliori, più perfetti e più puri seguaci del nostro Maestro e Re.

Ricordate che la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è istituita non per uomini e donne perfetti o impassibili alle tentazioni mortali, ma piuttosto per persone esattamente come voi e me. È edificata sulla roccia del nostro Redentore, il Signore Gesù Cristo,2 la cui Espiazione può purificarci e permetterci di diventare “concittadini… e membri della famiglia di Dio”.3

Senza l’Espiazione di Gesù Cristo, la vita sarebbe una strada senza uscita, senza speranza o futuro. Con l’Espiazione, la vita è un viaggio di crescita e di sviluppo che nobilita e che ispira, e che conduce alla vita eterna alla presenza di nostro Padre Celeste.

Se però l’Espiazione intende aiutarci a diventare tutti più simili a Cristo, essa non si propone di renderci tutti uguali. A volte confondiamo le differenze di personalità con il peccato. Possiamo anche fare l’errore di pensare che, poiché qualcuno è diverso da noi, deve significare che non è accettevole a Dio. Questo filone di pensiero induce alcuni a credere che la Chiesa voglia creare ogni membro con lo stesso stampo, in modo che ognuno sia uguale a tutti gli altri nell’aspetto, nei sentimenti, nei pensieri e nel comportamento. Questo sarebbe in contraddizione con la saggezza di Dio, che ha creato ogni uomo diverso da suo fratello, ogni figlio diverso da suo padre. Anche i gemelli identici non sono identici in personalità e identità spirituale.

Questo è anche in contraddizione con l’intento e lo scopo della Chiesa di Gesù Cristo, che riconosce e protegge il libero arbitrio morale, con tutte le sue conseguenze di vasta portata, di ogni singolo figlio di Dio. Come discepoli di Gesù Cristo noi siamo uniti nella testimonianza del vangelo restaurato e nel nostro impegno di osservare i comandamenti di Dio. Ma siamo diversi nelle nostre preferenze culturali, sociali e politiche.

La Chiesa prospera quando approfittiamo di questa diversità e ci incoraggiamo vicendevolmente a sviluppare e a usare i nostri talenti per edificare e per rafforzare gli altri discepoli.

Fratelli, il discepolato è un viaggio che dura tutta la vita al seguito del nostro Salvatore. Lungo il nostro viaggio metaforico da Betlemme al Golgota, avremo molte occasioni di abbandonare il cammino. A volte sembrerà che il sentiero sia più difficile di quanto abbiamo desiderato. Ma come uomini del sacerdozio noi dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro Redentore, anche quando la croce sembra essere troppo pesante da portare.

A ogni passo che compiamo per seguire il Figlio di Dio può esserci rammentato che non siamo ancora perfetti. Facciamo in modo di essere discepoli incrollabili e costanti. Non arrendiamoci. Siamo fedeli alle nostre alleanze. Non perdiamo mai di vista il nostro Avvocato e Redentore lungo il nostro cammino verso di Lui, facendo un passo imperfetto dopo l’altro.

Guaritore di anime.

Fratelli, se seguiamo davvero il nostro Signore Gesù Cristo dobbiamo accettare un terzo titolo: guaritore di anime. Noi che siamo stati ordinati al sacerdozio di Dio siamo chiamati “a guarire il loro cuor”.4

È nostro compito edificare, riparare, rafforzare, sollevare e sanare. Il nostro incarico è di seguire l’esempio del Salvatore e volgerci a coloro che soffrono. Siamo chiamati a “piangere con quelli che piangono… e a confortare quelli che hanno bisogno di conforto”.5 Noi fasciamo le ferite degli afflitti. Noi “soccorriamo i deboli, alziamo le mani cadenti e rafforziamo le ginocchia fiacche”.6

Come insegnanti familiari, noi siamo dei guaritori. Come detentori del sacerdozio, noi siamo dei guaritori. Come padri, figli, fratelli e mariti, dovremmo essere guaritori impegnati e devoti. In una mano portiamo un contenitore di olio consacrato per la benedizione degli infermi; nell’altra portiamo una pagnotta per nutrire gli affamati, e nel cuore portiamo la piacevole parola di Dio “che guarisce l’anima ferita”.7

Questa è la nostra responsabilità principale quali detentori del sacerdozio, e si applica sia ai detentori del Sacerdozio di Aaronne che ai detentori del Sacerdozio di Melchisedec. Il vangelo restaurato di Gesù Cristo benedice le vite non solo quando ci crediamo, ma soprattutto quando lo mettiamo in pratica. È nell’applicazione dei principi evangelici che le persone sono edificate e le famiglie rafforzate. È nostro privilegio e responsabilità non solo dire ciò che è giusto, ma anche fare ciò che è giusto.

Il Salvatore è Colui che opera miracoli. Egli è il grande Guaritore. È il nostro esempio, la nostra luce, anche nei momenti più bui, e ci mostra la retta via.

SeguiamoLo. Eleviamoci al nostro ruolo e diventiamo guaritori servendo Dio e i nostri simili.

Erede di vita eterna

Il quarto titolo che tutti condividiamo ci riporta al primo titolo dell’elenco, poiché come figli del nostro Padre Celeste, noi siamo eredi di tutto ciò che Egli ha.

“Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio;

e se siamo figliuoli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pur soffriamo con lui, affinché siamo anche glorificati con lui”.8

Pensateci, miei amati fratelli. Noi siamo coeredi di Cristo!

Ha senso, quindi, che molti di noi dedichino gran parte del proprio tempo prezioso, dei propri pensieri, dei propri mezzi e delle proprie energie a perseguire prestigio o ricchezza o a farsi intrattenere dalle novità più belle in campo elettronico?

Il Signore ci ha fatto la promessa divina che “chiunque è fedele così da ottenere questi due sacerdozi… e magnificare la sua chiamata… accett[erà] me, dice il Signore… E colui che accetta me, accetta mio Padre… perciò, tutto quello che mio Padre ha gli sarà dato”.9

Va al di là della mia capacità di pensiero immaginare tutto ciò che comporta questa promessa. Ma so che è grandiosa, divina, eterna e che vale tutti i nostri sforzi nella vita.

Sapendo questo, come possiamo non essere disposti con gioia a servire il Signore e i nostri simili e a vivere all’altezza delle responsabilità del sacerdozio di Dio?

Questa è un’opera nobile che impegnerà ogni nostro senso e amplierà ogni nostra capacità. Desideriamo vedere i cieli aperti e sperimentare i suggerimenti dello Spirito Santo che ci indica la via? Allora impugniamo la nostra falce e mettiamo tutto il nostro impegno in questa grande opera — una causa molto più grande di noi!

Servire Dio e i nostri simili sarà una sfida che ci trasformerà in qualcosa di più grande di quanto avremmo mai potuto pensare.

Forse potreste pensare di non essere necessari, di essere trascurati e non desiderati, di non essere nessuno.

Sono sinceramente dispiaciuto se qualche detentore del sacerdozio si sente in questo modo. Di certo voi non siete trascurati o non desiderati dal vostro Padre Celeste. Egli vi ama. E vi dico con certezza che siete necessari alla vostra Chiesa.

Non sapete che “Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i savi; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti”?10

Forse è vero che siamo deboli, forse non siamo savi o forti, ma quando Dio opera per nostro tramite, nessuno può essere contro di noi.11

Ecco perché siete necessari. Avete il vostro contributo speciale da offrire e Dio può rendere efficace tale contributo in maniera possente. La vostra capacità di contribuire non dipende dalla vostra chiamata nella Chiesa. Le vostre opportunità di servire sono infinite. Se state aspettando ai bordi del campo, vi incoraggio a entrare in gioco.

Non aspettate una chiamata particolare per poter essere pienamente impegnati nell’edificazione del regno di Dio. Come detentori del sacerdozio voi siete già chiamati all’opera. Studiate la parola di Dio quotidianamente, pregate il Padre Celeste ogni giorno, interiorizzate i principi del vangelo restaurato, rendete grazie a Dio e chiedete di essere guidati. Poi applicate ciò che imparate, per prima cosa in famiglia ma anche in tutte le situazioni della vita.

Nella sinfonia del grande Compositore, voi avete la vostra parte particolare da suonare, le vostre note da cantare. Se non farete la vostra parte la sinfonia certamente andrà avanti; ma se levate la vostra voce e vi unite al coro e permettete al potere di Dio di operare per vostro tramite, voi vedrete aprirsi “le cateratte del cielo”, ed Egli riverserà “su voi tanta benedizione, che non vi sia più dove riporla”.12 Elevatevi al vostro vero potenziale di figli di Dio e potrete essere una forza benefica nella vostra famiglia, in casa, nella comunità, nella nazione e nel mondo.

E nel farlo, nel “perdere la vostra vita” al servizio degli altri,13 voi crescerete e maturerete fino a raggiungere “l’altezza della statura perfetta di Cristo”.14 Allora sarete preparati a ereditare, con Cristo, tutto ciò che il Padre ha.

Voi siete importanti per Dio.

Miei cari fratelli, mie cari amici, voi siete importanti. Siete amati. Siete necessari. Quest’opera è vera. Il sacerdozio che avete il privilegio di detenere proviene davvero da Dio.

Prego che, nel ponderare i molti titoli di un degno detentore del sacerdozio, scoprirete un vento divino che vi sospinge, che vi eleva e che vi fa progredire fino alla grande eredità che il vostro Padre Celeste ha in serbo per voi. Vi lascio questa benedizione e la mia testimonianza nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.