Abilità per lo sviluppo dell’insegnante
Metodi, tecniche e approcci di insegnamento


“Metodi, tecniche e approcci di insegnamento”, Metodi, tecniche e approcci di insegnamento (2023)

“Metodi, tecniche e approcci di insegnamento”, Metodi, tecniche e approcci di insegnamento

Metodi, tecniche e approcci di insegnamento

Insegnare è un compito complesso e variegato. Un elenco di metodi o tecniche per insegnare comprenderebbe molte idee ed esempi, e una presentazione completa riempirebbe diversi volumi. È possibile comunque raggrupparli in aree generali di metodi, tecniche o approcci che sono essenziali per un insegnamento efficace. Questa sezione tratta di alcune di queste aree importanti.

Quando si decide quale metodo utilizzare, è importante ricordare che i metodi e le tecniche sono solo mezzi per raggiungere uno scopo, non lo scopo in se stessi. L’insegnante dovrebbe scegliere metodi che aiuteranno nel modo migliore gli studenti a comprendere il contenuto, le dottrine e i principi di un blocco scritturale, a sentirsi edificati e a desiderare di applicare a se stessi quelle dottrine e quei principi. Tenere a mente lo scopo per cui si utilizza un particolare metodo o tecnica aiuterà l’insegnante a usarli nel modo migliore. È anche importante ricordare che senza lo Spirito anche i metodi e le tecniche più efficaci non avranno successo.

Domande

Fare domande efficaci è una delle tecniche più importanti che un insegnante possa sviluppare. Le domande possono impegnare gli studenti nel processo di comprensione delle Scritture e aiutarli a individuare e capire importanti verità del Vangelo. Li aiutano anche a riflettere su come il Vangelo ha influito sulla loro vita e a ponderare in che modo possono metterne in pratica i principi adesso e in futuro. Porre domande efficaci stimola gli studenti a invitare lo Spirito Santo nella loro esperienza di apprendimento, in quanto li incoraggia ad esercitare il loro arbitrio e li aiuta a fare la loro parte.

Durante la preparazione della lezione, è utile inserire attentamente delle domande che porteranno alla comprensione e all’impegno della mente e del cuore degli studenti nell’apprendere. Nel pensare alle domande da fare, l’insegnante dovrebbe prima stabilire lo scopo per il quale sta ponendo quella determinata domanda (per esempio, desiderare che gli studenti scoprano delle informazioni nel passo scritturale, che pensino al significato di quel passo, o che rendano testimonianza della veridicità di un principio). L’insegnante dovrebbe poi formulare la domanda tenendo presente quell’obiettivo. Poche parole scelte con attenzione possono fare una grande differenza nel riuscire o meno a ottenere il risultato auspicato.

L’insegnante deve cercare di preparare e porre domande che stimolano riflessione e sentimenti. Di solito si devono evitare le domande a cui si può rispondere con un semplice “sì” o “no”, o la cui risposta è così ovvia che gli studenti non vengono stimolati a riflettere. Bisogna anche evitare le domande che possono accendere delle controversie, perché questo potrebbe frustrare gli studenti e creare contese nella classe, e allontanerebbe lo Spirito (vedere 3 Nefi 11:29).

Quando in classe vengono poste delle domande, è importante che si lasci agli studenti del tempo per pensare alle risposte. A volte gli insegnanti fanno una domanda, aspettano uno o due secondi e, se qualcuno non risponde subito, vanno nel panico e rispondono loro stessi. Le domande efficaci, però, spesso richiedono riflessione e gli studenti potrebbero aver bisogno di tempo per trovare la risposta nelle Scritture o per formulare una risposta che abbia senso. A volte potrebbe essere utile dare agli studenti il tempo di scrivere la risposta prima di rispondere.

Gesù Cristo, il Sommo Insegnante, usava diversi tipi di domande per incoraggiare le persone a meditare e a mettere in pratica i principi che insegnava. Le Sue domande variavano a seconda di cosa stesse cercando di fare accadere nella vita di coloro a cui insegnava. Alcune domande incoraggiavano i Suoi ascoltatori a pensare e a rivolgersi alle Scritture per trovare la risposta, ad esempio quando chiedeva: “Nella legge che sta scritto? Come leggi?” (Luca 10:26). Altre domande intendevano invitare a prendere un impegno, come quando chiedeva: “Che sorta di uomini dovreste essere?” (3 Nefi 27:27).

Benché esista una grande varietà di domande che l’insegnante può porre, in generale ci sono quattro tipi di domande particolarmente importanti nell’insegnamento e nell’apprendimento del Vangelo:

  1. Domande che invitano gli studenti a cercare informazioni

  2. Domande che portano gli studenti ad analizzare per comprendere

  3. Domande che richiamano i sentimenti e la testimonianza

  4. Domande che incoraggiano l’applicazione

Domande che invitano gli studenti a cercare informazioni

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classe di studenti

Le domande finalizzate alla ricerca aiutano gli studenti ad aumentare la loro comprensione delle Scritture tramite la ricerca di dettagli importanti nel contenuto del blocco scritturale. Dato che queste domande di ricerca incoraggiano a cercare le informazioni nel testo delle Scritture, è utile porle prima di leggere i versetti in cui si trovano le risposte. Questo concentra l’attenzione degli studenti e permette loro di scoprire le risposte nel passo scritturale.

Le domande di ricerca spesso comprendono parole come chi, che cosa, quando, come, dove, e perché. Alcuni esempi di domande che invitano gli studenti a cercare informazioni sono:

  • Secondo Matteo 19:22, perché il giovane ricco è andato via triste?

  • In 1 Samuele 17:24, in che modo gli uomini di Israele hanno reagito quando hanno visto Golia? Come ha reagito Davide nel versetto 26?

  • Quale consiglio ha dato Alma a suo figlio Shiblon in Alma 38:5–15?

Le risposte a questo tipo di domande dovrebbero portare a una comprensione di base su cui si potranno inserire altri tipi di domande per stimolare una maggiore comprensione e capacità di applicazione. La domanda del Salvatore: “Chi dice la gente che sia il Figliuol dell’uomo?” (Matteo 16:13) ricevette molte informazioni. Le risposte date dai Suoi discepoli li preparò per una domanda più profonda e pungente: “E voi, chi dite ch’io sia?” (Matteo 16:14).

Domande che portano gli studenti ad analizzare per comprendere

Le domande di analisi di solito vengono poste dopo che gli studenti hanno imparato bene i versetti che stanno studiando. Possono invitare gli allievi a cercare una maggiore e più profonda comprensione delle Scritture. Possono aiutarli a esaminare relazioni e schemi all’interno delle Scritture oppure a scoprirne le contrapposizioni. Le domande di analisi hanno quasi sempre più di una possibile risposta.

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lettura in classe

Di solito le domande di analisi servono ad almeno uno dei tre seguenti scopi. Possono aiutare gli studenti a:

  • Comprendere meglio il contesto e il contenuto delle Scritture.

  • Individuare i principi e le dottrine del Vangelo.

  • Sviluppare una comprensione più profonda di questi principi e dottrine.

Aiutare gli studenti a comprendere meglio il contesto e il contenuto delle Scritture. Le domande di analisi possono aiutare gli studenti ad allargare la loro comprensione del testo e degli eventi scritturali, aiutandoli a esaminare i diversi passaggi nell’ambito del loro contesto storico e culturale, o alla luce di altri passi delle Scritture. Possono anche chiarire il significato di parole o frasi e aiutano ad analizzare i dettagli della storia per ottenere una maggiore comprensione. Questo processo prepara gli studenti a individuare i principi e le dottrine.

Esempi di questo tipo di domande sono:

  • In che modo la spiegazione di Gesù in Matteo 13:18–23 ci aiuta a comprendere i Suoi insegnamenti nei versetti 3–8?

  • Quali differenze vedete tra la reazione di Laman e Lemuele al comandamento dell’angelo rispetto a quella di Nefi? (Vedere 1 Nefi 3:31; 4:1–7).

  • Che cosa aveva portato alla perdita delle 116 pagine che indusse poi il Signore a dire a Joseph Smith che “non [avrebbe] dovuto temere l’uomo più di Dio”? (Dottrina e Alleanze 3:7).

Aiutare gli studenti a individuare i principi e le dottrine del Vangelo. Quando sviluppano una comprensione del contesto e del contenuto, gli studenti sono più in grado di individuare nelle Scritture i principi e le dottrine. Le domande di analisi possono aiutare gli studenti a trarre delle conclusioni e a esprimere chiaramente i principi o le dottrine trovati nel blocco scritturale (vedere la sezione 2.5.1, “Individuare le dottrine e i principi” a pagina 27).

Alcuni esempi di queste domande sono:

  • Quale principio apprendiamo grazie al successo di Nefi nell’ottenere le tavole di bronzo, nonostante le grandi difficoltà? (Vedere 1 Nefi 3–4).

  • Quali dottrine sulla natura di Dio impariamo dalla Prima Visione? (Vedere Joseph Smith—Storia 1:15–20).

  • Quale lezione possiamo imparare dagli sforzi compiuti dalla donna col flusso di sangue per toccare il Salvatore e dalla conseguente reazione di Lui? (Vedere Marco 5:24–34).

Aiutare gli studenti a sviluppare una comprensione più profonda dei principi e delle dottrine. Oltre a individuare i principi e le dottrine, gli studenti devono comprenderli prima di poterli mettere in pratica. Le domande che conducono a una comprensione più chiara del significato di un particolare principio o dottrina, che incoraggiano gli studenti a pensare a un principio riportandolo in un contesto attuale, o che li invitano a spiegare un principio sono particolarmente utili. Ecco alcuni esempi:

  • Qual è una prova che amiamo Dio con tutta la nostra “forza, mente e facoltà”? (Vedere Moroni 10:32).

  • Perché la preghiera ci aiuta sempre a ottenere la forza spirituale necessaria per superare tentazioni come il parlare agli altri sgarbatamente o il partecipare a forme di divertimento che offendono lo Spirito? (Vedere Dottrina e Alleanze 10:5).

  • Quali comportamenti o qualità si possono trovare in qualcuno che sta edificando la propria vita sulle fondamenta di Cristo? (Vedere Helaman 5:1–14).

  • Usando ciò che abbiamo imparato in Alma 40, come spieghereste la dottrina della resurrezione a un amico che non è della nostra fede?

Domande che richiamano i sentimenti e la testimonianza

Alcune domande aiutano gli studenti a riflettere e a comprendere i principi e le dottrine del Vangelo, mentre altre possono far meditare sulle proprie esperienze spirituali e portano gli studenti a sentire più profondamente la veridicità e l’importanza di un principio o una dottrina del Vangelo. Spesso, questi sentimenti fanno nascere un maggior desiderio interiore di vivere più fedelmente un principio del Vangelo. In un discorso agli insegnanti di religione del CES, l’anziano Henry B. Eyring ha fatto riferimento a questo tipo di domande quando ha detto:

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studente alza la mano

“Alcune domande invitano l’ispirazione. I grandi insegnanti pongono queste domande. Ecco una domanda che potrebbe non invitare l’ispirazione: ‘Come si riconosce un vero profeta?’. Questa domanda richiede come risposta un elenco, preso da ciò che ricordiamo delle Scritture e delle parole dei profeti viventi. Potrebbero rispondervi molti studenti. La maggior parte potrebbe dare dei suggerimenti passabili. E la mente di molti potrebbe venire stimolata.

Ma potremmo anche porre la domanda in questo modo, con una piccola differenza: ‘Quando avete sentito di essere alla presenza di un profeta?’ Questo inviterà le persone a investigare i loro ricordi alla ricerca di tali sensazioni. Dopo averla posta, possiamo saggiamente aspettare un momento prima di chiedere a qualcuno di rispondere. Anche coloro che non parlano penseranno a esperienze spirituali. Questo inviterà lo Spirito Santo” (“The Lord Will Multiply the Harvest”, 6).

Queste domande invitano gli studenti a riflettere sul passato, “a investigare i loro ricordi alla ricerca” dei sentimenti provati e a pensare alle proprie esperienze spirituali legate alle dottrine e ai principi del Vangelo di cui si è parlato. Spesso queste domande portano gli studenti a condividere sentimenti ed esperienze o a rendere testimonianza di una dottrina o un principio. Queste domande portano il Vangelo dalla mente al cuore degli studenti. E quando essi sentono nel cuore la veridicità e l’importanza di una dottrina o di un principio del Vangelo, allora molto più probabilmente lo metteranno in pratica.

Seguono alcuni esempi di domande che possono incoraggiare l’espressione dei sentimenti e invitare la testimonianza:

  • Quando avete sentito la pace e la gioia che deriva dal perdonare gli altri?

  • Pensate a un’occasione in cui il Signore ha guidato le vostre scelte perché avete confidato in Lui piuttosto che nella vostra comprensione (vedere Proverbi 3:5–6). In che modo siete stati benedetti per averlo fatto?

  • Se doveste esprimere personalmente la vostra gratitudine al Salvatore per il Suo sacrificio per voi, cosa Gli direste?

  • In che modo la vostra vita è diversa grazie a ciò che accadde nel Bosco Sacro?

  • In che occasioni avete visto qualcuno reagire con fede alle prove? Che influenza ha avuto su di voi?

Attenzione: le risposte a domande di questo genere possono essere particolarmente personali e riservate. L’insegnante deve stare attento a non forzare gli studenti a rispondere a una domanda, a condividere i loro sentimenti e le loro esperienze, o a rendere testimonianza. Inoltre l’insegnante deve aiutare gli studenti a comprendere la natura sacra delle esperienze spirituali personali e incoraggiarli a condividerle in modo appropriato (vedere Dottrina e Alleanze 63:64).

Domande che incoraggiano l’applicazione

In fondo, lo scopo dell’insegnamento del Vangelo è quello di aiutare gli studenti a mettere in pratica i principi e le dottrine che si trovano nelle Scritture e a qualificarsi per ricevere le benedizioni promesse a coloro che sono fedeli e obbedienti. Gli studenti che riescono a vedere quanto sono stati benedetti nel passato vivendo i principi del Vangelo, avranno un più grande desiderio e saranno meglio preparati a metterli in pratica nel futuro. Le domande giocano un ruolo importante nell’aiutare gli studenti a vedere come applicare questi principi alla loro situazione attuale e come farlo in futuro.

Di seguito sono riportati alcuni esempi di domande che possono aiutare gli studenti a pensare a modi specifici in cui applicare i principi e le dottrine nelle loro vite:

  • Quali cambiamenti dovreste operare per meglio santificare la domenica in modo da rimanere immacolati dal mondo? (Vedere Dottrina e Alleanze 59:9–13).

  • Qual è un consiglio del profeta che potreste seguire più scrupolosamente? (Vedere Alma 57:1–27).

  • In che modo il principio per cui se cerchiamo prima il regno di Dio, saremo benedetti nelle altre cose ci può aiutare a dare le giuste priorità alle nostre mete e attività nei prossimi due o tre anni? (Vedere Matteo 6:33).

Discussioni di classe

Le discussioni di classe significative hanno un ruolo importante nell’insegnamento e nell’apprendimento del Vangelo. Una discussione di classe ha luogo quando gli studenti e l’insegnante interagiscono verbalmente in maniera da favorire l’apprendimento. Una buona discussione può aiutare gli studenti a riconoscere l’importanza di cercare risposta a domande importanti e il valore che ha ascoltare e imparare da commenti, idee ed esperienze altrui. Può anche aiutare gli studenti a mantenere un buon livello di concentrazione e partecipazione in classe e spesso conduce a una migliore comprensione delle dottrine e dei principi del Vangelo trattati, come pure a un desiderio più genuino di mettere in pratica quanto si è imparato e sentito.

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discussione di classe

Di seguito riportiamo alcune idee per aiutare gli insegnanti a condurre discussioni di classe che siano fonte di interesse e ispirazione:

Programmare la discussione. Come per gli altri metodi di insegnamento, una discussione deve essere attentamente preparata e diretta sotto l’influenza dello Spirito. L’insegnante deve pensare in che modo la discussione aiuterà gli studenti a comprendere ciò che hanno bisogno d’imparare, quale serie di domande porteranno a raggiungere quell’obiettivo, come porre le domande nel modo più efficiente e come reagire se una risposta di uno studente porta la discussione in una direzione non voluta.

Evitare di parlare eccessivamente. Gli insegnanti che parlano troppo in una discussione possono scoraggiare gli studenti dal fare lo sforzo di partecipare perché sanno che il loro insegnante è spesso troppo ansioso di dare lui stesso la risposta. Quando l’insegnante parla troppo, gli studenti possono pensare che il loro contributo non sia utile e perdono l’interesse.

Invitare tutti gli studenti a partecipare. L’insegnante dovrebbe cercare di trovare dei modi per invitare tutti gli studenti a partecipare a discussioni significative, anche coloro che esitano per diverse ragioni. Occorre peraltro stare attenti a non mettere in imbarazzo gli studenti chiedendo loro di partecipare quando si sa che non sono preparati.

A volte uno studente o pochi studenti tendono a monopolizzare le discussioni di classe. L’insegnante dovrebbe parlare loro in privato, ringraziandoli per la loro disponibilità a partecipare, esprimendo l’importanza di incoraggiare tutti i membri della classe a partecipare e spiegando il motivo per cui non potrà essere lasciata loro la parola ogni volta che si offrono di rispondere.

Chiamare gli studenti per nome. Chiamare gli studenti per nome per rispondere a una domanda o fare un commento aiuta a stabilire un clima di affetto e di rispetto.

Non avere paura del silenzio. A volte, quando viene posta una domanda efficace, gli studenti non rispondono immediatamente. Il silenzio non dovrebbe preoccupare l’insegnante, se non dura troppo a lungo. A volte gli studenti hanno bisogno della possibilità di riflettere sulla domanda e sulla risposta da dare. Questo tipo di riflessione può favorire l’insegnamento da parte dello Spirito Santo.

Riformulare la domanda. A volte gli studenti hanno difficoltà a rispondere a una domanda perché non è chiara. Allora può esserci bisogno di riformulare la domanda o di chiedere se si è capita. Si dovrebbe evitare di chiedere una raffica di domande senza lasciare agli studenti il tempo necessario per formulare risposte adeguate.

Ascoltare attentamente e fare domande di approfondimento. L’insegnante a volte è così preoccupato per ciò che deve dire o fare dopo da non prestare attenzione a ciò che dicono gli studenti. Osservando e ascoltando attentamente gli studenti, l’insegnante può discernere i loro bisogni e guidare la discussione sotto la direzione dello Spirito Santo. L’insegnante può assicurarsi di comprendere le risposte degli studenti facendo domande come: “Puoi aiutarmi a capire che cosa intendi dicendo…?” oppure “Puoi fare un esempio di quello che intendi?”. Fare queste domande di approfondimento spesso invita lo studente a dire di più su quello che sta pensando e provando, e di frequente invita uno spirito di testimonianza nella risposta. L’insegnante deve ricordare agli studenti di ascoltare gli altri e non chiacchierare quando qualcun altro sta parlando.

Ridirigere i commenti o le domande di uno studente. Molte volte le discussioni di classe seguono il seguente schema: l’insegnante pone una domanda, uno studente risponde e l’insegnante aggiunge un approfondimento alla risposta dello studente prima di porre un’altra domanda. Le discussioni possono diventare molto più interessanti, brillanti ed efficaci quando l’insegnante ridirige la risposta o il commento di uno studente agli altri studenti. Semplici domande come “Che cosa aggiungereste?” o “Quali sono i vostri pensieri su quel commento?” possono creare un modello in cui gli studenti rispondono agli studenti. Spesso questo migliora notevolmente l’esperienza di apprendimento. Di solito, se il tempo non è limitato, tutti gli studenti che desiderano fare un commento dovrebbero avere la possibilità di parlare.

Apprezzare la risposta. Quando uno studente risponde, l’insegnante deve dimostrare apprezzamento in qualche modo. Può essere un semplice “grazie” oppure un commento sulla risposta. Quando viene data una risposta incorretta, l’insegnante deve fare attenzione a non mettere in imbarazzo lo studente. Un buon insegnante procede usando la parte corretta del commento dello studente oppure pone una domanda di approfondimento per permettergli di rivalutare la sua risposta.

Leggere insieme le Scritture in classe

Leggere le Scritture in classe aiuta gli studenti a conoscere e comprendere meglio i versetti che stanno studiando. Può anche aiutarli ad avere più fiducia nella loro capacità di leggere le Scritture da soli. L’insegnante deve fare attenzione a non mettere in imbarazzo chi non legge bene o chi è molto timido. Gli studenti che preferiscono non leggere a voce alta non devono essere costretti a farlo, ma l’insegnante può incoraggiarli a partecipare in modi in cui si sentono più a loro agio. Per esempio, assegnare in anticipo un breve passo a uno studente in modo che possa far pratica nella lettura può essere un modo appropriato per farlo partecipare in classe.

Ci sono molti modi per leggere le Scritture insieme in classe:

  • Chiedere agli studenti di leggere a voce alta, uno alla volta o all’unisono.

  • Chiedere agli studenti di leggere uno all’altro.

  • Chiedere agli studenti di leggere un passo in silenzio.

  • Assegnare i personaggi della storia a diversi studenti perché leggano le loro parole.

  • Leggere a voce alta agli studenti, mentre questi seguono sulle loro Scritture.

Esposizione da parte dell’insegnante

Benché per la loro comprensione e applicazione delle Scritture sia importante che gli studenti abbiano un ruolo attivo nel processo di apprendimento, questo non sostituisce la necessità che l’insegnante presenti in modo corretto le informazioni in diversi momenti, mentre gli studenti ascoltano. In questo manuale, i momenti in cui l’insegnante parla e gli studenti ascoltano verranno chiamati “esposizione dell’insegnante”. Se usata correttamente, l’esposizione da parte dell’insegnante migliora gli altri metodi d’insegnamento. Se però se ne abusa, questa attività imperniata sull’insegnante può ridurre l’efficacia dell’insegnamento e limitare la possibilità dello studente di apprendere mediante lo studio e la fede.

Un’esposizione dell’insegnante può essere molto efficace quando si riassume una grande quantità di materiale, si presentano nuove informazioni, si passa a un’altra porzione della lezione o si tirano le conclusioni. L’insegnante può dover spiegare, chiarire e illustrare il contesto di un blocco scritturale in modo che gli studenti lo comprendano più chiaramente. L’insegnante può sottolineare dottrine e principi chiave ed esortare gli studenti a metterli in pratica. Forse ancora più importante, l’insegnante può rendere testimonianza delle verità del Vangelo ed esprimere l’amore che prova per il Padre Celeste e Suo Figlio.

Quando si ricorre all’esposizione da parte dell’insegnante, così come quando si utilizza un qualsiasi altro metodo di insegnamento, l’insegnante deve continuamente valutare la ricettività degli studenti ponendosi domande come: “I miei studenti sono interessati e concentrati?” e “Comprendono ciò che viene presentato?”. Alla fine, l’efficacia di questo o di qualsiasi altro metodo di insegnamento viene determinato dal fatto se gli studenti imparano tramite lo Spirito oppure no, se comprendono le Scritture e desiderano mettere in pratica quanto hanno appreso.

Le seguenti idee possono aiutare l’insegnante a utilizzare questo metodo con più efficacia.

Programmare le parti della lezione dedicate all’esposizione fatta dall’insegnante. A volte, gli insegnanti preparano attentamente le altre parti della lezione ma non prestano la stessa attenzione a quelle parti in cui loro parleranno di più. Una delle preoccupazioni relative all’esposizione dell’insegnante è che gli studenti possano diventare facilmente solo dei partecipanti passivi all’esperienza di apprendimento. Quindi anche l’esposizione deve essere programmata e preparata con cura, decidendo come insegnare e come sviluppare le istruzioni in modo logico.

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giovane donna che prende il sacramento

Quando si programma l’utilizzo di un’esposizione da parte dell’insegnante, bisogna prendere attentamente in considerazione i momenti in cui è particolarmente importante che gli studenti assumano un ruolo attivo. In genere, nei passaggi della lezione dalla comprensione del contesto e del contenuto del blocco scritturale alla scoperta, discussione e applicazione dei principi e delle dottrine, l’importanza del ruolo attivo degli studenti aumenta.

Combinare l’esposizione dell’insegnante con altri metodi. Un utilizzo efficace dell’esposizione fatta in classe dall’insegnante prevede una visione generale del piano della lezione che comprenda anche altri metodi e attività. L’esposizione deve essere abbastanza flessibile da permettere cambiamenti se diventa ovvio che gli studenti sono annoiati o confusi. In questo modo, anche se è l’insegnante che sta parlando, il focus rimane sugli studenti e sull’apprendimento, e l’insegnante può effettuare adattamenti secondo necessità. Qualcuno ha paragonato l’esposizione dell’insegnante al filo che lega le perle di una collana. Le perle sono i vari metodi utilizzati (domande, discussioni, lavoro di gruppo, audiovisivi, ecc.), che vengono tenuti insieme dalle istruzioni e dalle spiegazioni dell’insegnante. Non è il filo in sé a rendere bella la collana.

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uomo che insegna

Utilizzare una giusta varietà. Ci sono alcuni modi per rendere varia l’esposizione dell’insegnante. L’insegnante può evitare la monotonia cambiando l’inflessione, il tono e il volume della voce e muovendosi nella classe durante la sua esposizione. Può anche esserci varietà nel tipo di materiale presentato. Per esempio si possono raccontare storie, usare il giusto umorismo, indicare immagini o dipinti esposti nell’aula, leggere citazioni, usare la lavagna o gli audiovisivi, e rendere testimonianza. La varietà durante l’esposizione dovrebbe sempre migliorare la capacità degli studenti di comprendere e mettere in pratica le Scritture.

Storie

Le storie possono aiutare ad accrescere la fede degli studenti nel vangelo di Gesù Cristo. Possono generare interesse e aiutare gli studenti a comprendere il Vangelo grazie alle esperienze di altri. Le storie possono essere particolarmente efficaci per aiutare gli studenti a comprendere i principi del Vangelo individuati nel blocco scritturale. Presentando il principio in un contesto attuale oltre che in quello delle Scritture, le storie possono aiutare gli studenti a comprendere come quel principio del Vangelo si applica alla loro vita e sentire il desiderio di metterlo in pratica.

L’anziano Bruce R. McConkie ha insegnato: “Naturalmente non c’è niente di male nel raccontare una storia moderna che promuove la fede, accaduta nella nostra dispensazione. […] Anzi, dovrebbe essere consigliato. Dovremmo fare del nostro meglio per mostrare che ai santi di oggi succedono le stesse cose che sono accadute ai fedeli del passato. […]

Forse, il modo migliore per presentare delle storie che rafforzino la fede è quello di insegnare ciò che si trova nelle Scritture e poi apporvi un sigillo di viva realtà raccontando qualcosa di simile ed equivalente accaduto nella nostra dispensazione e — ancora meglio — a noi come individui” (“The How and Why of Faith-Promoting Stories”, New Era, luglio 1978, 4–5).

L’insegnante può raccontare storie tratte dalla vita dei profeti e dalla storia della Chiesa, così come quelle che si trovano nei discorsi delle conferenze generali e nelle riviste della Chiesa. Può anche raccontare storie vere tratte dalle proprie esperienze. Alcune delle esperienze di apprendimento più importanti e toccanti avvengono quando l’insegnante invita gli studenti a raccontare una loro esperienza che dimostra come sono stati benedetti mettendo in pratica un principio del Vangelo.

Quando si raccontano delle storie, bisogna prendere qualche precauzione e tenere presenti alcuni suggerimenti.

  • Se il racconto delle storie diventa il metodo o la tecnica dominante per l’insegnamento, ci si concentra sulle storie diminuendo il tempo dedicato alle Scritture e mettendo in secondo piano le dottrine e i principi che insegnano.

  • Raccontare troppe storie tratte dalla vita dell’insegnante può portare all’autocelebrazione e ad avere insegnanti che “si pongono a luce del mondo” (2 Nefi 26:29).

  • Benché le storie possano chiarire e rendere vivo un insegnamento delle Scritture e aiutare gli studenti a sentire il potere dello Spirito, non devono mai essere usate per manipolare emotivamente.

  • Non bisogna abbellire i fatti di una storia vera per renderla più drammatica o toccante.

  • Se una storia non è vera, come una storia umoristica per chiarire il punto, deve essere chiaramente dichiarato all’inizio della storia.

Discussioni e incarichi in piccoli gruppi

Qualche volta è utile dividere la classe in coppie o piccoli gruppi in modo che gli studenti possano partecipare insieme a un’attività o a una discussione. Le attività svolte in piccoli gruppi spesso permettono a un maggior numero di studenti di essere partecipi e sentirsi più a loro agio nel condividere reciprocamente sentimenti, pensieri e testimonianze. Queste attività offrono agli studenti anche l’occasione di insegnare agli altri il Vangelo e di prepararsi per insegnarlo in futuro. Le discussioni in piccoli gruppi possono coinvolgere efficacemente coloro che sembrano aver perso interesse e concentrazione; inoltre aiutano gli studenti a sviluppare la propria capacità di comunicare e rafforzano corrette relazioni sociali e spirituali. Possono altresì instillare fiducia negli studenti più timidi, facendoli partecipare più attivamente.

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studio di gruppo

Quando si fanno lavorare gli studenti in coppie o in piccoli gruppi, è bene tenere presente che:

  • Prima di dividere gli studenti in piccoli gruppi, l’insegnante deve fornire istruzioni chiare di cosa devono fare durante l’attività. Spesso è utile scrivere le istruzioni alla lavagna o stamparle su fogli da dare a ciascuno, in modo che gli studenti possano rivederle durante l’attività.

  • Le attività di apprendimento in piccoli gruppi che hanno un collegamento con la vita e le situazioni degli studenti in genere creano maggior interesse e partecipazione.

  • Assegnare un capogruppo per ogni gruppo e un limite di tempo aiutano il gruppo a rimanere focalizzato. Le attività di gruppo troppo lunghe spesso risultano in gruppi che finiscono in momenti diversi, creando del disordine.

  • In genere gli studenti partecipano all’attività con maggior interesse se l’insegnante li invita fin da subito a prepararsi per parlare o insegnare alla classe qualcosa che avranno imparato durante l’attività. Questo darà agli studenti anche la possibilità di fare pratica nell’insegnare il Vangelo agli altri.

  • Spesso gli studenti lavorano meglio quando esaminano le Scritture, leggono una citazione o svolgono altri lavori da soli, prima di unirsi in gruppo.

  • Con gruppi di cinque o più studenti, può essere difficile che tutti possano partecipare appieno. Inoltre i gruppi grandi fanno più fatica a rimanere concentrati sul compito da svolgere.

  • Lavorare in piccoli gruppi potrebbe non essere il metodo migliore per rispondere a domande semplici, dato il tempo richiesto per organizzarli.

  • Quando se ne fanno troppe, le attività di gruppo diventano meno efficaci.

Durante il lavoro di gruppo gli studenti potrebbero distrarsi dallo scopo dell’attività, chiacchierare di questioni personali o non impegnarsi come dovrebbero nell’apprendimento. L’insegnante che rimane attivamente coinvolto spostandosi di gruppo in gruppo e controllando l’attività può aiutarli a rimanere concentrati sul compito e a trarre il massimo dal loro incarico.

Esercizi scritti

L’insegnante dovrebbe invitare gli studenti a svolgere esercizi scritti, come prendere degli appunti, scrivere nel diario, completare schede di lavoro, registrare riflessioni personali e redigere brevi saggi. Occasionalmente, invitare gli studenti a rispondere per iscritto a una domanda che fa riflettere li aiuta ad approfondire e a chiarire il loro pensiero. Invitare gli studenti a rispondere per iscritto a una domanda prima di condividere i loro pensieri con la classe dà loro il tempo di organizzare le idee e di ricevere i suggerimenti dello Spirito Santo. Gli studenti possono essere meglio disposti a condividere i loro pensieri se prima li hanno scritti, e molto spesso quello che diranno risulterà più significativo. Tra le altre cose, gli incarichi di scrittura offrono la possibilità agli studenti di partecipare personalmente, di ricevere ispirazione, di prepararsi a insegnare e condividere i loro sentimenti con altri, di riconoscere la mano del Signore nella loro vita e di rendere testimonianza. Quando gli insegnanti decidono quali esercizi scritti sono appropriati per un’esperienza di apprendimento, dovrebbero considerare questo principio affermato dall’anziano David A. Bednar: “Scrivere ciò che impariamo, pensiamo e sentiamo mentre studiamo le Scritture è un’altra forma di meditazione e un possente invito rivolto allo Spirito Santo di continuare a istruirci” (“Because We Have Them before Our Eyes”, New Era, aprile 2006, 6–7).

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studente che scrive

Questi esercizi dovrebbero essere adattati per i più giovani o i disabili, in modo che anche loro possano riuscire. Per esempio si può preparare un esercizio in cui si devono solo aggiungere informazioni mancanti così da essere meno impegnativo. L’insegnante può aiutare questi studenti assegnando loro esercizi scritti pertinenti solo a brevi passi scritturali o a domande specifiche e concedendo loro tempo sufficiente per portarli a termine.

Di solito gli studenti traggono maggior beneficio da queste attività quando:

  • L’insegnante fornisce indicazioni scritte chiare in modo che possano continuamente farvi riferimento durante l’esercizio.

  • L’attività concentra il loro pensiero sulle verità del Vangelo adatte alle loro situazioni personali.

  • L’attività li aiuta a trovare un’applicazione personale di quelle verità.

  • Sono sostenuti e assistiti dall’insegnante durante tutta la durata dell’attività.

  • I limiti di tempo sono commensurati alla difficoltà dell’esercizio.

  • Gli studenti vengono invitati a spiegare, condividere o testimoniare di qualcosa che hanno imparato dall’attività.

  • Gli studenti hanno la certezza che i sentimenti o gli impegni personali non saranno fatti conoscere ad altri, compreso l’insegnante, senza il loro permesso.

  • L’attività è una parte importante della lezione e non viene fatta solo per “occuparli” o come punizione.

  • A coloro che hanno difficoltà nello scrivere vengono dati modi alternativi per annotare i loro pensieri e le loro idee: potrebbe trattarsi di un altro studente che funge da scrivano, una registrazione audio, e così via.

  • Non si abusa degli esercizi scritti.

Lavagna nera o bianca

Una lavagna ben predisposta dimostra che l’insegnante è preparato e contribuisce a creare nell’aula un’atmosfera stimolante. Un utilizzo efficace della lavagna durante la lezione prepara gli studenti a imparare e invita alla partecipazione significativa, soprattutto coloro che tendono ad apprendere in modo visivo. Quando usano la lavagna, gli insegnanti devono ricordare di scrivere chiaramente e con caratteri abbastanza grandi che tutti possano vedere, assicurandosi che tutto sia ben spaziato, ordinato e facile da leggere. Quando non è disponibile una lavagna, si può usare un grande foglio o poster.

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insegnante alla lavagna

Sulla lavagna l’insegnante può scrivere i punti o i principi fondamentali della lezione, le dottrine o gli eventi, disegnare una cartina o un diagramma, mostrare o disegnare delle immagini che riguardano le Scritture, creare schemi di eventi storici, elencare ciò che gli studenti trovano nelle Scritture, oppure fare molte altre cose che promuovono l’apprendimento.

Oggetti e immagini

Spesso è difficile insegnare gli aspetti astratti del Vangelo. Usare oggetti e illustrazioni può essere un modo efficace per aiutare gli studenti a comprendere i principi spirituali. Ad esempio, un oggetto comune come il sapone può aiutare gli studenti a comprendere un principio astratto come il pentimento. Il Salvatore faceva spesso riferimento a oggetti terreni (come il pane, l’acqua, le candele, il moggio) per aiutare chi Lo ascoltava a comprendere principi spirituali.

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studente che tiene in mano un’immagine

Per aiutare gli studenti a immaginare come potevano essere i personaggi, i luoghi, gli eventi, gli oggetti e i simboli menzionati nelle Scritture puoi servirti di oggetti e di illustrazioni. Invece che soltanto parlare di un giogo (vedere Matteo 11:28–30), l’insegnante potrebbe portarne uno in classe o disegnarlo alla lavagna oppure mostrarlo in un’immagine. Gli studenti potrebbero toccare e sentire il profumo di un fiore mentre leggono dei “gigli della campagna” (Matteo 6:28–29). Potrebbero assaggiare del pane non lievitato.

Gli oggetti e le immagini, compresi cartine e schemi, possono essere efficaci per aiutare gli studenti a visualizzare, analizzare e comprendere le Scritture, soprattutto se vengono usati per stimolare una discussione. Mostrare un oggetto o un’immagine quando gli studenti entrano in classe può creare un clima di apprendimento e incoraggiare in loro uno spirito di curiosità.

Ci sono due aspetti da prendere particolarmente in considerazione quando si usano oggetti e immagini: primo, devono sempre rafforzare lo scopo della lezione invece di distogliere l’attenzione da esso. Secondo, la fonte per le discussioni di classe riguardo al contesto e ai particolari di un evento deve sempre essere il racconto scritturale e non l’interpretazione dell’evento o della storia che ne ha dato un artista nella sua opera.

Presentazioni audiovisive e con il computer

Le Scritture sono piene di racconti in cui il Signore aiuta i Suoi figli a comprendere i Suoi insegnamenti tramite la vista e l’udito (vedere 1 Nefi 11–14; Dottrina e Alleanze 76; Mosè 1:7–8, 27–29). Gli audiovisivi e la tecnologia, se usati correttamente ed efficacemente, possono aiutare gli studenti a comprendere meglio le Scritture, nonché a imparare e a mettere in pratica le verità del Vangelo.

Gli audiovisivi possono ritrarre eventi scritturali importanti e aiutare gli studenti a visualizzarli e sentirli più vicini. Queste risorse possono mostrare come le persone applicano i principi del Vangelo per superare prove e problemi, e offrire allo Spirito la possibilità di testimoniare la verità.

La tecnologia informatica permette agli insegnanti di mostrare segmenti video, di proiettare domande importanti, immagini o citazioni di Autorità generali, o anche di sottolineare i principi e le dottrine individuate durante la lezione. Le presentazioni al computer possono essere usate nello stesso modo di una lavagna bianca o a gesso: per scrivere i punti chiave della lezione, mostrare i riferimenti scritturali e dare istruzioni per le attività in coppia, in gruppo o da soli. Usare la tecnologia in questo modo può essere di aiuto a quegli studenti che apprendono visivamente e a tutti gli altri per organizzare e comprendere meglio ciò che stanno imparando.

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insegnante che mostra un video sul portatile

L’utilizzo di audiovisivi, del computer o di altre risorse tecnologiche dovrebbe contribuire a rendere la lezione più chiara, interessante e facile da ricordare, e non distrarre gli studenti dal sentire le impressioni dello Spirito.

Gli audiovisivi possono meglio aiutare gli studenti a imparare e a mettere in pratica i principi del Vangelo quando vengono usati per stimolare la riflessione e i sentimenti, e per coinvolgerli nel testo scritturale. Potrebbe essere utile scrivere alla lavagna cose specifiche da cercare o domande da prendere in considerazione durante la visione o l’ascolto di ciò che viene presentato. Potrebbe anche servire mettere in pausa la presentazione per rivolgere delle domande o per far notare delle informazioni utili. Molte volte per raggiungere lo scopo voluto è necessaria solo una parte della risorsa audiovisiva. L’insegnante che insieme agli audiovisivi e alla tecnologia utilizza anche altri metodi, come la discussione o gli esercizi scritti, aumenta le probabilità che i principi del Vangelo siano compresi e interiorizzati. Quando disponibili, i sottotitoli degli audiovisivi possono migliorare la comprensione e la possibilità di ricordare, soprattutto in quegli studenti che hanno problemi di udito.

Quando durante la lezione si utilizzano gli audiovisivi o il computer, l’insegnante deve preparare l’apparecchiatura prima dell’inizio della classe e assicurarsi che funzioni. Occorre anche accertarsi che tutti possano sentire e vedere la presentazione dal loro posto. L’insegnante deve preparare gli audiovisivi o il computer prima della lezione in modo che la presentazione parta già dal punto voluto al momento di utilizzarla. Può anche essere una buona idea che l’insegnante faccia pratica con la presentazione prima di usarla nella lezione.

Linee guida

Forse più che con qualsiasi altro metodo d’insegnamento, l’uso degli audiovisivi e della tecnologia crea problemi intrinseci e potenziali responsabilità. L’insegnante deve essere saggio nel decidere se un audiovisivo o una presentazione al computer sia appropriata e utile per l’esperienza di apprendimento. Affidarsi troppo alla tecnologia può condurre a tenere delle lezioni incentrate sulla tecnologia e sui media, piuttosto che sulle Scritture e sugli allievi. Le seguenti domande possono aiutare gli insegnanti a prendere decisioni sagge riguardo all’utilizzo di audiovisivi e computer:

  1. Questa risorsa aiuta gli studenti a imparare ciò che è importante? Le presentazioni audiovisive possono intrattenere e impressionare gli studenti, ma questa risorsa dà un contributo diretto allo scopo della lezione e a ciò che devono imparare? L’intrattenimento o occupare il tempo non sono una ragione sufficiente per l’utilizzo di queste risorse. L’insegnante deve guardare o ascoltare la presentazione prima di usarla in classe per assicurarsi che rafforzi o supporti le Scritture e le dottrine e i principi insegnati nella lezione.

  2. È una risorsa per la lezione o diventerà l’attrazione principale? L’anziano Boyd K. Packer ha consigliato: “Gli audiovisivi in classe possono essere una benedizione o una maledizione, secondo come sono usati. Possono essere considerati come spezie e aromi di un piatto. Devono essere usati con parsimonia per rendere una lezione interessante” (Teach Ye Diligently, rev. ed. [1991], 265).

  3. È appropriato e in linea con le norme della Chiesa? Edifica? Molti prodotti del mondo possono avere un buon messaggio, ma spesso arrivano con contenuti indesiderati che offendono lo Spirito e portano idee che non sono in armonia con gli insegnamenti del Vangelo. Un segmento video o audio, anche se adatto, non dovrebbe essere usato se proviene da una fonte che contiene materiale inappropriato. Materiale controverso o sensazionale di solito non edifica la fede e la testimonianza.

  4. Viola il copyright o altre leggi? Molti video, canzoni e altro materiale non possono essere utilizzati perché protetti da copyright e da accordi di utilizzazione. È importante che tutti i dirigenti e gli insegnanti del Seminario e dell’Istituto osservino le leggi sui diritti d’autore e tutte le altre leggi e obblighi del paese in cui insegnano, in modo che né loro né la Chiesa siano passibili di azioni legali.

Le seguenti istruzioni si applicano agli insegnanti e ai dirigenti del Seminario e dell’Istituto in tutti i paesi.

Utilizzo di materiale prodotto dalla Chiesa

Se non altrimenti specificato sul materiale, gli insegnanti e i dirigenti possono copiare e mostrare i film, i video, le immagini e le registrazioni musicali prodotti dalla Chiesa per un utilizzo non commerciale e per il Seminario e l’Istituto. La musica tratta dagli Inni, dall’Innario dei bambini e dalle riviste della Chiesa può essere utilizzata per uso non commerciale in chiesa, al Seminario e all’Istituto, eccetto ne venga espressamente indicato il divieto sull’inno o sul canto. Gli insegnanti e i dirigenti del Seminario e dell’Istituto possono scaricare e mostrare in classe il materiale prodotto dalla Chiesa, salvo che in quel materiale ne venga espressamente indicato il divieto.

Utilizzo di materiale non prodotto dalla Chiesa

Come regola generale, i software, i programmi e il materiale audiovisivo non devono essere scaricati da Internet o mostrati in classe se non sono state acquistate le necessarie licenze. Eccetto che per video, musiche o materiale di proprietà della Chiesa, quando si utilizza in classe questo tipo di materiale esiste un grande rischio di venir meno alle leggi sui diritti d’autore, in tutte le nazioni. Quindi, come regola generale, gli insegnanti e i dirigenti del Seminario e dell’Istituto in tutto il mondo non dovrebbero mostrare in classe materiale che non sia prodotto dalla Chiesa.

Copiare materiale che contiene musica (come spartiti o registrazioni) è una violazione diretta delle leggi sui diritti d’autore, a meno che il proprietario dei diritti d’autore non abbia rilasciato un’autorizzazione scritta. Anche la duplicazione senza permesso dei testi con diritti d’autore è illegale.

Le seguenti istruzioni definiscono specificamente alcune eccezioni nelle leggi sui diritti d’autore degli Stati Uniti che permettono agli insegnanti del Seminario e dell’Istituto e ai dirigenti di mostrare degli spezzoni video in classe negli Stati Uniti senza dover prima ottenere una licenza dal proprietario dei diritti d’autore. Benché esistano eccezioni simili in altri paesi, gli insegnanti del Seminario e dell’Istituto devono contattare l’Intellectual Property Office per valutare le specifiche leggi ed eccezioni che si applicano nel loro paese prima di mostrare spezzoni di video in commercio o programmi registrati o scaricati da Internet.

Utilizzo di video prodotti commercialmente. La legislazione statunitense prevede un’eccezione che permette agli insegnanti e agli studenti di utilizzare in classe video commerciali senza dover acquistare una licenza. A questo proposito, comunque, i video commerciali possono essere usati solo sotto questa eccezione e se esistono tutte le seguenti condizioni. Un video mostrato deve: a) provenire da una copia acquistata legalmente; b) essere utilizzato nell’insegnamento diretto, cioè con un insegnante o un dirigente di Seminario o Istituto presente durante la proiezione; c) essere mostrato in una classe o luogo simile dedicato all’insegnamento; d) essere mostrato da un’organizzazione non profit, come una classe di Seminario o Istituto; e) essere direttamente collegato alla lezione e non a scopo di intrattenimento. Proiettare materiale commerciale, noleggiato o acquistato, prima, durante o dopo la lezione solo per intrattenere è illegale e disonesto. Questo è quasi sempre il caso quando viene visto un film per intero.

Utilizzo di programmi registrati. Negli Stati Uniti un programma televisivo non a pagamento andato in onda via etere o cavo e registrato può essere usato per una lezione solo se sussistono le seguenti condizioni: a) La copia viene tenuta per non più di 45 giorni e poi subito cancellata. b) La copia è utilizzata in classe solo entro i primi 10 giorni dopo la data della registrazione (dopo i primi dieci giorni, ma comunque entro i primi 45 giorni, la copia può essere usata soltanto dall’insegnante per valutare se il programma potrebbe essere usato per future lezioni). c) La copia è usata solo una volta (una seconda volta solo se è necessario rinforzare il concetto). d) La copia viene proiettata solo in una classe o in luogo simile dedicato all’insegnamento. e) Il messaggio o il contenuto del programma non viene alterato. f) La copia non può essere duplicata e data ad altri. g) Tutte le copie devono riportare la notifica dei diritti d’autore per il programma come registrato. h) Il programma non può essere unito (fisicamente o elettronicamente) a segmenti di programmi diversi per creare una raccolta per l’insegnamento o altri prodotti.

Oltre ai requisiti precedenti, per gli spezzoni di video commerciali e di programmi registrati o scaricati da Internet bisogna che: a) venga mostrata solo una parte del video o del programma; b) vengano usati senza modifiche; c) non vengano usati in modo da suggerire che gli autori o i proprietari del programma sostengono la Chiesa, il Seminario o l’Istituto né i loro insegnamenti; né in modo da suggerire che la Chiesa o il Seminario e l’Istituto appoggino il programma o i suoi autori o proprietari; d) non vengano usati per promuovere in modo discutibile la Chiesa o il Seminario e l’Istituto; ed e) vengano utilizzati in accordo con tutte le restrizioni conosciute e le direttive della Chiesa riguardo ai contenuti.

Se gli insegnanti o i dirigenti del Seminario e dell’Istituto hanno domande a cui queste linee guida non rispondono, possono fare riferimento alla sezione 38.8.11, “Materiale soggetto ai diritti d’autore” nel Manuale generale – Servire ne La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

Intellectual Property Office
50 East North Temple Street, Room 1888
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E-mail: cor-intellectualproperty@ldschurch.org

Musica

La musica, soprattutto gli inni della Chiesa, può svolgere un ruolo importante nell’aiutare gli studenti a sentire l’influenza dello Spirito Santo durante l’apprendimento del Vangelo. Nella prefazione all’innario della Chiesa, la Prima Presidenza ha dichiarato: “La musica ispirata è una parte essenziale delle nostre riunioni in chiesa. Gli inni invocano lo Spirito del Signore, creano un sentimento di riverenza, ci uniscono gli uni agli altri e forniscono il mezzo per innalzare le nostre lodi al Signore.

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classe che canta un inno

Alcuni dei più grandi sermoni sono predicati mediante il canto degli inni. Gli inni ci stimolano al pentimento e alle buone opere, rafforzano la testimonianza e la fede, sollevano gli afflitti, consolano chi piange e ci ispirano a perseverare sino alla fine” (Inni, ix). Il presidente Dallin H. Oaks ha insegnato: “Mi domando se facciamo sufficiente uso di questa risorsa inviata dal cielo nelle nostre riunioni, nelle nostre classi e nelle nostre case. […]

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giovane donna che suona il pianoforte

La nostra musica sacra è un potente mezzo per prepararci a pregare e a recepire gli insegnamenti del Vangelo” (“L’adorazione mediante la musica”, La Stella, gennaio 1995, 10, 13). L’insegnante dovrebbe aiutare gli studenti a comprendere l’importanza della musica nel culto e come essa crei un ambiente in cui lo Spirito può operare più efficacemente.

Di seguito sono elencati alcuni modi in cui si può utilizzare la musica per migliorare l’esperienza di apprendimento degli studenti:

  • Mettere della musica ispirata di sottofondo, mentre gli studenti entrano in classe oppure nei momenti in cui svolgono compiti scritti.

  • Invitare e incoraggiare gli studenti a partecipare in modo significativo al canto degli inni in classe.

  • Ripassare e offrire ulteriori informazioni sui principi del Vangelo durante la lezione cantando un inno o una strofa di un inno che sia collegato a quanto si è insegnato quel giorno. In fondo all’innario ci sono un indice ai riferimenti scritturali e uno per argomenti, che possono essere utili a questo proposito.

  • Creare occasioni in cui la lettura del testo degli inni aiuti gli studenti a rafforzarsi e a esprimere una testimonianza delle dottrine e dei principi del Vangelo.

  • Invitare gli studenti a esibirsi in numeri musicali appropriati in classe.

Quando si prendono decisioni sull’uso della musica in classe per qualsiasi scopo (come musica di sottofondo, per la Padronanza dottrinale o per la memorizzazione), è importante ricordare il seguente avvertimento dell’anziano Boyd K. Packer: “Ci sono stati molti sforzi per prendere temi sacri del Vangelo e collegarli alla musica moderna nella speranza di attirare i nostri giovani al messaggio. […] Non so come si possa fare questo e incrementare la spiritualità. Io credo che non ci si riesca” (That All May Be Edified [1982], 279). Alla fine, è responsabilità dell’insegnante accertarsi che tutta la musica utilizzata nelle lezioni sia in armonia con le norme della Chiesa e che non offenda mai lo Spirito del Signore.

Consigli e avvertenze generali

Mentre il desiderio di stabilire delle buone relazioni con gli studenti è giusto, il desiderio di essere elogiati, se non riconosciuto o non controllato, può portare l’insegnante a preoccuparsi più di cosa pensano di lui gli studenti piuttosto che di aiutarli a imparare e a progredire. Questo spesso conduce l’insegnante a sostituire i metodi che servono a invitare lo Spirito Santo con metodi che accrescono la sua immagine agli occhi degli studenti. Gli insegnanti che cadono in questa trappola peccano di frode sacerdotale, perché “si pongono a luce del mondo, per poter ottenere guadagno e le lodi dal mondo” (2 Nefi 26:29). L’insegnante deve fare attenzione affinché l’umorismo, le storie personali o altri metodi d’insegnamento non siano utilizzati per intrattenere, impressionare o guadagnarsi gli elogi degli studenti. Piuttosto, l’obiettivo di tutti gli insegnanti di religione deve essere glorificare il Padre Celeste e condurre gli studenti a Gesù Cristo.

Il presidente Howard W. Hunter ha insegnato: “Sono certo che vedete il potenziale pericolo di essere tanto influenti e persuasivi che i vostri studenti si attacchino a voi piuttosto che al Vangelo. Ora, è un bellissimo problema con cui dover lottare e speriamo che tutti voi siate insegnanti tanto carismatici. Ma in questo c’è un pericolo reale. Ecco perché dovete invitare i vostri studenti a conoscere le Scritture, non solo presentarle e dare loro la vostra interpretazione. Ecco perché dovete invitare i vostri studenti a sentire lo Spirito del Signore, non solo dire loro i vostri sentimenti personali. Ecco perché, alla fine, dovete invitare i vostri studenti a rivolgersi direttamente a Cristo, non a qualcuno che, per quanto bravo sia, insegna soltanto la Sua dottrina. Voi non sarete sempre con i vostri studenti. Voi non potrete tenerli per mano dopo che avranno lasciato la scuola superiore. E voi non avete bisogno di discepoli” (“Eternal Investments” [una serata col presidente Howard W. Hunter, 10 febbraio 1989], 2).

Inoltre, i seguenti consigli e avvertimenti sono validi per una moltitudine di metodi di insegnamento e situazioni:

  • Competizione. L’insegnante deve stare molto attento con la competizione in classe, soprattutto quando gli studenti competono l’uno contro l’altro. La competizione genera dispute, scoraggiamento, umiliazione o imbarazzo e allontana lo Spirito.

  • La comunicazione negativa. L’insegnante deve usare saggezza nell’esprimere la sua delusione alla classe o a un singolo studente. La maggior parte degli studenti si sente in qualche modo inadeguato e ha bisogno di essere edificato e incoraggiato piuttosto che di vedere sottolineate solo le sue mancanze.

  • Sarcasmo. Che sia espresso dall’insegnante a uno studente o fra studenti, il sarcasmo è quasi sempre negativo e ferisce, porta all’umiliazione e alla perdita dello Spirito.

  • Comunicazione e linguaggio inappropriato. L’insegnante deve evitare di urlare o di litigare con gli studenti. Bestemmie e volgarità non devono sussistere in un ambiente di istruzione religiosa.

  • Utilizzo della forza fisica. L’insegnante non deve mai usare la forza fisica per intimidire o costringere uno studente a comportarsi bene. Persino i giochi con le mani possono degenerare e diventare qualcosa di più grave. L’insegnante dovrebbe intervenire fisicamente nei confronti di uno studente solo quando necessario per proteggere un altro studente.

  • Utilizzo di un linguaggio specifico di genere. L’insegnante deve fare attenzione all’uso di un linguaggio specifico di genere all’interno delle Scritture. Alcuni passi sono espressi usando la forma maschile a causa della lingua da cui sono stati tradotti. Bisogna ricordare agli studenti che alcuni termini espressi al maschile si riferiscono a uomini e donne. Quando ad Adamo fu detto: “Tutti gli uomini, ovunque, devono pentirsi” (Mosè 6:57), il Signore certamente parlava sia degli uomini che delle donne. A volte la forma maschile è specifica e corretta. Per esempio, i membri della Divinità sono maschi e i riferimenti ai doveri del sacerdozio si rivolgono ai fratelli.