Abilità per lo sviluppo dell’insegnante
Gestione della classe


“Gestione della classe”, Gestione della classe (2023)

“Gestione della classe”, Gestione della classe

Gestione della classe

L’obiettivo dei Seminari e degli Istituti di Religione suggerisce tre finalità didattiche principali a cui gli amministratori e gli insegnanti cercano di conformarsi per adempiere tale scopo:

  1. Insegniamo agli studenti le dottrine e i principi del Vangelo così come si trovano nelle Scritture e nelle parole dei profeti.

  2. Queste dottrine e questi principi vengono insegnati in modo da portare alla comprensione e all’edificazione.

  3. Aiutiamo gli studenti a fare la loro parte nel processo di apprendimento e li prepariamo a insegnare il Vangelo agli altri.

Per raggiungere questi propositi, gli insegnanti e gli studenti del Seminario e dell’Istituto sono incoraggiati a mettere in pratica i principi fondamentali per insegnare e apprendere il Vangelo.

In questi principi, le pratiche e i risultati sono interconnessi. Se messi in opera saggiamente e in reciproca armonia, questi principi fondamentali aumentano la capacità degli studenti di comprendere le Scritture, così come le dottrine e i principi che esse contengono. Inoltre, li incoraggiano ad assumere un ruolo attivo nell’apprendimento del Vangelo e incrementano la loro capacità di vivere il Vangelo e di insegnarlo agli altri.

Insegnare e apprendere mediante lo Spirito

L’insegnamento e l’apprendimento del Vangelo avvengono grazie al potere dello Spirito Santo. L’insegnamento e l’apprendimento mediante lo Spirito hanno luogo quando lo Spirito Santo svolge il Suo ruolo o le Sue funzioni con l’insegnante, con lo studente o con entrambi. Soltanto quando s’insegna e s’impara mediante lo Spirito gli studenti riusciranno a comprendere e a fare affidamento sugli insegnamenti e sull’Espiazione di Gesù Cristo in modo tale da qualificarsi per la vita eterna.

Il presidente Henry B. Eyring ha sottolineato il ruolo cruciale che lo Spirito Santo ha nell’apprendimento spirituale: “I nostri studenti non possono conoscere Dio, e quindi amare come dovrebbero, a meno che non siano istruiti mediante lo Spirito Santo. Solo tramite lo Spirito essi possono sapere che Dio ci ha amato abbastanza da mandare Suo Figlio a espiare […] i nostri peccati, che Gesù è il Figlio di Dio e che Cristo ha pagato il prezzo dei loro peccati. Solo tramite lo Spirito essi possono sapere che il Padre Celeste e il Suo Figlio risorto e glorificato apparvero a Joseph Smith. Solo tramite lo Spirito essi possono sapere che il Libro di Mormon è la vera parola di Dio. Solo tramite l’ispirazione possono sentire l’amore che il Padre e il Figlio nutrono per loro e che è manifesto nel fatto che ci abbiano dato le ordinanze necessarie per ottenere la vita eterna. Solo ottenendo queste testimonianze, poste in profondità nel loro cuore dallo Spirito Santo, saranno radicati su un fondamento sicuro per rimanere saldi durante le tentazioni e le prove della vita” (“To Know and to Love God” [una serata con un’Autorità generale, 26 febbraio, 2010], 2).

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donna che insegna

Il seguente elenco include alcune funzioni dello Spirito Santo direttamente collegate al Suo ruolo nell’insegnamento e nell’apprendimento del Vangelo:

Una volta compreso il ruolo essenziale che lo Spirito Santo svolge nell’apprendimento spirituale, gli insegnanti faranno tutto il possibile per invitare lo Spirito a svolgere queste funzioni. A questo scopo gli insegnanti si sforzeranno di acquisire la dignità personale; leveranno la “preghiera della fede” (Dottrina e Alleanze 42:14) e cercheranno di essere accuratamente preparati per ogni lezione; cercheranno di concentrarsi sull’esperienza di apprendimento dei loro studenti e di essere sereni in cuor loro, piuttosto che sentirsi turbati o ansiosi rispetto ad altre cose; mostreranno uno spirito di umile ricerca e incoraggeranno i loro studenti a invitare lo Spirito Santo nella loro esperienza di apprendimento.

Gli insegnanti e gli studenti possono contribuire a creare un clima che favorisca lo Spirito Santo:

  • Tenendo devozionali significativi.

  • Leggendo e insegnando le Scritture e le parole dei profeti.

  • Incentrando esempi e discussioni sul Salvatore e rendendo testimonianza di Lui.

  • Affermando le dottrine e i principi evangelici con semplicità e chiarezza.

  • Dedicando del tempo alla meditazione nei momenti di ispirato silenzio.

  • Raccontando esperienze personali appropriate e rendendo testimonianza delle dottrine e dei principi.

  • Utilizzando musica ispirata.

  • Esprimendo affetto e gratitudine reciproci e per il Signore.

Gli insegnanti possono riconoscere se le funzioni dello Spirito si manifestino o meno nelle loro lezioni, prendendo in considerazione domande quali:

  • Gli studenti sentono un amore più forte verso il Salvatore, il Vangelo e le Scritture?

  • Gli studenti comprendono chiaramente i principi insegnati?

  • Gli studenti sono edificati e si sentono ispirati ad agire in base ai principi che hanno appreso?

  • La classe sta diventando più unita?

  • Le testimonianze vengono espresse e rafforzate?

  • Gli studenti sono interessati e coinvolti nel processo di apprendimento?

  • Vi è un sentimento di “amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà” (Galati 5:22) in classe?

È importante ricordare che nessun insegnante, per quanto dotato o fedele, può adempiere le funzioni dello Spirito. Occasionalmente gli insegnanti possono cercare di produrre un’esperienza spirituale. Il presidente Boyd K. Packer ha insegnato: “Non possiamo usare la coercizione nelle cose spirituali. […] Non possiamo obbligare lo Spirito a rispondere, più di quanto non possiamo costringere un fagiolo a germogliare o un uovo a schiudersi prima del tempo stabilito. Possiamo creare un clima che favorisca il progresso, il nutrimento e la protezione, ma non possiamo obbligare o costringere: dobbiamo aspettare che tale crescita si verifichi” (“La candela del Signore”, La Stella, luglio 1983, 31).

Gli insegnanti che cercano di insegnare tramite lo Spirito non dovrebbero fare affidamento principalmente sul proprio intelletto, sulla propria esperienza o personalità, bensì sull’influenza dello Spirito Santo (vedere 2 Nefi 4:34). Dovrebbero cercare di evitare di manipolare le emozioni o di farsi venire le lacrime agli occhi come prova che lo Spirito è presente. Il presidente Howard W. Hunter ha ammonito: “Penso che, se non stiamo attenti come […] insegnanti che lavorano tutti i giorni nella classe, possiamo iniziare a simulare la vera influenza dello Spirito del Signore in modo indegno e manipolativo. Mi preoccupo quando sembra che forti emozioni o abbondanti lacrime siano equiparate alla presenza dello Spirito. Certamente lo Spirito del Signore può provocare forti sentimenti emotivi, incluse le lacrime, ma questa manifestazione esteriore non deve essere confusa con la presenza dello Spirito stesso” (“Eternal Investments” [una serata con un’autorità generale, 10 febbraio 1989],4).

Gli insegnanti devono stare attenti a usare frasi come: “Lo Spirito mi ha detto di…” o “Lo Spirito mi ha detto che dovrei…”. Più o meno intenzionalmente queste frasi possono essere percepite come autopromozione e implicare un esagerato livello di spiritualità che potrebbe indurre una forma di coercizione spirituale. Di solito, agli insegnanti basta agire in base ai suggerimenti dello Spirito senza annunciare che lo stanno facendo.

Il presidente Henry B. Eyring ha dato questo consiglio: “Dare agli studenti delle esperienze spirituali è più importante che parlare dello Spirito. Tenete presente che ogni persona sente lo Spirito in maniera un po’ diversa. […] Penso che sia una cosa talmente personale che starei attento a cercare di entrare troppo nello specifico. Penso che […] sentirlo […] sia meglio che continuare a dire: ‘Sentite lo Spirito?’ Penso che possa essere controproducente” (“Elder Richard G. Scott and Elder Henry B. Eyring Discussion” [trasmissione di addestramento via satellite del CES, agosto 2003],8).

Gli insegnanti dovrebbero tenere a mente che insegnare mediante lo Spirito non li esime dalla responsabilità di preparare le lezioni in modo diligente e premuroso, utilizzando altresì il manuale fornito loro. D’altra parte, insegnare mediante lo Spirito richiede qualcosa di più del semplice seguire ogni suggerimento del corso senza preghiera, riflessione o possibile adattamento. Inoltre, gli insegnanti non dovrebbero concentrarsi sul seguire così rigidamente lo schema delle loro lezioni da non essere aperti a ricevere e a seguire le impressioni dello Spirito durante la lezione.

Coltivare un ambiente di apprendimento caratterizzato dall’amore, dal rispetto e da uno scopo sentito

Quando tra gli insegnanti e gli studenti c’è amore e rispetto gli uni per gli altri, per il Signore e per la parola di Dio, l’apprendimento migliora. Essere accomunati dalla consapevolezza di perseguire uno scopo permette inoltre di concentrare gli sforzi e le aspettative, e offre una direzione all’esperienza in classe. Creare e coltivare un ambiente in cui vi siano amore, rispetto e uno scopo sentito è responsabilità sia degli insegnanti che degli studenti e invita l’influenza edificante dello Spirito Santo.

Amore e rispetto

L’amore intenerisce i cuori e invita l’influenza dello Spirito Santo. Quando gli insegnanti amano come ama il Salvatore, vedono gli altri come li vede Lui. L’amore cristiano ispira un insegnante a non rinunciare mai ad aiutare ogni giovane uomo e giovane donna a diventare davvero convertiti. Il presidente Dallin H. Oaks ha insegnato: “Quando siamo chiamati a insegnare dobbiamo accettare la nostra chiamata e insegnare a causa del nostro amore per Dio, Padre Eterno e per Suo Figlio Gesù Cristo. Inoltre, l’insegnante del Vangelo deve sempre insegnare avendo amore per gli studenti. […] L’amore per Dio e l’amore per i Suoi figli è il motivo più nobile per servire. Coloro che insegnano con amore diventeranno migliori strumenti nelle mani di Colui che servono” (“L’insegnamento del Vangelo”, Liahona, gennaio 2000, 96).

Gli insegnanti e gli studenti che amano il Signore e che conoscono il Suo amore per loro sentono il desiderio sincero di starGli vicino e di diventare più simili a Lui. Rispettano e riveriscono la Sua parola e le parole dei Suoi profeti in modi che li spingono a studiare le Scritture diligentemente, a mettere in pratica ciò che imparano e a condividere con gli altri ciò che stanno imparando.

Quando gli studenti sanno di essere amati e rispettati dal loro insegnante e dagli altri studenti sono più propensi a venire in classe pronti ad apprendere. L’accettazione e l’amore che sentono da parte degli altri può addolcire il loro cuore, ridurre la paura e far nascere in loro il desiderio e la fiducia necessari a condividere le loro esperienze e i loro sentimenti con l’insegnante e gli altri membri della classe.

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studenti e insegnante

Gli insegnanti possono coltivare negli studenti un sentimento di amore e rispetto per il Signore aiutandoli a comprendere l’Espiazione, insegnando riguardo alla loro natura divina e al loro valore infinito agli occhi del Padre Celeste e di Suo Figlio, parlando e testimoniando loro in modo appropriato e riverente.

Gli insegnanti dovrebbero sviluppare l’amore e il rispetto che nutrono per i loro studenti. Questo li aiuterà a emanare il puro amore di Cristo per i loro studenti e li aiuterà a insegnare con pazienza e compassione. Gli insegnanti possono imparare il nome dei loro studenti e cercare di conoscere quali siano i loro interessi, talenti, le loro difficoltà e capacità. Possono pregare per gli studenti, collettivamente e individualmente. Gli insegnanti possono dare personalmente il benvenuto a ogni studente che arriva in classe e offrire a ogni studente la possibilità di parlare. Dovrebbero ascoltare con attenzione, quando gli studenti pongono delle domande o esprimono i propri pensieri o sentimenti. Inoltre, gli insegnanti possono partecipare agli spettacoli, alle gare sportive o ad altri eventi a cui partecipano i loro studenti. Nel loro sforzo di amare gli studenti, gli insegnanti non dovrebbero cercare di prendere il posto dei genitori o dei dirigenti del sacerdozio, né diventare i loro consiglieri personali.

Molti insegnanti avranno in classe studenti che, in una qualche misura, hanno delle limitazioni fisiche o infermità mentali. Anche loro sono figli del Padre Celeste e hanno bisogno di apprendere il Vangelo, a prescindere dalle sfide o dalle limitazioni personali che affrontano nella mortalità. Il profeta Joseph Smith ha insegnato: “Tutte le menti e gli spiriti che Dio ha mandato nel mondo sono suscettibili di crescita” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Joseph Smith [2007], 216). Mentre preparano ed espongono le lezioni, gli insegnanti devono essere sensibili nei confronti di tutti gli studenti e prendere in considerazione le loro necessità e capacità individuali.

Una delle cose più utili che gli insegnanti possono fare per sviluppare un amore genuino verso gli studenti è ricercare il dono della carità tramite la preghiera sincera. Il profeta Mormon ha insegnato: “Pertanto, miei diletti fratelli, pregate il Padre con tutta la forza del vostro cuore, per poter essere riempiti di questo amore, che egli ha conferito a tutti coloro che sono veri seguaci di suo Figlio, Gesù Cristo” (Moroni 7:48).

Creare la consapevolezza di perseguire uno scopo

Una consapevolezza condivisa da insegnanti e studenti di perseguire uno scopo può accrescere la fede nonché dare direzione e significato all’esperienza in classe. Gli studenti dovrebbero comprendere che stanno partecipando al corso per avvicinarsi al Padre Celeste e a Suo Figlio Gesù Cristo, oltre che per progredire verso la vita eterna mediante lo studio delle Scritture e delle parole dei profeti. Dovrebbero credere che, accostandosi al Signore con spirito di ricerca e di preghiera, possono essere istruiti ed edificati dallo Spirito Santo. Quando insegnanti e studenti si avvicinano allo studio delle Scritture con l’aspettativa di apprendere mediante lo Spirito e l’uno dall’altro, favoriscono un ambiente che invita la rivelazione.

Gli insegnanti possono alimentare nella classe la consapevolezza di perseguire uno scopo nei seguenti modi:

  • Aspettandosi che gli studenti adempiano il proprio ruolo di allievi. In una classe, la consapevolezza di avere uno scopo da perseguire si crea laddove l’insegnante si aspetta che gli studenti adempiano il proprio ruolo di allievi e li aiuta in questo, e laddove vi sia fiducia che gli studenti possano portare un contributo significativo. Gli insegnanti consapevoli di avere uno scopo da perseguire e che amano davvero i propri studenti, avranno troppo a cuore il loro progresso e il loro successo per accontentarsi di un piccolo sforzo da parte loro. Tali insegnanti incoraggeranno con amore ed eleveranno i loro studenti affinché raggiungano il loro potenziale di allievi e discepoli di Gesù Cristo.

  • Essendo sinceri, entusiasti ed energici per quanto riguardo le Scritture e il Vangelo. Di solito, gli studenti hanno un maggior desiderio di apprendere con intento quando percepiscono l’entusiasmo e la fede del loro insegnante riguardo al materiale che viene discusso.

  • Preparando lezioni edificanti. Quando arrivano in classe con una lezione ben preparata ed edificante, sicuri della direzione che hanno preso grazie alla guida ricevuta, gli insegnanti trasmettono un senso di determinazione nel perseguire uno scopo che viene facilmente riconosciuto dagli studenti.

  • Preparando il materiale e le attrezzature necessarie. Gli insegnanti dovrebbero arrivare in classe prima degli studenti per preparare il materiale e le attrezzature necessarie. Ciò dà agli insegnanti la possibilità di salutare ciascuno studente quando arriva. Gli studenti dovrebbero cercare di essere puntuali in classe e, quando inizia la lezione, di avere sul banco tutto il materiale necessario all’apprendimento, come le Scritture, le matite e il quaderno.

  • Evitando di perdere tempo. Quando la lezione inizia in orario e gli studenti percepiscono che non c’è tempo da perdere, sentiranno anche esserci uno scopo.

  • Stabilendo delle abitudini di classe. Stabilire delle abitudini per quelle attività di classe che vengono spesso ripetute porta un senso di ordine e di scopo. Le abitudini di classe favoriscono la partecipazione di ogni studente e aiutano insegnanti e studenti a utilizzare più efficacemente il prezioso tempo della lezione. Si possono stabilire delle abitudini per attività quali prendere e mettere via le Scritture e il materiale, organizzare e presentare devozionali edificanti, distribuire e raccogliere fogli e materiali. Fare annunci, registrare le presenze, controllare gli incarichi e occuparsi di altre questioni può risultare più efficace se fatto prima dell’inizio del devozionale e della lezione.

Ulteriori suggerimenti per coltivare un ambiente adatto all’apprendimento

Oltre all’amore, al rispetto e a uno scopo sentito, un ambiente ideale per imparare il Vangelo consiste di ordine, riverenza e pace. Il presidente Boyd K. Packer ha insegnato che “l’ispirazione si riceve più facilmente in un’atmosfera di pace” e che “la riverenza richiama la rivelazione” (“La riverenza richiama la rivelazione”, La Stella, gennaio 1992, 26, 27). Seguono alcuni suggerimenti aggiuntivi che gli insegnanti possono seguire per stabilire e mantenere un’atmosfera che promuova l’apprendimento del Vangelo.

Creare un ambiente favorevole all’apprendimento.

L’ambiente fisico circostante può influire sull’esperienza degli studenti nell’apprendimento del Vangelo. Gli insegnanti dovrebbero fare tutto il possibile per preparare l’aula in modo che gli studenti si sentano a loro agio e possano concentrarsi sulla lezione. Alcune considerazioni possono riguardare:

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studenti in classe

Posti a sedere. Tranne che in situazioni insolite, ogni studente dovrebbe avere un posto comodo in cui sedersi, uno spazio per le Scritture e il materiale di studio e uno spazio per scrivere. Il posto a sedere dovrebbe consentire agli studenti di vedere facilmente l’insegnante e qualsiasi risorsa visiva egli utilizzi. Ove possibile, si possono usare diverse disposizioni dei posti in base al diverso tipo di attività di apprendimento. Avere dei posti assegnati può aiutare gli insegnanti a imparare facilmente i nomi degli studenti, a organizzare la classe per piccoli gruppi di lavoro o per gli esercizi sulla Padronanza dottrinale e a separare gli studenti che tendono a parlare insieme durante la lezione. Gli insegnanti dovrebbero dedicare particolare attenzione agli studenti con problemi di mobilità o di vista, prendendo tutti gli accorgimenti necessari per favorirne la partecipazione.

Distrazioni. Gli insegnanti dovrebbero cercare di eliminare qualsiasi distrazione che possa interrompere il processo di insegnamento e apprendimento. Se l’insegnamento avviene in una casa possono esservi delle difficoltà particolari, ma anche in quell’ambiente l’insegnante può ridurre le interruzioni grazie a un’attenta programmazione.

Aspetto dell’aula. Immagini, fotografie, poster o altri ausili visivi che illustrano il Vangelo possono favorire l’apprendimento. Un’aula pulita e ordinata può inoltre incoraggiare la riverenza e favorire un ambiente che inviti l’influenza dello Spirito.

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Insegnante che insegna

Aspetto dell’insegnante. Gli studenti riconosceranno più facilmente l’importanza dell’esperienza di apprendimento quando l’abbigliamento e l’aspetto dell’insegnante sono modesti e appropriati e riflettono la sacra natura del messaggio evangelico.

Invitare lo Spirito grazie a devozionali efficaci.

La lezione dovrebbe iniziare con un breve devozionale. Un devozionale può essere un ottimo modo per unire gli studenti rivolgendo i loro pensieri e i loro cuori alle cose spirituali. Può aiutare gli insegnanti e gli studenti a sentire lo Spirito e a essere pronti a imparare. Un devozionale, in genere, consiste di un inno, una preghiera e un pensiero tratto dalle Scritture. Risulta più efficace quando gli studenti condividono sentimenti e idee scaturiti durante lo studio personale delle Scritture o quando rendono testimonianza. Devozionali lunghi o elaborati non solo portano via tempo alla lezione, ma inducono lo Spirito a ritirarsi. I devozionali che contemplano rinfreschi favoriranno quasi certamente un clima allegro e giocoso, piuttosto che spirituale. Gli insegnanti dovrebbero prendersi il tempo di parlare con gli studenti, in particolare con i rappresentanti di classe, in merito allo scopo dei devozionali, a cosa si può fare per migliorarli e a come incoraggiare la partecipazione di tutti.

Discutere i principi dell’apprendimento spirituale.

All’inizio dell’anno gli insegnanti possono coinvolgere gli studenti in una discussione sulle condizioni che incoraggiano l’apprendimento spirituale (vedere 1 Corinzi 2:10–11; Dottrina e Alleanze 50:17–22; 88:121–26). Tale discussione può concentrarsi sui tipi di comportamento che invitano lo Spirito del Signore a essere presente nell’apprendimento del Vangelo, come pure i comportamenti che fanno invece ritirare lo Spirito. Insegnante e studenti dovrebbero incoraggiarsi a vicenda a mettere in pratica costantemente le cose che, secondo loro, invitano lo Spirito. Tali sforzi possono aiutare sia gli studenti che l’insegnante a comprendere e adempiere il loro ruolo nell’invitare lo Spirito all’interno del processo di apprendimento.

Scegliere attentamente le attività di apprendimento.

Gli insegnanti dovrebbero essere consapevoli che diverse attività di apprendimento incoraggiano diversi umori e atteggiamenti negli studenti. Ad esempio, dopo aver condotto un gioco didattico turbolento all’inizio della lezione, un insegnante si è sentito frustrato perché non è riuscito a raggiungere una conclusione più spirituale della lezione. Un’altra insegnante ha scoperto di avere maggiori problemi di disciplina quando serviva un rinfresco durante la lezione.

Fare attenzione al comportamento degli studenti e agire di conseguenza.

Gli insegnanti dovrebbero essere consapevoli di ciò che accade durante la lezione e agire di conseguenza. Se gli studenti sembrano annoiati o irrequieti può essere dovuto al fatto che non vengono coinvolti oppure non comprendono ciò che viene insegnato o come la lezione si applica a loro. Per aiutare gli studenti a concentrarsi, l’insegnante potrebbe dover cambiare qualcosa nell’esposizione della lezione. Se gli studenti agiscono in modo improprio, causando l’allontanamento dello Spirito dalla classe, l’insegnante avrà bisogno dell’ispirazione per affrontare il problema, piuttosto che ignorarlo. Gli insegnanti devono anche prestare attenzione a quegli studenti che non interagiscono con gli altri o sembrano sentirsi soli. Questi studenti possono aver bisogno di ulteriore attenzione da parte dell’insegnante o degli altri studenti. In questi casi, l’insegnante può parlare con i genitori e i dirigenti del sacerdozio per verificare se vi sono dei motivi particolari o situazioni di cui dovrebbe essere a conoscenza.

Correggere il comportamento turbolento o inappropriato.

Ci sono principi generali da tenere a mente che aiuteranno un insegnante a invitare l’ordine e il rispetto in classe. Avere ordine non significa sempre avere completo silenzio né significa che una classe non possa essere piacevole e divertente. Tuttavia, uno studente o un gruppo di studenti turbolenti o irriverenti possono avere un impatto negativo sul processo di apprendimento e ostacolare l’influenza dello Spirito Santo.

Quando uno studente o un gruppo di studenti si comporta male, può essere frustrante per l’insegnante e per gli altri studenti. In questi momenti è particolarmente importante che l’insegnante mantenga il controllo delle proprie emozioni e ricerchi l’influenza dello Spirito. Il modo in cui reagisce l’insegnante in una determinata situazione può essere più importante della situazione stessa e può accrescere o diminuire il rispetto e la fiducia degli studenti. Quando gli insegnanti correggono un comportamento scorretto, hanno bisogno di essere fermi ma amichevoli, gentili e attenti, e poi riprendere velocemente la lezione. Mettere in ridicolo uno studente pubblicamente può correggere il comportamento per una volta, ma non edificherà né lo studente né l’insegnante. Ciò potrebbe anche instillare negli altri studenti paura o mancanza di fiducia nell’insegnante. Gli insegnanti devono ricordare la retta influenza della persuasione, della longanimità, della gentilezza, della mitezza, dell’amore non finto e della benevolenza (vedere Dottrina e Alleanze 121:41–42).

Vi sono dei passi specifici che gli insegnanti possono fare per gestire i problemi ogniqualvolta si verificano. A seguire, alcuni possibili approcci ai problemi di disciplina che potrebbero non funzionare nello stesso modo con ogni studente o situazione:

  • Mantenere il contatto visivo. Spesso gli studenti parlano tra di loro in momenti sbagliati perché pensano che l’insegnante non li noterà. L’insegnante potrebbe guardare gli studenti e tenere brevemente un contatto visivo in modo che sappiano che l’insegnante è al corrente di ciò che sta accadendo.

  • Smettere di parlare. Se gli studenti parlano quando dovrebbero ascoltare, l’insegnante può smettere di parlare, anche interrompendo una frase a metà se necessario. Alzare la voce per parlare più forte di loro di solito non risolve il problema.

  • Avvicinarsi. Un’altra cosa che gli insegnanti possono fare per correggere un comportamento senza dover affrontare direttamente uno studente è quella di avvicinarsi e rimanere al suo fianco. L’insegnante può continuare con la lezione, ma lo studente sentirà la presenza dell’insegnante e di solito smetterà di fare ciò che sta facendo.

  • Porre una domanda. Senza richiamare l’attenzione sul comportamento inappropriato, un insegnante può porre allo studente che disturba una domanda relativa alla lezione. Non lo si fa per imbarazzare lo studente, ma per aiutarlo a rientrare nella discussione.

Possono esserci occasioni in cui gli studenti non cambieranno comportamento a seguito di questi sforzi meno diretti e continueranno a disturbare. Seguono altri passi, più diretti, che un insegnante può compiere per mantenere l’ordine:

  • Consultarsi con lo studente in privato. Il Signore ha detto che, se qualcuno offende qualcun altro, la persona offesa dovrebbe parlare con chi l’ha offesa: “Prendilo in disparte tra lui e te soli” (Dottrina e Alleanze 42:88). L’insegnante può consultarsi con lo studente sul motivo per cui si sta comportando male e fargli sapere che quel comportamento deve cambiare, oppure saranno presi altri provvedimenti. Gli insegnanti devono assicurarsi di scindere il comportamento degli studenti dal loro valore individuale. È importante che gli insegnanti ricordino che “il valore delle anime è grande agli occhi di Dio” (Dottrina e Alleanze 18:10). Dovrebbero comunicare agli studenti che, sebbene il cattivo comportamento sia inaccettabile, loro sono preziosi. Gli insegnanti dovrebbero ricordare di seguire il consiglio del Signore e di mostrare “in seguito un sovrappiù di amore verso colui che [hanno] rimproverato” (Dottrina e Alleanze 121:43).

  • Separare gli studenti che disturbano.

  • Consultarsi con i genitori o i dirigenti del sacerdozio. Se il comportamento inaccettabile persiste, spesso è utile che gli insegnanti si consultino con i genitori dello studente. Spesso i genitori possono fornire ulteriori dettagli o idee che possono contribuire a correggere il problema. In certi casi, il vescovo dello studente può essere d’aiuto.

  • Allontanare lo studente dalla classe. Il presidente David O. McKay ha dato il seguente consiglio agli insegnanti: “Se [i vostri sforzi] falliscono, allora potete fare appello ai genitori, dicendo: ‘Se la sua cattiva condotta continua, dovremo toglierlo dal corso’. Questo è il provvedimento estremo. Qualsiasi insegnante può allontanare uno [studente]; prima di arrivare a questo, dovrete aver esaurito tutte le altre risorse. Ma dobbiamo avere ordine! È necessario per la crescita dell’anima e, se uno [studente] si rifiuta, oppure se due [studenti] si rifiutano di generare questo elemento, allora devono andarsene. È meglio che un solo [studente] muoia di fame piuttosto che un’intera classe venga lentamente avvelenata” (“Guidance of a Human Soul—The Teacher’s Greatest Responsibility”, Instructor, settembre 1965, 343).

Prima di chiedere a uno studente di lasciare la classe per un periodo esteso, l’insegnante dovrebbe consigliarsi con i genitori, con i supervisori di Seminario e Istituto e con i dirigenti del sacerdozio appropriati. In tali circostanze, è importante che l’insegnante aiuti gli studenti e i genitori a comprendere che è lo studente a scegliere di lasciare il Seminario non scegliendo di comportarsi in maniera accettabile. È il disturbo ad essere inaccettabile, non lo studente. Quando sceglierà diversamente, lo studente sarà di nuovo benvenuto in classe.

Studiare le Scritture quotidianamente e leggere i testi del corso

Studiare le Scritture ogni giorno

Lo studio quotidiano delle Scritture offre agli insegnanti e agli studenti un’opportunità costante di imparare il Vangelo, sviluppare la testimonianza e sentire la voce del Signore. In Dottrina e Alleanze il Signore dichiara: “Le sacre Scritture vi sono date da me per vostra istruzione” (Dottrina e Alleanze 33:16). Il profeta Nefi ha insegnato che coloro che si spingono innanzi nutrendosi abbondantemente della parola di Cristo e perseverano fino alla fine […] avranno la vita eterna (vedere2 Nefi 31:20) e che “le parole di Cristo vi diranno ogni cosa, tutte le cose che dovrete fare” (2 Nefi 32:3).

I profeti degli ultimi giorni hanno sottolineato l’importanza di studiare le Scritture ogni giorno. Il presidente Harold B. Lee ci ha messi in guardia: “Se non leggiamo le Scritture ogni giorno, la nostra testimonianza cresce meno, e la nostra spiritualità non diventa più profonda” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Harold B. Lee [2001], 66). Il presidente Howard W. Hunter ha inoltre insegnato: “È certo che colui che studia le Scritture ogni giorno ottiene risultati assai più positivi di colui che vi dedica una parte considerevole del suo tempo un giorno e poi lascia che trascorrano giorni e settimane prima di riprendere la lettura” (“La lettura delle Scritture”, La Stella, maggio 1980, 101).

L’anziano Richard G. Scott ha implorato: “Vi prego di far nascere l’amore per le Scritture nella mente e nel cuore di ogni prezioso giovane. Contribuite ad accendere nei giovani una fiamma inestinguibile che motivi coloro che l’hanno sentita col desiderio di conoscere ulteriormente la parola del Signore, di comprendere i Suoi insegnamenti, di metterli in pratica e di condividerli con gli altri. […]

Per prima cosa, accompagnate i vostri studenti gradualmente attraverso molti passi della sacra parola del Signore. Aiutateli a sentire il vostro entusiasmo, rispetto e amore per le Scritture.

Secondo, aiutateli a leggere, meditare e pregare in privato per scoprire il potere e la pace che scaturiscono dalle Scritture” (“Four Fundamentals for Those Who Teach and Inspire Youth” [simposio del CES sull’Antico Testamento, 14 agosto 1987], 5).

Sono poche le cose che gli insegnanti possono fare che avranno un’influenza positiva maggiore e più duratura, nella vita dei loro studenti, dell’aiutarli a imparare ad amare le Scritture e studiarle quotidianamente. Spesso, questo processo ha inizio quando gli insegnanti stabiliscono un esempio di studio quotidiano delle Scritture nella loro vita. Dedicarsi a uno studio significativo, personale e quotidiano delle Scritture qualifica gli insegnanti a rendere una testimonianza personale agli studenti circa il valore delle Scritture nella loro vita. Tale testimonianza può rappresentare un catalizzatore importante per aiutare gli studenti a impegnarsi a studiare le Scritture regolarmente da soli.

Gli insegnanti dovrebbero insegnare con costanza agli studenti le dottrine e i principi alla base dello studio personale quotidiano delle Scritture. Gli insegnanti possono anche incoraggiare ciascuno studente a dedicare del tempo ogni giorno allo studio personale delle Scritture; possono aiutare gli studenti a essere responsabili del proprio studio quotidiano utilizzando un sistema di valutazione e offrendo loro regolarmente la possibilità di condividere in classe alcune delle cose che imparano e provano nel loro studio personale delle Scritture. Quando gli insegnanti incoraggiano lo studio quotidiano delle Scritture, devono fare attenzione a non mettere in imbarazzo o scoraggiare quegli studenti che fanno fatica a studiarle da soli.

Agli studenti che hanno difficoltà di lettura o di apprendimento deve essere data la possibilità di studiare le Scritture in un formato che possa meglio soddisfare le loro necessità: audio, Lingua dei Segni o Braille. Molti studenti che fanno fatica a leggere traggono beneficio seguendo il testo mentre qualcun altro legge ad alta voce.

Strumenti e metodi per studiare le Scritture

Per aiutare gli studenti ad avere un proficuo studio personale delle Scritture, gli insegnanti possono aiutarli a sviluppare e a utilizzare una varietà di strumenti e metodi per studiarle. Tutti i seguenti strumenti e metodi, come altri non trattati in questo manuale, devono essere usati per aiutare gli studenti ad apprendere mediante lo Spirito, a comprendere le Scritture e a scoprire e a mettere in pratica le dottrine e i principi del Vangelo.

Utilizzare i sussidi per lo studio delle Scritture. La Chiesa ha preparato un ampio corredo di sussidi per lo studio delle Scritture e li ha inclusi nelle opere canoniche di alcune lingue. (La Guida alle Scritture è una raccolta di sussidi didattici pensata per le lingue diverse dall’inglese). Questi sussidi includono note a piè di pagina, introduzione ai capitoli, indici per argomento, Guida alle Scritture e cartine geografiche. Questi sono tra gli strumenti più utili che gli insegnanti e gli studenti possano utilizzare quando studiano le Scritture. Gli insegnanti possono aiutare gli studenti a conoscere questi sussidi e queste risorse utilizzandoli in modo appropriato durante la lezione. La Chiesa ha anche reso disponibili online altre risorse utili per lo studio.

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giovane uomo che legge le Scritture

Segnare e annotare. Uno dei modi più utili agli insegnanti e agli studenti per cogliere e ricordare le cose che apprendono è quello di segnare e annotare le Scritture. Segnare significa indicare, contraddistinguere o portare all’attenzione. Può essere fatto sottolineando, evidenziando o tracciando i contorni di parole chiave o passi delle Scritture. Annotare significa aggiungere note esplicative o commenti. Esempi di annotazioni scritturali possono essere impressioni personali, commenti dei profeti, riferimenti incrociati, definizione dei termini o spunti presi dai commenti dei membri della classe, riportati a margine vicino al passo di Scritture specifico.

Segnare e annotare le Scritture può aiutare gli studenti e gli insegnanti a:

  • Ricordare e trovare più facilmente parole, frasi, idee, principi, personaggi ed eventi importanti.

  • Chiarire e scoprire il significato del testo scritturale.

  • Preservare spunti personali o ricevuti da altri.

  • Prepararsi a insegnare il Vangelo agli altri.

Gli insegnanti possono incoraggiare gli studenti a segnare le loro Scritture dicendo qualcosa come: “Mentre investigate questi versetti, vi invito a segnare un principio importante che scoprite” o “Ecco un altro importante riferimento incrociato. Potete scriverlo a margine delle vostre Scritture”. È meglio, nel corso dell’anno, insegnare, illustrare e fare pratica sui criteri basilari per segnare le Scritture, piuttosto che insegnare un unico sistema particolare.

Meditare. Meditare significa riflettere o pensare profondamente a qualcosa e spesso include la preghiera. Man mano che gli studenti impareranno a meditare durante il loro studio personale delle Scritture, lo Spirito spesso rivelerà loro la verità e li aiuterà a sapere come diventare più simili a Gesù Cristo.

Dopo aver insegnato ai Nefiti, il Salvatore disse loro: “Meditate sulle cose che vi ho detto” (3 Nefi 17:3). Un modo per aiutare gli studenti a partecipare spiritualmente alla lezione e incoraggiarli a mettere in pratica e ad approfondire la comprensione di ciò che stanno imparando è quello di lasciar loro del tempo in classe per meditare su ciò che hanno appreso. In questi momenti, gli insegnanti dovrebbero incoraggiare gli studenti a chiedere l’aiuto del Signore.

Fare domande. Imparare a porre domande e a cercare le risposte durante lo studio delle Scritture è una delle capacità più importanti che gli studenti possano sviluppare per studiare le Scritture. Ponendo delle domande, gli studenti possono essere indotti a comprendere meglio il contesto e il contenuto delle Scritture, oltre che a scoprire e comprendere importanti dottrine e principi del Vangelo. Gli studenti possono imparare a porre domande che li porteranno a sentire la veridicità e l’importanza di ciò che stanno studiando e a sapere come applicare ciò che stanno imparando.

Chiarire parole e frasi difficili. Dizionari, manuali dello studente, note a piè di pagina e sussidi per lo studio delle Scritture possono spesso aiutare gli studenti a capire parole o frasi difficili.

Visualizzare. La visualizzazione avviene quando gli studenti immaginano nella loro mente quello che sta accadendo nel racconto scritturale. Per esempio, gli studenti potrebbero immaginare Pietro che cammina sull’acqua verso il Salvatore (vedere Matteo 14:28–29), o Shadrac, Meshac e Abed-nego che vengono gettati nella fornace ardente (vedere Daniele 3:19–25). La visualizzazione può aiutarli a rendere il resoconto scritturale più vivido e reale.

Applicare le Scritture. Applicare le Scritture significa metterle in rapporto con la propria vita. Gli studenti possono domandarsi: “Quali circostanze e situazioni della mia vita sono simili a quelle descritte in questo passo scritturale?” oppure “In che cosa io sono simile ai personaggi che stiamo studiando nelle Scritture?”. Quando gli studenti vedranno le somiglianze tra le loro esperienze e quelle contenute nelle Scritture, saranno maggiormente in grado di individuare le dottrine e i principi del Vangelo. Potranno anche vedere quali principi possono essere applicati a circostanze simili della loro vita.

Riferimenti incrociati. Un riferimento incrociato è un altro riferimento scritturale che può fornire ulteriori informazioni e chiarimenti sul passo che si sta studiando. I riferimenti incrociati o le “catene” scritturali sono dei collegamenti nelle Scritture che aiutano gli studenti a comprendere un passo o una dottrina o un principio. Riferimenti incrociati utili si possono trovare nelle note a piè di pagina o negli altri sussidi, nei manuali dell’insegnante o dello studente e nei discorsi della Conferenza generale. Gli insegnanti e gli studenti possono anche scoprire dei riferimenti incrociati pertinenti durante il loro studio personale.

Paragonare e confrontare. Spesso, un passo delle Scritture, una dottrina o un principio può essere chiarito se paragonato a qualcos’altro. Notare le somiglianze o le differenze tra insegnamenti, persone o eventi può aiutare a mettere meglio a fuoco i principi evangelici. Per esempio, paragonare il regno di re Beniamino a quello di re Noè permette agli studenti di vedere chiaramente le benedizioni che derivano dall’avere un capo giusto e i risultati distruttivi dell’averne uno malvagio. Paragonare la vita, gli insegnamenti e le testimonianza di Giacobbe e Alma alle filosofie e alla vita di Sherem e Korihor può aiutare gli studenti a riconoscere più facilmente le false filosofie del mondo d’oggi e a vedere come combatterle. Paragonare e mettere a confronto i diversi viaggi verso le terre promesse compiuti dai figlioli di Israele, da Lehi e la sua famiglia e dai Giarediti può insegnare dei principi che aiutano insegnanti e studenti nel loro viaggio della vita.

Preparare elenchi. Un elenco è una serie di pensieri, idee o istruzioni collegate. Cercare degli elenchi nelle Scritture può aiutare insegnanti e studenti a identificare i punti chiave che l’autore sta mettendo in evidenza. Per esempio, i Dieci comandamenti sono un elenco (vedere Esodo 20). Anche le Beatitudini possono essere considerate un elenco (vedere Matteo 5:3–12; 3 Nefi 12:3–11). Dottrina e Alleanze 4 contiene un elenco di requisiti necessari a coloro che sono chiamati a servire il Signore.

Cercare collegamenti, schemi e temi ricorrenti. Si possono incoraggiare gli studenti a cercare, durante il loro studio delle Scritture, collegamenti, schemi e temi ricorrenti. L’anziano David A. Bednar ha detto: “Investigare le rivelazioni per trovare collegamenti, schemi e temi è un metodo che parte dalla nostra conoscenza spirituale e la fa crescere […]; allarga la nostra prospettiva e la nostra capacità di comprendere il piano di salvezza” (“Una riserva d’acqua viva” [caminetto del CES per i giovani adulti, 4 febbraio 2007], 2).

Generalmente gli insegnanti e gli studenti utilizzeranno molti di questi strumenti e metodi durante l’anno. In quei momenti gli insegnanti potranno occasionalmente fare una pausa e discutere brevemente con gli studenti il metodo o lo strumento utilizzato e incoraggiarli a usarlo nel loro studio personale.

Leggere i testi del corso

Tutte le opere canoniche — l’Antico e il Nuovo Testamento, il Libro di Mormon, Dottrina e Alleanze e Perla di Gran Prezzo — sono scritti ispirati che contengono dottrine e principi del Vangelo. Illustrano l’operato di Dio nei riguardi l’uomo e insegnano l’Espiazione di Gesù Cristo. Sono importanti singolarmente, e collettivamente danno una maggiore comprensione del Vangelo e del piano di salvezza preparato dal nostro Padre nei cieli.

Gli studenti e gli insegnanti dovrebbero leggere e studiare tutto il libro di Scritture a cui si riferisce il corso di studio (a eccezione di determinate parti dell’Antico Testamento, come indicato nel corso di studio).

Comprendere il contesto e il contenuto delle Scritture e delle parole dei profeti

Comprendere il contesto e il contenuto delle Scritture e delle parole dei profeti prepara insegnanti e studenti a riconoscere il messaggio degli autori ispirati. Il contesto e il contenuto chiariscono e illustrano le dottrine e i principi del Vangelo riportati nelle esperienze e negli insegnamenti di altre persone. Sebbene gran parte di ciò che segue riguardi nello specifico la comprensione del contesto e del contenuto delle Scritture, molti degli stessi principi e idee possono essere applicati allo studio delle parole e dei messaggi dei profeti degli ultimi giorni.

Contesto

Il contesto è costituito 1) dai passi scritturali che precedono o seguono un versetto o una serie di versetti oppure 2) dalle circostanze che accompagnano o introducono un particolare passo, evento o storia scritturale.

Il contesto è un mezzo per comprendere il contenuto delle Scritture. Offre informazioni che chiariscono e approfondiscono la comprensione di storie, insegnamenti, dottrine e principi contenuti nel testo scritturale. Ogni autore scriveva sotto la guida dello Spirito Santo, ma allo stesso tempo tali scritti erano rivestiti dalle figure retoriche e dalla cultura dell’autore. Per comprendere gli scritti di questi autori, gli insegnanti e gli studenti dovrebbero mentalmente “trasferirsi nel loro mondo”, per quanto possibile, per vedere ciò che essi vedevano. Seguono alcuni esempi di diversi tipi di contesto.

Collocazione storica. Rendersi conto che Joseph Smith era nel carcere di Liberty quando ha ricevuto e scritto le sezioni 121, 122 e 123 di Dottrina e Alleanze offre una profondità e un potere maggiori alle dottrine e ai principi insegnati in quelle sezioni e relativi a cose come l’avversità e l’utilizzo del potere e dell’autorità.

Collocazione culturale. Conoscere il contesto delle festività dell’antica Israele può chiarire come abbiano attinenza simbolica al Salvatore e alla Sua missione. Conoscere l’origine dei Samaritani e in che modo si sentivano i Giudei nei loro confronti al tempo di Cristo getta luce sulla parabola del Buon Samaritano e amplia il significato dell’incontro in Samaria del Salvatore con la donna al pozzo.

La domanda o la situazione che ha dato spunto alla parabola, all’evento, alla dottrina o al principio. Comprendere che Dottrina e Alleanze 9 è giunta come risposta all’incapacità da parte di Oliver Cowdery di tradurre chiarisce i principi che riguardano la rivelazione insegnati in quella sezione.

Chi parla a chi e perché. Gli insegnamenti di Alma sull’Espiazione, la Risurrezione, il Giudizio, la misericordia e la giustizia assumono un significato più profondo quando ci rendiamo conto che il contesto di quegli insegnamenti era una conversazione con suo figlio Corianton, preoccupato per le conseguenze dei gravi peccati che aveva commesso.

Collocazione geografica. Conoscere la geografia di Canaan ci fa capire meglio dove si erano stabiliti Lot e Abrahamo, in che modo questo aveva influenzato le loro scelte e come queste scelte abbiano influito sulle loro famiglie.

Le Scritture, i sussidi per lo studio contenuti nelle Scritture e i manuali relativi al corso di studio di solito contengono informazioni sufficienti sul contesto per poter assistere insegnanti e studenti nella comprensione del contenuto scritturale.

Contenuto

Il contenuto è costituito dalla storia, dalle persone, dagli eventi, dai sermoni e dalle spiegazioni ispirate che formano il testo scritturale. Il contenuto delle Scritture dà vita e importanza alle dottrine e ai principi che si trovano nel blocco scritturale. Per esempio, la storia di Nefi che ottiene le tavole di bronzo insegna il principio che avere fede nel Signore e prestare ascolto allo Spirito può aiutare le persone a superare difficoltà che sembrano insormontabili. Comprendere gli eventi dell’Esodo rende chiaro che confidare nel Signore e seguire un profeta può portare le persone e le nazioni a ricevere le benedizioni promesse dal Signore ma che tali benedizioni vengono trattenute quando il popolo mormora o disobbedisce.

Conoscere le persone descritte nelle Scritture può ispirare e incoraggiare gli studenti ad affrontare le difficoltà e a vivere con fede. Come ha promesso l’anziano Richard G. Scott in merito al Libro di Mormon:

“Tra le sue pagine troverete l’amicizia e il degno esempio di Nefi, Giacobbe, Enos, Beniamino, Alma, Ammon, Helaman, Mormon, Moroni e molti altri. Essi riaccenderanno in voi il coraggio e vi indicheranno la via della fede e dell’obbedienza. […]

Ma soprattutto, tutti loro, senza eccezione, sapranno alzare il vostro sguardo perché possiate ammirare l’amico perfetto: il nostro Salvatore e Redentore, Gesù Cristo” (“I veri amici che edificano”, La Stella, gennaio 1989, 65).

I sermoni che sono stati così attentamente preservati nelle sacre Scritture sono un’altra parte importante del contenuto. Per uno studente che sta lottando col peccato, i sermoni di Paolo o Alma il Giovane possono essere fonte di speranza e incoraggiamento. Il discorso finale di re Beniamino al suo popolo insegna magistralmente il potere e il valore del Salvatore e della Sua Espiazione, e chiarisce il significato del servizio, le benedizioni dell’obbedienza e l’importanza di aiutare i bisognosi. Uno studente che si sta sforzando di essere un discepolo di Gesù Cristo può ottenere degli spunti studiando e cercando di mettere in pratica le parole del Salvatore nel Sermone sul Monte.

L’apprendimento del significato di parole e frasi difficili, come pure l’interpretazione di parabole, simboli e così via, fa parte della comprensione del contenuto. Ad esempio, conoscere il significato di parole come insipido (Matteo 5:13) o di espressioni come “cingetevi i fianchi” (vedere Dottrina e Alleanze 75:22) e “né sacca, né calzari” (Luca 10:4) aiuta a chiarire il testo delle Scritture. I principi insegnati nelle parabole del Salvatore sono compresi più facilmente quando si identifica il significato simbolico di cose come la perla di gran prezzo (vedere Matteo 13:45–46), il grano e le zizzanie (vedere Matteo 13:24–30) e la pecorella smarrita (vedere Luca 15:4–7).

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Cristo con una pecora

Tra tutte le informazioni che possono essere apprese e impartite, gli insegnanti devono usare saggezza per stabilire quanto tempo dedicare effettivamente al contesto e al contenuto, e quanto tempo dedicare allo studio delle dottrine e dei principi del Vangelo. Gli insegnanti dovrebbero fornire un contesto e un contenuto sufficienti per permettere agli studenti di comprendere le verità eterne che si trovano nel testo scritturale, senza enfatizzare troppo l’antefatto e i dettagli fino a farli diventare il fulcro della lezione.

Individuare e comprendere le dottrine e i principi del Vangelo, sentirne la veridicità e l’importanza, e metterli in pratica

Identificare e comprendere le dottrine e i principi del Vangelo aiuta gli insegnanti e gli studenti a mettere in pratica le Scritture e le parole dei profeti nella loro vita e li guida nel prendere decisioni. Percepire la veridicità, l’importanza e la necessità delle dottrine e dei principi evangelici spesso porta a un maggior desiderio di applicare a se stessi ciò che si è appreso. Mettere in pratica i principi del Vangelo porta le benedizioni promesse, accresce la comprensione e la conversione e aiuta insegnanti e studenti a diventare più simili al Salvatore.

Una dottrina è una verità fondamentale e immutabile del vangelo di Gesù Cristo. Principi di verità come il Padre Celeste ha un corpo di carne e ossa, il battesimo è necessario per entrare nel regno di Dio e tutti gli uomini risorgeranno sono esempi di dottrine.

Un principio è una verità ben stabilita o una regola che si può adottare come guida nel prendere decisioni. I principi del Vangelo sono universali e aiutano le persone a mettere in pratica le dottrine del Vangelo nella vita di tutti i giorni. L’anziano Richard G. Scott ha insegnato: “I principi sono verità concentrata, preparata per essere applicata” (“Come acquisire la conoscenza spirituale”, La Stella, gennaio 1994, 100). Ciò significa che un principio del Vangelo, di solito, suggerisce l’azione e le conseguenze che seguiranno. Ad esempio: pregare sempre può aiutarci a vincere la tentazione (vedere Dottrina e Alleanze 10:5) e se seguiremo i Suoi suggerimenti, lo Spirito Santo ci aiuterà a compiere ciò che il Signore ha comandato (vedere 1 Nefi 4).

A volte la distinzione tra una dottrina e un principio può essere difficile da fare. Il presidente Henry B. Eyring ha affermato: “Non dedicherei, comunque, troppo tempo a cercare di distinguere tra un principio e una dottrina. Ho ascoltato conversazioni di questo tipo che non hanno portato molti frutti” (“Training Guidelines and Resources: Elder Richard G. Scott and Elder Henry B. Eyring Discussion”, [trasmissione di addestramento via satellite del CES di agosto 2003], 10).

Individuare le dottrine e i principi

Uno degli scopi principali delle Scritture è quello di insegnare le dottrine e i principi del Vangelo. Il presidente Marion G. Romney spiegò: “Una persona non può onestamente studiare le Scritture senza imparare i principi del Vangelo, perché le Scritture sono state scritte per preservare i principi a nostro vantaggio” (“The Message of the Old Testament” [simposio del CES sull’Antico Testamento, 17 agosto 1979],3). Il presidente Boyd K. Packer ha insegnato: “[I principi] si trovano nelle Scritture. Sono la sostanza e lo scopo delle rivelazioni” (“Principi”, La Stella, ottobre 1985, 54). In questa dispensazione, il Signore ha comandato agli insegnanti e ai dirigenti della Sua Chiesa di insegnare i principi del Vangelo così come si trovano nelle Scritture: “E ancora, che gli anziani, i sacerdoti e gli insegnanti di questa chiesa insegnino i principi del mio Vangelo che sono nella Bibbia e nel Libro di Mormon, nel quale è contenuta la pienezza del Vangelo” (Dottrina e Alleanze 42:12).

Imparare a individuare le dottrine e i principi del Vangelo contenuti nelle Scritture richiede esercizio e uno sforzo attento. Parlando di questo sforzo, l’anziano Richard G. Scott ha detto: “Cercate i principi. Separateli attentamente dai dettagli usati per spiegarli” (“Come acquisire la conoscenza spirituale”, 100).

A volte, in classe, le dottrine e i principi saranno indicati dall’insegnante. Altre volte, l’insegnante guiderà, incoraggerà e permetterà agli studenti di scoprirli da soli. Gli insegnanti devono aiutare diligentemente gli studenti ad acquisire la capacità di individuare le dottrine e i principi per conto loro.

Alcune dottrine e principi sono facili da individuare, perché sono dichiarati in modo evidente. Tali principi dichiarati sono spesso introdotti da frasi come “e così vediamo che”, “perciò”, “pertanto” o “ed ecco”, che possono indicare che l’autore delle Scritture sta per riassumere il suo messaggio o per arrivare a una conclusione.

Ad esempio, Helaman 3:27 dice: “Così possiamo vedere che il Signore è misericordioso verso tutti coloro che, nella sincerità del loro cuore, invocano il suo santo nome”.

Alma 12:10 dichiara: “E perciò colui che indurirà il suo cuore riceverà la minor porzione della parola; e a colui che non indurirà il suo cuore verrà data la maggior porzione della parola”.

Efesini 6:13 insegna: “Perciò, prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e dopo aver compiuto tutto il dover vostro, restare in piè”.

Alma 41:10 recita: “Ecco, io ti dico, la malvagità non fu mai felicità”.

Molti principi non sono dichiarati apertamente dall’autore scritturale, ma sono invece sottintesi. I principi sottintesi possono essere lasciati intendere da un libro di Scritture, un capitolo, un singolo versetto e possono essere espressi nella storia, negli eventi o nelle parabole. Per individuare i principi sottintesi bisogna riconoscere le verità che vengono illustrate in un passo scritturale e verbalizzarle in modo chiaro e conciso. Ciò spesso richiede tempo e un’attenta considerazione. L’anziano Richard G. Scott ha insegnato: “È necessario un grande sforzo per organizzare la verità che raccogliamo in semplici dichiarazioni di principio” (“Come acquisire la conoscenza spirituale”, 100).

Molte volte i principi sottintesi si possono scoprire cercando i rapporti di causa-effetto contenuti nelle Scritture. I principi del Vangelo diventano più evidenti analizzando le azioni, gli atteggiamenti e i comportamenti dei singoli individui o dei gruppi a cui si riferiscono le Scritture e riconoscendo le benedizioni o le conseguenze che ne sono risultate.

I principi sottintesi si possono individuare anche ponendosi domande come:

  • Qual è la morale o il significato di questa storia?

  • Perché, secondo voi, l’autore ha inserito questi avvenimenti o questi passaggi?

  • Cosa voleva l’autore che noi imparassimo?

  • Quali sono alcune verità fondamentali insegnate in questo passo?

Seguono alcuni esempi di principi sottintesi.

Dagli eventi nella vita di Alma il giovane o Paolo: una persona che accetta la verità e si pente dei suoi peccati può portare altri alle benedizioni del Vangelo (vedere Alma 36:10–21; Atti 9:4–20).

Dalla parabola delle dieci vergini: se ci saremo preparati spiritualmente con fede, saremo pronti quando il Signore arriverà; oppure coloro che trascurano la loro preparazione spirituale non saranno ricevuti dal Signore alla Sua venuta (vedere Matteo 25:1–13).

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Davide e Golia

Dalla storia di Davide e Golia: quando agiamo con coraggio e fede in Dio, possiamo superare grandi difficoltà nella nostra vita (vedere 1 Samuele 17:40–51).

Alcuni modi per aiutare gli studenti a individuare i principi e le dottrine sono:

  • Invitare gli studenti a scrivere il concetto che stanno imparando, utilizzando una dichiarazione “se-allora”.

  • Incaricare gli studenti di scrivere dichiarazioni “e così vediamo che” per riassumere le verità che hanno imparato.

  • Chiedere agli studenti di individuare le azioni intraprese dalle persone nel blocco scritturale e cercare le benedizioni o le conseguenze che ne sono derivate.

  • Incoraggiare gli studenti a sottolineare nelle loro Scritture le parole chiave o le frasi che identificano principi e dichiarazioni dottrinali.

  • Scrivere alla lavagna una dottrina o un principio contenuto nel blocco scritturale. Chiedere agli studenti di cercare tra i passi la dimostrazione di quel principio.

Quando i principi e le dottrine vengono individuati, è importante che siano enunciati con chiarezza e semplicità. “Perché sia conosciuta, la verità deve essere enunciata, e più chiara e completa è la dichiarazione che fate, maggiore è la possibilità che lo Spirito Santo porti testimonianza alle anime degli uomini che quest’opera è vera” [New Witnesses for God, 3 voll. (1909), 2:vii] (B. H. Roberts, citato in James E. Faust, “Ciò che voglio che mio figlio sappia prima di andare in missione”, La Stella, luglio 1996, 44; Predicare il mio Vangelo [2004], 182).

Scrivere alla lavagna un principio o una dottrina che sono stati individuati, oppure invitare gli studenti a scriverli o sottolinearli sulle loro Scritture, è un modo per renderli chiari nella mente dei membri della classe.

Comprendere le dottrine e i principi

Comprendere una dottrina o un principio del Vangelo significa che gli studenti capiscono le verità individuate, il loro rapporto con altri principi e dottrine nel piano del Signore, e in quali circostanze quel principio si può applicare alla loro vita. Quando un insegnante o uno studente comprendono un principio, non arrivano a conoscere solo il significato delle parole ma anche l’effetto che quella dottrina o quel principio possono avere nella loro vita. Una dottrina o un principio possono essere messi in pratica con molta più facilità una volta che si sono individuati e capiti.

Gli insegnanti e gli studenti possono comprendere meglio le dottrine e i principi del Vangelo cercando nelle Scritture insegnamenti collegati e ulteriori spunti, rivolgendosi alle parole e agli insegnamenti dei profeti e degli apostoli degli ultimi giorni, spiegando agli altri le verità evangeliche che stanno imparando e pregando per ricevere l’aiuto dello Spirito Santo. Man mano che i principi vengono messi in pratica, la comprensione cresce.

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i giovani guerrieri

Gli insegnanti possono aiutare gli studenti a comprendere le dottrine e i principi ponendo domande che li inducano ad analizzarne il significato. Ad esempio, dalla storia dei duemila giovani guerrieri del Libro di Mormon possiamo imparare il principio che se non dubitiamo, Dio ci libererà (vedere Alma 56:47–48). Per riuscire a comprendere meglio il significato di questo principio, gli insegnanti e gli studenti possono considerare domande come:

  • Di che cosa non dubitavano i giovani guerrieri?

  • Quali prove dimostrano che questi giovani guerrieri non hanno dubitato?

  • In che modo Dio ha liberato i giovani guerrieri?

  • Quali sono alcune “battaglie” che i giovani della Chiesa stanno combattendo oggi?

  • Quali sono alcuni modi in cui Dio può liberarli da queste battaglie?

  • Che cosa ci insegnano le esperienze di Abinadi, Joseph Smith, o Shadrac, Meshac e Abed-nego sul significato dell’essere liberati?

Dalla storia di Naaman ed Eliseo nell’Antico Testamento possiamo apprendere il principio che se siamo umili e disposti a seguire il consiglio del profeta, possiamo essere guariti (vedere 2 Re 5:1–14). Per poter comprendere il significato di questo principio, gli insegnanti e gli studenti possono prendere in considerazione domande come:

  • In che modo l’umiltà ci aiuta a seguire il consiglio del profeta?

  • In che modo, la decisione presa alla fine da Naaman di “lavarsi sette volte” ci aiuta a capire che cosa significa seguire veramente il consiglio del profeta?

  • Da cosa possiamo aver bisogno di guarire oggi, oltre che dalla malattia fisica?

  • Quali sono alcune cose che i profeti ci hanno chiesto di fare che ci guariranno spiritualmente, ma che potrebbero non aver senso per il mondo?

Sentire la verità e l’importanza delle dottrine e dei principi

Sebbene gli studenti possano individuare e comprendere i principi e le dottrine del Vangelo, spesso non li metteranno in pratica fino a quando non ne percepiranno la veridicità e l’importanza mediante lo Spirito, e non avvertiranno un certo senso di urgenza nell’incorporarli alla loro vita. L’anziano Robert D. Hales ha spiegato: “Un vero insegnante, una volta insegnati i fatti [del Vangelo] porta [gli studenti] un passo più avanti perché abbiano nel loro cuore una testimonianza spirituale e una comprensione tali da condurli ad agire” (“Insegnare mediante la fede” [una serata con l’anziano Robert D. Hales, 1° febbraio 2002], 5).

Lo Spirito Santo può imprimere nella mente e nel cuore degli studenti l’importanza di una dottrina o di un principio e può trasmettere agli studenti il desiderio e la forza di attuare quel principio. Gli insegnanti dovrebbero compiere ogni sforzo per facilitare quest’esperienza per ogni studente della loro classe. L’anziano Richard G. Scott ha così incoraggiato gli insegnanti: “Pregherete per sapere come fare in modo che la verità penetri nella mente e nel cuore dei vostri studenti, affinché la usino per tutta la vita? Quando cercherete le soluzioni tramite la preghiera, so che il Signore vi guiderà” (“Comprendere e mettere in pratica la verità” [una serata con un’autorità generale, 4 febbraio 2005], 2).

Uno dei modi più efficaci per aiutare gli studenti a invitare l’influenza dello Spirito nel loro cuore e prepararli ad agire in base ai principi che hanno imparato è quello di incoraggiarli a riflettere sulle esperienze personali connesse a quel principio (vedere sezione 5.1.3 “Domande che richiamano i sentimenti e la testimonianza” a pagina 63). Ciò aiuta gli studenti a riconoscere l’impatto che il principio ha avuto nella loro vita o in quella degli altri. Per esempio, dopo una discussione sulla legge della decima, gli insegnanti possono chiedere: “Quali benedizioni avete visto nella vostra vita o nella vita degli altri per aver osservato la legge della decima?”. Quando gli studenti riflettono su domande come questa ed espongono alla classe delle esperienze personali pertinenti, lo Spirito Santo può aiutarli a vedere più chiaramente le benedizioni che loro e gli altri hanno ricevuto vivendo secondo le dottrine e i principi del Vangelo. Lo Spirito aiuterà gli studenti anche a sentire un maggior desiderio di mettere in pratica queste verità nella loro vita. Gli insegnanti possono anche raccontare storie vere tratte dalla loro vita o dalla vita altrui, per aiutare gli studenti a sentire la veridicità e l’importanza di seguire i principi di cui si è parlato.

Gli insegnanti possono dare agli studenti l’opportunità di rendere testimonianza della veridicità dei principi e delle dottrine. Gli insegnanti dovrebbero anche cercare delle occasioni per rendere essi stessi testimonianza. Inoltre, gli insegnanti possono aiutare gli studenti a sentire la veridicità e l’importanza delle dottrine e dei principi, evidenziando le testimonianze espresse dai personaggi delle Scritture e leggendo o ascoltando le testimonianze dei profeti e apostoli degli ultimi giorni.

Mettere in pratica le dottrine e i principi

La messa in pratica avviene quando gli studenti pensano, parlano e vivono secondo i principi che hanno appreso. L’anziano Richard G. Scott ha spiegato l’importanza dell’applicazione quando ha detto: “Il modo migliore per misurare l’efficacia di ciò che accade in classe è quello di osservare che i principi vengano compresi e messi in pratica dagli studenti” (“Comprendere e mettere in pratica i principi di verità”, 3).

Man mano che gli studenti metteranno in pratica i principi del Vangelo, riceveranno le benedizioni promesse. Otterranno anche una più profonda comprensione e testimonianza delle dottrine o principi che hanno messo in pratica. Ad esempio, gli studenti che santificano la domenica ne comprenderanno più completamente il significato rispetto agli studenti che non lo fanno. Gli studenti che hanno confidato nel Signore con tutto il cuore (vedere Proverbi 3:5) e sono stati rafforzati e confortati nei momenti di avversità o di prova hanno una più chiara comprensione di quel principio rispetto a quelli che non l’hanno fatto.

Gli insegnanti dovrebbero dare agli studenti il tempo di ponderare o di scrivere quello che hanno compreso e provato, e di valutare cosa fare di specifico per metterlo in pratica. In quei momenti, l’insegnante dovrebbe incoraggiare gli studenti a chiedere l’aiuto e la guida del Signore. Gli insegnanti possono anche discutere con gli studenti di situazioni in cui i giovani potrebbero trovarsi e chiedere loro come il mettere in pratica i principi del Vangelo potrebbe benedirli. Possono inoltre suggerire agli studenti di fissare un obiettivo che li aiuti a vivere secondo il principio che viene insegnato. Gli insegnanti possono preparare un versetto, una citazione, una poesia o parte di un inno in un bigliettino che gli studenti possono portarsi a casa come promemoria di quel principio.

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giovane donna che studia

Potranno esserci momenti in cui l’insegnante o gli studenti offriranno dei suggerimenti su come applicare i principi del Vangelo. Questi esempi potranno dare agli studenti delle idee utili su come mettere in pratica i principi del Vangelo nella vita di tutti i giorni. Gli insegnanti, tuttavia, devono fare attenzione a non essere troppo specifici nel dire agli studenti come devono applicare un principio. Va ricordato che la guida più importante per l’applicazione personale arriva dall’ispirazione o dalla rivelazione da parte del Signore tramite lo Spirito Santo. Il presidente Dallin H. Oaks ha dichiarato: “Gli insegnanti ai quali è comandato di insegnare ‘i principi del Vangelo’ e ‘le dottrine del regno’ (Dottrina e Alleanze 88:77) devono generalmente evitare di insegnare regole o applicazioni troppo dettagliate. […] Quando l’insegnante ha esposto la dottrina e i principi ad essa collegati secondo le Scritture e i profeti moderni, la responsabilità di determinare tali specifiche applicazioni e regole generalmente è lasciata ai singoli individui e alle famiglie” (“L’insegnamento del Vangelo”, 96).

Spiegare, condividere e rendere testimonianza delle dottrine e dei principi del Vangelo

Spiegare le dottrine e i principi, condividere impressioni ed esperienze, e rendere testimonianza delle verità divine chiarisce la comprensione delle dottrine e dei principi del Vangelo e migliora la capacità di insegnare il Vangelo agli altri. Quando gli studenti spiegano, condividono e rendono testimonianza, spesso ricevono dallo Spirito Santo una più profonda testimonianza di ciò che stanno esprimendo. Grazie al potere dello Spirito Santo, le loro parole possono anche avere un’influenza importante sul cuore e sulla mente dei loro coetanei e di coloro che li ascoltano.

Gli insegnanti che studiano, si preparano e insegnano con diligenza e attenzione tendono ad apprendere moltissimo. Lo stesso principio vale per gli studenti. Quando studiano e s’insegnano a vicenda le dottrine e i principi del vangelo restaurato, acquisiscono una maggiore comprensione e rafforzano la propria testimonianza.

Spiegare

Quando l’insegnante e gli studenti si spiegano reciprocamente le Scritture, la loro comprensione aumenta. Prepararsi a spiegare in modo chiaro e semplice il significato di un passo delle Scritture, di una dottrina o di un principio porta insegnanti e studenti a riflettere sui versetti e a organizzare i loro pensieri, oltre che a invitare lo Spirito Santo a istruirli.

Il presidente Spencer W. Kimball ha insegnato: “Impariamo a fare facendo. Se studiamo il Vangelo per insegnarlo acquisiamo conoscenza, perché quando teniamo alta la lanterna per illuminare il sentiero di qualcun altro, illuminiamo anche il nostro cammino. Se analizziamo e prepariamo le Scritture per presentare una buona lezione, dobbiamo fare chiarezza nella nostra mente. Quando spieghiamo quello che già sappiamo, ci si palesano altre verità, le nostre conoscenze si ampliano, facciamo nuove connessioni e applicazioni” (The Teachings of Spencer W. Kimball [1982], 530).

Dare agli studenti la possibilità di spiegare una dottrina o un principio li incoraggia a pensare più profondamente e a cercare una maggiore comprensione, prima di insegnare agli altri ciò che hanno appreso. L’insegnante può chiedere agli studenti di spiegare perché è importante avere fede, essere battezzati o obbedire alla legge della decima. Gli studenti possono essere invitati a parlare ad altri della Creazione, della Caduta o del perché credono che le famiglie siano fondamentali nel piano del Padre Celeste. Potranno farlo a coppie o piccoli gruppi, con giochi di ruolo, con l’intera classe o in forma scritta. Può essere appropriato invitare occasionalmente gli studenti a spiegare un passo delle Scritture o insegnare una dottrina o un principio a un genitore, un fratello o una sorella, un amico o un compagno di stanza.

Condividere

L’insegnante e gli studenti dovrebbero avere la possibilità di condividere i propri pensieri, la propria comprensione e le esperienze personali avute riguardo a una dottrina o un principio. Possono anche parlare delle esperienze di altre persone.

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ragazze che parlano

Il presidente J. Reuben Clark jr ha detto: “Praticamente non esiste giovane che abbia traversato la soglia del vostro Seminario o Istituto senza essere stato un cosciente beneficiario di benedizioni spirituali, senza aver visto l’efficacia della preghiera, senza essere stato testimone del potere della fede nel guarire gli ammalati, senza aver ricevuto doni spirituali di cui il mondo oggi è completamente all’oscuro” (Il corso della Chiesa nell’educazione, edizione riveduta [1994], 9). Agli studenti dovrebbe essere data la possibilità di condividere tali esperienze con la classe. (L’insegnante potrebbe dover aiutare gli studenti a capire che alcune esperienze sono troppo sacre o personali per parlarne in classe; vedere Alma 12:9; Dottrina e Alleanze 63:64).

Rendere testimonianza

Quando gli studenti spiegano i principi del Vangelo e condividono la loro esperienza nel metterli in pratica, spesso sono meglio preparati a testimoniare di ciò in cui credono.

Il presidente Boyd K. Packer ha spiegato una delle benedizioni che derivano dal rendere testimonianza: “Oh, se soltanto potessi insegnarvi quest’unico principio: una testimonianza si acquisisce nel portarla! […]

Una cosa è ricevere una testimonianza da ciò che si legge o da ciò che qualcun altro ha detto — e si tratta pur sempre di un punto di partenza necessario — e un’altra cosa avere la testimonianza diretta dello Spirito che ciò che voi avete dichiarato è vero” (“La La candela del Signore”, 34).

La condivisione della testimonianza non solo benedice la persona che la rende, ma può anche rafforzare la fede e la testimonianza di altri. Testimoniare permette allo Spirito Santo di rendere testimonianza di specifiche dottrine e principi del vangelo restaurato. Una testimonianza non inizia sempre con la frase “Vorrei portare la mia testimonianza”. Può semplicemente essere una dichiarazione di ciò che si sa essere vero, detta con sincerità e convinzione. Può essere una semplice affermazione di ciò che si prova riguardo a una dottrina o un principio del Vangelo e della differenza che ha fatto nella propria vita. Gli studenti possono comprendere più chiaramente come i principi del Vangelo possono essere messi in pratica, quando sentono l’insegnante e gli altri studenti rendere testimonianza del valore di quei principi.

L’insegnante può incoraggiare gli studenti a testimoniare delle verità del Vangelo ponendo domande che li invitino a condividere le loro esperienze e ciò in cui credono (vedere la sezione 5.1.3, “Domande che richiamano i sentimenti e la testimonianza” a pagina 63). Può anche dare agli studenti altre occasioni per testimoniare ai loro compagni. L’insegnante deve essere sensibile alla natura personale e sacra della testimonianza; può invitare gli studenti a condividerla, ma mai obbligarli. L’insegnante dovrebbe cogliere l’occasione di testimoniare del proprio amore per il Padre Celeste e per Suo Figlio Gesù Cristo, e della verità e del valore delle dottrine e dei principi del Vangelo. Dovrebbe inoltre conoscere e utilizzare le testimonianze portate dal Salvatore e da profeti e apostoli degli ultimi giorni.

Padroneggiare passi chiave delle Scritture e argomenti dottrinali

Se facciamo tesoro nella mente e nel cuore delle verità eterne, lo Spirito Santo ce le rammenterà nel momento del bisogno e ci darà il coraggio di agire con fede. Il presidente Howard W. Hunter ha insegnato:

“Vi incoraggio fermamente a usare le Scritture nell’insegnamento e a fare tutto ciò che è in vostro potere per aiutare gli studenti a usarle e conoscerle bene. Vorrei che i giovani avessero fiducia nelle Scritture. […]

Prima di tutto, vogliamo che gli studenti abbiano fiducia nella forza e nella verità delle Scritture, fiducia che il Padre Celeste parla veramente a loro tramite le Scritture e fiducia nel potersi rivolgere alle Scritture per trovare le risposte ai loro problemi e alle loro preghiere. […]

Vogliamo sperare che nessuno dei vostri studenti lasci mai l’aula intimorito, imbarazzato o a disagio per il fatto di non riuscire a trovare l’aiuto di cui ha bisogno perché non conosce le Scritture abbastanza bene da trovare i passi giusti” (“Eternal Investments”, 2).

Per aiutare gli studenti a fare tesoro delle verità eterne e ad aumentare la propria fiducia nelle Scritture, i Seminari e gli Istituti di Religione (S&I) hanno scelto un certo numero di passi di cui acquisire la padronanza dottrinale e hanno preparato un elenco di argomenti dottrinali. Lo studio di questi passi e di queste dottrine dovrebbe essere svolto insieme, in modo che gli studenti imparino ad esporre le dottrine con parole proprie e a usare i passi del programma della Padronanza dottrinale per spiegare e testimoniare di queste verità.

Padronanza dottrinale

S&I ha scelto 25 passi per il programma della Padronanza dottrinale di ognuno dei quattro corsi del Seminario. Questi passi offrono un importante fondamento scritturale per comprendere e condividere il Vangelo e rafforzare la fede. Gli studenti del Seminario sono incoraggiati a sviluppare una “padronanza” di questi passi come descritto di seguito. Gli studenti dell’Istituto dovrebbero essere incoraggiati a continuare a costruire sulla base dei 100 passi della Padronanza dottrinale e approfondire la comprensione di altri passi chiave delle Scritture.

La padronanza dei passi scritturali implica:

  • Trovare i versetti conoscendo i relativi riferimenti scritturali.

  • Comprendere il contesto e il contenuto dei passi scritturali.

  • Applicare i principi e le dottrine insegnati nei passi scritturali.

  • Memorizzare i passi.

La memorizzazione può essere uno strumento meraviglioso per aiutare gli studenti a conoscere e amare i passi delle Scritture. Come ha spiegato l’anziano Richard G. Scott: “Quando le Scritture vengono usate così come il Signore ha voluto che fossero scritte, esse hanno un potere intrinseco che non viene [trasmesso] quando sono parafrasate” (“Egli vive”, Liahona, maggio 2000, 106). Bisogna comunque fare attenzione e adattare le aspettative alle capacità e alle circostanze di ogni studente. Gli studenti non devono sentirsi imbarazzati o sopraffatti se non sono in grado di imparare a memoria.

Gli insegnanti saranno meglio in grado di aiutare gli studenti se possiederanno essi stessi la padronanza di questi passi. Se gli insegnanti fanno costantemente riferimento ai passi della Padronanza dottrinale, mantengono le giuste aspettative e usano metodi che si adattano ai diversi stili di apprendimento, riusciranno meglio ad aiutare gli studenti a conoscere bene questi passi chiave. Durante le lezioni si dovrebbero utilizzare i passi della Padronanza dottrinale per chiarire le dottrine e i principi ad essi collegati. Si possono anche usare come tema per i devozionali o tenere esposti in parti diverse dell’aula. Gli studenti dovrebbero anche essere incoraggiati a studiarli e a metterli in pratica al di fuori della classe.

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due uomini che parlano

Nei luoghi in cui più insegnanti servono insieme nella stessa unità (ramo o rione), l’apprendimento degli studenti ne beneficerà se gli insegnanti useranno un unico approccio riguardo alla Padronanza dottrinale. Di tanto in tanto, l’insegnante potrebbe rivedere i riferimenti della Padronanza dottrinale degli anni precedenti in modo che gli studenti mantengano la padronanza di tutti i passi del programma.

Benché sia una parte importante del corso, la Padronanza dottrinale è un supplemento e non dovrebbe sostituire lo studio quotidiano e sequenziale delle Scritture. L’insegnante deve essere saggio nel dedicare il giusto tempo alla Padronanza dottrinale. In particolare, gli insegnanti del corso di studio a domicilio devono essere molto accorti affinché la lezione settimanale in classe non diventi solo un’attività per la Padronanza dottrinale. L’insegnante dovrebbe scegliere metodi, attività e musiche che rispettino la dignità, lo scopo e lo spirito delle Scritture ed evitino dispute.

Argomenti dottrinali

Sono stati individuati nove argomenti dottrinali da mettere in rilievo nelle classi di Seminario e di Istituto. L’insegnante deve aiutare gli studenti a individuare queste dottrine evangeliche fondamentali, a comprenderle, a credervi, a spiegarle e a metterle in pratica. Così facendo, si aiutano gli studenti a rafforzare la loro testimonianza e ad apprezzare maggiormente il vangelo restaurato di Gesù Cristo. Lo studio di questi argomenti dottrinali li aiuterà anche a essere più preparati a insegnare queste importanti verità agli altri.

È importante ricordare che verranno insegnate anche altre importanti dottrine del Vangelo, benché non siano elencate tra questi argomenti dottrinali.

Gli argomenti dottrinali selezionati dai Seminari e dagli Istituti di Religione sono:

  • La Divinità

  • Il piano di salvezza

  • L’Espiazione di Gesù Cristo

  • La Restaurazione

  • I profeti e la rivelazione

  • Il sacerdozio e le sue chiavi

  • Le ordinanze e le alleanze

  • Il matrimonio e la famiglia

  • I comandamenti

Se studiano e comprendono personalmente questi argomenti, gli insegnanti potranno farvi riferimento e renderne testimonianza in modo più naturale quando insegneranno. Tuttavia essi non devono tralasciare l’insegnamento delle Scritture in modo sequenziale per concentrarsi soltanto su queste dottrine. Devono piuttosto riservare a questi argomenti dottrinali un’accurata e costante attenzione man mano che essi compaiono naturalmente nel testo scritturale e nel manuale del corso di studio. In questo senso l’elenco degli argomenti dottrinali servirà a tenere presenti quelle verità eterne che saranno di maggior utilità per gli studenti e a metterle in evidenza durante il corso di studio. Questi argomenti dottrinali possono essere usati come tema per i devozionali.

Un insegnante saggio ricorda anche che la pazienza e la costanza sono importanti nell’aiutare gli studenti a comprendere queste dottrine. Non ci si aspetta che uno studente arrivi a comprendere tutto subito. Il Signore insegna ai Suoi figli “linea su linea, precetto su precetto” (Dottrina e Alleanze 98:12). L’insegnante e gli studenti devono considerare la comprensione di questi argomenti dottrinali come un processo che si svilupperà nell’arco dei quattro anni del Seminario e che continuerà anche durante gli anni dell’Istituto.