Insegnamenti dei presidenti
La domenica: una delizia


Capitolo 16

La domenica: una delizia

La domenica è un giorno per l’adorazione attiva e felice.

Dalla vita di Spencer W. Kimball

Quando il presidente Spencer W. Kimball viaggiava per visitare la chiesa, fu grato di scoprire che i santi onoravano il giorno del riposo. Egli incontrò due uomini in particolare che erano stati benedetti per il loro sforzo di santificare la domenica:

«In un palo ho recentemente intervistato un uomo per un’importante chiamata in vista della riorganizzazione del palo. Gli chiesi: ‹Qual è la sua professione?›. Ed egli rispose: ‹Gestisco una stazione di servizio›. Io gli chiesi: ‹Siete aperti la domenica›? Egli rispose: ‹No, noi no›. ‹Come fa ad andare avanti? Sembra che quasi tutte le altre stazioni di servizio debbano restare aperte la domenica›. Rispose: ‹Mi va bene così. Il Signore mi aiuta›. Gli chiesi: ‹Non avete una dura concorrenza?› ‹Sì, certo›, rispose. ‹Dall’altro lato della strada c’è uno che resta aperto tutto il giorno la domenica›. ‹E voi non aprite mai?› Gli chiesi. ‹No, signore e ne sono felice. Il Signore mi aiuta, e io ho quanto mi basta›.

Mi trovavo in un altro palo, per un’altra riorganizzazione, ed un altro fratello venne raccomandato per un’alta chiamata; e quando gli chiedemmo quale fosse la sua occupazione, egli rispose di essere un grossista. ‹Ebbene, la maggior parte dei negozi rimane aperta la domenica. E voi?› ‹Noi rimaniamo chiusi la domenica›, egli disse. ‹Dunque, come potete competere con coloro che rimangono aperti sette giorni su sette?› ‹Noi siamo competitivi. Almeno possiamo dire di cavarcela molto bene›, fu la sua risposta. ‹Ma la domenica non sarebbe per voi il giorno più proficuo?› ‹Sì›, rispose, ‹probabilmente di domenica venderemmo il doppio di quanto vendiamo in un giorno qualsiasi, ma ce la caviamo anche senza, ed il Signore è stato gentile; è stato cortese; è stato buono›… Non potei trattenermi dal dire: ‹Dio la benedica, mio fedele fratello. Il Signore non si scorderà di questi sacrifici. I suoi sono soldi puliti. Sicuramente essi non vi impediranno dal trovare la strada verso il regno di Dio›».1

Il presidente Kimball considerava la domenica un giorno per l’adorazione attiva e gioiosa, un tempo per lasciarsi alle spalle il mondo e per riempire il giorno di attività rette. Citando le Scritture, egli incoraggiò i Santi a rendere la domenica una «delizia» e a prepararsi a quel giorno con «cuore e volto gioiosi» (Isaia 58:13; DeA 59:15).2

Insegnamenti di Spencer W. Kimball

Il Signore ha sempre comandato al Suo popolo di santificare il giorno del riposo.

Mosè scese dal Monte Sinai recando ai figli d’Israele i Dieci Comandamenti, cioè le regole fondamentali per la nostra condotta. Non si trattava di comandamenti nuovi: erano già stati dati ad Adamo e alla sua posterità, affinché fossero rispettati sin dall’inizio e il Signore ritenne opportuno ripeterli a Mosè. Questi comandamenti sono anteriori all’inizio della vita sulla terra: essi sono una parte integrante della prova che il concilio dei cieli stabilì per i mortali…

Il primo dei dieci comandamenti impone agli uomini di adorare il Signore, il quarto designa un giorno preciso per tale adorazione:

«Non avere altri dii nel mio cospetto…

Ricordati del giorno del riposo per santificarlo.

Lavora sei giorni e fa’ in essi ogni opera tua;

ma il settimo è giorno di riposo, sacro all’Eterno, che è l’Iddio tuo; non fare in esso lavoro alcuno, né tu, né il tuo figliuolo, né la tua figliuola, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero ch’è dentro alle tue porte;

poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch’è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato» (Esodo 20:3, 8–11).

Per molti, la non osservanza della domenica è cosa di poco conto, ma per il nostro Padre celeste dimostra disobbedienza a uno dei suoi principali comandamenti. È una dimostrazione dell’incapacità dell’uomo di obbedire ai precetti dati a ciascuno di noi prima della creazione del mondo, «per vedere se essi faranno tutte le cose che il Signore loro Dio comanderà loro» (Abrahamo 3:25)…

Il solenne comandamento portato ai figli d’Israele dalla vetta del Sinai fu: «Ricordati del giorno del riposo per santificarlo». Questo comandamento che non è mai stato annullato né modificato, è stato rafforzato nei tempi moderni:

«Ma ricorda che in questo giorno, il giorno del Signore, devi offrire le tue oblazioni e i tuoi sacramenti all’Altissimo, confessando i tuoi peccati ai tuoi fratelli e dinanzi al Signore.

E in questo giorno non fare nient’altro se non preparare il tuo cibo con semplicità di cuore, affinché… la tua gioia sia completa» (DeA 59:12–13).3

La domenica non è un giorno per gli affari o per il divertimento.

Voglio di nuovo incoraggiare tutti i Santi di ogni parte del mondo, ad una più fedele osservanza del giorno del Signore. Questo giorno santo sta sempre più perdendo il suo significato sacro in ogni parte del mondo… L’uomo distrugge sempre più i sacri scopi della domenica, dedicandosi all’acquisizione della ricchezza, alla ricerca del piacere e della ricreazione e all’adorazione di dèi falsi e materiali. Continuiamo ad invitare tutti i Santi e gli uomini timorati di Dio di ogni parte del mondo, ad osservare il giorno del Signore e a mantenerlo santo. Se non vi fossero clienti, non vi sarebbe alcuna attività commerciale la domenica. Lo stesso principio è valido per i luoghi di intrattenimento, di avvenimenti sportivi e di ogni altra attività di questo genere. Sembra che il desiderio di fare soldi abbia la meglio sul comandamento del Signore: «Osserverete i miei sabati, e porterete rispetto al mio santuario» (Levitico 19:30).4

Notiamo che, nel nostro mondo cristiano, in molti luoghi, negozi ed altri luoghi pubblici, sono aperti nel sacro giorno della domenica. Siamo sicuri che la cura per questo male si trova in noi, nel pubblico che fa gli acquisti. Certamente, i negozi ed i luoghi pubblici non rimarrebbero aperti se noi, la gente, non effettuasse alcun acquisto nel santo giorno. Vi chiedo di meditare su queste cose. Parlatene in casa insieme ai vostri figli. Sarà davvero una bella cosa quando ogni famiglia avrà deciso che, d’ora innanzi, non effettuerà più alcun acquisto la domenica.5

Siamo diventati nella maggior parte un popolo che non rispetta la santità della domenica. È in questo giorno che i laghi sono pieni di barche, le spiagge sono affollate e i cinema incassano più soldi che mai; i campi di golf brulicano di giocatori. La domenica è il giorno preferito per tenere riunioni, conferenze e rodei, per fare scampagnate. In questo sacro giorno si giocano anche le partite di calcio… «Aperti la domenica» è divenuto lo slogan di molti, e così questo giorno santo è divenuto un giorno di festa. E dato che così tante persone trattano questo giorno come se fosse vacanza, c’è chi ne approfitta per ricavarne il massimo profitto…

Andare a caccia o a pesca, seminare, sarchiare o mietere di domenica non significa santificare il giorno del Signore. Andare in questo giorno allo stadio, ai rodei, a fare scampagnate, al cinema o in altri luoghi di divertimento non significa consacrarlo al Signore.

Per quanto possa sembrare strano molti Santi degli Ultimi Giorni, fedeli sotto ogni altro aspetto, se occasionalmente non vanno alle riunioni della chiesa per recarsi in gita o in vacanza, trovano giustificazione nel ritenere che il pesce abbocca meglio di domenica, o che le ferie non dureranno abbastanza se non si parte la domenica, o che sarebbe un peccato non assistere alla proiezione di un film da lungo tempo atteso; e in questa violazione della domenica trascinano anche le famiglie.

Non è nostra intenzione criticare attività ricreative come lo sport, le scampagnate, le rappresentazioni teatrali o il cinema, attività che servono a ravvivare la vita; anzi, la Chiesa, quale organizzazione, promuove frequentemente tali attività. Ma c’è un tempo e un luogo per ogni cosa: un tempo per lavorare, un tempo per giocare, un tempo per adorare.

È anche vero che alcune persone devono necessariamente lavorare la domenica; ma un lavoro che sia veramente indispensabile—come la cura degli infermi, per esempio—santifica degnamente il giorno del riposo. Tuttavia, in merito a queste attività, i motivi che ci spingono a lavorare rappresentano la considerazione più importante.6

Qualche volta l’osservanza della domenica viene considerata un sacrificio, una negazione di se stessi; ma non è così: si tratta semplicemente di programmare le nostre attività e di praticarle nei momenti appropriati. In questa epoca c’è tempo a sufficienza durante i sei giorni della settimana per il lavoro e il divertimento. È nostro compito organizzare e incoraggiare la partecipazione alle attività infrasettimanali, ovviando così alla trasgressione della legge della domenica.7

La domenica è per noi un giorno nel quale arricchirci spiritualmente attraverso il culto e le azioni meritevoli.

Nel giorno del Signore dobbiamo compiere cose meritevoli e sante; l’astinenza dal lavoro e dalla ricreazione è importante ma non sufficiente. La domenica ci invita a pensieri e ad azioni positive: la persona che va bighellonando per la casa e per il giardino senza fare nulla viola la santità di questo giorno. Per santificare degnamente la domenica è necessario inginocchiarci in preghiera, preparare le nostre lezioni, studiare il Vangelo, meditare, fare visita agli ammalati e agli afflitti, scrivere lettere ai missionari, fare un sonnellino, leggere buoni libri e partecipare a tutte le riunioni richieste.8

Dedicate veramente [la domenica] alle vostre famiglie per conversare insieme, studiare le Scritture, fare visita ad amici e parenti, agli ammalati e alle persone sole. Le ore del pomeriggio della domenica sono anche un’ottima occasione per lavorare ai vostri diari e alla vostra genealogia.9

In ebraico il termine Sabbath significa riposo. Definisce calma, tranquillità, pace di mente e di spirito. È il giorno in cui dobbiamo liberarci degli interessi personali e delle attività che assorbono la nostra mente e il nostro fisico.

La domenica è il giorno santo che all’uomo è sempre stato richiesto di osservare in ogni generazione come segno di un’alleanza perpetua [vedere Esodo 31:16]. È un patto eterno tra il Signore e i Suoi figli [vedere Esodo 31:17]. È un giorno per adorare ed esprimere la nostra gratitudine al Signore. È un giorno in cui dobbiamo rinunciare ad ogni interesse mondano e lodare umilmente il Signore, poiché l’umiltà è il principio dell’esaltazione. Non è un giorno da dedicare alle nostre afflizioni e ai nostri fardelli, ma al riposo e al giusto diletto. È un giorno in cui non si devono servire lauti banchetti, ma pasti semplici e cibo spirituale… è un giorno che ci è stato generosamente concesso dal nostro Padre celeste. È un giorno in cui gli animali possono essere mandati al pascolo e lasciati riposare, un giorno in cui l’aratro può essere lasciato nel fienile, un giorno in cui anche i trattori devono tacere, un giorno in cui datore di lavoro e dipendente, padrone e servo possono essere liberi dalle fatiche dell’aratura, della sarchiatura e della potatura. È un giorno in cui la porta dell’ufficio deve rimanere chiusa e ogni affare rimandato al giorno dopo. È un giorno in cui dimenticare i guai. Un giorno in cui l’uomo può essere temporaneamente esonerato dalla prima ingiunzione divina che gli fu data: «Mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché tu ritorni alla terra dove fosti tratto…» [vedere Genesi 3:19]. È un giorno in cui il corpo può riposare, la mente rilassarsi e lo spirito progredire. È un giorno in cui si possono cantare inni, offrire preghiere, tenere sermoni e portare testimonianza. È un giorno in cui lo spirito dell’uomo può innalzarsi, quasi annullando il tempo, lo spazio, la distanza che lo separano dal suo Creatore.

La domenica è un giorno per fare un inventario: analizzare le nostre debolezze, confessare i nostri peccati ai nostri compagni e al nostro Signore. È un giorno in cui possiamo digiunare «vestiti di sacco e coperti di cenere». È un giorno per leggere buoni libri, per contemplare e meditare, un giorno per studiare le lezioni del sacerdozio e delle organizzazioni ausiliarie, un giorno per studiare le Scritture e preparare sermoni, un giorno per riposare, rilassarsi, fare visita agli infermi, predicare il Vangelo, svolgere opera di proselitismo, conversare tranquillamente con la famiglia, conoscere meglio i nostri figli, un giorno in cui i giovani si possono corteggiare nella maniera corretta, un giorno per fare del bene, un giorno per abbeverarsi alla fontana della conoscenza e dell’istruzione, un giorno per chiedere il perdono dei nostri peccati, arricchire il nostro spirito e la nostra anima, un giorno per riedificare la nostra spiritualità, un giorno per ricevere gli emblemi del sacrificio e dell’espiazione del Signore, è un giorno in cui possiamo contemplare le glorie del Vangelo e dei regni eterni, un giorno per salire più in alto sulla via che porta al nostro Padre celeste.10

Speriamo… che prima e dopo le riunioni domenicali farete ciò che il Salvatore chiese ai discepoli nefiti; infatti, dopo averli istruiti, disse loro di tornare alle loro case per meditare e pregare su ciò che avevano udito (vedere 3 Nefi 17:3). Teniamo sempre presente questo invito.11

Andare in Chiesa e prendere il sacramento ci consente di godere di una domenica ricca e completa.

Sembra che l’idea del Signore di una domenica ricca e completa preveda l’adorazione, l’apprendimento e il prendere il sacramento. Egli desidera che riempiamo la nostra giornata con attività spirituali e utili. Egli desidera che facciamo queste cose con gratitudine e con cuore e viso allegri, non con molte risate. Egli vuole che i nostri uomini partecipino con gioia alle riunioni del sacerdozio avendo preparato le loro lezioni. Egli desidera che il Suo popolo partecipi alla Scuola Domenicale e che impari il Suo piano di salvezza. Egli vuole che il Suo popolo frequenti le riunioni sacramentali cantando con i santi, pregando con coloro che pregano, prendendo gli emblemi del sacramento, promettendo una totale lealtà, una resa a Lui incondizionata di fare il bene con costanza e di ricordarsi sempre di Lui.12

Chi dovrebbe frequentare le riunioni sacramentali? Il comandamento, dato tramite il profeta, era rivolto a tutti «coloro i cui piedi stanno sulla terra di Sion», i membri della Sua chiesa [vedere DeA 59:3, 9]. Tale richiesta non è solo rivolta agli adulti, ma include i giovani e gli anziani… Che cosa potrebbero fare di meglio i genitori per unire la famiglia che partecipare, quale famiglia, piccola o grande che sia, ad una riunione sacramentale? I figli, in tal modo, impareranno a frequentare con regolarità, a non profanare il giorno del riposo, e, seppur giovani, assimileranno gli insegnamenti, le testimonianze e lo Spirito che lì dimora. In questo senso, i dirigenti dei quorum, dei rioni e del palo dovrebbero essere un grande esempio per le persone.13

Quando ero solo un ragazzino, mi fu insegnata la buona abitudine di andare alla riunione sacramentale. Mia madre mi portava sempre con sé. Durante quei caldi pomeriggi, stancandomi presto, mi adagiavo sulle sue ginocchia per dormire. Forse non imparai molto dai discorsi, ma di certo acquisii l’abitudine di «andare alle riunioni». Tale abitudine è rimasta con me per tutta la vita.14

Nessun bambino assorbe consapevolmente la luce solare; ma inconsciamente la luce dona energia al suo corpicino. Nessun bambino conosce il valore del latte materno, né del cibo che gli dà nutrimento. Tuttavia, è da questi che trae la forza e l’energia necessarie a crescere e alla fine divenire un uomo…

Ogni bambino, pur non cogliendo il pieno significato di una riunione sacramentale, può assimilare molto. Egli assimilerà qualcosa ogni volta.15

Non sarebbe un gran risparmio di tempo e di energie il non doversi fermare ogni domenica mattina e dire: «Oggi vado o non vado alla riunione del sacerdozio? Vado o non vado alla riunione sacramentale? Dobbiamo andare oppure no?» Quale spreco di energie… Decidete una volta per tutte.16

Un uomo di mia conoscenza rimaneva a casa ogni domenica e si giustificava dicendo che egli poteva trarre più beneficio leggendo un buon libro a casa che partecipando alla riunione sacramentale e ascoltando un discorsetto. Ma la casa, per quanto sia sacra, non è una casa di preghiera. In essa non viene distribuito il sacramento; non vi è l’amicizia dei membri, né la confessione dei peccati ai dirigenti. Le montagne possono essere definite i templi di Dio e le foreste e i corsi d’acqua l’opera delle sue mani, ma solo nelle case di riunioni, o case di preghiera, si possono soddisfare tutti i requisiti dettati dal Signore. E così, Egli ci ha confermato che: «è opportuno che la chiesa si riunisca spesso per prendere il pane ed il vino in rimembranza del Signore Gesù» (DeA 20:75).17

Noi non andiamo alle riunioni domenicali per essere intrattenuti e neanche solamente per essere istruiti: vi andiamo per adorare il Signore. Questa è una responsabilità individuale e a prescindere da ciò che viene detto dal pulpito, se vogliamo adorare il Signore in spirito e in verità possiamo farlo partecipando alle sue riunioni, ricevendo il sacramento e contemplando le bellezze del Vangelo. Se il servizio è per voi un fallimento, siete voi che avete fallito. Nessuno può adorare in vece vostra: è un dovere che si svolge individualmente e direttamente al Signore.18

Il Signore ha promesso le Sue benedizioni a coloro che santificano fedelmente la domenica.

Lo scopo del comandamento [di santificare la domenica], non è quello di privare l’uomo di qualcosa: infatti ogni comandamento che Dio ha dato ai Suoi servi ha come obiettivo il beneficio di coloro che lo ascoltano e lo mettono in pratica. È l’uomo che trae profitto dall’attenta e fedele osservanza della domenica, ed è l’uomo che subisce le conseguenze della violazione delle leggi di Dio…

Nel corso dei miei viaggi ho visto Santi fedeli rinunciare al commercio di cose proibite ed ai profitti che avrebbero potuto ricavare la domenica. Ho conosciuto allevatori che non radunavano il loro bestiame la domenica; ho visto chiudere, la domenica, chioschi di frutta e verdura che restavano aperti anche la notte durante la settimana; ho visto chiudere negozi, ristoranti, bar ed altri luoghi pubblici, senza per questo causare la rovina finanziaria dei loro gestori che provano una genuina soddisfazione nell’obbedienza del comandamento. Ogni volta che vedo i Santi fedeli rinunciare a questo illecito guadagno gioisco e sento il dovere di benedirli per la loro fede e perseveranza.19

Sono certo che gli uomini non soffrirebbero a causa di alcun sacrificio economico che possa essere fatto, perché [Dio] ci ha comandato di vivere le Sue leggi e poi ci ha sfidato dicendo:

«… mettetemi alla prova in questo, dice l’Eterno degli eserciti; e vedrete s’io non v’apro le cateratte del cielo e non riverso su voi tanta benedizione, che non vi sia più dove riporla» (Malachia 3:10).20

In merito a questo comandamento, dobbiamo seguire tra le altre cose, l’esempio di Giosuè: «Or dunque temete l’Eterno, e servitelo con integrità e fedeltà;… scegliete oggi a chi volete servire:… quanto a me e alla casa mia, serviremo all’Eterno» (Giosuè 24:14–15).

Solo così possiamo sperare di ottenere le benedizioni promesse ai figli d’Israele: «Osserverete i miei sabati, e porterete rispetto al mio santuario. Io sono l’Eterno.

Se vi conducete secondo le mie leggi, se osservate i miei comandamenti e li mettete in pratica,

io vi darò le piogge nella loro stagione, la terra darà i suoi prodotti, e gli alberi della campagna daranno i loro frutti.

La trebbiatura vi durerà fino alla vendemmia, e la vendemmia vi durerà fino alla sementa; mangerete a sazietà il vostro pane, e abiterete in sicurtà il vostro paese.

Io farò che la pace regni nel paese; voi vi coricherete, e non ci sarà chi vi spaventi» (Levitico 26:2–6).21

Se amiamo il Signore osserveremo il giorno del riposo e lo santificheremo.

Sembrerebbe che la ragione per la quale il giorno del riposo non viene santificato da molti è che esso rimane ancora scritto su tavole di pietra invece che venir inciso nei loro cuori…

Ai nostri giorni sembrerebbe che [il Signore] ha riconosciuto l’intelligenza del Suo popolo e ha presunto che esso avrebbe colto il pieno spirito di adorazione e di santificazione della domenica quando disse:

«Offri un sacrificio al Signore tuo Dio in rettitudine, sì, quello di un cuore spezzato e di uno spirito contrito» (DeA 59:8)…

Egli ci diede il primo e grande comandamento:

«Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua» (Matteo 22:37).

È impensabile che colui che ama il Signore con tutto il cuore e con tutta la sua anima e che con cuore spezzato e spirito contrito riconosce gli infiniti doni che il Signore gli ha dato, manchi di passare un giorno su sette in gratitudine e ringraziamento, portando avanti le buone opere del Signore. L’osservanza della domenica è un indice della misura del nostro amore per il nostro Padre celeste.22

Le persone si domandano spesso dove tracciare la linea di demarcazione: ciò che è degno o è indegno fare di domenica. Ma se uno ama il Signore con tutto il Suo cuore, facoltà, mente e forza; se uno può mettere da parte l’egoismo e controllare i propri desideri; se uno può misurare ogni attività domenicale con il metro dell’adorazione; se uno è onesto con se stesso e con il Signore; se uno offre un «cuore spezzato ed uno spirito contrito», sarà difficile che quella persona disonori, nella sua vita, la domenica.23

Suggerimenti per lo studio e l’insegnamento

Quando studi il capitolo o ti prepari a insegnare, rifletti sulle seguenti idee. Per avere ulteriori suggerimenti, consulta le pagine V–IX.

  • Ripassate le pagine 181–182. Pensate riguardo all’importanza che il Signore ha dato alla domenica e perché essa è un giorno della settimana diverso dagli altri. Cos’è che rende la domenica «una delizia»?

  • Rivedete le pagine 182–184, cercando le cose che non dovremmo fare la domenica. Perché tali attività sono inappropriate per la domenica? Alle pagine 184–188 presidente Kimball ci dà degli esempi di «attività spirituali e utili» per la domenica. Che cosa avete fatto voi e le vostre famiglie per arricchire la vostra santificazione della domenica?

  • Il presidente Kimball disse che «i motivi che… spingono a lavorare rappresentano la considerazione più importante» per coloro che devono lavorare la domenica (pagina 184). Come possono fare, le persone che devono lavorare di domenica, per mantenere uno spirito di adorazione domenicale?

  • Cosa intendiamo quando diciamo che la domenica è un giorno di riposo? (Per alcuni esempi, vedere le pagine 184–186). Perché, di domenica, è sbagliato bighellonare senza fare nulla?

  • Ripassate gli scopi per i quali frequentiamo le riunioni di chiesa alle pagine 186–188. Quando, di recente, avete sentito che eravate in adorazione durante una riunione e perché? Che cosa possiamo fare per rendere la frequenza in chiesa e l’adorazione più significative?

  • Il presidente Kimball testimoniò delle benedizioni che possiamo ricevere quando santifichiamo la domenica (pagine 188–189; vedere anche le storie alle pagine 179–181). Quali sono alcune delle benedizioni che avete ricevuto per aver obbedito a questo comandamento?

  • Durante una serata familiare o un consiglio di famiglia, discutete su cosa può fare la vostra famiglia per aiutarsi a vicenda per santificare la domenica.

Ulteriori versetti di riferimento: Genesi 2:1–3; Marco 2:23–28; 3:1–5; Mosia 13:16–19; DeA 68:29

Note

  1. Conference Report, ottobre 1953, 55.

  2. Vedere «La domenica: una delizia», La Stella, luglio 1978, 1.

  3. Faith Precedes the Miracle (1972), 267–269; vedere anche La Stella, luglio 1978, 3.

  4. Conference Report, ottobre 1978, 5; vedere anche La Stella, aprile 1979, 7.

  5. Conference Report, ottobre 1975, 6; o La Stella, aprile 1976, 3.

  6. Vedere La Stella, luglio 1978, 1, 3, 4, 5.

  7. La Stella, luglio 1978, 4.

  8. La Stella, luglio 1978, 4–5.

  9. Conference Report, aprile 1981, 62; o La Stella, ottobre 1981, 86–87.

  10. «The Fourth Commandment», in M Man–Gleaner Manual 1963–1964 (manuale per i dirigenti), 277–278.

  11. Conference Report, aprile 1980, 5; o La Stella, ottobre 1980, 6.

  12. «The Fourth Commandment», 279–280.

  13. The Teachings of Spencer W. Kimball, ed. Edward L. Kimball (1982), 221.

  14. Conference Report, ottobre 1944, 43.

  15. The Teachings of Spencer W. Kimball, 517.

  16. The Teachings of Spencer W. Kimball, 517.

  17. The Teachings of Spencer W. Kimball, 220.

  18. La Stella, luglio 1978, 5.

  19. La Stella, luglio 1978, 4, 6.

  20. Conference Report, ottobre 1953, 56.

  21. La Stella, luglio 1978, 5.

  22. «The Fourth Commandment», 275–76.

  23. «The Fourth Commandment», 280.