Scritture
2 Samuele 14


Capitolo 14

Ioab usa uno stratagemma per riportare a casa Absalom dopo tre anni — Dopo altri due anni, Absalom vede il re, e si riconciliano.

1 Ora Ioab, figlio di Zeruia, avvedutosi che il cuore del re si inclinava verso Absalom, mandò a prendere a Tecoa

2 una donna accorta, alla quale disse: “Fingi di essere in lutto: mettiti una veste da lutto, non ti ungere con olio, e sii come una donna che pianga da molto tempo un morto;

3 poi entra dal re e parlagli così e così”. E Ioab le mise in bocca le parole da dire.

4 La donna di Tecoa andò dunque a parlare al re, si gettò con la faccia a terra, si prostrò, e disse: “O re, aiutami!”.

5 Il re le disse: “Che hai?”. Ed ella rispose: “Purtroppo, io sono una vedova; mio marito è morto.

6 La tua serva aveva due figli, i quali ebbero un alterco nei campi; e poiché non c’era nessuno che li separasse, l’uno colpì l’altro e lo uccise.

7 Ed ecco che tutta la famiglia è insorta contro la tua serva, dicendo: ‘Consegnaci colui che ha ucciso il fratello, affinché lo facciamo morire per vendicare il fratello che egli ha ucciso, e per sterminare così anche l’erede’. In questo modo spegneranno il tizzone che mi è rimasto, e non lasceranno a mio marito né nome né discendenza sulla faccia della terra”.

8 Il re disse alla donna: “Vattene a casa tua: io darò degli ordini a tuo riguardo”.

9 E la donna di Tecoa disse al re: “O re mio signore, la colpa cada su me e sulla casa di mio padre, ma il re e il suo trono non ne siano responsabili”.

10 E il re: “Se qualcuno parla contro di te, portalo da me, e vedrai che non ti toccherà più”.

11 Allora ella disse: “Ti prego, ricordi il re l’Eterno, il tuo Dio, perché il vendicatore del sangue non aumenti la rovina e non mi sia sterminato il figlio”. Ed egli rispose: “Come è vero che l’Eterno vive, non cadrà a terra un capello di tuo figlio!”.

12 Allora la donna disse: “Ti prego! lascia che la tua serva dica ancora una parola al re, mio signore!”. Egli rispose: “Parla”.

13 Riprese la donna: “E perché pensi tu in questo modo contro il popolo di Dio? Dalla parola che il re ha ora pronunciato egli risulta essere in qualche modo colpevole, in quanto non richiama colui che ha esiliato.

14 Noi dobbiamo morire, e siamo come acqua versata in terra, che non si può più raccogliere; ma Dio non toglie la vita, anzi medita il modo di far sì che l’esiliato non rimanga bandito lontano da lui.

15 Ora, se io sono venuta a parlare così al re mio signore è perché il popolo mi ha fatto paura; e la tua serva ha detto: ‘Voglio parlare al re; forse il re farà quello che gli dirà la sua serva;

16 il re ascolterà la sua serva, e la libererà dalle mani di quelli che vogliono sterminare me e mio figlio dall’eredità di Dio’.

17 E la tua serva ha detto: ‘Oh, possa la parola del re, mio signore, darmi tranquillità!’, poiché il re mio signore è come un angelo di Dio per discernere il bene dal male. L’Eterno, il tuo Dio, sia con te!”.

18 Il re rispose e disse alla donna: “Ti prego, non celarmi quello che io ti domanderò”. La donna disse: “Parli pure il re, mio signore”.

19 E il re: “Ioab non ti ha forse dato una mano in tutto questo?”. La donna rispose: “Come è vero che l’anima tua vive, o re mio signore, la cosa sta né più né meno come ha detto il re mio signore; difatti, il tuo servo Ioab è colui che mi ha dato questi ordini, ed è lui che ha messo tutte queste parole in bocca alla tua serva.

20 Il tuo servo Ioab ha fatto così per dare un altro aspetto all’affare di Absalom; ma il mio signore ha la saggezza di un angelo di Dio e conosce tutto quello che avviene sulla terra”.

21 Allora il re disse a Ioab: “Ecco, voglio fare quello che hai chiesto; va’ dunque, e fa’ tornare il giovane Absalom”.

22 Ioab si gettò con la faccia a terra, si prostrò, benedisse il re, e disse: “Oggi il tuo servo riconosce che ha trovato grazia ai tuoi occhi, o re, mio signore; poiché il re ha fatto quello che il suo servo gli ha chiesto”.

23 Ioab dunque si alzò, andò a Gheshur, e portò Absalom a Gerusalemme.

24 E il re disse: “Che egli si ritiri in casa sua e non veda la mia faccia!”. Così Absalom si ritirò in casa sua, e non vide la faccia del re.

25 Ora, in tutto Israele non v’era uomo che fosse celebrato per la sua bellezza al pari di Absalom; dalle piante dei piedi alla cima del capo non v’era in lui alcun difetto.

26 E quando si faceva tagliare i capelli (e se li faceva tagliare ogni anno perché la capigliatura gli pesava troppo) il peso dei suoi capelli era di duecento sicli a peso del re.

27 Ad Absalom nacquero tre figli e una figlia di nome Tamar, che era donna di bell’aspetto.

28 Absalom dimorò a Gerusalemme due anni senza vedere la faccia del re.

29 Poi Absalom fece chiamare Ioab per mandarlo dal re; ma egli non volle venire da lui; lo mandò a chiamare una seconda volta, ma Ioab non volle venire.

30 Allora Absalom disse ai suoi servi: “Guardate! il campo di Ioab è vicino al mio, e v’è dell’orzo; andate a mettervi il fuoco!”. E i servi di Absalom appiccarono il fuoco al campo.

31 Allora Ioab si alzò, andò a casa di Absalom, e gli disse: “Perché i tuoi servi hanno dato fuoco al mio campo?”.

32 Absalom rispose a Ioab: “Io ti avevo mandato a dire: ‘Vieni qua, affinché io possa mandarti dal re a dirgli: «Perché sono tornato da Gheshur? Era meglio per me se io fossi ancora là!»’. Ora dunque fa’ che io veda la faccia del re! e se v’è in me qualche iniquità, che egli mi faccia morire!”.

33 Ioab allora andò dal re e gli riferì la cosa. Il re fece chiamare Absalom, il quale andò da lui, e si prostrò con la faccia a terra in sua presenza; e il re baciò Absalom.