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Capitolo 4: 1 Nefi 12–15


Capitolo 4

1 Nefi 12–15

Introduzione

Il presidente Boyd K. Packer, presidente del Quorum dei Dodici Apostoli, ha parlato del desiderio da parte del Padre Celeste di esaudire i retti desideri del nostro cuore: “Il messaggio che compare più volte nelle Scritture e in più maniere diverse è: ‘Chiedete, e riceverete’” (Conference Report, ottobre 1991, 26; oppure La Stella, gennaio 1992, 25). Nefi usò questo invito per chiedere “le cose che [suo] padre aveva visto, credendo che il Signore fosse in grado di far[gliele] conoscere” (1 Nefi 11:1). I giusti desideri di Nefi furono esauditi poiché egli non solo riferì informazioni simili a quelle riportate nella visione di Lehi, ma ebbe una visione panoramica di questo mondo fino alla fine del tempo (vedere 1 Nefi 14:18–30). Questa visione era simile alla visione di Giovanni nell’Apocalisse del Nuovo Testamento. Mentre studi la visione di Nefi, fai attenzione alle profezie specifiche che si sono o che saranno adempiute negli eventi della storia: particolarmente importanti sono gli effetti dell’apostasia, la successiva restaurazione del Vangelo e il trionfo finale del bene.

Commentario

1 Nefi 12:11. “Resi candidi nel sangue dell’Agnello”

  • Il candore è un simbolo di purezza, rettitudine e santità. Essere completamente puri è necessario per essere simili al Salvatore. Avere le vesti candide simboleggia che una persona è rivestita di purezza, o che la purezza è una caratteristica di tale individuo. Tale purezza è resa possibile solo dal sacrificio espiatorio di Gesù Cristo, in cui il Suo sangue fu versato per i nostri peccati.

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    President John Taylor
  • Il presidente John Taylor (1808–1887) parlò della necessità di andare al di là dell’essere semplicemente membri della chiesa del Signore, se vogliamo essere degni di stare dinanzi al nostro Padre nei cieli: “A volte ci sono delle cose che vanno un poco oltre rispetto a quello che pensiamo; ovvero, per quanto professiamo di essere discepoli del Signore, di avere ricevuto il Vangelo e di esservi governati, questo non conterà nulla a meno che non abbiamo lavato le nostre vesti e le abbiamo imbiancate nel sangue dell’Agnello. Non è sufficiente essere associati alla Sion di Dio, poiché questa deve consistere di uomini puri di cuore, uomini dalla vita pura e immacolati dinanzi a Dio; perlomeno, questa è la meta finale. Non siamo ancora a questo punto, ma dobbiamo arrivarci per essere pronti a ereditare la gloria e l’esaltazione; perciò avere le forme della pietà conterà per noi poco… Non ci basta abbracciare il Vangelo… frequentare il popolo di Dio, partecipare alle nostre riunioni e prendere il sacramento della cena del Signore, sforzarci di progredire senza fare grossi errori, poiché nonostante tutto questo, se il nostro cuore non è retto, se non siamo puri di cuore dinanzi a Dio, se non abbiamo una coscienza pura, nel timore di Dio e nell’osservanza dei Suoi comandamenti, noi non godremo, a meno che non ci pentiamo, di queste benedizioni di cui ho parlato e di cui i profeti portano testimonianza” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: John Taylor [2002], 114).

1 Nefi 12–14. Quadro generale

  • Il seguente schema ci aiuta a visualizzare eventi significanti che hanno portato a stabilire il regno di Dio sulla terra:

1 Nefi 13:1–9. La chiesa grande e abominevole

  • “In relazione al regno di Dio, il diavolo stabilisce il suo regno proprio nello stesso tempo, in contrasto con Dio” (Joseph Smith, History of the Church, 6:364).

  • L’anziano Bruce R. McConkie (1915–1985), membro del Quorum dei Dodici Apostoli, ha dato una definizione della chiesa grande e abominevole: “I titoli chiesa del diavolo e chiesa grande e abominevole vengono utilizzati per identificare tutte… le organizzazioni di qualsiasi denominazione o natura – politica, filosofica, educativa, economica, sociale, di confraternita, civica o religiosa – che siano pensate per portare l’uomo su un corso che lo allontana da Dio e dalle Sue leggi, e quindi dalla salvezza nel regno di Dio” (Mormon Doctrine, 2a ed. [1966], 137–138).

  • Un commentatore ha spiegato che la chiesa grande e abominevole consiste in più di un’entità:

    “A dire il vero, non una singola chiesa, denominazione o organizzazione di credenti nella storia rispecchia tutti i requisiti della chiesa grande e abominevole: si deve essere formata tra i Gentili; deve avere curato e controllato la distribuzione delle Scritture; deve aver ucciso i santi di Dio, inclusi gli apostoli e i profeti; deve essere in combutta con il potere politico per rafforzare gli scopi religiosi; deve avere dominio su tutta la terra; deve perseguire grande ricchezza e immoralità sessuale; e deve durare fin quasi alla fine del mondo. Nessuna singola denominazione o sistema di credenze corrisponde a tutta la descrizione. Il ruolo di Babilonia è stato giocato da molti diversi organismi, ideologie e chiese in epoche differenti…

    Riusciamo quindi a identificare l’organismo che ha agito come chiesa grande e abominevole all’inizio della cristianità? Tale organismo deve aver avuto origine nella seconda metà del primo secolo e aver svolto gran parte della sua opera entro la metà del secondo secolo.

    Questo periodo può essere chiamato il punto cieco nella storia della cristianità, poiché è qui che sono state preservate alcune delle prime fonti storiche. Abbiamo buone fonti per la cristianità del Nuovo Testamento; poi la luce cala, per così dire, e sentiamo i suoni smorzati di una grande lotta. Quando riappare la luce cento o più anni dopo, vediamo che qualcuno ha cambiato le cose e la cristianità è diventata molto diversa da ciò che era all’inizio” (Stephen E. Robinson, “Warring against the Saints of God”, Ensign, gennaio 1988, 38–39).

1 Nefi 13:12. “Un uomo fra i Gentili”

  • Il presidente Ezra Taft Benson (1899–1994) identificò quest’uomo tra i Gentili come Cristoforo Colombo:

    “Dio ispirò ‘un uomo tra i Gentili’ (1 Nefi 13:12) che, tramite il potere dello Spirito di Dio, fu condotto a riscoprire l’America e a portare questa terra nuova e ricca all’attenzione del popolo europeo. Quell’uomo fu ovviamente Cristoforo Colombo, che attestò di essere stato ispirato in ciò che fece.

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    Columbus

    ‘Nostro Signore’, disse Colombo, ‘mi aprì la mente, mi mandò sui mari e mi infuse gran desiderio e predisposizione a tale impresa. Coloro che vennero a conoscenza delle mie intenzioni le dichiararono folli, mi derisero, mi beffeggiarono. Ma chi può dubitare che lo Spirito Santo mi ispirò?’ (Jacob Wasserman, Columbus, Don Quixote of the Seas, pagg. 19–20)” (The Teachings of Ezra Taft Benson [1988], 577).

  • Il presidente Gordon B. Hinckley (1910–2008) rese onore a Colombo per essere stato ispirato dal Signore: “Un esercito di critici ha parlato contro di lui [Cristoforo Colombo]. Non voglio contestare che vi furono altri che arrivarono in questo Emisfero Occidentale prima di lui. Ma fu lui che, con la fede, accese una lampada per cercare una nuova rotta per la Cina, e che nel fare ciò, scoprì l’America. La sua era un’impresa immane: veleggiare verso ovest attraversando mari sconosciuti per arrivare più lontano di quanto avesse mai fatto qualcuno prima di lui nella sua generazione. Fu lui che, nonostante il timore dell’ignoto e le proteste e il quasi ammutinamento del suo equipaggio, continuò a fare vela verso l’ignoto, con il conforto di frequenti preghiere all’Onnipotente per avere la Sua guida. Nelle relazioni che inviava ai sovrani di Spagna, Colombo asseriva ripetutamente che il suo viaggio era stato compiuto per la gloria di Dio e per la propagazione della fede cristiana. Giustamente, quindi, lo onoriamo per la sua incrollabile forza di fronte alle incertezze e ai pericoli” (Conference Report, ottobre 1992, 73–74; oppure La Stella, gennaio 1993, 63–64).

1 Nefi 13:12–19. La mano del Signore nella storia degli Stati Uniti d’America

  • Il presidente Joseph F. Smith (1838–1918) collegò la fondazione degli Stati Uniti d’America alla restaurazione del Vangelo: “Il Signore ha fatto sorgere questa grande nazione americana per il potere della Sua mano onnipotente, affinché fosse possibile che negli ultimi giorni il regno di Dio fosse stabilito sulla terra. Se il Signore non avesse preparato la via ponendo le fondamenta di questa gloriosa nazione, sarebbe stato impossibile (sotto le leggi restrittive e bigotte dei governi monarchici del mondo) porre le fondamenta per la venuta di questo grande regno. Il Signore ha fatto questo” (Gospel Doctrine, 5a ed. [1939], 409).

  • L’anziano Robert D. Hales, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha parlato di come Dio ha ispirato i fondatori d’America a stabilire una nuova nazione che godesse di libertà religiosa per tutti in preparazione alla restaurazione del Vangelo: “Circa un secolo dopo [la scoperta dell’America], tali sentimenti religiosi guidarono i fondatori di una nazione sul continente americano. Per mano di Dio, essi garantirono la libertà religiosa per ogni cittadino con un’ispirata Carta dei Diritti. Quattordici anni dopo, il 23 dicembre 1805, nacque il profeta Joseph Smith. La preparazione per la Restaurazione stava per concludersi” (Conference Report, ottobre 2005, 94; oppure Liahona, novembre 2005, 90).

1 Nefi 13:20–29. Principi chiari e preziosi tolti dalla Bibbia

  • L’anziano Jeffrey R. Holland, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha spiegato il significato di “chiare e preziose”: “Le parti… mancanti dalla Bibbia erano ‘chiare e preziosissime’. Erano chiare nella loro semplicità e linearità, essendo facili ‘alla comprensione degli… uomini’; erano preziose per la loro purezza e profondo valore, il loro significato per la salvezza e l’importanza eterna per i figlioli di Dio” (Christ and the New Covenant [1997], 5).

  • Un insegnante ha suggerito la seguente spiegazione per i cambiamenti verificatisi nelle Scritture:

    “Apparentemente i manoscritti originali della Bibbia scomparvero molto presto. Ciò sembra vero in particolare per quanto riguarda il Nuovo Testamento. Sir Frederic Kenyon, uno dei più grandi studiosi letterari degli inizi del ventesimo secolo, ha commentato quanto segue: ‘Gli originali dei diversi libri sono scomparsi molto tempo fa. Devono essere periti durante l’infanzia della Chiesa; poiché non se ne fa alcuna allusione dai primi scrittori cristiani’. La dichiarazione di Kenyon è particolarmente importante per noi perché significa che per secoli non c’è stato un manoscritto originale della Bibbia che guidasse il lettore. Anche nei primi decenni della chiesa cristiana originaria, i testi originali sembrano essere stati assenti…

    L’angelo [in 1 Nefi 13:21–29] chiarisce che non sta parlando di lievi mancanze da parte di chi ha scritto o letto, causando errori di trascrizione delle parole – gli errori imprevisti di chi copia. Egli attribuisce intenzionalmente questi cambiamenti al lavoro editoriale premeditato di uomini intriganti [vedere 1 Nefi 13:27–28]…

    Nel leggere le parole dell’angelo scopriamo che il mondo non ha mai avuto una versione completa della Bibbia, poiché essa fu largamente – e disastrosamente – corrotta prima di essere distribuita. Ovviamente, oltre alla corruzione subita intenzionalmente agli inizi dell’era cristiana, i manoscritti della Bibbia hanno anche continuato a subire graduali cambiamenti, relativamente lievi, dovuti agli errori di copiatura e lettura di cui parlano gli studiosi. Quindi si sono verificati due processi: (1) una corruzione editoriale principale, improvvisa e deliberata del testo e (2) una graduale diffusione di varianti che si sono verificate come conseguenza naturale di copiatura e traduzione” (Robert J. Matthews, A Bible! A Bible! [1990], 74–75).

    Joseph Smith insegnò che “molti punti importanti concernenti la salvezza dell’uomo erano stati tolti dalla Bibbia o erano andati perduti prima che fosse compilata” (History of the Church, 1:245). Egli disse anche che la Bibbia era corretta “quale essa era quando uscì dalle mani degli autori originali”, ma che “traduttori ignoranti, copisti disattenti o sacerdoti corrotti hanno commesso molti errori” (History of the Church, 6:57).

1 Nefi 13:32–40. La restaurazione di cose chiare e preziose

  • Il presidente James E. Faust (1920–2007), della Prima Presidenza, parlò di come le opere canoniche della Chiesa sono state il mezzo principale per restaurare le verità perdute:

    “L’apostolo Giovanni vide in visione il tempo in cui un angelo sarebbe venuto sulla terra come parte della restaurazione del Vangelo. Quell’angelo era Moroni che apparve al profeta Joseph Smith. Egli guidò Joseph al luogo in cui erano deposte tavole d’oro che contenevano antichi scritti. Joseph Smith in seguito tradusse queste tavole per dono e potere di Dio e il Libro di Mormon fu pubblicato. Esso è una documentazione di due gruppi di persone che vissero secoli fa nel continente americano. Si sapeva poco di loro prima della venuta alla luce del Libro di Mormon. Cosa ancora più importante, il Libro di Mormon è un altro testamento di Cristo. Esso ha restaurato preziose verità relative alla Caduta, all’Espiazione, alla Restaurazione e alla vita dopo la morte.

    Prima della Restaurazione, i cieli erano rimasti chiusi per secoli; ma con i profeti e gli apostoli una volta ancora sulla terra, i cieli si sono un’altra volta aperti con visioni e rivelazioni. Molte delle rivelazioni date al profeta Joseph Smith sono state scritte in un libro che è noto come Dottrina e Alleanze. Questo contiene ulteriori informazioni su principi e ordinanze ed è una preziosa risorsa riguardo alla struttura del sacerdozio. In aggiunta, abbiamo un’altra opera canonica chiamata Perla di Gran Prezzo. Essa contiene il Libro di Mosè, che è venuto per rivelazione al profeta Joseph Smith, e il Libro di Abrahamo che egli tradusse da un papiro egiziano che aveva acquistato. Da questi impariamo non solo moltissimo su Mosè, Abrahamo, Enoc e altri profeti, ma anche molti più dettagli sulla creazione. Impariamo che il vangelo di Gesù Cristo venne insegnato a tutti i profeti fin dalle origini – proprio dal tempo di Adamo” (Conference Report, aprile 2006, 68; oppure Liahona , maggio 2006, 67–68).

  • Anche la traduzione di Joseph Smith della Bibbia contribuisce a restaurare molte verità chiare e preziose. La Traduzione di Joseph Smith è una “revisione o traduzione della versione della Bibbia in lingua inglese, detta di re Giacomo [King James Version], che il profeta Joseph Smith iniziò nel giugno 1830. Dio gli aveva comandato di fare tale traduzione, ed egli considerava questo lavoro come parte della sua chiamata di profeta…

    La Traduzione di Joseph Smith ha restaurato alcune delle cose chiare e preziose che erano state tolte dalla Bibbia (1 Nefi 13). Pur non essendo la Bibbia ufficiale della Chiesa, questa traduzione contiene molti elementi interessanti ed è molto preziosa per comprendere la Bibbia. È anche una testimonianza della divina chiamata e del ministero del profeta Joseph Smith” (Guida alle Scritture, “Traduzione di Joseph Smith”; vedere anche 2 Nefi 3:11; History of the Church, 1:238).

    Con la rivelazione continua nella chiesa del Signore, è sempre in corso il processo per portare ai popoli di tutto il mondo le dottrine e i principi chiari e preziosi del Vangelo. I resoconti delle conferenze e altri scritti ispirati degli apostoli e profeti del Signore sono essenziali per la comprensione evangelica delle verità chiare e preziose.

1 Nefi 14:7. “Un’opera grande e meravigliosa”

  • Le Scritture descrivono la restaurazione del Vangelo e l’organizzazione della Chiesa come “un’opera grande e meravigliosa” (1 Nefi 14:7; 3 Nefi 21:9). In questo contesto, il termine grande significa di rilievo e significativo, mentre meravigliosa significa prodigiosa e incomprensibile. Con il termine opera si intende un atto o conseguimento che ha una durata eterna.

    L’anziano Jeffrey R. Holland, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha spiegato che il significato della Chiesa è duplice: “Questa Chiesa, il grande corpo istituzionale di Cristo, è un’opera meravigliosa e un prodigio, non solo per quello che fa per i fedeli, ma anche per quello che i fedeli fanno per essa. La vostra vita è il cardine di questa meraviglia. Voi siete la prova di questa meraviglia” (Conference Report, ottobre 1994, 42; oppure La Stella, gennaio 1995, 36).

1 Nefi 14:14. Armato di rettitudine e potere

  • L’anziano Neal A. Maxwell (1926–2004), del Quorum dei Dodici Apostoli, spiegò che la rettitudine sarà il potere del popolo del Signore: “Pertanto vediamo di comportarci in maniera ineccepibile. Per la Chiesa le Scritture prevedono sia una divisione più pronunciata tra buoni e cattivi, sia un progresso spirituale e numerico più rapido, che precederanno il tempo in cui il popolo di Dio sarà armato di rettitudine – non di armi – e la gloria del Signore si riverserà su di loro (1 Nefi 14:14; vedere anche 1 Pietro 4:17; DeA 112:25). Il Signore è deciso a crearsi un popolo fidato, puro e di provata fedeltà (vedere DeA 100:16; 101:4; 136:31), ‘e non v’è nulla che il Signore tuo Dio si metta in cuore di fare, senza farlo’ (Abrahamo 3:17)” (Conference Report, aprile 1988, 8; oppure La Stella, luglio 1988, 6).

  • L’anziano Maxwell spiegò inoltre che onorare le alleanze è essenziale per ricevere questa promessa: “I membri della Chiesa hanno un particolare impegno da osservare, fratelli e sorelle. Nefi ne era consapevole. In un giorno futuro, egli disse, il popolo dell’alleanza di Gesù sarà ‘disperso su tutta la faccia della terra’, sarà ‘armato di rettitudine e del potere di Dio, in grande gloria’ (1 Nefi 14:14). Questo avverrà, ma soltanto dopo che altri fedeli saranno diventati più santi e più dediti a Dio nella loro condotta” (Conference Report, ottobre 1991, 43; oppure vedere La Stella, gennaio 1992, 40).

1 Nefi 14:18–30. Il libro di Giovanni il rivelatore

  • I versetti da 18 a 30 in 1 Nefi 14 si riferiscono al libro dell’Apocalisse, l’ultimo libro del Nuovo Testamento scritto dall’apostolo Giovanni. Nefi vide gli eventi dei nostri giorni ma non gli fu consentito di scriverli perché era responsabilità di Giovanni. Il versetto 26 potrebbe riferirsi alla parte del Libro di Mormon che era sigillata. (Per avere ulteriori informazioni sulla parte sigillata, vedere 2 Nefi 27:7; 3 Nefi 26:7–11; Ether 4:7).

1 Nefi 15:2–11. “Duri di cuore”

  • L’anziano Dallin H. Oaks, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha parlato di come un cuore indurito limita la nostra spiritualità:

    “Nefi cercò di insegnare ai suoi fratelli che potevano conoscere il significato delle parole profetiche dette da loro padre che ‘erano difficili da capire, a meno che non si chieda al Signore’ (1 Nefi 15:3). Nefi disse loro che se non avessero indurito il cuore ma avessero osservato i comandamenti e chiesto al Signore con fede, ‘queste cose vi saranno certamente rese note’ (1 Nefi 15:11).

    Se induriamo il cuore, rifiutiamo la rivelazione continua e limitiamo la nostra comprensione di ciò che possiamo ottenere studiando e ragionando sul preciso linguaggio delle attuali opere canoniche, la nostra comprensione sarà limitata a ciò che Alma chiamò ‘la minore porzione della parola’ (Alma 12:11). Se noi cercheremo e accetteremo che la rivelazione e l’ispirazione allarghino la nostra comprensione delle Scritture, saremo l’adempimento di una promessa ispirata di Nefi che a colui che cerca diligentemente ‘i misteri di Dio gli verranno spiegati mediante il potere dello Spirito Santo’ (1 Nefi 10:19)” (“Scripture Reading and Revelation”, Ensign, gennaio 1995, 7).

  • Il profeta Joseph Smith spiegò che non solo Laman e Lemuele potevano conoscere le cose che Nefi e suo padre sapevano, ma che questo principio si applica anche a noi: “Se tutti noi potessimo ritrovarci con un sol cuore, una sola mente e una fede perfetta, il velo potrebbe essere lacerato oggi come la prossima settimana o in qualsiasi altro momento” (Insegnamenti del profeta Joseph Smith, compilati da Joseph Fielding Smith, 4).

    “Dio non ha rivelato niente a Joseph, che non renderà noto ai Dodici, ed anche il minimo dei santi può conoscere tutte le cose non appena è in grado di capirle” (History of the Church, 3:380).

1 Nefi 15:12–13. Giudei e Gentili

  • Spesso nel Libro di Mormon leggiamo di Giudei e Gentili. Talvolta è difficile comprendere a chi il testo si riferisce. L’anziano Bruce R. McConkie, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, ci aiutò a questo proposito: “Lehi e Nefi dividono entrambi tutti gli uomini in due parti: Giudei e Gentili. I Giudei erano sia gli appartenenti al regno di Giuda, sia i loro discendenti; tutti gli altri erano da considerare Gentili. Quindi noi siamo i Gentili di cui parlano questi versetti; siamo coloro che hanno ricevuto la pienezza del Vangelo; e lo porteremo ai Lamaniti, che sono Giudei, poiché i loro padri venivano da Gerusalemme e dal regno di Giuda” (A New Witness for the Articles of Faith [1985], 556).

    L’anziano McConkie individuò anche uno dei Gentili che avrebbe contribuito grandemente alla Restaurazione: “Joseph Smith… fu il Gentile per il cui tramite venne alla luce il Libro di Mormon, e i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni… sono i Gentili che portano la salvezza ai Lamaniti e ai Giudei” (The Millennial Messiah [1982], 233).

1 Nefi 15:13–16. La restaurazione del Vangelo negli ultimi giorni

  • Il presidente Gordon B. Hinckley dichiarò quale forte influenza ha avuto la Restaurazione sulla storia: “Miei fratelli e sorelle, vi rendete conto di quello che abbiamo? Riconoscete il nostro posto nel grande dramma della storia umana? Questo è il punto focale di tutto ciò che è avvenuto in passato. Questa è la stagione della Restaurazione. Questi sono i giorni della Restaurazione. Questo è il tempo in cui gli uomini di tutta la terra vengono al monte della casa dell’Eterno per chiedere e imparare, per camminare lungo i Suoi sentieri e conoscere le Sue vie. Questa è la somma di tutti i secoli del tempo, dalla nascita di Cristo a questo presente meraviglioso giorno” (Conference Report, ottobre 1999, 94; oppure Liahona, gennaio 2000, 89).

1 Nefi 15:12–20. Il raduno d’Israele

1 Nefi 15:24. La parola di Dio e i dardi feroci

  • Il presidente Ezra Taft Benson parlò delle benedizioni derivanti dall’avere in nostro possesso la parola di Dio. Essa non ci condurrà solo verso grandiose benedizioni, ma ci darà la forza di restare saldi di fronte alla tentazione: “Nel suo sogno Lehi vide una verga di ferro che attraversava le brume tenebrose. Vide che se la gente si teneva stretta a questa verga, poteva evitare le acque inquinate del fiume, tenersi lontana da cammini ignoti evitando di smarrirsi sulle vie che portano alla distruzione. In seguito suo figlio Nefi spiegò chiaramente ciò che la verga di ferro simboleggia. Quando Laman e Lemuele chiesero: ‘Che significa la verga di ferro?’ Nefi rispose ‘che era la parola di Dio; e [notate questa promessa] che chiunque avesse dato ascolto alla parola di Dio e vi si fosse attenuto saldamente, non sarebbe mai perito; né le tentazioni, né i dardi feroci dell’avversario avrebbero potuto sopraffarli fino ad accecarli, per trascinarli alla distruzione’. (1 Nefi 15:23–24; corsivo dell’autore). Non soltanto la parola di Dio ci conduce al frutto che è desiderabile più di ogni altro, ma nella parola di Dio e per mezzo di essa, possiamo trovare il potere di resistere alla tentazione, il potere di impedire a Satana e ai suoi emissari di compiere la loro opera” (vedere “Il potere della parola”, La Stella, luglio 1986, 79).

1 Nefi 15:32–35. “Giudicati per le loro opere”

  • L’anziano Dallin H. Oaks ha parlato di come le nostre opere definiscono chi siamo. Ciò che diventiamo per mezzo delle nostre opere costituisce il giudizio che riceveremo:

    “Molte Scritture bibliche e moderne parlano del giudizio finale in cui tutte le persone riceveranno una ricompensa per le loro azioni e per i desideri del loro cuore. Ma altri passi delle Scritture fanno riferimento anche all’essere giudicati secondo la condizione che abbiamo raggiunto.

    Il profeta Nefi descrive il giudizio finale in termini di ciò che siamo diventati: ‘e se le loro opere sono state immonde, è inevitabile che essi siano immondi; e se essi sono immondi, è inevitabile che essi non possano dimorare nel regno di Dio’ (1 Nefi 15:33; corsivo dell’autore). Moroni dichiara: ‘colui che è impuro resterà ancora impuro; e colui che è giusto resterà ancora giusto’ (Mormon 9:14; corsivo dell’autore; vedere anche Apocalisse 22:11–12; 2 Nefi 9:16; DeA 88:35). Lo stesso vale per gli ‘egoisti’ o i ‘disobbedienti’ o coloro i cui attributi personali sono contrari a quanto richiesto da Dio. Riferendosi alla ‘condizione’ dei malvagi al giudizio finale, Alma spiega che se saremo condannati dalle nostre parole, dalle nostre opere e dai nostri pensieri ‘non saremo trovati immacolati… e in questa terribile condizione non oseremo alzare lo sguardo al nostro Dio’ (Alma 12:14).

    Da questi insegnamenti possiamo concludere che il giudizio finale non è soltanto una valutazione della somma degli atti buoni o cattivi che abbiamo commesso. È un riconoscimento dell’effetto finale dei nostri atti e pensieri: ciò che siamo diventati. Non è sufficiente l’apparenza. I comandamenti, le ordinanze e le alleanze del Vangelo non sono dei versamenti da effettuare in un conto celeste. Il vangelo di Gesù Cristo è un piano che ci mostra come diventare ciò che il nostro Padre Celeste desidera che diventiamo” (Conference Report, ottobre 2000, 41; oppure Liahona , gennaio 2001, 40).

1 Nefi 15:34–35. La condizione finale delle anime

  • Esiste una chiara distinzione tra il bene il male, la luce e le tenebre, il regno di Dio e il regno del diavolo. L’inferno è il luogo preparato per gli impuri che seguono Satana, mentre i retti che hanno seguito Dio godranno della pace e della gloria del Suo regno. Ma in che modo la condizione finale di tutte le persone può essere divisa in due soli gruppi – coloro che “dimora[no] nel regno di Dio” o coloro che saranno “scacciat[i]”? (1 Nefi 15:35).

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    Christ’s Second Coming

    La chiave per rispondere a questa domanda si trova in Dottrina e Alleanze 76:43, che riassume l’opera di Gesù Cristo come segue: “[Egli] glorifica il Padre, e salva tutte le opere delle sue mani, eccetto quei figli di perdizione che rinnegano il Figlio dopo che il Padre lo ha rivelato”. Quindi lo stato finale include un raggruppamento di persone salvate e non salvate, ossia i figli di perdizione. Le persone salvate includeranno coloro a cui sarà concesso di entrare in un grado di gloria. Dottrina e Alleanze 76 indica tre gradi di gloria – celeste, terrestre e teleste – con la descrizione delle persone che saranno degne di ciascun luogo nel regno di Dio. Pertanto la salvezza nel regno di Dio avviene in tutti e tre i gradi di gloria, mentre coloro che non si qualificheranno sono i figli di perdizione.

Punti su cui riflettere

  • In che modo puoi usare l’esempio di Nefi per domandare al Signore di rendere l’ispirazione e la rivelazione una parte più importante della tua vita?

  • In che modo il Signore preparò la restaurazione del Vangelo in questa dispensazione?

  • Come definiresti il termine “dardi feroci dell’avversario”? Quali specifici dardi feroci affliggono la tua vita? Di che cosa hai bisogno per resistere meglio ai dardi feroci che impediscono la tua crescita spirituale?

Compiti suggeriti

  • Scrivi un breve saggio su una delle seguenti domande:

    1. In che modo stai progredendo verso l’albero della vita?

    2. Che cosa rappresenta la “chiesa grande e abominevole”?

    3. In che modo 1 Nefi 13 ha attinenza con l’ottavo articolo di fede?