2019
Il tocco del Salvatore
Novembre 2019


Il tocco del Salvatore

Se veniamo a Lui, Dio verrà in nostro soccorso, per guarirci o per darci la forza di affrontare qualsiasi situazione.

All’incirca duemila anni fa il Salvatore scese dal monte dopo aver insegnato le Beatitudini e altri principi del Vangelo. Mentre camminava fu avvicinato da un lebbroso. L’uomo, in un atteggiamento di riverenza e rispetto, si inginocchiò dinanzi a Cristo cercando sollievo dalla sua malattia. La sua richiesta era semplice: “Signore, se vuoi, tu puoi mondarmi”.

Il Salvatore allora stese la Sua mano e, toccandolo, disse: “Lo voglio, sii mondato”.1

Qui impariamo che il nostro Salvatore desidera sempre benedirci. Alcune benedizioni possono giungere immediatamente, altre possono richiedere più tempo e alcune possono addirittura giungere dopo questa vita, ma le benedizioni alla fine arriveranno.

Proprio come il lebbroso, anche noi possiamo ottenere forza e trovare conforto in questa vita accettando la Sua volontà e sapendo che Egli vuole benedirci. Possiamo ottenere la forza per affrontare qualsiasi prova, per superare le tentazioni, e per comprendere e sopportare le nostre circostanze difficili. Sicuramente, in uno dei momenti più terribili della Sua vita, la forza del Salvatore di resistere fu rinvigorita quando disse a Suo Padre: “Sia fatta la tua volontà”2.

Il lebbroso non fece la sua richiesta in maniera pretenziosa o arrogante. Le sue parole rivelano un atteggiamento umile, di alte aspettative ma anche di desiderio sincero che fosse fatta la volontà del Salvatore. Questo è un esempio dell’atteggiamento con cui dovremmo venire a Cristo. Possiamo venire a Cristo con la certezza che il Suo desiderio di oggi e di sempre è e sarà la cosa migliore per la nostra vita terrena e per la nostra vita eterna. Egli ha una prospettiva eterna che a noi manca. Dobbiamo venire a Cristo con il desiderio sincero che la nostra volontà sia assorbita da quella del Padre, così come fu la Sua.3 Questo ci preparerà per la vita eterna?

È molto difficile immaginare la sofferenza fisica e quella emotiva che gravavano sul lebbroso quando venne al Salvatore. La lebbra colpisce i nervi e la pelle causando deformità e disabilità. Inoltre, era associata a un considerevole stigma sociale. Una persona colpita da lebbra doveva lasciare i propri cari e vivere ai margini della società. I lebbrosi erano considerati impuri, sia fisicamente sia spiritualmente. Per questo motivo, secondo la legge di Mosè, i lebbrosi dovevano indossare vesti strappate e gridare “Impuro!”4 mentre camminavano. Malati e disprezzati, i lebbrosi finivano per vivere in case o in tombe abbandonate.5 Non è difficile immaginare che il lebbroso che avvicinò il Salvatore fosse devastato.

A volte, in un modo o nell’altro, anche noi possiamo sentirci devastati, a causa delle nostre azioni o di quelle di altri, per circostanze che possiamo o non possiamo controllare. In tali momenti possiamo rimettere la nostra volontà nelle Sue mani.

Alcuni anni fa, Zulma — mia moglie, la mia dolce metà, la parte migliore di me — ricevette una brutta notizia appena due settimane prima del giorno del matrimonio di uno dei nostri figli. Aveva un tumore in rapida crescita situato nella ghiandola parotide. Il suo viso iniziò a gonfiarsi e fu sottoposta immediatamente a un’operazione delicata. Le passarono molti pensieri per la testa che le appesantivano il cuore. Il tumore era maligno? Come si sarebbe ripreso il suo corpo? Il suo viso sarebbe rimasto paralizzato? Quanto sarebbe stato intenso il dolore? Sul suo viso sarebbero rimaste cicatrici permanenti? Il tumore, una volta rimosso, sarebbe tornato? Sarebbe riuscita a partecipare al matrimonio di nostro figlio? Sdraiata in sala operatoria, si sentiva devastata.

In quel momento tanto importante, lo Spirito le sussurrò che doveva accettare la volontà del Padre. Allora lei decise di riporre la sua fiducia in Dio. Sentiva fortemente che, indipendentemente dal risultato, la Sua volontà sarebbe stata per lei la cosa migliore. Poco dopo l’anestesia, si addormentò.

In seguito scrisse in modo poetico nel suo diario: “Sul tavolo operatorio mi sono inchinata dinanzi a Te e, arrendendomi alla Tua volontà, mi sono addormentata. Sapevo di potermi fidare di Te, con la consapevolezza che nulla di negativo può da Te venire”.

Ottenne forza e trovò conforto consegnando la propria volontà a quella del Padre. Quel giorno Dio la benedisse grandemente.

In qualunque circostanza ci troviamo, possiamo esercitare la fede per venire a Cristo e trovare un Dio in cui possiamo confidare. Gabriel, uno dei miei figli, una volta ha scritto:

Secondo il profeta, il volto di Dio è più splendente del sole

e i Suoi capelli più bianchi della neve

e la Sua voce risuona con fragore come lo scorrere di un fiume,

e l’uomo non è nulla a Suo confronto. […]

Sono oppresso dal peso della consapevolezza che anch’io non sono nulla.

E solo allora trovo barcollando la via verso un dio in cui posso confidare.

E solo allora scopro il Dio in cui posso confidare.6

Un Dio di cui possiamo fidarci rafforza la nostra fede. Possiamo fidarci di Lui perché Egli ci ama e vuole il meglio per noi in ogni circostanza.

Il lebbroso si fece avanti spinto dal potere della speranza. Il mondo non gli offriva soluzioni e neppure conforto. Quindi, il semplice tocco del Salvatore deve essergli parso come una carezza per l’anima intera. Possiamo solo immaginare i profondi sentimenti di gratitudine del lebbroso al tocco del Salvatore, specialmente al suono delle parole: “Lo voglio, sii mondato”.

La storia riporta che “in quell’istante egli fu mondato dalla sua lebbra”7.

Anche noi possiamo sentire il tocco della mano amorevole e guaritrice del Salvatore. Quale gioia, quale speranza e quale gratitudine riempiono la nostra anima sapendo che Egli vuole aiutarci a essere puri! Se veniamo a Lui, Dio verrà in nostro soccorso, per guarirci o per darci la forza di affrontare qualsiasi situazione.

In ogni caso, accettare la Sua volontà — e non la nostra — ci aiuterà a capire le nostre circostanze. Nulla di male può procedere da Dio. Egli sa ciò che è meglio per noi. Forse non rimuoverà i nostri fardelli all’istante. A volte Egli può renderli più leggeri, come fece per Alma e il suo popolo.8 Alla fine, grazie alle alleanze, i fardelli saranno rimossi9, in questa vita oppure al momento della santa risurrezione.

Il desiderio sincero che sia fatta la Sua volontà, unito alla comprensione della natura divina del nostro Redentore, ci aiuterà a sviluppare quel tipo di fede mostrata dal lebbroso per poter essere guarito. Gesù Cristo è un Dio di amore, un Dio di speranza, un Dio di guarigione, un Dio che desidera benedirci e aiutarci a essere puri. Questo è ciò che desiderava prima di venire sulla terra quando si offrì volontario per salvarci allorché cadiamo in trasgressione. Questo è ciò che desiderava nell’agonia del Getsemani quando affrontò il dolore, incomprensibile per l’uomo, per pagare il prezzo del peccato. Questo è ciò che desidera ora quando perora la nostra causa dinanzi al Padre.10 Questo è il motivo per cui la Sua voce tuttora ripete: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo”11.

Egli può guarirci e risollevarci poiché ha la capacità di farlo. Ha preso su di Sé tutti i dolori del corpo e dello spirito affinché le Sue viscere siano piene di misericordia per poterci soccorrere in tutto e per poterci guarire e risollevare.12 Le parole di Isaia, come citate da Abinadi, lo esprimono in maniera meravigliosa e commovente:

“Certamente egli ha portato le nostre afflizioni e si è caricato i nostri dolori […].

Ma egli è stato ferito per le nostre trasgressioni, è stato fiaccato per le nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue frustate noi siamo stati guariti”13.

Lo stesso concetto viene insegnato in questa poesia:

“‘Oh falegname di Nazareth,

questo cuore, che è stato irrimediabilmente spezzato,

questa vita, che è stata distrutta quasi fino alla morte,

oh Tu, falegname, li puoi riparare?’.

E grazie alla Sua mano gentile e pronta,

la Sua dolce vita si intreccia con

le nostre vite spezzate, finché non c’è

una Nuova Creazione — ‘ogni cosa nuova’.

‘Le caratteristiche del cuore,

desiderio, ambizione, speranza e fede,

rendile perfette,

oh falegname di Nazareth!’”14.

Se sentite che in qualche modo non siete puri, se vi sentite devastati, sappiate che potete essere resi puri, che potete essere guariti, perché Egli vi ama. Confidate che nulla di male può procedere da Dio.

Poiché “discese al di sotto di tutte le cose”15, Egli rende possibile la riparazione di tutto ciò che nella nostra vita è stato distrutto cosicché possiamo essere riconciliati con Dio. Tramite Lui tutte le cose possono essere riconciliate, sia quelle sulla terre che quelle in cielo, facendo pace mediante il sangue della Sua croce 16

Veniamo a Cristo facendo tutti i passi necessari. Nel farlo, possa il nostro atteggiamento essere: “Signore, se vuoi, tu puoi mondarmi”. Se lo facciamo, possiamo ricevere il tocco guaritore del Maestro accompagnato dal dolce suono della Sua voce che dice: “Lo voglio, sii mondato”.

Il Salvatore è un Dio in cui possiamo confidare. Egli è il Cristo, l’Unto, il Messia di cui io rendo testimonianza nel Suo sacro nome, sì, nel nome di Gesù Cristo. Amen.