2008
Stabiliamo le priorità
Gennaio 2008


Stabiliamo le priorità

Immagine
Elder Won Yong Ko

Sono nato e cresciuto in Corea in una famiglia affettuosa e da ragazzo mi unii alla Chiesa. Vorrei raccontarvi l’esperienza della mia conversione.

Poco dopo le vacanze invernali, io e un compagno di classe stavamo lavorando insieme nella biblioteca scolastica quando egli mi chiese se ero interessato ad andare in chiesa con lui. Gli chiesi di che tipo di chiesa stesse parlando ed egli mi rispose che era vicina alla scuola. Mi raccontò che c’era da divertirsi e che c’erano molte ragazze. Avevo sedici anni e la descrizione mi incuriosì. Decisi di andare. Quando ero alle elementari per un paio di anni ero andato in una chiesa presbiteriana, il che mi aveva lasciato buoni ricordi.

Io e il mio amico andammo a un’attività di sabato e tutti vennero a salutarmi e a darmi il benvenuto. Mi colpì il fatto che fossero tanto gentili da accogliere un ragazzo che non conoscevano. Il giorno dopo ritornai in chiesa e mi furono presentati i missionari.

Questi m’insegnarono i principi basilari del Vangelo, mi parlarono di Gesù Cristo e della restaurazione del Vangelo mediante il profeta Joseph Smith. Le lezioni erano ragionevoli e logiche. Rimasi colpito dal progresso eterno e dal piano di salvezza. Avevo spesso pensato al motivo per cui fossi sulla terra e che cosa mi avrebbe atteso dopo la morte. Trovavo confortante sapere che se avessi fatto tutto ciò che potevo, il Salvatore avrebbe fatto il resto.

Due mesi dopo desiderai essere battezzato e confermato, ma avevo bisogno del permesso dei genitori, che erano buddisti, ma che si fidavano di me. Decisi che sarebbe stato meglio per prima cosa chiedere il permesso a mia madre, così chiesi ai missionari di venire a casa durante il giorno. Prima di andare a scuola dissi a mia madre che forse sarebbero passati degli stranieri a chiederle qualcosa e che ella avrebbe dovuto semplicemente rispondere di sì. Uscii poi rapidamente per recarmi a scuola. Quando rincasai, mia madre mi raccontò che erano passati due americani di bell’aspetto. Mi disse che parlavano un coreano meraviglioso e che le avevano dato un’impressione talmente buona che aveva loro risposto di sì. Così ottenni dai genitori il permesso di unirmi alla Chiesa.

Una vita basata sulle alleanze

Quando siamo battezzati stringiamo un’alleanza, e questo è l’inizio della vita evangelica. Nel corso della vita facciamo e rinnoviamo altre alleanze, ad esempio prendendo il sacramento o, per i giovani uomini, ricevendo il sacerdozio. La nostra vita si basa sulle alleanze. Il Padre celeste si aspetta che siamo fedeli alle alleanze che stringiamo e, se lo siamo, Egli terrà fede all’alleanza che ha fatto di riversare su noi benedizioni.

Il messaggio che vorrei comunicare a voi giovani è di stabilire delle priorità, di comprendere le alleanze che state stringendo e di essere fedeli ad esse, anche quando vi è chiesto di sacrificarvi. Se sarete fedeli e avrete una prospettiva eterna, il Signore vi benedirà, non solo in futuro, ma durante il tempo che trascorrerete sulla terra.

Ad esempio, quando ero alle superiori scelsi di non studiare di domenica. Studiavo fino alla mezzanotte di sabato e poi chiedevo a mia madre di svegliarmi presto lunedì mattina. Osservavo la santità del giorno del Signore. Talvolta ero un po’ a disagio, perché sapevo che la domenica i miei compagni di classe studiavano tutto il giorno. In Corea riuscire a essere ammessi a una buona università è un obiettivo molto importante, tuttavia, anche se avevo degli esami il lunedì, non studiavo di domenica. Poiché avevo un giorno in meno per studiare, dovevo veramente concentrare i miei sforzi. Grazie a ciò penso di aver utilizzato meglio il tempo a mia disposizione per studiare. Alla fine fui uno dei migliori studenti della scuola e fui ammesso a una delle università più prestigiose della Corea.

Una volta che ci concentriamo sui principi della Chiesa e del Vangelo, allora riusciamo ad applicare quegli stessi principi in qualsiasi cosa intraprendiamo e abbiamo il sostegno del Signore, con tanto di benedizioni.

Un occhio rivolto unicamente alla gloria di Dio

Uno dei versetti che preferisco è DeA 4:5, che parla delle qualità della leadership. Esso menziona l’avere un «occhio rivolto unicamente alla gloria di Dio». Quando svolgo un’opera di servizio per la Chiesa mi chiedo sempre: a che cosa sto puntando? Il mio occhio è rivolto esclusivamente alla gloria di Dio?

Per ventotto anni lavorai in Corea per l’IBM. A quell’epoca svolsi molti incarichi nella Chiesa, tra cui segretario esecutivo di palo, sommo consigliere di palo, presidente di palo, rappresentante regionale e Settanta di Area. Ho sempre cercato di equilibrare le priorità tra famiglia, lavoro, chiamate ecclesiastiche e tempo personale, in questo modo sono sempre riuscito a fare ciò che era necessario.

Come rappresentante regionale e Settanta di Area dovevo recarmi a Salt Lake due volte l’anno per la conferenza generale e come dirigente d’azienda non era facile lasciare l’ufficio per più di una settimana. Ero risoluto a compiere il viaggio e il presidente della compagnia mi conosceva e si fidava di me quando gli assicuravo che ce l’avrei fatta. Quando stabiliamo delle priorità, riusciamo a gestire i problemi. Non mi piace scendere a compromessi per quanto riguarda il mio credo solo al fine di fare carriera. Una volta che avrete deciso, proverete pace nel cuore perché ciò che fate è giusto. Mantenere fede agli impegni o alle alleanze non è facile e richiede molto sacrificio, ma quando siamo obbedienti le benedizioni che riceveremo saranno di gran lunga superiori a ciò a cui abbiamo rinunciato.

Pietre miliari

Immaginatevi di trovarvi su una sponda di un corso d’acqua e di sapere che dall’altra parte c’è la vostra felicità eterna. Per guadare vi occorreranno alcune pietre. Scegliete, ad esempio, di andare in missione, di sposarvi al tempio e di formare una famiglia. Se vi preparerete per ognuno di questi eventi sarete sul percorso giusto che vi porterà a raggiungere la meta finale.

Quando fu annunciato il Tempio di Seoul provammo tutti gioia. Sapevamo che senza il tempio la nostra vita evangelica non sarebbe stata completa. Occorse parecchio tempo prima che fosse completato, tuttavia le benedizioni che derivarono da questo edificio sacro resero più profonda la testimonianza e la fede della gente. Nel recarsi alla casa del Signore, le persone s’impegnarono sempre più nel Vangelo, così sono sulla via giusta per raggiungere l’obiettivo finale.

Esorto pertanto voi giovani a stabilire delle pietre per guadare intermedie, che vi aiuteranno e vi forniranno una protezione. So che se siamo fedeli alle alleanze strette la vita sarà più ricca e riceveremo grandi benedizioni.