2006
Perché credo in Gesù Cristo
Aprile 2006


Perché credo in Gesù Cristo

«Questa è la testimonianza che è in me» (Alma 7:13).

Voglio dirvi perché credo in Gesù Cristo. Le Scritture aiutano la mia testimonianza di Gesù Cristo a crescere. Esse ci parlano di Lui: che creò il mondo e che morì per noi in modo che potessimo vivere di nuovo con Lui. Le Scritture ci insegnano che Gesù ci ama e vuole benedirci. A me piace in modo particolare la storia delle Scritture di Gesù che benedice i bambini Nefiti.

La mia famiglia contribuisce ad accrescere la mia testimonianza di Gesù Cristo insegnandomi il Vangelo, amandomi e prendendosi cura di me. Quando teniamo la serata familiare, condividiamo le storie e i nostri sentimenti sul Salvatore.

Le preghiere aiutano la mia testimonianza a crescere. Quando la mia sorellina Rachel è nata aveva delle difficoltà respiratorie e doveva tenere una maschera dell’ossigeno. Non potevo tenerla in braccio perché lei doveva restare in ospedale. Ho pregato che potesse stare meglio e potesse tornare a casa con noi. La mia preghiera fu esaudita. Iniziò a stare meglio e presto tornò a casa con noi. Le preghiere mi aiutano a sentirmi vicina a Gesù Cristo.

Gli insegnanti e i dirigenti aiutano la mia testimonianza a crescere. Quando vado in chiesa, imparo e ascolto le testimonianze degli altri. Anche i miei insegnanti familiari, fratello Hackett e fratello Pahnke, portano la loro testimonianza alla mia famiglia.

I profeti aiutano la mia testimonianza a crescere. Amo leggere dei profeti e imparare in merito alla loro vita e di come si impegnarono a seguire Gesù Cristo. Una storia che amo riguarda Joseph F. Smith (1830–1918). Egli stava tornando a Salt Lake City con diversi missionari quando una folla li avvicinò. Essi sparavano con le loro armi, bestemmiavano e urlavano. Il capo scese da cavallo e urlò: «Uccideremo chiunque sia mormone!» Tutti gli altri missionari corsero nei boschi, ma Joseph F. Smith restò fermo. L’uomo con la pistola in mano chiese: «Sei un Mormone?» Joseph F. Smith si mise ancor più diritto e disse: «Sì, signore: lo sono dalla testa ai piedi!» L’uomo fu sorpreso. Mettendo via l’arma, strinse la mano di Joseph e disse: «Sei la persona più simpatica che abbia mai incontrato! Sono felice di vedere un uomo che sa difendere a testa alta le proprie convinzioni». Poi cavalcò via e non lo infastidì più.1

La rivista L’Amico aiuta la mia fede a crescere. Mi piace leggere le storie e vedere i disegni che i bambini fanno di Gesù Cristo. Mi piace sapere di altre persone che stanno vivendo il Vangelo e hanno una testimonianza.

I pionieri aiutano la mia testimonianza di Gesù Cristo a crescere grazie ai loro sacrifici per seguirLo. Ho un antenato di nome Lars Larson che ascoltò i missionari e scelse di seguire Gesù Cristo anche se i suoi genitori si adirarono per questo. Essi gli dissero che se si fosse battezzato, non lo avrebbero lasciato vivere là e non lo avrebbero affatto aiutato. La sua testimonianza era così forte che egli lasciò la sua famiglia per seguire il Salvatore ed essere battezzato. In seguito egli venne chiamato a svolgere una missione nel luogo in cui viveva la sua famiglia. Andò a casa loro e quando sua madre aprì la porta, senza indugio la richiuse. Ma egli prese la porta prima che si chiudesse completamente e disse semplicemente: «Mamma, voglio solo che tu sappia che ho trovato la verità». Questa testimonianza non fu semplice da avere: comportò la perdita di molte cose, ma seguire il Salvatore era così importante per lui che valse il sacrificio.

Il mio battesimo aiuta la mia testimonianza di Gesù Cristo a crescere. L’anno scorso ho scelto di essere battezzata. Ho fatto un’alleanza con il Padre celeste e Gesù Cristo poiché voglio seguirLi e sentire il Loro amore e l’influenza dello Spirito Santo nella mia vita.

Credo davvero in Gesù Cristo. Ho una testimonianza che Egli è morto per noi, che Egli è risorto, che Egli vive e ci ama e che vuole benedirci ed aiutarci.

Lindsey M., nove anni, Salt Lake City, Utah, USA

Note

  1. Vedere Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Joseph F. Smith (1998), 104.