2005
I santi della Colombia: un esempio di forza
Marzo 2005


I santi della Colombia: un esempio di forza

Guerre. Rumori di guerre. Violenza. Corruzione. Paura. Queste parole descrivono le condizioni generali del mondo che affliggono in certa misura tutti noi.

Pace. Sicurezza. Libertà. Benevolenza. Queste parole descrivono le condizioni che sono possibili anche nella più caotica e turbolenta delle epoche.

I membri della Chiesa in Colombia conoscono bene entrambi gli scenari e tramite il loro esempio mostrano che il vangelo di Gesù Cristo può aiutarci a trovare pace ovunque viviamo a prescindere dalle circostanze. I fedeli stanno diventando materialmente e spiritualmente autosufficienti e contribuiscono al risanamento della loro nazione.

La «guerra» non è una scusa

Per decenni i notiziari di tutto il mondo hanno trasmesso storie sensazionali sui cartelli della droga colombiani, le guerriglie, i rapimenti e altri crimini violenti.

Molti colombiani però la vedono diversamente. «Quale guerra?» domandano quando viene loro chiesto in che modo resistono alle battaglie. Sono rattristati per il fatto che il loro bellissimo paese venga giudicato dalle azioni di una minoranza. Molti non si sentono più in pericolo di tante altre persone che vivono altrove.

La realtà sta nel mezzo. Dal momento che le zone rurali sono particolarmente pericolose, molta gente si sta trasferendo nelle città causando un sovraffollamento urbano e la disoccupazione. È comune vedere soldati armati nelle strade cittadine o essere sottoposti ad attenta perquisizione. Vi sono state anche minacce ed episodi di violenza nei confronti della Chiesa, ma la maggior parte degli incidenti sono avvenuti anni fa. Nella maggior parte dei casi non ci sono stati feriti e non sono stati arrecati danni gravi. I membri della Chiesa hanno riordinato e riparato le loro cappelle e hanno continuato a vivere i principi del Vangelo, cosa che fanno con grande ottimismo.

«Abbiamo alcune difficoltà qui», dice l’anziano Claudio R. M. Costa dei Settanta, presidente dell’Area Sud America Nord. «Ma i membri della Chiesa in Colombia non usano la guerra come scusa per non fare ciò che dovrebbero. Si assumo le responsabilità delle loro azioni».

Lo sviluppo dell’autosufficienza temporale

«Una delle nostre sfide è la grande povertà di molti fedeli» dice Fabián Saavedra, presidente del Palo di Kénnedy a Bogotá. La Chiesa in Colombia sta facendo tanti sforzi per aiutare i fedeli a diventare materialmente autosufficienti.

Incoraggiare l’istruzione. «Stiamo assistendo a un grande miracolo», dice l’anziano Costa. «Molte persone sono povere quando si uniscono alla Chiesa, ma il profeta dice loro di far sì che i loro figli si istruiscano, quindi essi fanno grandi sacrifici a questo proposito. I loro figli sono i primi componenti della famiglia a frequentare l’università. Molti di loro ottengono degli ottimi impieghi, e non rimangono nella povertà». Un esempio è Luis Prieto, che è cresciuto in un’umile casa a Bogotá. Fu battezzato nel 1972 insieme ai suoi genitori e fratelli. I suoi genitori fecero molti sacrifici affinché i figli potessero istruirsi. Adesso Luis è un avvocato di successo.

Circa 400 giovani colombiani stanno traendo beneficio dal Fondo perpetuo per l’educazione. Un giovane si è sposato nel tempio poco dopo aver svolto la missione. «Non era preparato a mantenere una famiglia», dice suo padre. «Noi non avevamo i mezzi per mantenerlo agli studi. Ha fatto domanda al Fondo e adesso è al secondo semestre di una scuola tecnica». Contemporaneamente lavora come insegnante presso il Centro di addestramento per i missionari e sta cercando lavoro nel suo campo. «Il Fondo perpetuo per l’educazione ha portato speranza ai nostri giovani», dice l’anziano Walter F. González dei Settanta, primo consigliere della presidenza di area.

Aiutare i disoccupati. I dirigenti della Chiesa insegnano ai membri a uscire dai debiti, pagare la decima e condividere idee per aiutarsi vicendevolmente ad avere successo. Essi incoraggiano i fedeli a non emigrare in altre nazioni ma a rimanere in Colombia e contribuire alla crescita della Chiesa.

«Quando un dirigente del sacerdozio si ritrova ad essere disoccupato, ci consultiamo immediatamente con lui», dice l’anziano Costa. «Cerchiamo di non far passare neanche una settimana prima che gli specialisti locali del collocamento e altri parlino con lui e scambino delle idee. Egli se ne va con la speranza e la motivazione ad andare e compiere qualcosa». Poi questi dirigenti fanno lo stesso per altri membri che diventano disoccupati.

Curare un orto. Dietro al centro di palo di Kénnedy, a Bogotá, ci sono due piccoli orti di circa un metro quadrato, una vista insolita in un ambiente urbano. Il presidente Fabián Saavedra e sua moglie Rosa mostrano con fierezza il piccolo raccolto. «Abbiamo coltivato ravanelli, carote, pomodori, patate, cavoli, piselli, lattuga e altri ortaggi in questi piccoli appezzamenti», dice la sorella Saavedra mentre raccoglie i ravanelli. «Molte persone hanno un fazzoletto di terra per piantare pochi ortaggi, ma stanno imparando il principio e obbedendo».

«Lo scopo di questi orticelli nella casa di riunione», dice il presidente Saavedra, «è quello di mostrare quanto può essere raccolto in un piccolo spazio. Molti fedeli coltivano piccoli orti e portano testimonianza delle benedizioni rappresentate dal loro raccolto. Nel nostro appartamento, non avendo un giardino o un cortile, il nostro orto è un vaso in cui abbiamo piantato i pomodori. Lo abbiamo messo vicino alla finestra e le nostre pianticelle di pomodori crescono benissimo!»

A Popayán, Alfonso Tenorio è un dottore che pubblica anche una rivista medica. Oltre a quello, lavora con sua moglie Lucía nello spazioso giardino dietro alla casa di suo padre. Aiutano a curare l’orto della zia. Controllano il lavoro svolto dai Giovani Uomini negli orti che hanno piantato presso una scuola cattolica. Parlano a gruppi cittadini e organizzazioni di servizio per promuovere gli orti di casa. Grazie principalmente all’impegno dei Tenorio, gli orti sono diventati di moda in molte case di Popayán. «Consideriamo i nostri sforzi come un modo per aiutare amici e vicini a diventare autosufficienti per poterci tutti sfamare in caso di difficoltà», dice Alfonso.

Condividere cibo e acqua. A prescindere dalle dimensioni della propria abitazione, i fedeli trovano lo spazio per immagazzinare gli alimenti. A casa di Carmen Merisalde, a Bogotá, il tavolino su cui poggia il telefono, ricoperto con una graziosa tovaglia che tocca terra, è un contenitore pieno di alimenti essiccati.

I membri sono incoraggiati a conservare un po’—anche solo una manciata—di riso o altri alimenti basilari, ogni volta che preparano un pasto. In quel modo, anche quando il denaro scarseggia, riescono a conservare qualcosa. Ogni volta che hanno immagazzinato abbastanza lo mettono sotto vuoto per conservarlo. Il palo possiede un macchinario per mettere il cibo sottovuoto che circola di rione in rione in modo che tutti abbiano la possibilità di utilizzarlo. «Dovreste vedere le lacrime che riempiono gli occhi di molte persone quando confezionano il primo sacco di riso che hanno conservato manciata dopo manciata», dice il presidente Saavedra.

Condividere con gli altri. Alcuni alimenti presenti nei mobili della cucina di Ivonne Palacio, a Bogotá, non compariranno mai sulla sua tavola. Sono destinati ad altre persone. La presidenza di area esorta i membri della Chiesa a immagazzinare del cibo da dare agli altri in caso di emergenza. «Lo chiamiamo il magazzino del Signore nelle case dei fedeli», dice l’anziano Costa. «Il vescovo chiede alle famiglie di avere sempre a disposizione una certa quantità di riso o di altri alimenti di prima necessità da donare. Poi quando lui ne fa richiesta per una famiglia bisognosa, loro li donano e ne acquistano altri».

Questo metodo ha diversi vantaggi. «Primo, incoraggia i membri ad avere delle scorte di cibo», dice l’anziano Costa. «Secondo, ci permette di prenderci cura velocemente delle emergenze. Terzo, possiamo tenere da parte i fondi del digiuno per quelle situazioni in cui è necessario il denaro contante, come per le medicine o un affitto. Sebbene il Palo di Kénnedy sia uno dei più poveri in termini economici, quasi tutte le famiglie hanno delle scorte di cibo, e molti ne hanno a sufficienza da condividere. Inoltre, il palo è autosufficiente nei fondi del digiuno».

«Non stiamo solo immagazzinando cibo e acqua, stiamo anche facendo scorta di benedizioni!» dice la sorella Palacio. «Il Padre celeste ci sta insegnando ad avere il puro amore di Cristo».

Irma Piñeros del Rione di Banderas, nel Palo di Kénnedy, insegna a cucire alla Società di Soccorso. «Una sorella aveva bisogno di guadagnare dei soldi lavorando da casa», dice. «Così le ho dato una macchina da cucire. Adesso riesce a mantenere tutta la famiglia».

«Mentre ci sono seri problemi economici», dice Roberto Rubio, presidente del Tempio di Bogotá, «i membri della Chiesa hanno ciò di cui hanno bisogno: cibo da mangiare e vestiti per coprirsi. È pur sempre una lotta per la sopravvivenza, ma le loro necessità sono soddisfatte secondo gli standard economici della nostra nazione».

«Alle conferenze di palo», dice l’anziano Costa, «chiedo a coloro che appartengono alla Chiesa da un certo numero di anni di guardarsi indietro e vedere se stavano meglio prima di unirsi alla Chiesa. Non ho mai incontrato nessuno che abbia detto di sì. Grazie alla Chiesa hanno sempre di più, non di meno».

Lo sviluppo dell’autosufficienza spirituale

I santi della Colombia stanno seguendo il consiglio del Signore di stare «in luoghi santi» (DeA 87:8). «Stiamo insegnando ai fedeli ad essere spiritualmente autosufficienti», dice l’anziano Costa. «Se succede qualcosa per cui i membri non possono riunirsi con il resto dei santi, possono continuare a seguire attivamente il Vangelo nelle loro case».

Rafforzare case e famiglie. Come fanno i fedeli colombiani a uscire di casa, e lasciar uscire i loro figli, quando i rischi sono così elevati? Le loro risposte sono sorprendentemente simili a quelle dei membri della Chiesa di tutto il mondo: «Dora ed io diciamo la preghiera con i nostri figli ogni mattina prima di uscire di casa», dice Sergio Correa, presidente del Palo di Medellín, Colombia. «Chiediamo al Signore di aiutarci a evitare le situazioni pericolose. Usiamo lo Spirito Santo come guida e cerchiamo di giudicare saggiamente. Poi facciamo quello che ci è richiesto. Durante la preghiera familiare della sera ringraziamo il Signore per aver vegliato su di noi». La formula non è nuova, ma porta pace.

«Le bombe non distruggono veramente», aggiunge il presidente Correa. «Il peccato distrugge. Questo è il motivo per cui esortiamo i fedeli a dire la preghiera familiare, studiare le Scritture e le parole dei profeti moderni, tenere la serata familiare, frequentare la Chiesa e andare al tempio per quanto possibile».

L’anziano Roberto García, Settanta-Autorità di area e secondo consigliere della presidenza di area, è amministratore del Sistema Educativo della Chiesa e conosce bene i giovani Santi degli Ultimi Giorni. «La droga non è un grande problema tra i giovani della Chiesa in Colombia», spiega. «Il problema maggiore nella nostra società sono i genitori che non insegnano il Vangelo ai propri figli. Stiamo cambiando le vecchie abitudini e i vecchi modi di fare insegnando alle famiglie la dottrina corretta».

Preparazione per il tempio. Il presidente Spencer W. Kimball annunciò la costruzione del Tempio di Bogotá nell’aprile del 1984. Passarono però quindici anni prima che il tempio divenisse una realtà. Quegli anni furono caratterizzati da opposizione, guerre legali e scoraggiamento. Furono anche pieni di digiuni, preghiere e duro lavoro. Molti non riuscirono ad aspettare, quindi fecero dei lunghi viaggi per andare in altri templi. Altri usarono l’ulteriore tempo loro accordato per superare ostacoli di natura personale. Quando nell’aprile del 1999 furono aperte le porte del tempio, i santi furono immensamente benedetti per la loro pazienza e preparazione.

«Le difficoltà e i rinvii hanno aiutato il popolo a purificarsi», dice César A. Dávila, uno degli architetti del tempio che è Settanta-Autorità di area. «Quel periodo difficile ci ha aiutato ad apprezzare il valore delle cose più importanti: la nostra famiglia e la nostra testimonianza».

L’anziano Dávila parla delle solide fondamenta su cui è costruito il tempio, formate da più di duecento colonne rinforzate piantate a una profondità di cinquanta metri nel terreno. «Con l’aiuto del Signore, questo tempio s’ergerà per dei secoli», aggiunge. Egli vede un simbolismo nelle solide fondamenta del tempio e chiede: «Abbiamo costruito ‹sulla roccia del nostro redentore, che è Cristo, il Figlio di Dio›? (Helaman 5:12). Abbiamo costruito su forti colonne come la fede, la testimonianza, lo studio delle Scritture, la preghiera e l’obbedienza ai profeti viventi?»

Le benedizioni del tempio. «Coloro che frequentano il tempio stanno migliorando la qualità spirituale della loro vita», dice Carlos Vega, presidente del Palo di El Dorado a Bogotá. «Adesso abbiamo dei dirigenti più forti e dei fedeli più obbedienti alla legge della castità, che considerano sacro il loro matrimonio».

«Il fulcro del nostro lavoro è il rafforzamento delle famiglie», dice Edgar J. Gómez, presidente del Palo di Granada a Bogotá. «Stiamo incoraggiando mariti e mogli ad amarsi a vicenda e ad amare i propri figli. Usiamo spesso come testo il proclama sulla famiglia».

Javier Tobón, direttore del Latin America Family History Support Services [Servizi di supporto genealogico per l’America Latina], ha tracciato molte generazioni della propria famiglia e sta insegnando ad altri a fare lo stesso. «Stiamo facendo esattamente l’opposto di ciò che fanno le guerriglie: loro distruggono le famiglie, noi le uniamo».

Ritenimento e attivazione dei membri della Chiesa. Malgrado la Colombia abbia un alto tasso di battesimi, la frequenza in chiesa sta crescendo più velocemente del numero di battesimi. «Ciò significa attivazione e ritenimento», dice l’anziano Costa. Uno dei motivi di questo successo è il nutrimento che ricevono i nuovi convertiti. Subito dopo il battesimo e la confermazione, essi ricevono una copia della rivista Liahona. Le nuove famiglie ricevono anche una lettera di benvenuto personalizzata e una scatola contenente il materiale fondamentale, tra cui il proclama sulla famiglia, «Il Cristo vivente» e Per la forza della gioventù. La scatola contiene anche dei manuali appositamente selezionati e delle informazioni sul lavoro di tempio e genealogico. Gli insegnanti familiari, le insegnanti visitatrici e i dirigenti di rione e ramo aiutano i nuovi membri a utilizzare questo materiale. Aggiornano il progresso dei nuovi convertiti e li aiutano a prepararsi per il tempio.

Per assicurarsi che i fedeli vengano nutriti, i pali tengono delle lezioni di addestramento per gli insegnanti. «Esortiamo gli insegnanti a usare il materiale stabilito dal Signore invece delle loro proprie idee», dice l’anziano Costa. «Stanno crescendo degli ottimi dirigenti che seguono i Fratelli. Da quando abbiamo dimostrato maggiore fiducia nei confronti delle presidenze di palo, non riceviamo più tante telefonate da loro perché stanno imparando che hanno le chiavi, il potere, l’autorità e il diritto di ricevere ispirazione».

Godere dei frutti della fedeltà. I membri della Chiesa riflettono sulla visita del presidente Spencer W. Kimball nel 1977 e sulle visite del presidente Gordon B. Hinckley avvenute nel 1996 e di nuovo nel 1999, in occasione della dedicazione del tempio. Rammentano le promesse fatte e vedono nella crescita della Chiesa l’adempimento della profezia. Dalle umili origini a metà degli anni ‘60, adesso in Colombia ci sono circa 145.000 membri della Chiesa. Quattro missioni raccolgono circa ottocento missionari a tempo pieno, tutti provenienti dalla Colombia o da altre nazioni dell’America Latina. In tutto il paese ci sono case di riunione, centri genealogici, istituti di religione; c’è un Centro di addestramento per i missionari e un tempio.

Archivisti storici come Ernesto Hernández di Cali stanno documentando i principali avvenimenti con registrazioni, storie e fotografie. Le storie sono anche conservate nella vita e nel cuore dei fedeli. Quando Fabio e Luisa Fernanda Bohórquez, di Bogotá, hanno recentemente preso parte a una sessione del tempio, si sono sentiti molto umili vedendo che gli officianti erano Héctor e Marina Cano, una coppia battezzata anni prima da Fabio, durante la sua missione a Pereira. I Cano stanno svolgendo una missione al tempio e programmano di farne altre.

A Barranquilla, Roberto e Fabiola Juliao radunano a casa loro la propria famiglia. I nipotini si siedono sulle gambe dei genitori e dei nonni mentre il fratello e la sorella Juliao ricordano il loro battesimo avvenuto nel 1975, il loro suggellamento celebrato nel 1986 e altre esperienze. Lei ha lavorato in tutte le organizzazioni ausiliarie e attualmente è la presidentessa della Primaria del rione. Lui racconta di aver ricevuto molte chiamate nel sacerdozio e mostra ai suoi nipoti un prezioso ricordo: la pala utilizzata in occasione del primo colpo di piccone per la costruzione del Tempio di Bogotá.

Uno dei suoi figli, Cristian, non ha accettato il Vangelo fintanto che lui e la moglie non aspettarono il loro primo figlio. Improvvisamente si sentirono motivati ad approfondire la conoscenza del Vangelo. Furono battezzati e in seguito suggellati nel tempio. Una volta, Cristian e suo padre sono stati insieme consiglieri del presidente di missione. «Mi sono ritrovato a desiderare di diventare proprio come mio padre. Mi sono reso conto che mi ha insegnato i principi più importanti nella vita. Spero di poter trasmettere quest’eredità ai miei figli».

Essere buoni cittadini

Man mano che i fedeli diventano autosufficienti, fanno la differenza nella loro comunità. La Chiesa è sempre più apprezzata per il suo ruolo di buon vicinato, gli aiuti umanitari e il patriottismo dei suoi membri.

Far parte della comunità. Le Società di Soccorso del Palo di Medellín, a Belén, offrono corsi di cucina, ricamo e arte a cui partecipano molte donne che non appartengono alla Chiesa per apprendere nuove tecniche di lavoro. Esse apprezzano la generosità e la disponibilità della Chiesa.

Il dottor Eduardo Pastrana, presidente del Palo di Medellín, ha chiarito i valori dei Santi degli Ultimi Giorni durante un’intervista televisiva. Dice: «Ho letto che Medellín è classificata come la città più violenta al mondo. Nella mia professione medica incontro molte persone disperate per la situazione sociale ed economica della nostra nazione. Io, mia moglie e i miei figli però proviamo pace nella nostra casa grazie alla luce del Vangelo, e io cerco di parlare di questa pace con i miei pazienti».

Altri fedeli colombiani offrono il loro contributo alla comunità grazie a una serie di professioni diverse. A Bucaramanga, Héctor Elías Ariza, un avvocato, è stato segretario generale del governatore di Santander. Lui e suo fratello Sergio dirigono e accompagnano il coro di palo che presenta concerti di Natale per la comunità. Patricia, la loro sorella, è un giudice. Olga, la loro madre, è un’insegnante in pensione che tiene regolarmente delle belle serate familiari per i colleghi dei suoi figli e altri amici.

Sforzi congiunti con il presidente e la first lady. I membri della Chiesa hanno preso parte a diversi progetti umanitari insieme a Lina María Moreno de Uribe, moglie del presidente della repubblica, con cui hanno donato delle sedie a rotelle, apparecchi acustici, interventi agli occhi e banchi scolastici. La first lady ha partecipato a diverse iniziative svolte nelle cappelle della Chiesa per di-stribuire gli articoli donati. In queste occasioni vengono offerte le preghiere e il coro di palo canta degli inni della Chiesa. Molte persone vi hanno partecipato, tra cui dirigenti del governo e rappresentanti dei mass media.

La maggior parte dei beneficiari non sono membri della Chiesa. L’anziano Costa racconta: «Il rappresentante degli studenti di una scuola che ha ricevuto i nuovi banchi ha chiesto: ‹Come potrò mai ricambiare?› Gli ho risposto: ‹Comportandosi da buon cittadino, da persona onesta ed essendo un bravo rappresentante degli studenti›. Lui ha risposto: ‹Lo farò›».

La first lady ha organizzato un incontro della presidenza di area e di altri dirigenti con suo marito Álvaro Uribe Vélez, presidente della Colombia. La visita ha avuto luogo il 7 novembre 2003 nel palazzo presidenziale. Il presidente Uribe ha detto: «Sono molto grato per tutto ciò che fate e per il tipo di cittadini che siete. A nome del governo vi prego di accettare il mio sostegno, la mia approvazione e la mia gratitudine».

L’anziano Costa dichiara: «Il presidente Uribe è un brav’uomo, un uomo onesto, un uomo che tiene alla sua famiglia».

La posizione neutrale della Chiesa chiarisce il fatto che «i nostri propositi sono di carattere religioso e umanitario, non politico», continua l’anziano Costa. «Quando qualcuno ha bisogno di una sedia a rotelle, non gli chiediamo quali sono le sue preferenze politiche o religiose. Inoltre insegnamo ai fedeli a essere buoni cittadini di questa nazione, a rispettare le leggi, votare e dare il proprio contributo in modo positivo».

«Un profeta vivente ci ha promesso che se faremo la nostra parte, la Colombia cambierà», afferma l’anziano Roberto García. «Noi stiamo lavorando e pregando per questo; e preghiamo anche per i capi della nostra nazione».

I membri della Chiesa in Colombia stanno in luoghi santi: le loro case, il loro tempio, le loro cappelle, i loro posti di lavoro, le loro scuole e la loro comunità. Seguendo il profeta vivente, rafforzando le loro famiglie e contribuendo alle necessità di vita degli altri, stanno aiutando a guarire e benedire una nazione ferita.

Possa la pace regnare

Durante la preghiera dedicatoria del tempio, il presidente Gordon B. Hinckley ha detto: «Invochiamo il Tuo divino favore su questa nazione colombiana. Benedici questo popolo e il suo governo per la loro gentilezza nei confronti dei Tuoi servitori. Possa la pace regnare nel paese e i rumori di guerra cessare. Possa la Tua opera continuare senza impedimenti e possano i Tuoi servitori, latori di un messaggio di pace, essere protetti e guidati nel loro ministero» («Thy People Will Enter into Covenants with Thee», Church News, 1 maggio 1999, 10).

Un faro che diffonde speranza

Persone di molte religioni riconoscono la grande influenza del tempio, che sventola la bandiera colombiana. Álvaro Uribe Vélez, presidente della Colombia, chiama il tempio «un magnifico tesoro nella nostra città e nazione». I vicini dicono di essere felici di vivere da quelle parti; la maggior parte di loro cerca di mantenere bella la propria casa per fare da contorno al tempio.

«L’intera città è migliorata», dice Carlos Vega, presidente del Palo di El Dorado, a Bogotá. «Il sentimento di pace che c’è nella nostra città e nelle nostre case è cresciuto. C’è ancora la violenza, ma non la sentiamo più tanto. È come se le grida della violenza venissero soffocate. Un profeta ha detto che sarebbe stato così, ed è accaduto».

«Il tempio eleva i nostri sentimenti rispetto a ciò che significa essere membri della Chiesa», dice Carlos Ospina, presidente del Palo di Ciudad Jardín. «Poiché le persone conoscono il tempio, è più facile parlare loro del Vangelo».

«Il tempio è come un faro», dice Roberto Rubio, presidente del tempio. Lui, i suoi consiglieri e quasi tutti i lavoranti del tempio sono nativi della Colombia. «Quando i membri fissano il loro sguardo sul tempio hanno speranza. Certo ci sono tribolazioni e sfide da superare, ma il Signore alleggerisce il loro fardello. Tutto attorno a noi possono esserci guerre e iniquità, ma grazie al tempio possiamo avere pace e godere dell’affetto delle nostre famiglie e del Signore. Cos’altro si può volere?»

Il viaggio per recarsi al tempio

Poiché attraversare molte zone rurali è rischioso, alcuni vanno al tempio con l’aereo. Molti però non hanno altra scelta che andare via terra. Alcuni usano i trasporti pubblici, altri i pullman noleggiati dai pali.

Roberto Rubio, il presidente del tempio, spiega: «Molti sono poveri economicamente, ma sono milionari nello spirito. Recentemente è venuta al tempio con il pullman una donna di Pereira che ha più di ottant’anni ed è estremamente povera. Per venire al tempio vende i giornali e colleziona vecchie bottiglie che poi vende. Ci sono molte persone come lei».

Álvaro Emiro e Maritza Ariza di recente hanno portato al tempio i loro cinque figli, di età compresa tra uno e dieci anni. Prima hanno camminato per quaranta minuti per poter prendere l’autobus. Poi, dopo un viaggio di due ore, sono arrivati a Barbosa dove si sono uniti ai membri del palo guidati da Ismael Carreño, presidente del Ramo di Barbosa, nel Distretto di Duitama. Dopo altre cinque ore di viaggio sono arrivati al tempio dove hanno suggellato la loro famiglia.

I membri di Cartagena (sopra) recentemente sono andati al tempio occupando due pullman che hanno impiegato venti ore per ogni tratta. Tra i viaggiatori c’erano Johny San Juan, presidente del quorum degli anziani, e sua moglie Everlides, presidentessa delle Giovani Donne, insieme ai loro tre figli. Dopo aver dedicato del tempo alla ricerca di quattro generazioni della loro famiglia, la loro figlia Estefanía, di dodici anni, è stata battezza per alcune antenate, mentre Johny ed Everlides hanno ricevuto le celebrato i suggellamenti in loro favore.