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Padre mio


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Padre mio

Fervidamente

1. Padre mio, che dimori nelle sommità del ciel,

dimmi ̑il giorno ̑in cui il ̑Tuo volto alla fine rivedrò.

Alla Tua presenza ̑un tempo fu il mio spirito con Te,

nell’infanzia preterrestre mi nutristi col Tuo ̑amor.

2. Per un Tuo glorioso scopo, mi facesti scender qui,

senz’aver alcun ricordo di ciò che io fui un dì.

Una voce ̑in me sussurra: “Sulla terra sei stranier”,

e mi sento di passaggio verso ̑un fulgido destin.

3. M’insegnò ̑a chiamarTi “Padre” il Tuo Spirito dal ciel,

chiar m’apparve ̑il senso quando restaurato fu il ̑Vangel.

V’è un sol genitore ̑in cielo? Dice “No” ̑il pensiero ̑uman,

ma lo Spirito sussurra: “Una Madre ̑in cielo ̑abbiam”.

4. Quando un dì la flebil vita della terra lascerò,

incontrarVi su nel cielo, Padre ̑e Madre, ̑allor potrò.

Ciò che ̑a compier mi mandaste alla fine giungerà,

e sarò col vostro ̑assenso con voi per l’eternità.

Testo: Eliza R. Snow, 1804–1887

Musica: James McGranahan, 1840–1907

Romani 8:16–17

Atti 17:28–29 (22–31)