Pornografia
Niente è impossibile


“Niente è impossibile”, Aiuto per i coniugi (2021)

“Niente è impossibile”, Aiuto per i coniugi

Niente è impossibile

*Storia di Kacie

Nove mesi dopo aver sposato mio marito, ho scoperto che era dipendente dalla pornografia. Non solo ne aveva fatto uso durante il corteggiamento e il fidanzamento, ma i suoi comportamenti si erano insinuati anche nel nostro nuovo e giovane matrimonio. Non ci sono abbastanza parole per esprimere la rabbia, il dolore e il tradimento che ho provato quando l’ho scoperto. Soprattutto, sentivo di essere stata trascinata a sposarlo con l’inganno. Poiché eravamo sposati al tempio, mi sono sentita intrappolata in un matrimonio eterno con un uomo che non conoscevo e di cui certo non potevo fidarmi.

Il nostro vescovo ci ha proposto il programma di recupero dalle dipendenze specifico per la pornografia e noi abbiamo accettato di prendervi parte. Il programma era organizzato come una riunione di gruppo e all’inizio era molto imbarazzante andarci, specialmente quando ho scoperto che una donna del gruppo era una persona con cui lavoravo. Questi sentimenti si sono attenuati quando ho sviluppato un legame con gli altri membri che stavano affrontando difficoltà simili.

Poco dopo aver iniziato il percorso, una donna del gruppo mi ha preso da parte e mi ha suggerito caldamente di ottenere un annullamento del matrimonio prima del mio imminente primo anniversario. Ha condiviso con me come suo marito fosse ripetutamente ricaduto nella dipendenza, anche dopo aver ricevuto aiuto, e come sentisse di non poterlo lasciare perché aveva quattro figli di cui prendersi cura. Mi ha suggerito di ottenere l’annullamento in modo che potessi evitare figli e divorzio. Ho meditato molto sulle sue parole e mi sono sentita profondamente addolorata per tutta la settimana successiva. Dopo un incontro con il mio presidente di palo e molta preghiera e meditazione, ho sentito che avrei dovuto lavorare al nostro matrimonio fintantoché l’avesse fatto mio marito. Nonostante fossi arrabbiata con lui, riuscivo almeno a riconoscere che era disposto a cambiare.

Le cose sono peggiorate prima di migliorare. Il punto più basso che ricordo è stato in prossimità del nostro primo anniversario, quando mio marito mi ha chiesto se lo amavo ancora e io gli ho risposto che francamente non lo sapevo. I mesi successivi sono passati con picchi di intenso dolore e di profondo abbattimento durante i quali sono stata afflitta da incubi e solitudine. Molte volte ho supplicato il mio Padre Celeste di darmi la forza di andare avanti.

Con il passare del tempo e un primo miglioramento delle cose, ho potuto concentrarmi su diverse preziose verità che ho imparato e che hanno favorito il mio recupero:

  1. È falso che le persone si rivolgono alla pornografia quando sono insoddisfatte sessualmente. Ho provato un peso gravosissimo credendo di aver spinto mio marito verso la pornografia perché non l’avevo soddisfatto in qualche modo. In realtà, la maggior parte delle persone con queste dipendenze le hanno da anni, spesso sin dall’infanzia. Mio marito aveva questa dipendenza da molto prima che mi conoscesse e la sua scelta di indugiarvi non è stata in alcun modo colpa mia.

  2. È di vitale importanza che entrambi i coniugi cerchino aiuto. Nonostante non fossi direttamente responsabile dei comportamenti di mio marito, il mio atteggiamento ha certamente giocato un ruolo importante nella maniera in cui abbiamo affrontato i problemi assieme. In questo processo ho scoperto e ho cambiato così tanto di me stessa che spesso mi chiedo se della terapia abbia beneficiato più io che mio marito.

  3. È utile attuare delle strategie di sicurezza, specialmente quando si interrompe la terapia. Io e mio marito abbiamo stabilito regole molto rigide per l’utilizzo dei mezzi di comunicazione, allentandole nel tempo quando abbiamo ritenuto sicuro e opportuno farlo.

  4. Richiede un impegno assoluto progredire verso il recupero. Essere aperta nei confronti delle cose che le persone osservavano su di me mi ha permesso di fare i cambiamenti necessari per migliorare il mio matrimonio.

  5. Ci vuole molto tempo per guarire. Anche quando le cose sono divenute più stabili, mi sono ritrovata a nutrire ancora un profondo risentimento verso mio marito. Mi arrabbiavo quando gli altri lo elogiavano, pensando: “Se lo conoscessero davvero, non direbbero cose così gentili su di lui”. Per contrastare questi sentimenti, ho tenuto per oltre un mese un diario della gratitudine nel quale scrivevo ogni sera una cosa che mostrasse la mia gratitudine per mio marito. A volte sembrava pressoché impossibile trovare anche solo un’idea da includere in questo diario. Adesso, mi diletto negli elogi che mio marito riceve e non ho abbastanza pagine in un solo quaderno per riportare tutte le cose che ammiro di lui.

    Non posso descrivere ogni passo seguito in questo processo, ma posso dire che nulla è impossibile tramite Gesù Cristo. Lo avevo supplicato di ripristinare il mio matrimonio alla condizione precedente, ma Egli l’ha invece portato su un piano molto più elevato. Mi sono avvicinata a Lui vedendo il mio coniuge come avrebbe potuto fare Lui e offrendo perdono, nella consapevolezza che siamo tutti mendicanti dinanzi al Signore.

    Oggi io e mio marito siamo sposati da cinque anni e abbiamo una bellissima figlia. Abbiamo un matrimonio eccellente e una vita meravigliosa e benedetta. Non vivo più nella paura. Non guardo più mio marito provando amarezza e risentimento. Soltanto grazie al Salvatore questo tipo di guarigione può essere reso possibile. Egli ha guarito le mie ferite tramite la Sua grazia.

    *Il nome è stato cambiato.

    Questa storia è tratta originariamente dal sito del programma di recupero dalle dipendenze.