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Incontrare Gesù Cristo nella casa del Signore
Marzo 2025


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Incontrare Gesù Cristo nella casa del Signore

Tratto da un discorso tenuto il 10 ottobre 2023 agli studenti della Brigham Young University di Provo, nello Utah, USA. Per leggere il discorso completo, andare sul sito speeches.byu.edu.

Con gratitudine, anche se siamo imperfetti, siamo invitati come Suoi ospiti nella Sua casa.

Tempio di Aba, Nigeria

Il presidente Russell M. Nelson ha descritto l’importanza dei templi e di tutto ciò che vi accade con queste parole:

“Il tempio è al centro del rafforzamento della nostra fede e della nostra forza d’animo spirituale perché il Salvatore e la Sua dottrina sono il fulcro stesso del tempio. Tutto ciò che viene insegnato nel tempio, mediante l’insegnamento e mediante lo Spirito, accresce la nostra comprensione di Gesù Cristo. […]

Tutto ciò in cui crediamo e ogni promessa che Dio ha fatto al Suo popolo dell’alleanza confluiscono nel tempio”.

Il nostro Padre nei cieli ha sempre desiderato e pianificato uno spazio sacro in cui Egli potesse istruire i Suoi figli e stringere alleanze con loro. Certamente possiamo cercare e ricevere la guida e l’aiuto di Dio praticamente da qualsiasi luogo, ma c’è qualcosa di unico in quegli spazi che Dio ha dichiarato essere Suoi e santificati dalla Sua presenza.

Il Giardino di Eden era uno spazio di questo tipo: uno spazio che Dio scelse, piantò e abbellì (vedere Genesi 2:8, 15–18) e un luogo di istruzione e di alleanze per Adamo ed Eva. Adamo ed Eva parlarono faccia a faccia con il Padre e il Figlio nel Giardino, furono istruiti sul piano del Padre per i Suoi figli e furono suggellati come marito e moglie per l’eternità (vedere Genesi 2:21–24; Mosè 3:20–25). Prima di dover lasciare il Giardino per affrontare le difficoltà della mortalità e i costanti attacchi dell’avversario, a ognuno di loro fu dato un mantello di pelle — o, come lo definiremmo noi oggi, un indumento (vedere Genesi 3:21; Mosè 4:27). Il significato della consegna di un indumento da parte di Dio ai Suoi figli dell’alleanza e del ricevimento e dell’uso di quell’indumento da parte di questi ultimi non deve essere considerato come un gesto qualunque. È uno scambio estremamente sacro.

Ai giorni nostri il Signore apparve come un essere risorto e glorificato nel Tempio di Kirtland dopo la sua dedicazione e dichiarò: “Poiché, ecco, io ho accettato questa casa, e qui vi sarà il mio nome; e in questa casa mi manifesterò al mio popolo in misericordia” (Dottrina e Alleanze 110:7).

Poiché “Dio è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Mormon 9:9), sono certo che il Signore accetta anche tutti i Suoi templi oggi. Con gratitudine, anche se siamo imperfetti, siamo invitati come Suoi ospiti nella Sua casa. Egli ci estende questo invito ripetutamente e, se lo accettiamo, esso benedirà la nostra vita — come promesso dal presidente Nelson — “come nient’altro può fare”. Dovremmo avere il desiderio di entrare spesso nella Sua casa perché Gesù Cristo è ansioso di incontrarci lì.

Fortunatamente le benedizioni a noi disponibili tramite l’Espiazione di Cristo permettono a tutti noi di essere preparati a entrare nella casa del Signore. Ci sarà opposizione a qualsiasi piano di questo tipo perché, come ha detto il presidente Boyd K. Packer (1924–2015): “I templi costituiscono il cuore stesso della forza spirituale della Chiesa. Dobbiamo aspettarci che l’Avversario cerchi di [ostacolarci] quando cerchiamo di partecipare a questo lavoro sacro e ispirato” e giungiamo a conoscere il Salvatore in modo più intimo e sacro nella Sua casa.

Nel corso degli anni, tuttavia, ho imparato che andare semplicemente al tempio non basta. Qualcosa deve accadere in noi a motivo del tempo che trascorriamo nella casa del Signore. Dobbiamo lasciare la Sua casa diversi da come eravamo quando siamo entrati, ma quel risultato non è sempre facile da raggiungere.

Trarre pieno beneficio dall’esperienza al tempio

Diversi anni fa lessi un libro intitolato The Temple: Where Heaven Meets Earth [Il tempio: dove il cielo incontra la terra], scritto dal defunto Truman G. Madsen, che trascorse gran parte della sua vita studiando le ordinanze e le alleanze del tempio. In quel libro il fratello Madsen indicava tre cose che, a un certo punto, sentiva che gli impedivano di trarre pieno beneficio dall’esperienza vissuta al tempio.

1. Studiare le Scritture che parlano del tempio

La prima sfida che egli indicò come un ostacolo che gli impediva di riconoscere e ricevere pienamente le benedizioni uniche della casa del Signore — o, come la descrisse il grande patriarca Giacobbe, “la porta del cielo” (Genesi 28:17) — fu che non aveva mai fatto lo sforzo di “leggere attentamente le Scritture sul tempio”.

Anch’io ho imparato che la migliore fonte di riflessione e comprensione del tempio deriva da uno studio delle Scritture attento e incentrato sul tempio. Per esempio, lasciate che vi condivida tre passi scritturali che potrebbero aiutarvi ad apprezzare maggiormente il significato dell’unzione che avviene nel tempio:

1. “E [Mosè] versò l’olio dell’unzione sul capo d’Aaronne, e unse Aaronne, per consacrarlo”(Levitico 8:12).

2. “Allora Samuele prese un vasetto d’olio, lo versò sul capo di Saul […], e disse: […] lo spirito dell’Eterno ti investirà e tu profetizzerai con [la compagnia dei profeti], e sarai mutato in un altro uomo” (1 Samuele 10:1, 6; vedere anche il versetto 5).

3. “Allora Samuele prese il corno dell’olio, e unse [Davide] in mezzo ai suoi fratelli; e, da quel giorno in poi, lo spirito dell’Eterno investì Davide” (1 Samuele 16:13.)

Per coloro che stanno cercando di comprendere le ordinanze del tempio e di connettersi a esse in modo più significativo, dedicate più tempo a leggere le Scritture che parlano del tempio e delle ordinanze del tempio. Se lo farete, rimarrete stupiti da ciò che il Signore vi rivelerà. Dopo tutto, Egli è un Dio che ha promesso di rivelare “tutte le cose che riguardano il [Suo] regno” ai Suoi figli dell’alleanza (Dottrina e Alleanze 76:7).

2. Sacrificare i vostri peccati sugli altari del tempio

Il secondo problema individuato dal fratello Madsen era quello di essere “afflitto da vari tipi di debolezze e imperfezioni che non era troppo ansioso di cambiare”. Il Signore ha dichiarato: “Io do a voi […] un comandamento: […] santificatevi; sì, purificate il vostro cuore e nettate le vostre mani e i vostri piedi dinanzi a me, affinché io possa rendervi puri” (Dottrina e Alleanze 88:74).

Il presidente Henry B. Eyring ha insegnato che: “Se ci recassimo al tempio senza essere sufficientemente puri, non saremmo in grado di cogliere, per il potere dello Spirito Santo, gli insegnamenti spirituali sul Salvatore che possiamo ricevere nel tempio”. Quindi, il pentimento è essenziale per la rivelazione del tempio, e la rivelazione del tempio è essenziale per il cambiamento che tutti noi dovremmo sperimentare incontrando Gesù Cristo nel tempio.

Anche la partecipazione settimanale all’ordinanza del sacramento può aiutarci a diventare e a rimanere puri. Quando prendiamo degnamente il sacramento, rinnoviamo, tra le altre alleanze, quella battesimale e il Signore rinnova la purificazione che avvenne quando siamo nati di acqua e di Spirito. Credo che l’approccio al sacramento con maggiore riverenza sia essenziale se desideriamo diventare più degni della rivelazione del tempio.

I due momenti dell’alleanza, quello del sacramento e del tempio, sono inestricabilmente connessi. Entrambi ci indirizzano verso il Salvatore e il Suo sacrificio espiatorio. Se ascoltiamo lo Spirito mentre prendiamo il sacramento, esso sussurrerà al nostro spirito che cosa dobbiamo cambiare per trarre maggior beneficio dal nostro tempo nel tempio. Quando ciò accade, abbiamo due scelte. Possiamo cercare di coprire i nostri peccati come Adamo ed Eva tentarono di coprire la loro nudità con foglie di fico (vedere Genesi 3:7), oppure possiamo fare come fece il padre di re Lamoni e “abbandonare” (Alma 22:18) tutti quei peccati che lo Spirito ha richiamato alla nostra attenzione. Essere disposti a sacrificare i nostri peccati — per metterli veramente sugli altari del tempio — può portarci ad avere la stessa esperienza nella casa del Signore che Joseph Smith e Oliver Cowdery ebbero nel Tempio di Kirtland quando il Signore dichiarò: “Ecco, i vostri peccati vi sono perdonati; voi siete puri dinanzi a me; alzate dunque il capo e gioite” (Dottrina e Alleanze 110:5).

3. Cercare lo Spirito per comprendere ciò che il Signore sta cercando di insegnarvi attraverso i simboli

Il terzo ostacolo individuato dal fratello Madsen era che aveva “un’ostilità innata nei confronti dei rituali e dei simboli”. Va bene ammettere che quando abbiamo preso parte per la prima volta alle ordinanze del tempio, gli aspetti rituali e simbolici delle ordinanze erano poco chiari e potrebbero averci fatto sentire un po’ a disagio. Ma quella reazione iniziale non significa che dovremmo abbandonare i nostri sforzi per comprendere che cosa sta cercando di insegnarci il Signore o, cosa più importante, cosa sta cercando di conferire su di noi. Come ha insegnato il presidente Nelson: “Se ancora non amate andare al tempio, andateci più spesso, non più raramente”. E vorrei aggiungere, oltre ad aumentare la frequenza, andate al tempio alla ricerca del Salvatore.

Il Signore ha dichiarato: “Questo sacerdozio maggiore amministra il Vangelo e detiene la chiave dei misteri del regno, sì, la chiave della conoscenza di Dio.

“Perciò, nelle sue ordinanze il potere della divinità è manifesto” (Dottrina e Alleanze 84:19–20; vedere anche i versetti 21–22).

I bellissimi aspetti simbolici delle ordinanze del tempio possono aiutarci a comprendere e a sentire letteralmente il potere della divinità insito in queste ordinanze. Non sono di recente istituzione, bensì “il Signore [le] ordinò e preparò, prima della fondazione del mondo” (Dottrina e Alleanze 128:5). Come insegnò Orson F. Whitney del Quorum dei Dodici Apostoli: “Dio insegna con i simboli; è il Suo metodo preferito di insegnamento”.

Se invitiamo lo Spirito nel nostro cuore e nella nostra mente, attesto che scopriremo che gli aspetti rituali e simbolici delle ordinanze del tempio ci sono di fatto molto familiari; riconosceremo che il potere della divinità che fluisce nella nostra vita quando le onoriamo ci assicura la nostra capacità di tornare al nostro Padre nei cieli e di dimorare alla Sua presenza. Come ha consigliato il presidente Nelson: “L’investitura del tempio è stata data per rivelazione. Pertanto è più facile comprenderla per rivelazione, che dobbiamo ricercare con forza con cuore puro”.

una statua del Christus

4. Cercare Gesù Cristo mentre partecipiamo alle ordinanze del tempio

Vorrei aggiungere il mio personale quarto errore che troppi di noi commettono quando andiamo a rendere il culto nel tempio. Troppo spesso ignoriamo la realtà del fatto che tutti i simboli del tempio ci indirizzano verso Gesù Cristo, la Sua Espiazione e il Suo ruolo nel “fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo” (Mosè 1:39). Forse questo è il motivo per cui il Signore dichiarò al profeta Joseph Smith “che tutte le entrate del tuo popolo, in questa casa, siano nel nome del Signore;

E che tutte le loro uscite da questa casa siano nel nome del Signore” (Dottrina e Alleanze 109:17–18; vedere anche il versetto 19).

Molte delle difficoltà che le persone hanno riguardo al fatto di non sentire ciò che vogliono sentire nel tempio sono dovute alla mancata ricerca del Signore durante le ordinanze del tempio. Egli è il motivo per cui andiamo al tempio. È colui che il nostro Padre nei cieli desidera che incontriamo nel tempio. È al centro di ogni simbolo, di ogni ordinanza, di ogni alleanza e di ogni benedizione sperata nel tempio. Cercare Cristo nel tempio ci permette di capire perché siamo nel tempio e perché dovremmo ritornarci.

Nella sua epistola agli Ebrei, Paolo dichiarò quanto segue riguardo all’ottenere l’accesso alla parte più santa del tempio antico:

“Avendo dunque, fratelli, libertà d’entrare nel santuario in virtù del sangue di Gesù,

per quella via recente e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne” (Ebrei 10:19–20).

Giovanni fornì ulteriore chiarezza a questo versetto quando citò le parole che disse Gesù: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Quando stiamo al velo del tempio, Colui che è il nostro avvocato presso il Padre si erge simbolicamente tra noi e il Padre dicendo:

“Padre, guarda le sofferenze e la morte di colui che non peccò, nel quale Tu ti compiacesti; guarda il sangue di Tuo Figlio, che fu versato, il sangue di colui che Tu desti affinché Tu fossi glorificato;

Pertanto, Padre, risparmia questi miei fratelli che credono nel mio nome, affinché possano venire a me e avere vita eterna” (Dottrina e Alleanze 45:4–5).

Il momento in cui accediamo simbolicamente alla presenza di Dio attraverso il velo ci aiuta ad apprezzare il motivo per cui Joseph Smith ha insegnato che “abbiamo bisogno del tempio più di qualsiasi altra cosa”.

Onorare e indossare fedelmente l’indumento del tempio

Anticamente, gli indumenti sacri erano indossati per aiutare i figli dell’alleanza di Dio a “[ricordarsi] di tutti i comandamenti dell’Eterno per metterli in pratica; e [affinché non andassero] vagando dietro ai desideri del [loro] cuore e dei [loro] occhi” (Numeri 15:39). Oggi non è diverso. Che momento meraviglioso e sacro è quello in cui riceviamo un indumento mentre ci troviamo nella casa del Signore, con tutto il suo significato simbolico — il più importante dei quali è il ricordo del sacrificio del Salvatore nel Giardino di Getsemani e sulla croce e la Sua gloriosa risurrezione. “L’indumento del tempio è un ricordo fisico delle sacre promesse che [abbiamo] fatto con il [nostro] Padre Celeste e [ci] ricorda le benedizioni che [possiamo] ricevere se onoriamo i nostri impegni”. L’indumento ci aiuta anche a onorare l’alleanza sacramentale di “[ricordarci] sempre di Lui e [di] obbedire ai suoi comandamenti che egli [ci ha dati]; per poter avere sempre con [noi] il suo Spirito” (Dottrina e Alleanze 20:77).

Il presidente Nelson ha insegnato qualcosa di molto profondo sull’indumento del tempio e mi ha dato il permesso di dirlo: “Il vostro indumento è un simbolo del velo [del tempio]; il velo è un simbolo del Signore Gesù Cristo. Quindi, quando indossate il garment, potete pensare che state letteralmente indossando il sacro simbolo del Signore Gesù Cristo: la Sua vita, il Suo ministero e la Sua missione, che era quella di espiare per tutte le figlie e i figli di Dio”.

Troviamo il nostro Salvatore nel tempio, in ogni suo aspetto, e Lo troviamo nel simbolismo del garment. Indossando il garment dichiariamo a Dio che gioiamo di avere il nome di Gesù posto su di noi nella Sua santa casa (vedere Dottrina e Alleanze 109:26) e che ci ricordiamo sempre di Lui.

Nel tempio potete ricevere il potere di resistere agli attacchi spirituali dell’avversario e di superarli mediante la stipula e l’osservanza delle alleanze. Nel tempio potete ricevere un indumento, non un indumento qualsiasi, bensì quello del santo sacerdozio. E nel tempio potete incontrare Gesù Cristo.

Il presidente Nelson ha insegnato che “ogni volta che un tempio viene dedicato, nel mondo entra più luce”. Non credo che stesse parlando dell’illuminazione all’esterno del tempio. Penso che stesse parlando di noi, figli dell’alleanza di Dio, perché ogni volta che andiamo al tempio degnamente, riceviamo più luce e la portiamo con noi.

Attesto che Dio è ansioso di entrare in un rapporto di alleanza con noi nel Suo tempio, un rapporto che, come ha testimoniato il presidente Nelson, cambierà “per sempre il nostro rapporto con Lui” e ci benedirà “con una dose extra [del Suo] amore e [della Sua] misericordia”. Attesto che se ci prepareremo e ci purificheremo, Cristo si rivelerà a noi nella Sua casa in modi potenti e personali. Attesto che onorare e indossare costantemente l’indumento del tempio ci permetterà di ricordare Gesù Cristo, di essere “[armati] di rettitudine e del potere di Dio, in grande gloria” (1 Nefi 14:14) e di ottenere la protezione spirituale necessaria per accrescere la nostra speranza di diventare un giorno Suoi coeredi nel regno di nostro Padre (vedere Romani 8:16–17;Dottrina e Alleanze 84:38).

Note

  1. Russell M. Nelson, “Il tempio e le vostre fondamenta spirituali”, Liahona, novembre 2021, 94.

  2. “Adamo ed Eva furono uniti in matrimonio da Dio prima che nel mondo vi fosse la morte. Il loro matrimonio era eterno” (Principi evangelici [2009], 233).

  3. Russell M. Nelson, “Concentratevi sul tempio”, Liahona, novembre 2022, 121.

  4. Boyd K. Packer, “Il sacro tempio”, La Stella, giugno 1992, 14.

  5. Truman G. Madsen, The Temple: Where Heaven Meets Earth (2008), 12.

  6. Il presidente Russell M. Nelson ha insegnato:

    “La preparazione spirituale si accresce con lo studio. Vorrei consigliare a coloro che si recano al tempio per la prima volta, di leggere i seguenti riferimenti che si trovano nella Guida alle Scritture: ‘Unzione’, ‘Espiazione’, ‘Cristo’, ‘Alleanza’, ‘Caduta di Adamo’, ‘Sacrificio’ e ‘Tempio’. Ci permetterà di poggiare su fondamenta più solide.

    Anche la lettura dell’Antico Testamento e dei libri di Mosè e Abrahamo, che si trovano nella Perla di Gran Prezzo, ci può aiutare. Queste antiche Scritture si rivelano ancora più illuminanti per chi si è già recato al tempio per ricevere la propria investitura. Essi ribadiscono quanto sia antico il lavoro di tempio” (“La preparazione personale per ricevere le benedizioni del tempio”, Liahona, luglio 2001, 37–39).

  7. Truman G. Madsen, The Temple: Where Heaven Meets Earth, 12.

  8. Henry B. Eyring, “Amo il sacro tempio”, Liahona, maggio 2021, 30.

  9. Truman G. Madsen, The Temple: Where Heaven Meets Earth, 12.

  10. Russell M. Nelson, “Il tempio e le vostre fondamenta spirituali”, 95.

  11. Orson F. Whitney, “Latter-day Saint Ideals and Institutions”, Improvement Era, Aug. 1927, 861.

  12. Russell M. Nelson, “Prepararsi a ricevere le benedizioni del tempio”, Liahona, ottobre 2010, 42.

  13. “In particolare, vi invito a riflettere su quei momenti in cui state al velo del tempio. Voglio che sappiate che cosa insegnò l’apostolo Paolo sul velo del tempio. Questo è riportato nel libro di Ebrei, capitolo 10 a partire dal versetto 19” (Russell M. Nelson, “Enter into Thy Closet”, [discorso tenuto al seminario per i nuovi dirigenti di missione, 26 giugno 2022], Centro di addestramento per i missionari, Provo, Utah.

  14. Donald W. Parry e Jay A. Parry scrissero: “Entrare nel velo del tabernacolo o nel velo del tempio che divideva il santo dei santi dal luogo santo è un rituale che ci insegna anche riguardo all’Espiazione di Gesù. Il velo che separava l’umanità dalla presenza di Dio era appeso nel santo dei santi. […] Questo velo, spiega Paolo, simboleggia la carne di Gesù Cristo (Ebrei 9:3; 10:19–20). Il velo del tempio stava tra gli esseri umani e il loro ingresso nel luogo più santo del tempio; allo stesso modo, il Salvatore sta tra il regno celeste e noi” (Symbols and Shadows: Unlocking a Deeper Understanding of the Atonement [2009], 33).

  15. Joseph Smith, History, 1838–1856, volume E-1 [1 July 1843–30 April 1844], 1902, josephsmithpapers.org.

  16. What Is the Temple Garment?”, ChurchofJesusChrist.org.

  17. Russell M.Nelson, “Enter into Thy Closet” (discorso tenuto al seminario per i nuovi dirigenti di missione, 26 giugno 2022).

  18. La presidentessa Emily Belle Freeman, presidentessa generale delle Giovani Donne della Chiesa, ha recentemente insegnato in un discorso tenuto alla Conferenza generale che la nostra decisione di indossare l’indumento del tempio “dipende dall’intensità del rapporto che [vogliamo] avere con Gesù Cristo” (“Camminare in un rapporto di alleanza con Cristo”, Liahona, novembre 2023, 78).

  19. Russell M. Nelson, “The Prophet Teaches the ABCs of Preparing for Worship in a House of the Lord” (Nevada devotional, Nov. 13, 2022), newsroom.ChurchofJesusChrist.org.

  20. Russell M. Nelson, “L’alleanza eterna”, Liahona, ottobre 2022, 9.