2019
La ricerca della felicità
Dicembre 2019


La ricerca della felicità

Vivevo il Vangelo. Perché la felicità era comunque così sfuggente?

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Fotografie di Getty Images

Sono nel cuore della notte. Spalanco gli occhi svegliandomi di soprassalto da un sonno agitato. “Oh, no”, prego. “Non di nuovo”.

I tremori però iniziano quasi subito. In una terrificante esplosione di tremolii che è tanto sconcertante e strana quanto debilitante, il mio intero corpo inizia a scuotersi su e giù come se avessi una crisi epilettica. Le mani e i piedi bruciano per il calore proveniente da una fonte invisibile. Mia moglie si sveglia di colpo e mi stringe forte, rassicurandomi con la sua presenza silenziosa.

Della felicità, che un tempo consideravo il mio stato d’essere predefinito, nemmeno l’ombra.

In quella notte buia, se mi fossi posto una domanda — a parte chiedermi che cosa mi stesse capitando fisicamente (cosa che poi scoprii) — sarebbe stata: “Perché sono così infelice anche se sto cercando di vivere il vangelo di Gesù Cristo?”.

Ci sono diversi ostacoli potenziali alla felicità. La malvagità è certamente uno di essi (vedere Alma 41:10). Eppure, persino per chi è fedele, a volte la felicità può sembrare fuori portata.

Tutti noi viviamo momenti in cui abbiamo bisogno di sentirci dire che ci saranno giorni più felici. Forse state attraversando uno di questi momenti proprio ora. Se fosse così, lasciate che vi dica in tutta sincerità che davvero ci sono all’orizzonte giorni più felici. Spero continuerete a leggere prima di rigettare questa mia generica affermazione come insensata o ingenua.

Credo veramente che, indipendentemente da ciò che state passando, sia vostro diritto reclamare una maggiore felicità.

Lasciate che vi spieghi il perché.

Che cos’è la felicità?

Ad ogni modo, che cos’è la felicità? È il sentimento che si prova quando qualcuno infila di nascosto il nostro dolce preferito nel porta pranzo? È un aumento sul lavoro? Sposare il proprio compagno eterno? Sentirsi purificati dal peccato mediante il potere dell’Espiazione di Gesù Cristo?

È tutto ciò che ho elencato?

Questo articolo prenderà in considerazione ciò che il Vangelo e la psicologia possono insegnarci in merito alla felicità. A pagina 18 di questo numero, l’anziano David A. Bednar del Quorum dei Dodici Apostoli ci insegna la fondamentale verità che la vera gioia è una vita incentrata su Gesù Cristo.

Allo stesso modo, l’anziano Jeffrey R. Holland del Quorum dei Dodici Apostoli ha insegnato: “Più di ogni altra cosa, la felicità suprema, la pace vera e qualsiasi cosa che sia vagamente vicina alla gioia descritta nelle Scritture si trovano principalmente, soprattutto e sempre vivendo il vangelo di Gesù Cristo. Sono stati tentati molti altri sistemi di credenze e molte altre filosofie. Si può davvero dire con certezza che praticamente qualsiasi altro sistema o filosofia è stato tentato nel corso dei secoli di storia”1.

Se ogni altra filosofia è stata tentata, sarebbe impossibile produrre qui un elenco esaustivo. Ciò nonostante, analizziamo alcuni miti del mondo su come essere felici.

Secondo il mondo, la felicità duratura si trova:

  • Ottenendo la prosperità economica, specialmente se in misura maggiore rispetto a chi ci circonda.

  • Ottenendo popolarità.

  • Vivendo una vita di agi, divertimento ed eccitazione.

  • Viaggiando in lungo e in largo e visitando di persona molte delle meraviglie del mondo.

  • Raggiungendo una posizione di potere o di autorità nella professione, nella comunità o in qualsiasi altro ambito.

  • Modificando il proprio corpo perché abbia un certo aspetto.

Che cosa hanno in comune queste diverse strategie? Per prima cosa, sono tutte legate alle circostanze. Tuttavia, come il presidente Russell M. Nelson ha insegnato, la gioia che proviamo “ha poco a che fare con le circostanze in cui viviamo, ma dipende totalmente da ciò su cui incentriamo la nostra vita”2.

Quindi, per trovare quella gioia, su cosa dovremmo concentrarci? Il presidente Nelson ha insegnato: “Per i Santi degli Ultimi Giorni, Gesù Cristo è gioia!”3.

La gioia non è un’emozione che è semplicemente bello avere se la si riesce a ottenere. No, il presidente Nelson ha descritto la gioia come “un principio chiave per la nostra sopravvivenza spirituale”4.

Perciò è evidente che vale la pena sforzarsi per ottenere la gioia e la felicità, e la maggior parte di noi è disposta a farlo. Perché, allora, così tante persone — inclusi i giusti — continuano ad avere difficoltà?

Innanzitutto, la difficoltà stessa è un aspetto fondamentale per cui siamo qui sulla terra.

Qui per crescere

A volte pensiamo che la felicità sia una vita senza problemi o avversità. Tuttavia, una vita senza difficoltà non ci consentirebbe di crescere, motivo per cui siamo venuti qui.

L’anziano Neal A. Maxwell (1926–2004) del Quorum dei Dodici Apostoli ha insegnato:

“La vita non può essere al tempo stesso piena di fede e libera da tensioni. […]

Pertanto come possiamo noi aspettarci realisticamente di attraversare con grazia questa vita dicendo, per così dire: ‘Signore, dammi l’esperienza, ma non il dolore, non la pena, non la sofferenza, non l’opposizione, non il tradimento, e non certamente il dolore di essere abbandonato. Signore, tieni lontano da me tutte quelle esperienze che hanno fatto di Te ciò che Tu sei! Poi fai che io venga a dimorare con Te, per condividere appieno la Tua gioia’”5.

Chiaramente, nella vita abbiamo bisogno delle avversità per crescere e, ovviamente, essere retti non ci risparmia le sofferenze. Esaminate la vita di Joseph Smith, di Giobbe, del popolo di Alma e specialmente del nostro Salvatore Gesù Cristo.6

No, una vita retta non ci risparmia tutte le difficoltà e le prove. Nessuno ne è esente. Tuttavia, potete aspettarvi l’aiuto e la guarigione di Dio (vedere Alma 36:3, 27). L’anziano Neil L. Andersen del Quorum dei Dodici Apostoli ha insegnato: “A voi, che siete giusti, il Guaritore della nostra anima, a Suo tempo e a Suo modo, guarirà tutte le ferite”7.

Se vi sentite feriti, la guarigione è a portata di mano. Di questo potete essere certi (vedere Mosia 14:4–5).

Felicità e genetica

Un aspetto da considerare inizialmente: gli studi hanno dimostrato che una parte significativa del nostro normale umore, della nostra salute mentale e della corrispondente felicità nelle attività quotidiane può essere influenzata dalla genetica.

Non tutti hanno lo stesso aspetto o lo stesso colore di capelli. Allo stesso modo, non tutti hanno per natura la stessa disposizione allegra. Ma questo è solo uno degli aspetti della questione.

Hank Smith, un professore della Brigham Young University, ha scritto: “E se nel gioco del DNA vi capitasse una mano di carte molto sfortunata? Significa forse che siete senza speranze, che non sarete mai felici e che non potete farci nulla? Assolutamente no. […] Se le sostanze chimiche nel vostro cervello non funzionano come dovrebbero a causa di tendenze ereditarie (come la depressione, l’ansia, ecc.), ci sono medicinali ed esercizi che possono riportare quelle sostanze chimiche a livelli normali”8.

Esaminiamo alcune delle strategie che possiamo mettere in atto — alcune del Vangelo, altre ricavate da studi scientifici — che possono incrementare le nostre opportunità di essere felici.

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Nove strategie per essere felici

Strategia 1 – Vivete il Vangelo

Come insegnano il presidente Nelson, l’anziano Holland, l’anziano Bednar e altri, la vera felicità si trova nel vivere il Vangelo. Il vangelo di Gesù Cristo è conosciuto anche come “piano di felicità” (vedere Alma 42:8). Le Scritture abbondano di consigli su come la rettitudine sia un requisito per la vera felicità (vedere 2 Nefi 2:13 e Mosia 2:41 per trovare due esempi tra tanti).

È semplice, è possente, è basilare. Abbracciare e vivere pienamente il vangelo di Gesù Cristo è il passo più importante che potete fare per trovare più gioia e felicità in questa vita e nella vita a venire.

Strategia 2 – Mantenetevi ogni giorno “ansiosamente impegnati in una buona causa” (Dottrina e Alleanze 58:27).

Ereditare una fortuna che vi consentisse di ciondolare in spiaggia per sempre sarebbe quasi certamente deleterio per la vostra felicità, anche se secondo la logica del mondo non è così. La verità è che per essere felici dobbiamo essere impegnati in qualcosa di significativo.

“Franklin D. Roosevelt lo ha spiegato bene: ‘La felicità non si trova nel mero possesso di denaro; si trova nella gioia della conquista, nel brivido dello sforzo creativo’”.9

Un lavoro significativo porta soddisfazioni che non possiamo ottenere in altro modo.

L’anziano Ulisses Soares del Quorum dei Dodici Apostoli ha insegnato che “il raggiungimento della felicità in genere comprende uno sforzo sostenuto a lungo per ottenere qualcosa di più importante nella vita”10. Questo lavoro significativo potrebbe andare oltre l’impiego o la carriera. Significa anche crescere dei figli, servire nella Chiesa o mettere a disposizione il proprio tempo e i propri talenti.

Strategia 3– Scegliete la gratitudine

Il potere di scegliere di vivere con gratitudine trasforma a tal punto il modo di pensare comune che spesso viene considerato come un metodo per “reimpostare il cervello”.

A dire il vero, persino quando la vita scorre liscia, un occhio acuto può comunque trovare qualcosa per cui lamentarsi. Tuttavia, è vero anche il contrario: non importa quanto difficili si facciano le cose, possiamo sempre trovare qualcosa per cui essere grati.

E lì allora succede qualcosa di bello.

Ecco un esperimento possente ma semplice: cercate di scrivere un diario della gratitudine. Ogni giorno, per almeno tre settimane, scrivete tre cose che sono successe quel giorno per le quali siete grati. Inoltre, sentitevi liberi di aggiungere alcune cose generiche per cui siete grati come ad esempio i fiori, la famiglia o il cibo.

Presto scoprirete che non solo noterete più facilmente cose da aggiungere al vostro elenco, ma che in realtà inizierete ad aspettarvele. Vivere con maggior gratitudine vi aiuta a trovare gioia nelle vostre attuali circostanze, il che ha effetti significativi e diretti sulla vostra felicità.11

La rivista Forbes riporta: “Coltivare la gratitudine non costa nulla e certamente non richiede molto tempo, ma i benefici che ne derivano sono immensi”12.

Per cosa siete grati oggi?

Strategia 4 – Trascorrete del tempo all’aperto

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Trascorrere del tempo all’aria aperta, specialmente in mezzo alla natura, porta benefici di ogni tipo, come diminuire lo stress e la frequenza cardiaca, o schiarire le idee.

La rivista Time ha riportato uno studio sulla capacità che la natura ha di rigenerarci. Secondo questo studio “le persone hanno iniziato a sentirsi rigenerate psicologicamente dopo soli quindici minuti sedute all’aperto, sia in parchi che in boschi”13.

È difficile sentirsi felici se siamo costantemente esausti e stressati. Cercate di uscire per mezz’ora circa al giorno per gran parte della settimana o per più tempo se potete. Perché non uscire e rilassarsi un po’ più spesso?

Strategia 5 – Limitate il tempo trascorso davanti agli schermi

Trascorrere troppo tempo davanti agli schermi non fa bene alla nostra felicità. Il tempo che passate guardando lo schermo della televisione, del computer, del tablet o dello smartphone si somma e può avere effetti negativi sulla nostra salute mentale, specialmente se si tratta di social media. Jean M. Twenge, autrice di successo, che ha studiato approfonditamente questo argomento, spiega: “Più tempo [le persone] trascorrono davanti a uno schermo, maggiore è la loro probabilità di manifestare i sintomi della depressione”14.

Il presidente Nelson ha detto: “Se state prestando ai feed dei social media più attenzione di quella che dedicate ai sussurri dello Spirito, allora state correndo un rischio spirituale, oltre al rischio di depressione e di provare un acuto senso di solitudine”15.

Perciò forza, prendetevi del tempo da trascorrere lontano dagli schermi. Vi ringrazierete in futuro.

Strategia 6 – Vivete nel presente

Se siete umani, c’è il 100% di probabilità che abbiate detto o fatto qualcosa che vorreste non aver detto o fatto. Molto probabilmente, parecchie cose. Tuttavia, ciò che è strano è la frequenza con cui la maggior parte delle persone sceglie di rivivere nella mente questi momenti.

John Bytheway, autore membro della Chiesa, scrive dei problemi causati dal vivere nel passato: “Le persone tristi hanno un contenitore per la raccolta differenziata pieno di errori del passato. Ogni giorno rimuginano sui loro rimpianti e riciclano il loro rimorso. Si esprimono di continuo con frasi come ‘Avrei dovuto’, ‘Avrei voluto’, ‘Avrei potuto’, ‘Perché non ho’ e ‘Se solo’. Non guardano mai dove stanno andando perché non riescono a togliere gli occhi da dove sono stati”16.

Ha scritto, inoltre, del problema simile che vive chi guarda troppo al futuro: “Le persone tristi cercano qualche evento esterno che le renda felici. ‘Non appena mi laureerò, sarò felice’. Dopo la laurea dicono: ‘Beh, quando troverò un lavoro, sarò felice’. Dopo aver trovato lavoro, dicono: ‘Bene, quando mi sposerò, sarò felice’. […] Se siete decisi a essere infelici, allora non dovete fare altro che pensare che la vita sia una sala d’attesa, e che la felicità sia il medico”17.

Siamo inclini a trovare felicità e benessere maggiori quando viviamo nel presente e ci concentriamo su ciò che sta succedendo nella nostra vita adesso.

Tra gli esperti di salute mentale e di psicologia, il termine “mindfulness” [consapevolezza] è una scorciatoia per descrivere il fatto di essere completamente immersi nel presente.

Gli esperti di salute mentale ci mettono in guardia: “Le paure e le insicurezze relative al passato e al futuro possono rendere difficile godersi pienamente il presente”18.

Ecco alcuni consigli per cominciare a vivere con consapevolezza:

  1. Scrivete un diario della gratitudine (vedere strategia 3), in particolar modo facendo un elenco di diverse cose per cui siete grati quel giorno.

  2. Ogni giorno trascorrete del tempo in meditazione. Trovate un posto tranquillo dove sedervi senza distrazioni. Chiudete gli occhi e concentratevi sul vostro respiro. Se vi vengono dei pensieri, riconosceteli, lasciateli andare e ritornate a concentrarvi sul respiro. Potrebbe sembrare strano, ma è un esercizio mentale utilissimo per concentrarsi sul presente.

  3. Prestate più attenzione ai compiti quotidiani che normalmente svolgete in automatico, come lavare i piatti, guidare o persino mangiare. Concentratevi sulla sensazione della schiuma sulle mani. Mentre guidate, osservate gli alberi, le persone e gli edifici. Assaporate ogni boccone.

  4. Pregate di poter notare chi ha bisogno di aiuto quel giorno. Poi prestate attenzione e siate preparati ad agire.

  5. Di tanto in tanto cambiate la vostra routine e tornate a casa percorrendo una strada diversa, sperimentate le corsie sconosciute di un supermercato diverso o un nuova attività serale.

Strategia 7 – Interagite con gli altri

In termini di felicità e salute generale, è essenziale concentrarsi su rapporti significativi.

La professoressa Emma Seppälä scrive che “buone interazioni sociali:

  • aumentano del 50% la probabilità di vivere più a lungo

  • rafforzano il sistema immunitario […]

  • aiutano a guarire dalle malattie più velocemente”.

Poi continua dicendo: “Le persone che si sentono più legate agli altri hanno livelli di ansia e depressione inferiori”19.

Quando si tratta di rapporti significativi, sono probabilmente meglio pochi rapporti stretti che molti superficiali. Non dobbiamo impegnare il nostro tempo libero con troppi eventi sociali, ma abbiamo disperatamente bisogno di interazioni umane. Anche per le personalità introverse, ci sono molti modi per rafforzare i rapporti con la propria cerchia di amici e di familiari.

In merito alla famiglia, l’anziano Dieter F. Uchtdorf del Quorum dei Dodici Apostoli una volta ha insegnato: “Nei rapporti familiari la parola amore si scrive con le lettere t-e-m-p-o, ovvero tempo”20.

Potreste usare il tempo in più che vi siete ritagliati riducendo quello trascorso davanti agli schermi (come suggerito in precedenza) per coltivare le interazioni faccia a faccia. Le visite di ministero, gli sport di squadra, le associazioni di filatelia… o qualsiasi cosa vi permetta di instaurare rapporti con gli altri possono contribuire ad accrescere la vostra felicità e il vostro benessere.

Strategia 8 – Prendetevi cura del vostro tempio

Garantire al vostro corpo il riposo adeguato, l’alimentazione corretta e un buon esercizio fisico può portare molti benefici in termini di felicità. Le nostre emozioni partono dal cervello che, come qualsiasi altro organo del corpo, trae grandi benefici da migliori abitudini salutari.

I passi compiuti per migliorare la vostra salute fisica alla fine miglioreranno anche il vostro cervello, che è un componente del corpo. Questo può aiutarvi a pensare più lucidamente, a concentrarvi meglio e a equilibrare le vostre emozioni.

Per quanto riguarda le abitudini salutari è buona regola iniziare lentamente e fare un cambiamento alla volta. Iniziate con piccole cose come camminare di più o scegliere cibo più sano, quando possibile. I piccoli cambiamenti si sommano.

Strategia 9 – Guardatevi attorno

Le otto strategie precedenti possono sembrare più ovvie di quest’ultima, ma la felicità spesso si trova quando meno la si cerca.

L’anziano Holland ha insegnato: “La felicità non si trova facilmente quando la si rincorre direttamente. Di solito è troppo sfuggente, fugace e inafferrabile. Se ancora non lo avete imparato, capirete presto negli anni che la maggior parte delle volte la felicità giunge quando meno ce la aspettiamo, quando siamo impegnati in qualcos’altro. La felicità è quasi sempre il risultato di qualche altra impresa”21.

Fate assolutamente tutto il possibile per coltivare le strategie e le abitudini per essere felici. Dopo aver fatto tutto il possibile, però, è il momento di concentrarci sugli altri e lasciare che la felicità ci trovi mentre cerchiamo di aiutare le altre persone.

Felicità e salute mentale

Quando si tratta di condizioni mediche come la depressione o l’ansia, la felicità si trasforma in una creatura più complessa. I tremori notturni che ho menzionato all’inizio si sono rivelati essere il sintomo di ansia causata da depressione clinica.

Nella mia vita, quando mi sono trovato nel bel mezzo dell’oscurità e dell’incertezza della depressione clinica, non potevo “scegliere di sentirmi felice” proprio come non posso scegliere il colore dei miei occhi.

Quello che posso sempre scegliere, tuttavia, è di combattere l’oscurità. Posso chiedere aiuto a Dio. Posso usare tutti i mezzi a mia disposizione, dalla fede e dalla preghiera alla medicina moderna.

Per quanto mi riguarda, per uscire da episodi depressivi avuti nel corso degli anni è sempre stato necessario un approccio multiplo. Devo prendermi cura della mia salute fisica (esercizio, alimentazione, sonno), della mia salute medica (medicinali, vitamine, consulti medici), della mia salute emotiva (counseling, rapporti con gli altri) e della mia salute spirituale (preghiera, studio delle Scritture, servizio nella Chiesa, tempo trascorso al tempio) in modo bilanciato.

Nonostante alcuni dei dolorosi momenti negativi che ho sperimentato negli anni a causa della depressione, per la maggior parte del tempo sono benedetto con la felicità e la positività! Sono molto dispiaciuto per chi di voi è colpito dalla malattia mentale in modo più grave e persistente di quanto lo sia io, ma anche nel vostro caso credo fermamente che il Principe della Pace guarirà i vostri dolori (vedere Giovanni 14:27).

La depressione porta a credere a molte cose errate in merito alla felicità. Fa credere che le cose non miglioreranno mai. Un antidoto possente per questa menzogna in particolare, almeno per me, si trova nel mio inno preferito: “Anima mia”.

Anima mia, confida nel Signor

come già un dì, al fianco tuo Lo avrai.

Se speri in Lui sicur sarà il tuo passo,

a ogni mister risposta troverai.22

Non sono forse delle verità meravigliose? Se considero la mia vita, non ho dubbi che Dio mi abbia benedetto, rafforzato e guidato per tutto il mio percorso. Allora, so che Egli sarà lì per me in futuro, proprio come so che Dio vi guiderà lungo la strada verso giorni più felici.

Mediante Lui, un giorno, la vostra felicità sarà completa.

Note

  1. Jeffrey R. Holland, “Il sentiero del Vangelo che conduce alla felicità”, Liahona, settembre 2017, 17.

  2. Russell M. Nelson, “Gioia e sopravvivenza spirituale”, Liahona, novembre 2016, 82.

  3. Russell M. Nelson, “Gioia e sopravvivenza spirituale”, 82.

  4. Russell M. Nelson, “Gioia e sopravvivenza spirituale”, 81.

  5. Neal A. Maxwell, “Onde non abbiate a stancarvi, perdendovi d’animo”, La Stella, luglio 1991, 84.

  6. Vedere Isaia 53:7; Mosia 23–24; e Joseph Smith – Storia 1.

  7. Neil L. Andersen, “Feriti”, Liahona, novembre 2018, 86.

  8. Hank Smith, Be Happy (2017), 17–18.

  9. Arthur C. Brooks, “A Formula for Happiness”, New York Times, 14 dicembre 2013, nytimes.com.

  10. Ulisses Soares, “Le vie che conducono alla vera felicità”, Liahona, aprile 2018, 46.

  11. Vedere Russell M. Nelson, “Gioia e sopravvivenza spirituale”, Liahona, novembre 2016, 81–84.

  12. Amy Morin, “7 Scientifically Proven Benefits of Gratitude That Will Motivate You to Give Thanks Year-Round”, Forbes, 23 novembre 2014, forbes.com.

  13. Florence Williams, “How Just 15 Minutes in Nature Can Make You Happier”, Time, 7 febbraio 2017, time.com.

  14. Jean M. Twenge, “Have Smartphones Destroyed a Generation?” The Atlantic, settembre 2017, theatlantic.com.

  15. Russell M. Nelson, “O speranza d’Israele” (riunione mondiale per i giovani, 3 giugno 2018), HopeofIsrael.ChurchofJesusChrist.org.

  16. John Bytheway, How to Be Totally Miserable (2007), 57.

  17. John Bytheway, How to Be Totally Miserable, 33.

  18. “Mindfulness”, psychologytoday.com.

  19. Emma Seppälä, “Connectedness & Health: The Science of Social Connection Infographic”, 11 aprile 2014, emmaseppala.com.

  20. Dieter F. Uchtdorf, “Ciò che conta di più”, Liahona, novembre 2010, 22.

  21. Jeffrey R. Holland, “Il sentiero del Vangelo che conduce alla felicità”, Liahona, settembre 2017, 16.

  22. “Anima mia”, Inni, 72.