2015
Testimonianza e conversione
Febbraio 2015


Messaggio della Prima Presidenza

Testimonianza e conversione

C’è una differenza tra il ricevere una testimonianza della verità e l’essere veramente convertiti. Per esempio, il grande apostolo Pietro rese testimonianza al Salvatore del fatto che sapeva che Gesù era il Figlio di Dio.

“[Gesù] disse loro: E voi, chi dite ch’io sia?

Simon Pietro, rispondendo, disse: Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente.

E Gesù, replicando, gli disse: Tu sei beato, o Simone, figliuol di Giona, perché non la carne e il sangue t’hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è ne’ cieli” (Matteo 16:14–17).

Eppure in seguito, in un Suo comandamento rivolto a Pietro, il Signore diede a lui e a noi l’indicazione per diventare veramente convertiti e per estendere tale conversione alla vita intera. Gesù usò le seguenti parole: “E tu, quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli” (Luca 22:32).

Gesù insegnò a Pietro che doveva ancora avvenire un grande cambiamento che doveva andare oltre l’avere una testimonianza per poter essere in grado di pensare, sentire e agire come discepoli di Gesù Cristo veramente convertiti. È quello il potente cambiamento che noi tutti ricerchiamo. Una volta ottenuto, abbiamo bisogno che tale mutamento persista fino alla fine della nostra prova terrena (vedere Alma 5:13–14).

Sappiamo, per esperienza personale e perché osserviamo gli altri, che non basta vivere qualche intenso momento di potere spirituale. Pietro negò di conoscere il Salvatore anche dopo aver ricevuto una testimonianza dallo Spirito che Gesù era il Cristo. I Tre Testimoni del Libro di Mormon ricevettero la testimonianza diretta del fatto che il Libro di Mormon era la parola di Dio, eppure in seguito essi vacillarono nella capacità di sostenere Joseph Smith come profeta della chiesa del Signore.

Immagine
illustration of woman in Nephite time praising God

Oh, Blessed Jesus, di Walter Rane

Abbiamo bisogno di un mutamento di cuore, come descritto nel Libro di Alma: “E tutti loro proclamarono al popolo la stessa cosa: che il loro cuore era stato mutato; che non avevano più alcun desiderio di fare il male” (Alma 19:33; vedere anche Mosia 5:2).

ll Signore ci ha insegnato che, quando saremo veramente convertiti al Suo vangelo, il nostro cuore abbandonerà le preoccupazioni egoistiche in favore del servizio volto a ispirare gli altri mentre progrediscono verso la vita eterna. Per ottenere tale conversione, possiamo pregare e agire in fede per diventare la nuova creatura resa possibile dall’Espiazione di Gesù Cristo.

Possiamo iniziare pregando per avere la fede per pentirci e per avere il dono di prenderci cura degli altri più che di noi stessi. Possiamo pregare per avere il potere di mettere da parte l’orgoglio e l’invidia.

La preghiera sarà inoltre la chiave per ricevere il dono dell’amore per la parola di Dio e l’amore di Cristo (vedere Moroni 7:47–48). Le due cose sono inscindibili. Leggendo la parola di Dio, meditandola e pregando a riguardo arriveremo ad amarla. Il Signore la ripone nel nostro cuore. Provando tale amore, cominceremo ad amare il Signore sempre di più. Così arriverà l’amore per gli altri, amore che ci serve per rafforzare le persone che Dio porrà sul nostro cammino.

Possiamo pregare, per esempio, per riconoscere coloro ai quali il Signore vuole che i missionari insegnino. I missionari a tempo pieno possono pregare in fede per sapere, tramite lo Spirito, che cosa insegnare e di cosa rendere testimonianza. Possono pregare in fede affinché il Signore permetta loro di sentire l’amore che Egli prova per tutti quelli che essi incontrano. I missionari non condurranno alle acque del battesimo e al ricevimento del dono dello Spirito Santo tutti quelli che incontrano, ma possono avere lo Spirito Santo come compagno. Grazie al loro servizio e con l’aiuto dello Spirito Santo, alla fine i missionari subiranno un mutamento di cuore.

A loro — e anche a noi — tale mutamento sarà rinnovato di volta in volta continuando altruisticamente, nel corso della vita, ad agire in fede per rafforzare gli altri con il vangelo di Gesù Cristo. La conversione non sarà un singolo evento o qualcosa che durerà solo per un periodo della nostra vita, ma sarà un processo continuo. La vita può diventare sempre più brillante, fino al giorno perfetto, quando vedremo il Salvatore e scopriremo di essere diventati come Lui. Il Signore ci dice: “Ciò che è da Dio è luce; e colui che riceve la luce e continua in Dio riceve più luce; e quella luce diventa sempre più brillante fino al giorno perfetto” (DeA 50:24).

Vi prometto che è possibile per ognuno di noi.

Come insegnare questo messaggio

L’anziano David A. Bednar del Quorum dei Dodici Apostoli ha usato la “parabola dei sottaceti” per insegnare che la conversione è un processo continuo, piuttosto che un solo avvenimento: “Linea su linea e precetto su precetto, gradualmente e quasi impercettibilmente, le nostre motivazioni, i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni si allineeranno alla volontà di Dio” (“Bisogna che nasciate di nuovo”, Liahona, maggio 2007, 21). Potreste esaminare la parabola dei sottaceti insieme a coloro cui insegnate. Che cosa può fare ognuno di noi per avanzare costantemente nel processo graduale della conversione di cui parlano sia il presidente Eyring che l’anziano Bednar?