2014
Testimonianza
Maggio 2014


Testimonianza

Desidero condividere con voi le verità più importanti da conoscere.

Immagine
Anziano Boyd K. Packer

I tempi di guerra o di incertezza tendono a migliorare la nostra concentrazione sulle cose che contano davvero.

Per me la Seconda guerra mondiale fu un periodo di grande tumulto spirituale. Avevo lasciato la mia casa a Brigham City, nello Utah, con solo qualche frammento di testimonianza e sentivo il bisogno di qualcosa di più. Nel giro di qualche settimana, quasi tutti i miei compagni di classe furono mandati nella zona di guerra. Mentre ero di stanza sull’isola di Ie Shima, appena a nord di Okinawa, in Giappone, lottai con il dubbio e con l’incertezza. Volevo una testimonianza personale del Vangelo. Volevo sapere!

Durante una notte insonne, lasciai la mia tenda ed entrai in un bunker che era stato costruito allineando dei barili da 190 litri pieni di sabbia posti uno sopra l’altro per formare un rifugio. Vi entrai carponi e, poiché non c’era il tetto, guardai il cielo stellato e mi inginocchiai a pregare.

Accadde quasi a metà della preghiera. Non riuscirei a descrivere ciò che accadde neanche se volessi farlo. Va oltre la mia capacità di espressione, ma ciò che accadde allora è ancora vivido nella mia mente come quella notte di sessantacinque anni fa. Sapevo che si trattava di una manifestazione molto intima, molto personale. Finalmente sapevo da me stesso. Sapevo con certezza, poiché mi era stato dato. Dopo un po’, uscii carponi dal bunker e, mentre tornavo al mio letto, mi sembrava di librarmi nell’aria. Trascorsi il resto della notte provando un senso di gioia e di meraviglia.

Invece di pensare di essere speciale, pensai che se una cosa del genere era accaduta a me, sarebbe potuta accadere a chiunque. Lo penso ancora. Negli anni che seguirono, sono giunto a comprendere che questo tipo di esperienza è allo stesso tempo una luce da seguire e un fardello da portare.

Desidero condividere con voi le verità più importanti da conoscere, ciò che ho imparato e vissuto in quasi novant’anni di vita e in più di cinquant’anni come Autorità generale. Gran parte di ciò che ho appreso rientra nella categoria delle cose che non si possono insegnare, ma che si possono imparare.

Come la maggior parte delle cose di grande valore, la conoscenza, che ha valore eterno, giunge solo tramite la preghiera personale e la meditazione, che, unite al digiuno e allo studio delle Scritture, invitano impressioni, rivelazioni e i suggerimenti dello Spirito Santo. Mentre impariamo precetto su precetto, veniamo istruiti dall’alto.

Le rivelazioni promettono che “qualsiasi principio di intelligenza noi conseguiamo in questa vita sorgerà con noi nella risurrezione” e che “conoscenza e intelligenza … si guadagnano mediante la … diligenza e … l’obbedienza” (vedere DeA 130:18–19).

Una verità eterna che sono giunto a comprendere è che Dio vive. Egli è nostro Padre. Noi siamo i Suoi figli. “Noi crediamo in Dio, il Padre Eterno, e in Suo Figlio Gesù Cristo e nello Spirito Santo” (Articoli di Fede 1:1).

Di tutti gli altri titoli che avrebbe potuto usare, Egli scelse di essere chiamato “Padre”. Il Salvatore comandò: “Pregate dunque in questo modo: Padre nostro che sei in cielo” (3 Nefi 13:9; vedere anche Matteo 6:9). Il Suo uso del termine “Padre” è una lezione per tutti noi che giungiamo a comprendere ciò che conta di più in questa vita.

Essere genitori è un sacro privilegio e, a seconda della nostra fede, può essere una benedizione eterna. Lo scopo fondamentale di tutte le attività nella Chiesa è che un marito, una moglie e i loro figli siano felici nella loro casa.

Coloro che non sono sposati o che non possono avere figli non sono estromessi dalle benedizioni eterne che perseguono, ma che, per ora, sono al di fuori della loro portata. Noi non conosciamo sempre il modo o i tempi in cui le benedizioni si manifesteranno, ma la promessa di crescita eterna non verrà negata a nessun individuo fedele che stipula le sacre alleanze e vi si attiene.

Gli intimi desideri e le suppliche strazianti toccheranno sia il cuore del Padre che quello del Figlio. Riceverete da Loro la rassicurazione personale che la vostra vita sarà piena e che non perderete nessuna benedizione essenziale.

In veste di servo del Signore, agendo nell’ufficio al quale sono stato ordinato, prometto a coloro che si trovano in queste circostanze che vi verrà conferito a tempo debito tutto ciò che è essenziale alla vostra salvezza e alla vostra esaltazione. Verranno riempite le braccia vuote, e verranno guariti i cuori colmi di dolore a causa dei sogni e dei desideri infranti.

Un altro principio che sono giunto a comprendere è che lo Spirito Santo è reale. Egli è il terzo membro della Divinità. La sua missione è rendere testimonianza della verità e della rettitudine. Egli si manifesta in molti modi, che comprendono sentimenti di pace e di rassicurazione. Egli può anche confortare, guidare e correggere, se necessario. Manteniamo la compagnia dello Spirito Santo conducendo una vita retta.

Il dono dello Spirito Santo è conferito per mezzo di un’ordinanza del Vangelo. Chi detiene l’autorità pone le mani sul capo del nuovo membro della Chiesa e pronuncia queste parole: “Ricevi lo Spirito Santo”.

Questa ordinanza da sola non ci cambia in modo evidente, ma se ne ascoltiamo e ne seguiamo i suggerimenti, siamo benedetti con lo Spirito Santo. Ogni figlio o figlia del nostro Padre Celeste può arrivare a conoscere la realtà della promessa di Moroni: “Mediante il potere dello Spirito Santo voi potrete conoscere la verità di ogni cosa” (Moroni 10:5; corsivo dell’autore).

Una verità celeste che ho acquisito nella vita è la mia testimonianza del Signore Gesù Cristo.

Al di sopra e a sostegno di quello che facciamo, e alla base di tutte le rivelazioni, c’è il nome del Signore, nome che è l’autorità mediante la quale operiamo nella Chiesa. Ogni preghiera che offriamo, anche quelle pronunciate dai bambini, termina nel nome di Gesù Cristo. Ogni benedizione, ogni ordinanza, ogni ordinazione, ogni atto ufficiale è compiuto nel nome di Gesù Cristo. Questa è la Sua chiesa e porta il Suo nome: Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (vedere DeA 115:4).

Nel Libro di Mormon è riportato il bellissimo episodio in cui i Nefiti “stavano pregando il Padre in nome” del Signore. Il Signore apparve e chiese:

“Che volete ch’io vi dia?

Ed essi gli dissero: Signore, vogliamo che tu ci dica il nome con cui chiameremo questa chiesa, poiché vi sono delle dispute fra il popolo riguardo a questo argomento.

E il Signore disse loro: In verità, in verità io vi dico: perché il popolo dovrebbe mormorare e disputare a causa di questa cosa?

Non hanno letto le Scritture, che dicono che dovete prendere su di voi il nome di Cristo, che è il mio nome? Poiché con questo nome sarete chiamati all’ultimo giorno.

E chiunque prende su di sé il mio nome e persevera fino alla fine, quegli sarà salvato […].

Perciò qualunque cosa farete, la farete in nome mio; chiamerete dunque la chiesa con il mio nome e invocherete il Padre nel mio nome, affinché voglia benedire la chiesa per amor mio” (3 Nefi 27:2–7).

È il Suo nome, Gesù Cristo, “poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad esser salvati” (Atti 4:12).

Nella Chiesa noi sappiamo chi è: Gesù Cristo, il Figlio di Dio. È l’Unigenito del Padre. È Colui che fu ucciso e che vive ancora. È il nostro Avvocato presso il Padre. “Ricordate che è sulla roccia del nostro Redentore, che è Cristo, il Figlio di Dio, che dovete costruire le vostre fondamenta” (Helaman 5:12). È l’ancora che ci tiene saldi e che protegge noi e le nostre famiglie durante le tempeste della vita.

Ogni domenica in tutto il mondo, dove si riuniscono le congregazioni di ogni nazionalità o lingua, il sacramento viene benedetto usando le stesse parole. Prendiamo su di noi il nome di Cristo e ci ricordiamo sempre di Lui. Questo è scolpito su di noi.

Il profeta Nefi dichiarò: “Noi parliamo di Cristo, gioiamo in Cristo, predichiamo il Cristo, profetizziamo di Cristo e scriviamo secondo le nostre profezie affinché i nostri figlioli possano sapere a quale fonte possono rivolgersi per la remissione dei loro peccati” (2 Nefi 25:26).

Ognuno di noi deve giungere alla propria testimonianza personale del Signore Gesù Cristo. Poi condividiamo quella testimonianza con la nostra famiglia e con gli altri.

In tutto questo, ricordiamoci che esiste un avversario che cerca personalmente di fermare l’opera del Signore. Dobbiamo scegliere chi seguire. La nostra protezione è semplice quanto decidere individualmente di seguire il Salvatore, accertandoci di rimanere fedelmente al Suo fianco.

Nel Nuovo Testamento, Giovanni scrive che vi erano alcune persone che non erano in grado di impegnarsi a seguire il Salvatore e i Suoi insegnamenti, e “d’allora molti de’ suoi discepoli si ritrassero e non andavan più con lui.

Perciò Gesù disse ai Dodici: Non ve ne volete andare anche voi?

Simon Pietro gli rispose: Signore, a chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna;

e noi abbiam creduto ed abbiam conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Giovanni 6:66–69).

Pietro aveva ottenuto ciò che può essere appreso da ogni seguace del Salvatore. Per essere fedelmente devoti a Gesù Cristo, noi Lo accettiamo come nostro Redentore e facciamo tutto ciò che è in nostro potere per vivere secondo i Suoi insegnamenti.

Dopo tutti gli anni in cui ho vissuto, ho insegnato e ho servito, dopo i milioni di chilometri che ho percorso in tutto il mondo, con tutte le esperienze che ho fatto, vi è una grande verità che vorrei condividere. È la mia testimonianza del Salvatore Gesù Cristo.

Dopo un’esperienza sacra, Joseph Smith e Sidney Rigdon scrissero quanto segue:

“Ed ora, dopo le numerose testimonianze che sono state date di lui, questa è la testimonianza, l’ultima di tutte, che diamo di lui: Che egli vive!

Poiché lo vedemmo” (DeA 76:22–23).

Le loro parole sono le mie parole.

Io credo e io ho la certezza che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Egli è l’Unigenito del Padre, “da lui, e tramite lui, e mediante lui, i mondi sono e furono creati, ed i loro abitanti sono generati figli e figlie per Dio” (DeA 76:24).

Rendo testimonianza che il Salvatore vive. Io conosco il Signore. Sono un Suo testimone. Conosco il Suo grande sacrificio e il Suo amore eterno per tutti i figli del Padre Celeste. Rendo la mia testimonianza speciale in completa umiltà ma con assoluta certezza. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.