2013
Vuoi essere risanato?
Novembre 2013


Vuoi esser risanato?

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Quando ci pentiamo e ci convertiamo davvero al Signore, veniamo guariti e la nostra colpa è spazzata via.

Durante un periodo di gioiosi festeggiamenti a Gerusalemme, il Salvatore si allontanò dalla folla per cercare coloro che avevano più bisogno. Li trovò a Betesda, una vasca con cinque portici vicino al mercato delle pecore, nota perché vi si radunavano gli afflitti.

Il vangelo di Giovanni ci racconta che vicino alla vasca “giaceva un gran numero di infermi, di ciechi, di zoppi, di paralitici, i quali aspettavano l’agitarsi dell’acqua;

perché un angelo scendeva nella vasca e metteva l’acqua in movimento: e il primo che vi scendeva dopo che l’acqua era stata agitata, era guarito di qualunque malattia fosse colpito” (Giovanni 5:3–4).

La visita del Salvatore è raffigurata in un bellissimo dipinto di Carl Bloch che raffigura Cristo che guarisce i malati a Betesda. Bloch cattura il momento in cui Gesù solleva una tenda improvvisata scoprendo un “infermo” (Giovanni 5:7) che giaceva, in attesa, vicino alla vasca. Qui, la parola infermo si riferisce a qualcuno che è inerme e sottolinea la misericordia e la grazia del Salvatore, che, discretamente, andò a ministrare a chi non era in grado di prendersi cura di se stesso.

Nel dipinto, l’uomo afflitto si rannicchia sul pavimento nell’ombra, esausto e demoralizzato avendo patito per la sua infermità per ben trentotto anni.

Mentre solleva il bordo della tela con una mano, il Salvatore gli fa cenno con l’altra e pone una domanda penetrante: “Vuoi esser risanato?”

L’uomo risponde: “Signore, io non ho alcuno che, quando l’acqua è mossa, mi metta nella vasca, e mentre ci vengo io, un altro vi scende prima di me” (Giovanni 5:6–7).

All’ostacolo apparentemente insormontabile dell’uomo, Gesù offre una risposta profonda e inaspettata:

“Lèvati, prendi il tuo lettuccio, e cammina.

E in quell’istante quell’uomo fu risanato; e preso il suo lettuccio, si mise a camminare” (Giovanni 5:8–9).

In un altro tenero episodio, Luca ci racconta che il Salvatore, in viaggio verso Gerusalemme, incontrò dieci lebbrosi. A causa della loro malattia, si “ferma[rono] da lontano” (Luca 17:12). Erano emarginati — impuri e indesiderati.

“Gesù, maestro, abbi pietà di noi”, urlarono (Luca 17:13). In altre parole chiedevano insistenti: “C’è qualcosa che puoi fare per noi?”

Il Grande Medico, colmo di compassione, sapeva, tuttavia, che la fede deve precedere il miracolo e quindi disse loro: “Andate a mostrarvi a’ sacerdoti” (Luca 17:14).

Mentre andavano in fede, avvenne il miracolo. Riuscite a immaginare la gioia incontenibile provata a ogni passo mentre vedevano in tempo reale che il loro corpo veniva mondato, guarito e ripristinato davanti ai loro occhi?

“E uno di loro, vedendo che era guarito, tornò indietro, glorificando Iddio ad alta voce;

e si gettò ai […] piedi [del Maestro] con la faccia a terra, ringraziandolo; […]

E [Gesù] gli disse: Lèvati e vattene: la tua fede t’ha salvato” (Luca 17:15–16, 19).

Quando facevo il medico chirurgo, il mio lavoro consisteva nel guarire e correggere i problemi fisici. Gesù Cristo guarisce il corpo, la mente e lo spirito, e la Sua cura inizia con la fede.

Vi ricordate quando la vostra gioia e la vostra fede erano al colmo? Rammentate il momento in cui avete acquisito una testimonianza o quando Dio vi ha dato conferma che siete Suoi figli e che vi ama moltissimo — e vi siete sentiti guariti? Se quel tempo vi sembra ormai perso, può essere ritrovato.

Il Salvatore ci dice come essere risanati — essere resi completi oppure guariti:

“Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo.

Prendete su voi il mio giogo ed imparate da me, perch’io son mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre;

poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero” (Matteo 11:28–30).

L’invito “V[enite] e seguit[e]mi” (Luca 18:22) ci esorta a lasciare la vecchia vita e i desideri mondani e a diventare creature nuove per le quali “le cose vecchie sono passate [e] son diventate nuove” (2 Corinzi 5:17), con un nuovo cuore pieno di fede. E veniamo nuovamente risanati.

“Avvicinatevi a me ed io mi avvicinerò a voi; cercatemi diligentemente e mi troverete; chiedete e riceverete; bussate e vi sarà aperto” (DeA 88:63).

Quando ci avviciniamo a Lui, ci rendiamo conto che la vita terrena deve essere difficile e che l’“opposizione in tutte le cose” (2 Nefi 2:11) non è un difetto del piano di salvezza. L’opposizione, piuttosto, è l’elemento indispensabile della vita terrena, rafforza la nostra volontà e affina le nostre scelte. Le vicissitudini della vita ci aiutano a formare un legame eterno con Dio — e, quando Gli doniamo il nostro cuore, Egli imprime la Sua immagine sul nostro volto (vedere Alma 5:19).

“Fate questo in memoria di me” (Luca 22:19) è ciò che il nostro Salvatore disse quando istituì quello che noi chiamiamo sacramento. Questa ordinanza con il pane e con l’acqua rinnova le sacre alleanze fatte con Dio e invita il potere dell’Espiazione nella nostra vita. Veniamo guariti se abbandoniamo le abitudini e lo stile di vita che induriscono il cuore e il collo. Quando deponiamo “le armi della [nostra] ribellione” (Alma 23:7), diventiamo “arbitri di [noi] stessi” (DeA 58:28), senza essere più accecati dai sofismi di Satana o assordati dal rumore disarmonico del mondo secolare.

Quando ci pentiamo e ci convertiamo davvero al Signore, veniamo guariti e la nostra colpa è spazzata via. Potremmo chiederci, come fece Enos: “Come avviene ciò?” E il Signore risponde: “Per la [vostra] fede in Cristo, […] pertanto [andate]; la [vostra] fede [vi] ha guarito” (Enos 1:7, 8).

Corrie ten Boom, una devota donna cristiana di origine olandese, riuscì a ottenere tale guarigione nonostante la sua prigionia nei campi di concentramento durante la Seconda guerra mondiale. Soffrì immensamente, ma, a differenza della sua amata sorella Betsie, che morì in uno dei campi, Corrie sopravvisse.

Dopo la guerra, parlò spesso in pubblico della sua esperienza, della guarigione e del perdono. In un’occasione, una ex guardia nazista che aveva preso parte all’atroce imprigionamento di Corrie a Ravensbrück, in Germania, l’avvicinò, felice per il suo messaggio dell’amore e del perdono di Cristo.

“‘Sono molto grato del suo messaggio, Fraulein. – le disse – Del concetto che, come dice lei, Egli ha cancellato i miei peccati!’

Allungò la mano per stringere la mia”, ricordò Corrie. “E io, che spesso avevo predicato… il bisogno di perdonare, tenni la mia mano lungo il fianco.

Proprio mentre pensieri pieni di rabbia e di vendetta mi facevano ribollire, ne percepii il peccato… Signore Gesù, pregai, perdonami e aiutami a perdonarlo.

Provai a sorridere e mi sforzai di sollevare la mia mano. Non ce la facevo. Non sentivo nulla, nemmeno la più piccola scintilla di calore o di carità. Così, di nuovo, sussurrai una preghiera silenziosa. Gesù, non riesco a perdonarlo. Dammi il Tuo perdono.

Quando strinsi la sua mano accadde qualcosa di incredibile. Dalla mia spalla e lungo il mio braccio e poi attraverso la mia mano una corrente sembrò passare da me a lui, mentre nel mio cuore scoppiò un sentimento d’amore per questo sconosciuto che mi sopraffece quasi completamente.

Così capii che la parola guarigione non dipende né dal nostro perdono né dalla nostra bontà, ma dal Suo perdono e dalla Sua bontà. Quando ci dice di amare i nostri nemici, Egli ci dà, insieme al comandamento, l’amore stesso”.1

Corrie ten Boom fu risanata.

Il presidente Thomas S. Monson ha detto: “C’è una sola vita che incoraggia e sostiene coloro che si trovano nelle difficoltà o che sono afflitti dal dolore o dalla sofferenza: la vita del Signore Gesù Cristo”2.

Se vi sentite impuri, non amati, infelici, non degni o malati, ricordate che “tutto ciò che è ingiusto nella vita può essere sistemato attraverso l’Espiazione di Gesù Cristo”3. Abbiate pazienza e fede nei tempi e negli scopi che il Salvatore ha per voi. “Non temere; solo abbi fede” (Marco 5:36).

Vi assicuro che il Salvatore sta ancora cercando di guarire la nostra anima e il nostro cuore. Mentre bussa alla porta, rispondiamo ricominciando a pregare, a pentirci, a perdonare e a dimenticare. Amiamo Dio e serviamo il nostro prossimo, e stiamo in luoghi santi con una vita purificata. L’infermo alla vasca di Betesda, il lebbroso sulla via per Gerusalemme e Corrie ten Boom furono guariti. “Vuoi esser risanato?” Alzati e cammina. La Sua “grazia ti basta” (2 Corinzi 12:9) e non camminerai da solo.

Ho imparato che Dio vive. So che noi siamo i Suoi figli e che Egli ci ama per ciò che siamo e per ciò che possiamo diventare. So che ha mandato Suo Figlio nel mondo per compiere un sacrificio espiatorio per tutta l’umanità e che coloro che abbracciano il Suo vangelo e Lo seguono saranno risanati e resi completi — “a suo tempo, e a suo modo, e secondo la sua volontà” (DeA 88:68) per mezzo delle Sue tenere misericordie. Questa è la testimonianza che vi rendo, nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Corrie ten Boom, The Hiding Place (1971), 215.

  2. Thomas S. Monson, “Come affrontare le difficoltà della vita”, La Stella, gennaio 1994, 82.

  3. Predicare il mio Vangelo – Guida al servizio missionario (2005), 52.