2011
Il mediatore Gesù Cristo
Aprile 2011


Il mediatore Gesù Cristo

Tratto da “Il Mediatore”, La Stella, ottobre 1977, 57–60.

Gesù Cristo, il nostro Mediatore, paga il prezzo che noi non siamo in grado di pagare per tornare a vivere con il nostro Padre Celeste.

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President Boyd K. Packer

Lasciate che vi racconti una storia, una parabola.

C’era una volta un uomo che desiderava ardentemente una cosa. Gli sembrava che null’altro fosse importante nella sua vita. Per realizzare il suo desiderio contrasse un grosso debito.

Egli era stato ammonito di non far debiti, specialmente con quel particolare creditore. Ma per lui la realizzazione del suo obiettivo sembrava tanto importante da superare ogni ostacolo. Era sicuro che sarebbe stato in grado di estinguere il debito al momento stabilito.

Così firmò un contratto che prevedeva dei versamenti rateali. Questo non lo preoccupava perché le date di scadenza sembravano assai lontane nel futuro. Per il momento possedeva ciò che aveva sempre desiderato, e questo era importante.

Il creditore era sempre presente in un angolo della sua mente, e per questo motivo, ogni tanto egli effettuava qualche piccolo pagamento pensando che il giorno del rendiconto era ancora lontano.

Giustizia o misericordia?

Ma, come sempre succede, venne il giorno della scadenza definitiva. Il debito non era stato estinto completamente. Il creditore si presentò per esigere quanto gli era dovuto.

Soltanto allora il debitore si rese conto che il creditore aveva non soltanto il potere di riprendersi tutto ciò che gli aveva dato, ma anche quello di mandarlo in prigione.

“Ma io non posso pagarti, non ne ho assolutamente la possibilità”, confessò il poveretto.

“Allora”, disse il creditore, “prenderò tutto quanto possiedi e ti manderò in prigione. Hai stipulato questo accordo di tua spontanea volontà. Hai firmato il contratto e ora dobbiamo rispettarlo”.

“Non potresti concedermi una proroga o condonare il debito?”, implorò il debitore. “Fai in modo che io non debba andare in prigione. Certamente tu credi nella misericordia. Non vorrai mostrarne un po’ nei miei confronti?”

Il creditore rispose: “La misericordia beneficia soltanto una delle parti. In questo caso servirebbe soltanto a te. Se mi dimostro misericordioso perdo il mio denaro. Io non voglio essere misericordioso, ma giusto. Tu credi nella giustizia?”

“Credevo nella giustizia quando firmai il contratto”, rispose il debitore. “Allora la giustizia era dalla mia parte, proteggeva i miei diritti. Non avevo bisogno della misericordia, né ritenevo che ne avrei mai avuto bisogno”.

“La giustizia ora chiede che tu faccia fronte ai termini del contratto o ne subisca le conseguenze”, rispose il creditore. “Questa è la legge. Tu hai accettato le condizioni del contratto e tali condizioni devono essere rispettate. La misericordia non può derubare la giustizia”.

E così due uomini erano di fronte: l’uno impartiva giustizia, l’altro implorava misericordia. Nessuno dei due poteva prevalere se non a spese dell’altro.

Il debitore diceva: “Se non condoni il debito che ti devo, non ci sarà misericordia”.

“Se lo facessi, non ci sarebbe giustizia”, era la risposta.

In effetti, era evidente che non si potevano soddisfare entrambe le leggi, poiché si tratta di due ideali eterni che sembrano contraddirsi l’un l’altro. Non c’è alcun modo in cui sia la giustizia che la misericordia possano essere completamente soddisfatte?

Si, c’è un modo! La legge della giustizia può essere completamente soddisfatta e si può dimostrare al tempo stesso misericordia, ma è necessario l’intervento di una terza parte. E ciò accadde nel caso in esame.

Il mediatore

Il debitore aveva un amico il quale venne in suo aiuto. Egli conosceva bene il debitore e riteneva che avesse agito scioccamente per trovarsi in una situazione così difficile. Tuttavia, voleva aiutarlo perché gli voleva molto bene. Così si mise tra i due, si rivolse al creditore e gli fece un’offerta: “Estinguerò io il debito se libererai il debitore dalle clausole del contratto in modo che egli possa conservare ciò che ha e non andare in prigione”.

Mentre il creditore stava meditando sull’opportunità di accettare questa offerta, il mediatore soggiunse: “Tu hai chiesto giustizia. Dato che lui non può pagarti, lo farò io. Questo ti farà giustizia e non puoi chiedere di più perché non sarebbe giusto”.

E il creditore accettò i termini dell’offerta.

Il mediatore allora si rivolse al debitore e gli disse: “Se estinguo il tuo debito, mi accetti come tuo creditore?”

“Oh, sì, sì!”, gridò il debitore. “Tu mi hai salvato dalla prigione e mi hai mostrato misericordia”.

“Allora”, disse il benefattore, “tu pagherai a me quanto devi al tuo creditore e sarò io a stabilire il modo in cui ciò avverrà. Non sarà facile, ma sarà possibile. Io ti mostrerò un modo per estinguere il tuo debito. Non sarà necessario che tu vada in prigione”.

E così il creditore fu rimborsato in pieno. Egli aveva ricevuto giustizia, il contratto non era stato violato. Il debitore, a sua volta, aveva ricevuto misericordia. Entrambe le leggi erano state applicate. Grazie all’intervento di un mediatore, la giustizia aveva ottenuto quanto gli era dovuto ed erano stati rispettati i requisiti imposti dalla misericordia.

Il nostro mediatore

Ognuno di noi vive in una specie di credito spirituale, un debito. Un giorno la contabilità verrà chiusa e ci sarà chiesto il saldo dovuto. Anche se per il momento questa eventualità non ci preoccupa eccessivamente, all’avvicinarsi della data fatidica, ci guarderemo intorno con impaziente angoscia cercando qualcuno che ci aiuti.

E in virtù della legge eterna, la misericordia non può essere elargita a meno che non ci sia qualcuno che si voglia assumere il nostro debito, ne paghi il prezzo e fissi i termini della nostra redenzione.

A meno che non ci sia un mediatore, a meno che non abbiamo un amico, il peso della giustizia ricadrà su di noi. La legge esigerà da noi il pieno pagamento di ogni nostra trasgressione, per quanto lieve.

Ma sappiate che la verità, la gloriosa verità, proclama che un tale Mediatore esiste. “Poiché v’è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1 Timoteo 2:5). Grazie a Lui la misericordia può essere completamente estesa a ognuno di noi senza offendere la legge eterna della giustizia.

L’estensione della misericordia non sarà automatica. Questo avverrà stipulando alleanze con Lui e secondo le Sue condizioni, le Sue generose condizioni che includono, quale requisito essenziale, il battesimo per immersione per la remissione dei peccati.

Tutto il genere umano può essere protetto dalla legge della giustizia, e allo stesso tempo a ognuno di noi può essere estesa la benedizione di redenzione e di guarigione della misericordia.

Illustrazione di Dan Burr