2010
Evitare la trappola del peccato
novembre 2010


Evitare la trappola del peccato

Siate forti e fate scelte giuste che vi permetteranno di mangiare il frutto dell’albero della vita.

Immagine
Elder Jairo Mazzagardi

Una bellissima mattina di sole ho invitato Vicki, la mia nipotina di quasi otto anni, a passeggiare con me vicino a un lago, che è di fatto una riserva d’acqua per la nostra meravigliosa città.

Camminammo allegramente, ascoltando il suono dolce del torrente cristallino che scorreva lungo il nostro sentiero. Il sentiero era costeggiato da meravigliosi alberi verdi e fiori profumati. Potevamo sentire il canto degli uccelli.

Chiesi alla mia cara e innocente nipotina dagli occhi blu come si stava preparando per il battesimo.

Mi rispose con una domanda: “Nonno, che cos’è il peccato?”

Pregai in silenzio per ricevere ispirazione e provai a rispondere nel modo più semplice possibile, dicendo: “Il peccato è disobbedire intenzionalmente ai comandamenti di Dio; esso fa rattristare il Padre Celeste e le sue conseguenze sono il dolore e la tristezza”.

Chiaramente preoccupata, mi chiese: “E come ci cattura?”

La domanda rivela per prima cosa la purezza, ma rivela anche un interesse per il modo di evitare il coinvolgimento con il peccato.

Perché capisse più chiaramente, usai gli elementi naturali che avevamo intorno come esempio. Lungo il cammino trovammo un palo di pietra di considerevoli dimensioni accanto a un recinto di filo spinato; era una pesante struttura circondata da fiori, cespugli e alberelli. Con il passare del tempo queste piante sarebbero diventate più grandi del palo stesso.

Ricordai che poco distante avremmo trovato un altro palo che era già stato ricoperto, poco per volta, quasi inosservatamente, dalla vegetazione che vi era cresciuta intorno. Immagino che un palo non percepisca che, nonostante la sua forza, potrebbe essere circondato e distrutto da fragili piante. Il palo potrebbe aver pensato: “Nessun problema. Sono forte e grande, e questa piccola pianta non mi farà del male”.

Così, quando un albero vicino cresce, il palo dapprima non lo nota; poi comincia ad apprezzare l’ombra che l’albero gli fornisce. Ma l’albero continua a crescere e cinge il palo con due rami che all’inizio sembrano fragili, ma che con il tempo si intrecciano e lo circondano.

Il palo non capisce ancora cosa sta succedendo.

Presto, lungo il cammino, trovammo il proverbiale palo. Era stato divelto dal suolo. La mia nipotina guardò impressionata e mi chiese: “Nonno, è l’albero del peccato?”

Allora le spiegai che quello era solo un simbolo, o un esempio, di come il peccato ci catturi.

Non so quale effetto avrà su di lei la nostra conversazione, ma mi ha fatto pensare alle molte facce del peccato e a come esso s’insinui nella nostra vita, se glielo permettiamo.

Dobbiamo stare all’erta perché le piccole scelte, come andare a letto presto e alzarsi presto, hanno grandi conseguenze. Dottrina e Alleanze 88:124 ci insegna: “Alzatevi presto, affinché il vostro corpo e la vostra mente possano essere rinvigoriti”. Coloro che vanno a letto presto si svegliano riposati, con il corpo e la mente rinvigoriti e benedetti dal Signore, a motivo della loro obbedienza.

Quello che può sembrare di poca importanza, come andare a dormire tardi, non pregare per un giorno, saltare il digiuno o non osservare la santità della domenica, piccole leggerezze simili, ci farà perdere sensibilità poco per volta, permettendoci di fare cose peggiori.

Quando ero adolescente, il mio coprifuoco era alle 22:00. Oggi è l’ora in cui alcuni escono per divertirsi. Eppure sappiamo che è proprio di notte che succedono alcune delle cose peggiori. È durante le ore più buie che alcuni giovani vanno in posti con ambienti non adeguati, dove la musica e le parole non permettono loro di avere la compagnia dello Spirito Santo. Allora, in simili circostanze, essi diventano facile preda del peccato.

Diventare preda del peccato comincia spesso con la scelta di amici le cui norme non sono compatibili con il Vangelo, e per essere popolare o per essere accettata dai coetanei, una persona scende a compromessi con i principi e le leggi del Vangelo, percorrendo un sentiero che porta solo dolore e tristezza a se stessa e ai propri cari.

Dobbiamo stare attenti a non lasciare che il peccato cresca intorno a noi. Le forme del peccato sono dovunque, persino, per esempio, in un computer o in un cellulare. Queste tecnologie sono utili e possono portarci grandi benefici. Ma il loro uso inappropriato, come il coinvolgimento in giochi che fanno perdere tempo, programmi che stimolano i piaceri carnali o cose di gran lunga peggiori come la pornografia, è distruttivo. La pornografia distrugge il carattere e fa sì che coloro che ne fanno uso affondino nelle sabbie mobili della sozzura, dalle quali l’individuo può scappare solo con molto aiuto.

Questo mostro terribile causa dolore e sofferenza, sia a chi ne fa uso che ai suoi figli, al coniuge, al padre e alla madre che sono innocenti. Il frutto del piacere carnale sono amarezza e tristezza. Il frutto dell’obbedienza e del sacrificio sono dolcezza e gioia duratura.

Le decisioni in merito alle norme da seguire devono essere prese in anticipo, non quando si presenta la tentazione. I nostri parametri devono essere:

  • Farò questo perché è giusto, viene dal Signore e mi porterà felicità.

  • Non farò questo perché mi trascinerà via dalla verità, dal Signore e dalla felicità eterna che Egli ha promesso ai fedeli e agli obbedienti.

Poiché il Padre sapeva che avremmo fatto scelte sbagliate, nel Suo meraviglioso piano di amore, ci ha fornito un Salvatore del mondo, affinché espiasse per i peccati di tutti quelli che si pentono, che vengono a Lui in cerca di aiuto, consolazione e perdono, e che sono disposti a prendere su di sé il Suo nome: Gesù Cristo.

Se pecchiamo, dobbiamo cercare velocemente un aiuto perché non possiamo scappare dalla trappola del peccato da soli, proprio come il proverbiale palo della recinzione non può liberare se stesso. Qualcuno deve aiutarci a liberarci dall’abbraccio mortale.

I genitori possono aiutare e il vescovo è chiamato da Dio per aiutarci. È da lui che dobbiamo andare e aprire il nostro cuore.

Dottrina e Alleanze 58:42–43 spiega:

“Ecco, colui che si è pentito dei suoi peccati è perdonato, e io, il Signore, non li ricordo più.

Da questo potrete sapere se un uomo si pente dei suoi peccati: ecco, li confesserà e li abbandonerà”.

Qualche mese dopo la nostra passeggiata vicino al lago, la mia nipotina fu intervistata per il battesimo dal vescovo, suo padre. Dopo l’intervista le chiesi com’era andata. Ella rispose, quasi rimproverandomi: “Nonno, un’intervista è confidenziale. Tu lo sai”.

Vescovi, mi auguro che prendiate sul serio quella risposta. A me sembra che la comprensione della mia nipotina sia cresciuta molto in pochissimo tempo.

Proprio come l’albero che ho descritto ha portato tristezza, dolore, sofferenza e intrappolamento, un altro albero può portare l’opposto. È menzionato in 1 Nefi 8:10–12:

“E avvenne che vidi un albero, il cui frutto era desiderabile per rendere felici.

E avvenne che andai innanzi e mangiai del suo frutto, e vidi che era dolcissimo più di ogni altro che avessi mai assaggiato prima. Sì, e vidi che il frutto era bianco, da superare ogni candore che avessi mai visto.

E come mangiai del frutto, esso riempì la mia anima d’una immensa gioia”.

Cari fratelli e sorelle, siate forti e fate scelte giuste che vi permetteranno di mangiare il frutto dell’albero della vita. Se, per un qualsiasi motivo, vi siete sviati o avete abbandonato il sentiero, la nostra mano è stesa e vi diciamo: “Venite. C’è speranza. Vi amiamo e vogliamo aiutarvi a essere felici”.

Il Padre Celeste ci ama così tanto da aver dato il Suo unigenito Figliolo, Gesù Cristo.

Gesù Cristo ci ama così tanto da aver dato la Sua vita in sacrificio per i nostri peccati!

Che cosa siamo disposti a dare per essere puri e ricevere quella gioia?

Di queste verità rendo testimonianza nel santo nome di Gesù Cristo. Amen.