2004
Il primo missionario degli ultimi giorni
Settembre 2004


Il primo missionario degli ultimi giorni

A quel tempo, il primo missionario degli ultimi giorni non se ne rese conto, ma le sue fatiche finirono per portare nella Chiesa due dei più grandi dirigenti.

Cosa ne pensereste se doveste andare in missione da soli—senza collega, senza la preparazione del Centro di addestramento per i missionari, senza lezioni pronte da insegnare, ma assistiti unicamente dalla vostra testimonianza, lo Spirito e il Libro di Mormon? Come fareste?

Samuel Smith, il primo missionario ufficiale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, ha fatto esattamente questo. Samuel, che era il fratello più giovane del profeta Joseph Smith, aveva ventidue anni quando partì per la sua prima missione. Quando s’incamminò da solo verso le cittadine vicino a Palmyra, nello Stato di New York, portava con sé solo una sacca piena di copie del Libro di Mormon, da poco stampato.

Mentre Samuel cresceva, gli Smith studiavano la Bibbia e tenevano preghiere di famiglia. Durante l’adolescenza, egli si rese conto che era in corso la Restaurazione. Alla sera si riuniva insieme al resto della famiglia per ascoltare Joseph che parlava del piano di salvezza e «delle cose grandi e gloriose che Iddio gli aveva manifestato».1

Quando Samuel Smith aveva ventun anni, si recò ad Harmony, in Pennsylvania, dove suo fratello Joseph e Oliver Cowdery stavano traducendo il Libro di Mormon. Il 15 maggio 1829, proprio pochi giorni prima che arrivasse Samuel, Joseph Smith e Oliver Cowdery ricevettero il Sacerdozio di Aaronne per mano di Giovanni Battista e si battezzarono a vicenda mediante l’autorità appena conferita loro.

Ad Harmony, Joseph Smith mostrò a suo fratello parte del Libro di Mormon che egli aveva tradotto e «si adoperò per persuaderlo riguardo al vangelo di Gesù Cristo, che stava allora per essere rivelato nella sua pienezza».

Il profeta scrisse che suo fratello non «si fece convincere facilmente di queste cose», pertanto «si appartò in un bosco, in modo che, tramite una preghiera silenziosa e fervente, potesse ottenere dal Dio misericordioso la saggezza che gli consentisse di giudicare da se stesso. Il risultato fu che ottenne per se stesso una rivelazione».2

Il 25 maggio 1829 Samuel Smith fu battezzato e divenne la terza persona di questa dispensazione a ricevere tale ordinanza, dopo suo fratello Joseph e Oliver Cowdery. In seguito, durante quello stesso anno, Samuel Smith fu uno degli Otto Testimoni che ebbero il privilegio di esaminare le tavole d’oro. La primavera seguente, il 6 aprile 1830, egli fece parte del gruppo di sei membri originari che organizzò formalmente la Chiesa. Altre persone erano anch’esse dedite a diffondere il Vangelo, ma nel giugno del 1830 Joseph Smith mise a parte suo fratello Samuel come primo missionario della Chiesa ufficialmente chiamato.

Sul campo di missione

Nel primo giorno di missione, Samuel Smith percorse a piedi quaranta chilometri e fece visita a quattro famiglie, ma nessuno volle comperare una copia del Libro di Mormon. Affamato, stanco e scoraggiato, alla sera si fermò in una locanda. Chiese al locandiere se volesse acquistare una copia del Libro di Mormon.

«Non saprei… come n’è venuto in possesso?»

Samuel Smith gli spiegò: «È stato tradotto da mio fratello da alcune tavole d’oro che ha trovato sepolte sotto terra».

L’uomo replicò: «È un bugiardo! Esca da casa mia! Lei e i suoi libri non ci resterete un solo minuto». Così, il primo missionario della Chiesa, quella notte, dormì sotto un melo su un terreno freddo e umido.3

La mattina seguente Samuel Smith diede una copia del Libro di Mormon a una povera vedova che gli aveva preparato la colazione. Percorse poi a piedi circa tredici chilometri e parlò del Libro di Mormon a John Greene, un ministro metodista, che lo accettò solo per vedere se altre persone potessero essere interessate a comprarne una copia. Rhoda, la moglie del signor Greene, era sorella di Brigham Young, ma quest’ultimo non aveva ancora conosciuto la Chiesa.

Quando, due settimane dopo, Samuel Smith ritornò a casa della famiglia Greene, apprese che il ministro non aveva trovato nessuno che fosse interessato al Libro di Mormon. Samuel Smith, così, concordò che sarebbe ritornato dopo qualche mese. Quando ciò avvenne, il signor Greene non era a casa, ma sua moglie gli disse che aveva letto il libro «e che lo aveva gradito molto». Lo Spirito suggerì a Samuel Smith di lasciarle il libro. Ella fu tanto grata che «scoppiò a piangere». Egli «le spiegò che il modo più proficuo di procedere… era, una volta letto il libro, di chiedere a Dio una testimonianza della veridicità di ciò che aveva inteso. A quel punto avrebbe ricevuto lo Spirito di Dio, che l’avrebbe messa in grado di discernere le cose del Signore».4

In seguito la signora Greene fece pressione affinché anche suo marito leggesse il Libro di Mormon, cosa che avvenne. Ben presto furono entrambi battezzati.

La conversione di un futuro profeta

Nel 1830, Samuel Smith vendette una copia del Libro di Mormon anche al fratello di Brigham Young, Phinehas (o Phineas) Young, che era un predicatore metodista. Samuel Smith incontrò per la prima volta Phinehas Young mentre quest’ultimo stava ritornando a casa a cavallo, dopo aver svolto il suo giro di prediche evangeliche. Si era fermato a cena in una fattoria. Mentre lui e la famiglia ospitante stavano conversando, un uomo giovane, dall’abbigliamento rozzo, entrò nella stanza e, libro alla mano, disse a Phinehas Young: «Signore, c’è un libro che vorrei che leggesse».

«Signore, mi dica per cortesia, di che libro si tratta?»

«Del Libro di Mormon, o, come lo chiamano alcuni, della Bibbia d’oro».

«Ah, è quello che si dice essere una rivelazione?», chiese Phinehas Young.

L’uomo aperse il libro alle testimonianze dei Tre e Otto Testimoni e disse: «Ecco qui la testimonianza di coloro che attestano la veridicità del libro».

Phinehas Young lesse le testimonianze. Quando alzò lo sguardo dal libro, l’uomo dichiarò: «Se lei leggerà codesto libro con cuore sincero e chiederà a Dio di darle una testimonianza, lei conoscerà la veridicità dell’opera».

Phinehas Young promise di leggere il libro, poi chiese il nome dell’uomo.

«Mi chiamo Samuel H. Smith».

Phinehas Young aveva già visto quel nome! «Allora lei è uno dei testimoni».

«Sì, so che il libro è una rivelazione che viene da Dio, tradotto mediante il potere dello Spirito Santo, e che mio fratello, Joseph Smith Jr., è un profeta, veggente e rivelatore», rispose Samuel Smith.

Una volta arrivato a casa, Phinehas Young disse a sua moglie: «Ho qui un volume intitolato Libro di Mormon, che si dice essere una rivelazione. Vorrei leggerlo e cercare i suoi errori, in modo che possa mostrarli al mondo».

Fedele alla parola data, lesse il Libro di Mormon, due volte in due settimane. Invece di trovare degli errori, si convinse che il libro era veritiero. Alla domenica, quando la sua congregazione gli chiese la sua opinione sul libro, «egli ne stava elogiando il contenuto da dieci minuti, quando improvvisamente lo Spirito di Dio discese su di lui con un tale potere che, in modo meraviglioso, egli si mise a parlare a lungo della sua importanza… Chiuse il suo discorso dicendo alle persone che egli credeva nel libro».5

Quell’estate, la famiglia Young, tra cui Brigham, e i loro amici, i Kimball, lessero il Libro di Mormon e vi credettero.

Riempite la vostra sacca

Il primo missionario ufficiale degli ultimi giorni non battezzò nessuno e distribuì solo poche copie del Libro di Mormon. Samuel Smith non poteva sapere allora che due di queste copie del libro avrebbero portato nella Chiesa molti membri fedeli, tra cui Brigham Young, che presiedette alla Chiesa dal 1844 al 1877, e Heber C. Kimball, che fu apostolo dal 1835 al 1868.

Come Samuel Smith, anche voi potete riempire la vostra sacca di copie del Libro di Mormon e distribuirle poi, rendendo allo stesso tempo la vostra testimonianza. Come evidenzia la breve missione di Samuel Smith, non potete sapere sempre chi sarà toccato dallo Spirito nel leggere il Libro di Mormon, ma potete contare sulla promessa di Moroni: se le persone pregheranno sinceramente riguardo al Libro di Mormon, Dio «manifesterà [loro] la verità mediante il potere dello Spirito Santo» (Moroni 10:4).

La Conversione Al Libro Di Mormon

«La conversione [al Libro di Mormon] è la conversione a Cristo, poiché esso contiene le parole di Cristo…

In aggiunta, la conversione a questo libro ispirato è la conversione al vangelo di Gesù Cristo, poiché esso contiene la pienezza del vangelo di Gesù Cristo…

Per finire, la conversione al Libro di Mormon è la conversione alla chiamata divina e profetica del profeta Joseph Smith. [Il Libro di Mormon] è la prova divina della veridicità della chiamata di Joseph Smith».

Anziano Joseph B. Wirthlin, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, «The Book of Mormon: The Heart of Missionary Proselyting», Ensign, settembre 2002, 14.

Note

  1. Lucy Mack Smith, History of Joseph Smith, edita da Preston Nibley (1958), 82.

  2. History of the Church, 1:44.

  3. La descrizione della prima missione di Samuel Smith è tratta da History of Joseph Smith, 168–171, 187–188.

  4. History of Joseph Smith, 187.

  5. La descrizione dell’esperienza vissuta da Phinehas Young è tratta da S. Dilworth Young, “Here Is Brigham…” (1964), 50–52.