2010–2019
Ecco l’uomo!
Aprile 2018


Ecco l’uomo!

Coloro che trovano il modo di vedere veramente l’Uomo trovano la porta d’ingresso alle più grandi gioie della vita e il balsamo per le disperazioni più profonde.

Miei cari fratelli e sorelle, cari amici, sono grato di essere con voi in questo meraviglioso fine settimana di Conferenza generale. Harriet e io ci rallegriamo con voi nel sostenere gli anziani Gong e Soares e i fratelli e le sorelle che hanno ricevuto nuove chiamate importanti durante questa conferenza generale.

Anche se mi manca il mio caro amico, il presidente Thomas S. Monson, sostengo e supporto il nostro profeta e presidente, Russell M. Nelson, e i suoi meravigliosi consiglieri.

Sono anche grato e onorato di lavorare di nuovo a più stretto contatto con i miei cari Fratelli del Quorum dei Dodici.

Soprattutto, sono profondamente riconoscente e felicissimo di essere un membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, nell’ambito della quale milioni di uomini, donne e bambini sono disposti a sollevare da dove sono — in qualsiasi ruolo o chiamata — e si sforzano con tutto il cuore di servire Dio e i Suoi figli edificando il regno di Dio.

Oggi è un giorno sacro. È la domenica di Pasqua, giorno nel quale commemoriamo quel mattino glorioso in cui il nostro Salvatore ha spezzato i legami della morte1 ed è uscito trionfante dalla tomba.

Il giorno più importante della storia

Recentemente ho posto questa domanda su Internet: “Qual è il giorno che ha cambiato maggiormente il corso della storia?”.

Sono state date risposte di tutti i tipi, da sorprendenti e strane a perspicaci e stimolanti. Tra queste, è stato citato il giorno in cui un asteroide preistorico ha colpito la penisola dello Yucatán o in cui, nel 1440, Johannes Gutenberg ha terminato la sua pressa per la stampa; e naturalmente il giorno in cui, nel 1903, i fratelli Wright dimostrarono al mondo che l’uomo può davvero volare.

Se vi venisse posta la stessa domanda, che cosa direste?

Nella mia mente la risposta è chiara.

Per trovare il giorno più importante della storia, dobbiamo tornare a quella sera di quasi duemila anni fa, nel Giardino di Getsemani, quando Gesù Cristo si inginocchiò per pregare intensamente e offrì Se stesso in riscatto per i nostri peccati. Fu durante questo grande e infinito sacrificio, colmo di sofferenza fisica e spirituale senza pari, che Gesù Cristo, sì, Dio, sanguinò da ogni poro. Spinto da un amore perfetto, Egli diede tutto affinché potessimo ricevere tutto. Il Suo sacrificio supremo, difficile da comprendere, che si può intuire solo con tutto il cuore e con tutta la mente, ci ricorda il debito universale di gratitudine che abbiamo con Cristo per il Suo dono divino.

Più tardi, quella notte, Gesù fu portato davanti alle autorità religiose e politiche che Lo derisero, Lo picchiarono e Lo condannarono a una morte vergognosa. Rimase in agonia sulla croce fino a quando il sacrificio non fu compiuto.2 Il Suo corpo senza vita venne posto in una tomba presa in prestito. E poi, la mattina del terzo giorno, Gesù Cristo, il Figlio del Dio Onnipotente, uscì dal sepolcro come essere glorioso e risorto fatto di splendore, luce e maestà.

Sì, sono molti gli eventi della storia che hanno profondamente influenzato il destino delle nazioni e dei popoli. Ma, pur sommandoli tutti, non possono essere minimamente paragonati all’importanza di ciò che è accaduto in quel primo mattino di Pasqua.

Che cosa rende il sacrificio infinito e la risurrezione di Gesù Cristo i momenti più importanti della storia — più influenti delle guerre mondiali, delle catastrofi e delle scoperte scientifiche che cambiano la vita?

Grazie a Gesù Cristo, noi possiamo vivere per sempre

La risposta si trova in due grandi sfide insormontabili che ognuno di noi deve affrontare.

Prima di tutto, tutti moriamo. Non importa quanto giovani, belli, sani o prudenti voi siate, un giorno il vostro corpo rimarrà senza vita. Amici e familiari vi piangeranno. Ma non potranno riportarvi indietro.

Tuttavia, grazie a Gesù Cristo, la vostra morte sarà temporanea. Il vostro spirito un giorno si riunirà con il vostro corpo. Questo corpo risorto non sarà soggetto alla morte3 e voi vivrete nell’eternità, liberi dal dolore e dalla sofferenza fisica4.

Questo accadrà grazie a Gesù Cristo, che ha deposto la Sua vita e l’ha ripresa.

Lo ha fatto per tutti coloro che credono in Lui.

Lo ha fatto per tutti coloro che non credono in Lui.

Lo ha fatto anche per coloro che deridono, scherniscono e maledicono il Suo nome.5

Grazie a Gesù Cristo, possiamo vivere con Dio

In secondo luogo, tutti pecchiamo. I nostri peccati ci impedirebbero per sempre di vivere con Dio, perché “nessuna cosa impura può entrare nel suo regno”6.

Come risultato, ogni uomo, donna e bambino sarebbe escluso dalla Sua presenza — e sarebbe stato così se Gesù Cristo, l’Agnello senza macchia, non avesse offerto la Sua vita come riscatto per i nostri peccati. Poiché non aveva debiti verso la giustizia, Gesù ha potuto pagare i nostri debiti e soddisfare le richieste della giustizia per ogni anima. E questo include voi e me.

Gesù Cristo ha pagato il prezzo dei nostri peccati.

Di tutti quanti.

Nel giorno più importante della storia, Gesù Cristo ha aperto le porte della morte e ha abbattuto le barriere che ci impedivano di entrare nelle sale sante e consacrate della vita eterna. Grazie al nostro Signore e Salvatore, a voi e a me viene concesso un dono preziosissimo e inestimabile: indipendentemente dal nostro passato, possiamo pentirci e seguire il cammino che conduce alla luce e alla gloria celesti, circondati dai figli fedeli del Padre Celeste.

Perché gioiamo

È questo che celebriamo la domenica di Pasqua — noi celebriamo la vita!

Grazie a Gesù Cristo, ci leveremo dalla disperazione della morte e abbracceremo coloro che amiamo, versando lacrime di gioia travolgente e di gratitudine traboccante. Grazie a Gesù Cristo, esisteremo come esseri eterni, mondi senza fine.

Grazie a Gesù Cristo, i nostri peccati non solo possono essere cancellati, ma possono anche essere dimenticati.

Possiamo essere purificati e raggiungere l’Esaltazione.

Diventare santi.

Grazie al nostro amato Salvatore, possiamo bere per sempre alla fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna.7 Possiamo dimorare per sempre nelle dimore del nostro Re eterno, in una gloria inimmaginabile e in una felicità perfetta.

Vediamo veramente l’Uomo?

Nonostante tutto questo, nel mondo di oggi sono in molti a non essere consapevoli del dono prezioso che Gesù Cristo ci ha fatto o a non crederci. Forse hanno sentito parlare di Gesù Cristo e Lo conoscono come personaggio storico, ma non Lo vedono per quello che è veramente.

Quando ci penso, mi viene in mente il Salvatore che soltanto poche ore prima della morte della Sua morte si trova davanti al prefetto romano di Giudea, Ponzio Pilato.

Pilato vedeva Gesù da una prospettiva strettamente terrena. Pilato aveva un lavoro da svolgere che comportava due compiti principali: riscuotere le tasse per Roma e mantenere la pace. Ora il Sinedrio ebraico gli aveva portato davanti un uomo che sostenevano fosse un ostacolo per entrambe le cose.8

Dopo aver interrogato il suo prigioniero, Pilato annunciò: “Io non trovo alcuna colpa in lui”9. Ma sentiva di dover tranquillizzare gli accusatori di Gesù, così fece ricorso a un’usanza locale che permetteva il rilascio di un prigioniero durante la Pasqua. Non avrebbero forse liberato Gesù invece del famigerato rapinatore e assassino Barabba?10

Ma la folla in tumulto chiese a Pilato di liberare Barabba e crocifiggere Gesù.

“Perché?”, chiese Pilato, “Che male ha egli fatto?”.

Ma la folla urlò solo più forte. “Crocifiggilo!”.11

Come ultimo tentativo per soddisfare la folla, Pilato ordinò ai suoi uomini di flagellare Gesù.12 Essi obbedirono, lasciando Gesù insanguinato e ferito. Lo derisero, posero una corona di spine sul Suo capo e Lo rivestirono di una tunica color porpora.13

Forse Pilato pensava che questo avrebbe soddisfatto la brama di sangue della folla. Forse avrebbero avuto pietà dell’uomo. “Ecco, ve lo meno fuori”, disse Pilato, “affinché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa. […] Ecco l’uomo!”.14

Il Figlio di Dio in carne e ossa stette in piedi davanti al popolo di Gerusalemme.

Essi guardavano Gesù, ma non non riuscivano a vederLo veramente.

Non avevano occhi per vedere.15

In senso figurato, anche noi siamo invitati a vedere l’Uomo. Nel mondo, ci sono varie opinioni su di Lui. Profeti antichi e moderni attestano che Egli è il Figlio di Dio. Lo faccio anch’io. È importante e significativo che ciascuno di noi lo sappia personalmente. Allora, quando pensate alla vita e al ministero di Gesù Cristo, che cosa vedete?

Coloro che trovano il modo di vedere veramente l’Uomo trovano la porta d’ingresso alle più grandi gioie della vita e il balsamo per le disperazioni più profonde.

Perciò, quando siete circondati dal dolore e dalla sofferenza, ecco l’Uomo.

Quando vi sentite persi o dimenticati, ecco l’Uomo.

Quando vi sentite disperati, abbandonati, dubbiosi, esauriti o sconfitti, ecco l’Uomo.

Egli vi conforterà.

Egli vi guarirà e darà un senso al vostro viaggio. Egli riverserà il Suo Spirito e riempirà il vostro cuore di gioia suprema.16

Egli “dà forza allo stanco, e accresce vigore a colui ch’è spossato”17.

Quando vediamo veramente l’Uomo, allora impariamo a conoscerLo e cerchiamo di fare in modo che la nostra vita sia in linea con Lui. Ci pentiamo e ci sforziamo di perfezionare la nostra natura e di avvicinarci a Lui un po’ di più ogni giorno. Confidiamo in Lui. Mostriamo il nostro amore per Lui osservando i Suoi comandamenti e vivendo secondo le nostre sacre alleanze.

In altre parole, diventiamo Suoi discepoli.

La sua luce raffinatrice colma la nostra anima. La Sua grazia ci eleva. I nostri fardelli sono alleviati, la nostra pace intensificata. Quando vediamo veramente l’Uomo, allora abbiamo la promessa di un futuro benedetto che ci ispira e ci sostiene durante le curve e i dossi del cammino della vita. Guardando indietro, ci accorgeremo che c’è uno disegno divino, che i punti si connettono davvero.18

Una volta che avrete accettato il Suo sacrificio, sarete diventati Suoi discepoli e infine sarete giunti al termine del vostro cammino terreno, che ne sarà dei dolori che avete sopportato in questa vita?

Scompariranno.

Le delusioni, i tradimenti, le persecuzioni che avete affrontato?

Scomparsi.

La sofferenza, il dolore, la colpa, la vergogna, e l’angoscia che avete sopportato?

Scomparsi.

Dimenticati.

C’è dunque da meravigliarsi se “noi parliamo di Cristo, gioiamo in Cristo, predichiamo il Cristo, profetizziamo di Cristo […] affinché i nostri figlioli possano sapere a quale fonte possono rivolgersi per la remissione dei loro peccati”19?

C’è dunque da meravigliarsi se ci sforziamo con tutto il cuore di vedere veramente l’Uomo?

Miei amati fratelli e sorelle, attesto che il giorno più importante nella storia dell’umanità è stato il giorno in cui Gesù Cristo, il Figlio vivente di Dio, ha trionfato sulla morte e sul peccato per tutti i figli di Dio. E il giorno più importante della nostra vita è il giorno in cui impariamo a vedere l’Uomo; quando Lo vediamo per chi è veramente; quando prendiamo parte con tutto il cuore e con tutta la mente al Suo potere espiatorio; quando, con entusiasmo e forza rinnovati, ci impegniamo a seguirLo. Che questo giorno possa ricorrere più e più volte nel corso della nostra vita.

Vi lascio la mia testimonianza e benedizione secondo cui, vedendo veramente l’Uomo, troveremo significato, gioia e pace in questa vita terrena e nella vita eterna nel mondo a venire. Nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Vedere Mosia 15:23.

  2. Giovanni 19:30.

  3. Vedere Alma 11:45.

  4. Vedere Apocalisse 21:4.

  5. Vedere 1 Corinzi 15:21–23.

  6. 3Nefi 27:19.

  7. Vedere Giovanni 4:14.

  8. Vedere Luca 23:2.

  9. Giovanni 18:38. Per evitare di dover giudicare Gesù, Pilato cercò di trasferire il caso a Erode Antipa. Se Erode, che aveva ordinato la morte di Giovanni Battista (vedere Matteo 14:6–11), Lo avesse condannato, Pilato avrebbe potuto approvare automaticamente la sentenza e sostenere che si trattava semplicemente di una questione locale che egli aveva accettato al fine di mantenere la pace. Ma Gesù non proferì parola con Erode (vedere Luca 23:6–12), e questi lo rispedì da Pilato.

  10. Vedere Marco 15:6‒7; Giovanni 18:39‒40. Uno studioso del Nuovo Testamento scrive: “Sembra fosse usanza che a Pasqua il governatore romano rilasciasse al popolo ebraico un famigerato carcerato che era stato condannato a morte” (Alfred Edersheim, The Life and Times of Jesus the Messiah [1899], 2:576). Il nome Barabba significa “figlio del padre”. È interessante l’ironia presente nel dare al popolo di Gerusalemme la possibilità di scegliere tra questi due uomini.

  11. Vedere Marco 15:11–14.

  12. Questa flagellazione era così terribile che veniva chiamata “la morte intermedia” (Edersheim, Jesus the Messiah, 2:579).

  13. Vedere Giovanni 19:1–3.

  14. Giovanni 19:4–5.

  15. Precedentemente Gesù aveva osservato: “Il cuore di questo popolo s’è fatto insensibile, son divenuti duri d’orecchi ed hanno chiuso gli occhi, che talora non veggano con gli occhi e non odano con gli orecchi e non intendano col cuore e non si convertano, ed io non li guarisca”. E poi, con tenerezza aveva detto ai Suoi discepoli: “Ma beati gli occhi vostri, perché veggono; ed i vostri orecchi, perché odono” (Matteo 13:15–16). Permetteremo che i nostri cuori si induriscano oppure apriremo gli occhi e il cuore per poter vedere veramente l’Uomo?

  16. Vedere Mosia 4:20.

  17. Isaia 40:29.

  18. Vedere Dieter F. Uchtdorf, “L’avventura della vita terrena” (riunione mondiale per i Giovani Adulti, 14 gennaio 2018), broadcasts.lds.org.

  19. 2 Nefi 25:26.