2010–2019
La carità non verrà mai meno
Ottobre 2011


La carità non verrà mai meno

Supplicate per ricevere il desiderio di essere riempite di questo dono della carità, il puro amore di Cristo.

Recentemente, io e mio marito abbiamo visitato la città di Nauvoo, in Illinois (USA). Mentre eravamo lì, ci siamo seduti nella stanza superiore dell’emporio di mattoni rossi, dove il profeta Joseph Smith aveva un ufficio e un’attività commerciale. Abbiamo ascoltato attentamente la guida che ripercorreva alcuni degli avvenimenti storici della Restaurazione, che ebbero luogo in quel posto.

I miei pensieri si sono volti alla fondazione della Società di Soccorso e ad alcuni degli insegnamenti che le sorelle della Società di Soccorso ricevettero dal profeta Joseph Smith proprio in quella stanza. Quegli insegnamenti divennero i principi fondamentali su cui fu costituita la Società di Soccorso. I propositi di accrescere la fede, rafforzare le famiglie di Sion e ricercare ed aiutare chi è nel bisogno furono stabiliti sin dal principio. Essi sono sempre stati in linea con gli insegnamenti dei nostri profeti.

Durante una di quelle prime riunioni, il profeta Joseph Smith citò gli scritti che Paolo indirizzò ai Corinzi. Nel suo possente discorso sulla carità, Paolo fa riferimento a fede, speranza e carità, concludendo con “ma la più grande di esse è la carità”.1

Egli descrive le qualità incarnate dalla carità. Disse:

“La carità è paziente, è benigna; la carità non invidia; la carità non si vanta, non si gonfia…

non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non sospetta il male,

non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità;

soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.

La carità non verrà mai meno”.2

Rivolgendosi alle sorelle, il profeta Joseph Smith disse: “Non siate limitate nei vostri punti di vista inerenti alla virtù del vostro prossimo… Dovete elevare reciprocamente la vostra anima, se volete fare come Gesù… Nell’accrescere la vostra innocenza, virtù e bontà, aumentate l’amore e la compassione che provate verso gli altri; dovete essere longanimi e sopportare le colpe e gli errori dell’umanità. Quanto sono preziose le anime degli uomini!”3

La dichiarazione scritturale “La carità non verrà mai meno” diventò il motto della Società di Soccorso perché racchiude questi insegnamenti e l’incarico che il profeta Joseph Smith aveva dato alle sorelle della Società di Soccorso di “soccorrere i poveri” e di “salvare le anime”.4

Questi principi fondamentali sono stati accolti dalle sorelle della Società di Soccorso di tutto il mondo, poiché questa è la natura dell’opera della Società di Soccorso.

Che cos’è la carità? Come otteniamo la carità?

Il profeta Mormon definisce la carità come il puro amore di Cristo,5 mentre Paolo insegna che “la carità… è il vincolo della perfezione”,6 e Nefi ci ricorda che “il Signore Iddio ha dato un comandamento: Che tutti gli uomini abbiano carità, carità che è amore”.7

Se esaminiamo la precedente descrizione che Paolo fa della carità, impariamo che la carità non è un singolo gesto o qualcosa che diamo via, bensì è uno stato dell’essere, uno stato del cuore, dei sentimenti gentili che generano delle azioni amorevoli.

Mormon insegna anche che la carità è conferita ai veri discepoli del Signore e che la carità purifica coloro che la possiedono.8 Impariamo, inoltre, che la carità è un dono divino che dobbiamo ricercare e richiedere in preghiera. Dobbiamo avere carità nei nostri cuori al fine di poter ereditare il regno celeste.9

Essendo consapevoli che il Signore ci ha chiesto di “rivesti[rci] del vincolo della carità”,10 dobbiamo chiederci quali attributi ci aiuteranno a sviluppare questa carità.

Dobbiamo prima avere il desiderio di accrescere la nostra carità e di essere più simili a Cristo.

Il passo successivo è pregare. Mormon ci esorta a “prega[re] il Padre con tutta la forza del [n]ostro cuore, per poter essere riempiti di questo amore”. Questo amore divino è la carità e quando saremo riempiti di questo amore allora “saremo simili a Lui”.11

Leggere le Scritture ogni giorno può portare la nostra mente al Salvatore e al desiderio di essere più simili a Lui.

Nel mio ufficio ho scelto di appendere un quadro di Minerva Teichert intitolato Il salvataggio dell’agnello perduto. Raffigura il Salvatore in mezzo alle Sue pecore mentre tiene teneramente tra le Sue braccia un piccolo agnello. Mi aiuta a riflettere sulla Sua supplica: “Pasci le mie pecore”,12 che per me significa servire tutti coloro che ci circondano e prestare particolare attenzione ai bisognosi.

Il Salvatore è l’esempio perfetto di come estendere la carità. Durante il suo ministero terreno, Egli mostrò compassione per l’affamato, per il peccatore, per l’afflitto e per l’ammalato. Diede assistenza al povero e al ricco; alle donne, ai bambini e agli uomini; alla famiglia, agli amici e ai forestieri. Perdonò i Suoi accusatori e soffrì e morì per l’umanità intera.

Durante la sua vita, anche il profeta Joseph Smith praticò la carità, mostrando amore fraterno e rispetto per gli altri. Era ben conosciuto per la sua gentilezza, il suo affetto, la compassione e l’interesse per coloro che erano attorno a lui.

Oggi noi siamo benedetti ad avere un profeta che incarna la carità. Il presidente Thomas S. Monson è un esempio per noi e per il mondo. Egli indossa il mantello della carità; è gentile, compassionevole e generoso. È un vero ministro del Signore Gesù Cristo.

Il presidente Monson insegna che: “Carità è avere pazienza verso qualcuno che ci ha deluso; è resistere all’impulso di offendersi facilmente. È accettare le debolezze e le imperfezioni. È accettare le persone per come sono veramente. È guardare al di là dell’aspetto fisico, a quegli attributi che non si offuscano col tempo. È resistere all’impulso di classificare gli altri”.13

Quando abbiamo carità siamo disposti a servire e ad aiutare gli altri, anche quando è sconveniente farlo, e senza pensare al riconoscimento o ad avere qualcosa in cambio. Non aspettiamo che ci venga richiesto di aiutare, perché ci verrà naturale farlo spontaneamente. Se scegliamo di essere gentili, premurosi, generosi, pazienti, pronti ad accettare, a perdonare, a essere comprensivi e altruisti, allora scopriremo di essere pieni di carità.

La Società di Soccorso offre innumerevoli occasioni di servizio. Una delle occasioni più importanti per praticare la carità è fare l’insegnamento in visita. L’insegnamento in visita svolto in maniera efficace ci offre molte opportunità di amare, assistere e servire gli altri. Esprimere carità o amore purifica e santifica le nostre anime, aiutandoci a diventare più simili al Salvatore.

Rimango meravigliata quando sono testimone degli innumerevoli atti di carità svolti ogni giorno in tutto il mondo dalle insegnanti visitatrici che altruisticamente provvedono ai bisogni delle singole sorelle e delle loro famiglie. A queste fedeli insegnanti visitatrici dico che, “attraverso quei piccoli atti di carità, voi seguite il Salvatore e siete strumenti nelle Sue mani aiutando, prendendovi cura, sostenendo, confortando, ascoltando, incoraggiando, nutrendo, insegnando e rafforzando le sorelle affidatevi”. Lasciatemi condividere alcuni brevi esempi di tale ministero.

Rosa soffre di diabete e di altre malattie debilitanti. Si è unita alla Chiesa qualche anno fa. È una madre single con un figlio adolescente. Ha spesso bisogno di essere ricoverata in ospedale per alcuni giorni di seguito. Le sue gentili insegnanti visitatrici non solo la portano all’ospedale, ma mentre è lì le fanno visita e la confortano e vegliano anche sul figlio a casa e a scuola. Le insegnanti visitatrici sono per lei delle amiche e una famiglia.

Dopo le prime visite a una particolare sorella, Kathy scoprì che ella non sapeva leggere, ma che voleva imparare a farlo. Allora Kathy si offrì di aiutarla, anche se sapeva che ci sarebbero voluti tempo, pazienza e costanza.

Emily è una giovane moglie che era in cerca della verità. Suo marito, Michael, era meno interessato alla religione. Quando Emily si ammalò e rimase in ospedale per alcuni giorni, Cali, una sorella della Società di Soccorso che era anche sua vicina, portò alla sua famiglia da mangiare, si occupò del loro bambino, pulì la casa e fece sì che Emily ricevesse una benedizione del sacerdozio. Questi gesti di carità addolcirono il cuore di Michael. Egli decise di partecipare alle riunioni della Chiesa e di incontrare i missionari. Emily e Michael si sono battezzati di recente.

“La carità non verrà mai meno… La carità è benigna, non cerca il proprio interesse, soffre ogni cosa, sopporta ogni cosa”.14

Il presidente Henry B. Eyring ha detto:

“La storia della Società di Soccorso è piena di racconti di grandi atti di servizio altruistici…

La Società di Soccorso è composta da donne i cui sentimenti di carità si sprigionano da cuori che sono cambiati, perché si sono rese degne e hanno osservato le alleanze offerte solo nella vera chiesa del Signore. I loro sentimenti di carità provengono dal Signore, tramite la Sua espiazione. I loro atti di carità sono guidati dal Suo esempio—e dimostrano un sentimento di gratitudine per il Suo dono misericordioso infinito—e dallo Spirito Santo, che il Signore manda per accompagnare i Suoi servitori nelle loro missioni compassionevoli. Grazie a questo, hanno fatto e sono capaci di fare cose non comuni per il prossimo e di trovare gioia anche quando i loro bisogni personali sono enormi”.15

Prestare servizio ed estendere la carità agli altri ci aiuta a superare le nostre difficoltà personali e a farle sembrare meno pesanti.

Adesso ritorno agli insegnamenti che il profeta Joseph Smith impartì alle sorelle nei primi giorni della Restaurazione. Incoraggiandole a praticare la carità e la benevolenza, egli disse: “Se terrete fede a questi principi, quanto sarà grande e gloriosa la vostra ricompensa nel regno celeste! Se vi dimostrerete all’altezza dei vostri privilegi non si potrà impedire agli angeli di stare al vostro fianco”.16

Come nei primi tempi a Nauvoo, dove le sorelle andavano a ricercare e ad aiutare chi era nel bisogno, così accade anche oggi. Le sorelle nel regno sono dei grandi pilastri di forza spirituale, servizio compassionevole e devozione. Insegnanti visitatrici devote visitano e si prendono cura l’una dell’altra. Esse seguono l’esempio del Salvatore e fanno quello che fece Lui.

Tutte le donne della Società di Soccorso possono essere riempite di amore sapendo che i loro piccoli atti di carità hanno un potere curativo per gli altri e per loro stesse. Esse vengono a sapere con certezza che la carità è il puro amore di Cristo e che non verrà mai meno.

Quando leggerete la storia della Società di Soccorso sarete ispirate a scoprire che questo importante principio del Vangelo è il filo conduttore dell’intero libro.

Concludo con un invito a tutte le donne della Chiesa affinché supplichino per ricevere il desiderio di essere riempite di questo dono della carità, il puro amore di Cristo. Usate tutte le vostre risorse per fare il bene, per portare soccorso e salvezza a coloro che vi circondano, inclusa la vostra stessa famiglia. Il Signore coronerà i vostri sforzi con il successo.

Possa la nostra conoscenza del grande amore che il Padre e il Figlio hanno per noi, insieme alla nostra fede e gratitudine per l’Espiazione, spingerci a sviluppare ed esercitare la carità verso tutti coloro che ci circondano. Questa è la mia preghiera, nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. 1 Corinzi 13:13.

  2. 1 Corinzi 13:4–8.

  3. Joseph Smith, in Figlie nel mio regno: la storia e l’opera della Società di Soccorso (2011), 23.

  4. Joseph Smith, in Figlie nel mio regno, 17.

  5. Moroni 7:47.

  6. Colossesi 3:14.

  7. 2 Nefi 26:30.

  8. Vedere Moroni 7:48.

  9. Vedere Ether 12:34; Moroni 10:21.

  10. Dottrina e Alleanze 88:125.

  11. Moroni 7:48.

  12. Vedere Giovanni 21:16–17.

  13. Thomas S. Monson, “La carità non verrà mai meno”, Liahona, novembre 2010, 124.

  14. 1 Corinzi 13:4, 5, 7, 8.

  15. Henry B. Eyring, “Il retaggio perenne della Società di Soccorso”, Liahona, novembre 2009, 121.

  16. Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Joseph Smith (2007), 465.