2010–2019
L’Espiazione può guarire tutto il dolore
Aprile 2011


L’Espiazione può guarire tutto il dolore

La nostra più grande sfida nella vita è diventare “santificat[i] tramite l’espiazione di Cristo”.

Come chirurgo, una parte significativa del mio periodo professionale è stata dedicata al dolore. Per necessità, lo infliggevo chirurgicamente quasi ogni giorno; ho speso molto tempo nel tentativo di controllare e alleviare il dolore.

Ho meditato sullo scopo del dolore. Nessuno di noi è immune dall’esperienza del dolore. Ho visto la gente affrontarlo in modi molto diversi. Alcuni si allontanano da Dio con rabbia, mentre altri consentono alle loro sofferenze di avvicinarli a Lui.

Come voi, anche io ho provato dolore. Il dolore è la misura del processo di guarigione. Spesso ci insegna la pazienza. Forse è il motivo per cui usiamo il termine paziente, riferito agli ammalati.

L’anziano Orson F. Whitney scrisse: “Nessun dolore che soffriamo, nessuna tribolazione che sopportiamo vanno sprecati. Approfondiscono la nostra esperienza, favoriscono lo sviluppo di virtù quali la pazienza, la fede, la fermezza e l’umiltà… Grazie al dolore e alla sofferenza, alle afflizioni e alle tribolazioni otteniamo l’istruzione che siamo venuti ad acquisire quaggiù”.1

In modo simile, l’anziano Robert D. Hales ha detto:

“Il dolore ci riporta a un’umiltà che ci consente di meditare. È un’esperienza che sono lieto di aver fatto. …

Ho imparato che il dolore fisico e la guarigione del corpo dopo un grave intervento chirurgico è straordinariamente simile al dolore spirituale e alla guarigione dell’anima nel processo del pentimento”.2

Gran parte della nostra sofferenza non è necessariamente colpa nostra. Eventi inaspettati, circostanze contraddittorie e deludenti, malattie debilitanti e persino la morte ci circondano e influenzano la nostra esperienza terrena. In più, potremmo soffrire afflizioni a causa delle azioni degli altri.3 Lehi notò che Giacobbe aveva “sofferto… molto dolore a causa della durezza dei [suoi] fratelli”.4 L’opposizione fa parte del piano di felicità del Padre Celeste. Tutti noi ne incontriamo quanto basta per renderci consapevoli dell’amore del nostro Padre e del nostro bisogno del soccorso e dell’aiuto del Salvatore.

Il Salvatore non osserva in silenzio. Egli stesso conosce personalmente e infinitamente il dolore che affrontiamo.

“Soffre le pene di tutti gli uomini, sì, le pene di ogni creatura vivente, siano uomini, donne e bambini”.5

“Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per esser soccorsi al momento opportuno”.6

A volte, nella profondità del nostro dolore, siamo tentati a chiedere: “Non v’è egli balsamo in Galaad? Non v’è egli colà alcun medico?”7 Attesto che la risposta è affermativa e che c’è un medico. L’Espiazione di Gesù Cristo guarisce tutte le condizioni e gli scopi della mortalità.

Esiste un altro tipo di dolore per il quale siamo responsabili. Il dolore spirituale giace nel profondo della nostra anima e può sembrare inestinguibile, proprio come essere “angosciat[i]” con un “orrore inesprimibile”, come descrisse Alma.8 È la conseguenza delle nostre azioni peccaminose e della mancanza di pentimento. Anche per questo dolore esiste una cura universale e assoluta. Viene dal Padre, per mezzo del Figlio, ed è per tutti coloro che sono disposti a fare tutto il necessario per pentirsi. Cristo ha detto: “Non volete ora ritornare a me… e essere convertiti, affinché io possa guarirvi?”9

Cristo stesso ha insegnato:

“E mio Padre mi ha mandato affinché fossi innalzato sulla croce; e dopo essere stato innalzato sulla croce, potessi attirare tutti gli uomini a me… perciò, secondo il potere del Padre, io attirerò a me tutti gli uomini. …

Perciò, secondo il potere del Padre, io attirerò a me tutti gli uomini”.10

Forse la Sua opera più significativa è nel continuo lavoro con ognuno di noi, individualmente, per edificarci, benedirci, rafforzarci, sostenerci, guidarci e perdonarci.

Come Nefi vide in visione, gran parte del ministero terreno di Cristo fu dedicato a benedire e guarire gli afflitti da ogni sorta di malattie: fisiche, emotive e spirituali. “E vidi moltitudini di persone che erano ammalate, e che erano afflitte da ogni sorta di malattie… Ed esse furono guarite mediante il potere dell’Agnello di Dio”.11

Anche Alma profetizzò dicendo: “Egli andrà, soffrendo pene e afflizioni e tentazioni di ogni specie; e… prenderà su di sé le pene e le malattie del suo popolo. …

affinché le sue viscere possano essere piene di misericordia… affinché egli possa conoscere, secondo la carne, come soccorrere il suo popolo nelle loro infermità”.12

Una notte, in un letto d’ospedale, in quell’occasione come paziente e non come medico, lessi quei versetti moltissime volte. Meditai: “Com’è possibile? Per chi? Quali requisiti ci qualificano? È come il perdono del peccato? Dobbiamo guadagnarci il Suo amore e il Suo aiuto?” Mentre meditavo, arrivai a comprendere che durante la Sua vita, Cristo ha scelto di provare il dolore e l’afflizione per poter comprendere noi. Forse anche noi dobbiamo scendere nelle profondità della mortalità per poter comprendere Lui e i nostri scopi eterni.13

Il presidente Henry B. Eyring insegnò: “Sarà di conforto attendere nell’angoscia per il soccorso promesso del Salvatore, con cui Egli sa, per esperienza, come guarirci e aiutarci… La fede in questo ci darà la pazienza quando preghiamo, lavoriamo e aspettiamo di ricevere aiuto. Egli avrebbe potuto sapere come soccorrerci semplicemente per rivelazione, ma scelse di imparare tramite l’esperienza personale”.14

Quella notte mi sentii “circondato con le braccia del suo amore”.15 Lacrime di gratitudine bagnarono il mio cuscino. Più tardi, mentre leggevo in Matteo del ministero terreno di Cristo, feci un’altra scoperta: “Poi, venuta la sera, gli presentarono molti… ed egli… guarì tuttigli ammalati”.16 Guarì tutti quelli che vennero a Lui. Nessuno fu respinto.

Come ha insegnato l’anziano Dallin H. Oaks: “Le benedizioni di guarigione giungono in molti modi, ognuno dei quali adatto ai bisogni individuali, come conosciuti da Colui che ci ama di più. Talvolta una ‘guarigione’ sana le malattie o allevia i fardelli. Altre volte, invece, siamo ‘guariti’ ricevendo la forza, la comprensione o la pazienza di portare i fardelli che ci sono posti”.17 Chiunque verrà potrà essere “stretto nelle braccia di Gesù”.18 Ogni anima può essere guarita dal suo potere. Ogni dolore può essere alleviato. In Lui possiamo “trov[are] riposo alle anime [nostre]”.19 Le circostanze possono non cambiare subito, ma dolore, preoccupazione, sofferenza e paura possono essere inghiottite dalla Sua pace e dal Suo balsamo guaritore.

Ho notato che i bambini spesso accettano più naturalmente dolore e sofferenza. Sopportano in silenzio con umiltà e mitezza. Ho avvertito uno spirito bello e dolce circondare questi piccoli.

Sherrie, di tredici anni, ha subito un intervento di quattordici ore per un tumore alla spina dorsale. Quando si è risvegliata nell’unità di terapia intensiva, ha detto: “Papà, zia Cheryl è qui, e… nonno Norman e nonna Brown sono qui. E, papà, chi è quello in piedi accanto a te? … Ti somiglia, è solo più alto. … Dice di essere tuo fratello Jimmy”. Suo zio Jimmy era morto a 13 anni per fibrosi cistica.

Per circa un’ora Sherrie descrisse i suoi visitatori, tutti membri della famiglia deceduti. Esausta, alla fine si addormentò.

In seguito disse al padre: “Papà, tutti i bambini qui in terapia intensiva hanno angeli che li aiutano”.20

A tutti noi Egli ha detto:

“Ecco, voi siete dei piccoli fanciulli e non potete sopportare adesso ogni cosa; dovete crescere in grazia e nella conoscenza della verità.

“Non temete, fanciulli, poiché siete miei. …

Pertanto, Io sono in mezzo a voi, e sono il buon pastore”.21

La nostra più grande sfida nella vita è diventare “santificat[i] tramite l’espiazione di Cristo”.22 Il dolore che proviamo può significare proprio che il processo è in atto. Nel momento più difficile, possiamo diventare bambini nel cuore, umiliarci e “preg[are], lavor[are] e aspett[are]”23 pazientemente che corpo e anima vengano guariti. Come Giobbe, dopo essere stati raffinati dalle prove, potremo “uscir[e] come l’oro”.24

Rendo testimonianza che Egli è il nostro Redentore, Amico e Avvocato, il grande medico, il grande guaritore. In Lui possiamo trovare pace e sollievo nel e dal dolore e dal peccato, severremo a Lui con cuore umile. La Sua “grazia basta”.25 Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. Orson F. Whitney, citato in Spencer W. Kimball, Faith Precedes the Miracle (1972), 98.

  2. Robert D. Hales, “Guariamo l’anima e il corpo”, La Stella, gennaio 1999, 16.

  3. Vedere Alma 31:31, 33.

  4. 2 Nefi 2:1.

  5. 2 Nefi 9:21.

  6. Ebrei 4:16. Paolo ci ha insegnato a guardare al Salvatore come esempio per trattare l’“opposizione dei peccatori contro a [noi], onde non abbia[mo] a stancar[ci], perdendo[ci] d’animo” (Ebrei 12:3).

  7. Geremia 8:22.

  8. Alma 36:14.

  9. 2 Nefi 9:13.

  10. 3 Nefi 27:14–15; corsivo dell’autore.

  11. 1 Nefi 11:31.

  12. Alma 7:11–12; corsivo dell’autore.

  13. Vedere John Taylor, The Mediation and Atonement (1882), 97.Egli scrive di un’“alleanza” stipulata tra il Padre e il Figlio nel concilio premortale per il compimento della redenzione espiatoria dell’umanità. La Sua sofferenza volontaria durante la vita era in aggiunta alla sofferenza nel giardino e sulla croce (vedere Mosia 3:5–8).

  14. Henry B. Eyring, “Le avversità”, Liahona, maggio 2009, 23–27; corsivo dell’autore.

  15. Vedere Dottrina e Alleanze 6:20.

  16. Matteo 8:16; corsivo dell’autore.

  17. Dallin H. Oaks, “Egli guarisce gli oppressi”, Liahona, novembre 2006, 7–8.

  18. Moroni 5:11.

  19. Matteo 11:29.

  20. Vedere Michael R. Morris, “Sherrie’s Shield of Faith”, Ensign, giugno 1995, 46.

  21. Dottrina e Alleanze 50:40–41,44.

  22. Mosia 3:19.

  23. Henry B. Eyring, Liahona, maggio 2009, 24.

  24. Giobbe 23:10.

  25. 2 Corinzi 12:9; vedere anche Ether 12:26–27; Dottrina e Alleanze 18:31.