2000–2009
Le braccia della salvezza
Ottobre 2008


Le braccia della salvezza

Quando veniamo alla riunione sacramentale con umiltà, essendoci pentiti pienamente e quando prendiamo il sacramento essendone degni, possiamo sentire di nuovo quelle braccia [della salvezza].

Questa sera parlo dell’espiazione di Gesù Cristo e della sua rilevanza nel contesto dell’amministrazione del sacramento da parte dei detentori del Sacerdozio di Aaronne, di cui stamattina ha parlato tanto bene e possentemente l’anziano Oaks. Userò una breve frase scritturale che mi aiuta a visualizzare la misericordia del Salvatore. è la frase: «Le braccia della salvezza» (vedere Alma 34:16).

Sicuri tra le Sue braccia

Una famiglia stava facendo delle fotografie in un punto panoramico del versante nord del Grand Canyon quando udì delle urla. Presero a correre e scoprirono che una bambina di 2 anni era scivolata tra le sbarre della ringhiera andando a finire su una sporgenza circa 10 metri più in basso. La piccola aveva provato a risalire ma i suoi movimenti la facevano scendere sempre più giù fino a che arrivò a soli 5 metri da un pericoloso precipizio di oltre 60 metri.

Un ragazzo di 19 anni, Ian, vide dove era la bambina e, grazie al suo addestramento di risposta alle emergenze, sapeva come affrontare la situazione. Queste sono le sue parole: «“Capii subito cosa stava accadendo e seppi immediatamente cosa dovevo fare. Misi a terra la mia macchina fotografica e salii per il sentiero arrivando in un punto dove non era così ripido, scavalcai la recinzione, superai qualche masso e qualche cespuglio e la trovai”. Ian la tenne tra le sue braccia per un’ora fino a quando le squadre d’emergenza riuscirono a calare delle funi» («Save Her!» New Era, settembre 2007, 6). La frase «la tenne tra le sue braccia» ha attirato la mia attenzione perché le Scritture parlano di braccia—braccia d’amore, braccia di misericordia, braccia di salvezza (vedere 2 Nefi 1:15; Mosia 16:12; Alma 5:33; Dottrina e Alleanze 6:20 e 29:1).

La frase scritturale «circonda[ti] con le braccia della salvezza» viene dal messaggio di Amulec agli Zoramiti sull’Espiazione infinita ed eterna. Egli insegnò che il sacrificio del Figlio di Dio aveva permesso all’uomo di avere fede in Cristo in modo da condurci al pentimento: «E così la misericordia può soddisfare le esigenze della giustizia e le circonda con le braccia della salvezza» (Alma 34:16; vedere anche i versetti 9–15).

Insegnare l’intangibile con il tangibile

Per comprendere meglio «le braccia della salvezza» è importante ricordare che il Salvatore usò cose tangibili come le monete, i semi, le pecore, i pani, i pesci e parti del corpo per insegnare i principi del Vangelo.

Le braccia sono tangibili e le usiamo per esprimere affetto e amore. Quando torno a casa dall’ufficio vengo circondato dalle tangibili braccia di mia moglie. Ho potuto sentire le braccia dell’amore e della salvezza nel corso del mio servizio in America Latina grazie alla comune espressione di saluto chiamata abrazo, ovvero abbraccio.

Nel chiedermi come poter insegnare efficacemente l’Espiazione agli altri, la frase «braccia della salvezza» è tornata utile. Quando siamo stati battezzati e abbiamo ricevuto lo Spirito Santo tramite l’imposizione delle mani, abbiamo ricevuto due ordinanze che ci hanno introdotto alle braccia della salvezza. Quando veniamo alla riunione sacramentale con umiltà, essendoci pentiti pienamente e quando prendiamo il sacramento essendone degni, possiamo sentire di nuovo quelle braccia.

Una riunione sacramentale che si applica a noi

La prefazione alla sezione 110 di Dottrina e Alleanze ci fornisce il contesto di uno dei versetti più rilevanti riguardo al godere delle braccia di salvezza. Una domenica durante la dedicazione del Tempio di Kirtland, il profeta Joseph Smith spiegò che, con altri detentori del sacerdozio, aveva amministrato il sacramento alla Chiesa.

Dopo questa sacra ordinanza, Joseph Smith e Oliver Cowdery si allontanarono per pregare in privato. Al termine della preghiera il Salvatore apparve a questi due uomini e disse: «Ecco, i vostri peccati vi sono perdonati; voi siete puri dinanzi a me; alzate dunque il capo e gioite» (DeA 110:5).

La sequenza degli eventi nel Tempio di Kirtland nel 1836 risuona ai nostri giorni e si applica a noi. Domenica dopo domenica, voi giovani detentori del sacerdozio amministrate il sacramento ai santi che vengono alla riunione sacramentale nello spirito della preghiera, affamati di guarigione spirituale, sperando di sentire nelle loro menti e nei loro cuori queste parole: «Ecco, i vostri peccati vi sono perdonati; voi siete puri dinanzi a me; alzate dunque il capo e gioite» (DeA 110:5).

L’anziano Dallin H. Oaks ha reso testimonianza che c’è una purificazione, ovvero una guarigione spirituale, associata con il sacramento. «Il sacramento della Cena del Signore rinnova le alleanze e le benedizioni del battesimo. Ci è comandato di pentirci dei nostri peccati e di venire al Signore con il cuore spezzato e lo spirito contrito per prendere il sacramento. Prendendo il pane noi rendiamo testimonianza che siamo disposti a prendere su di noi il nome di Gesù Cristo e a ricordarci sempre di Lui e a obbedire ai Suoi comandamenti. Quando teniamo fede a questa alleanza, il Signore rinnova l’effetto purificante del nostro battesimo. Perciò siamo resi puri e possiamo avere sempre con noi il Suo Spirito» («Testimoni speciali di Cristo», Liahona, aprile 2001, 14).

Implicazioni per i detentori del Sacerdozio di Aaronne

Per aiutare i membri a ricevere appieno questa purificazione o le braccia della salvezza, coloro che detengono le chiavi per autorizzare e coloro che amministrano il sacramento dovrebbero assicurarsi che le linee di condotta generali contenute nei manuali della Chiesa riguardo alla preparazione, benedizione e distribuzione del sacramento siano seguite. Ogni detentore del sacerdozio dovrebbe ricordare che sta agendo per conto del Signore e dovrebbe essere riverente e dignitoso. Generalmente parlando, i nostri giovani sono esemplari. Tuttavia nell’amministrazione del sacramento occasionalmente vediamo un fastidioso scadimento verso troppa informalità e incuria sia nel vestiario che nell’aspetto.

Giovani uomini, prima di andare in chiesa, potete fermarvi davanti a uno specchio una volta in più e chiedervi se ogni cosa nel vostro aspetto è in ordine? Ancora meglio, invitate qualcuno a cui volete bene, come un genitore, a guardarvi e, se c’è qualcosa che non va bene, non risentitevi del loro consiglio.

I veri servi di Gesù Cristo si vestono e si preparano in maniera appropriata, riflettendo sempre le Sue norme e non quelle informali del mondo. Esserci preoccupati attentamente di ogni dettaglio assicura la presenza dello Spirito del Signore. L’abbigliamento e l’aspetto di coloro che amministrano il sacramento non dovrebbero essere una distrazione per coloro che stanno cercando ardentemente le benedizioni dell’Espiazione infinita.

Un tema ricorrente nei messaggi del presidente Monson ai detentori del sacerdozio è il privilegio di detenere il sacerdozio: «Il sacerdozio in realtà non è tanto un dono quanto un incarico di servire, il privilegio di sostenere e di aiutare gli altri» («Il nostro sacro dovere nel sacerdozio», Liahona, maggio 2006, 57). Rendo testimonianza che questo si applica all’amministrazione del sacramento.

Sentire le braccia della salvezza

Quando ho servito come vescovo, ho avuto testimonianza dell’Espiazione nella vita dei membri della Chiesa che commettono trasgressioni gravi. Come giudice in Israele ascoltavo le loro confessioni e, quando necessario, imponevo delle restrizioni come quella di non prendere il sacramento per un periodo di tempo.

Un giovane adulto non sposato nel mio rione frequentava una ragazza. Permisero che le loro manifestazioni di affetto diventassero incontrollate. Egli venne da me per ricevere consiglio e aiuto. Sulla base di ciò che mi aveva confessato e dei suggerimenti dello Spirito, tra le altre cose, gli fu impedito di prendere il sacramento per un periodo di tempo. Ci incontrammo regolarmente per assicurarci che il pentimento stesse avendo luogo e, dopo un certo periodo di tempo, lo autorizzai a prendere di nuovo il sacramento.

Mentre ero seduto sul podio i miei occhi furono attratti da lui che era tornato a prendere il sacramento degnamente. Potei vedere le braccia della misericordia, dell’amore e della salvezza circondarlo mentre il potere curativo dell’Espiazione riscaldava la sua anima e alleggeriva il suo peso lasciando il posto al perdono, alla pace e alla felicità promessi.

L’Espiazione—un potere sempre presente

Ho provato e ho una testimonianza di una verità che il presidente Packer ha insegnato: «Per qualche ragione pensiamo che l’espiazione di Cristo si applichi alla redenzione dalla Caduta, dalla morte spirituale, soltanto al termine della vita mortale. È molto di più. È un potere sempre presente a cui possiamo ricorrere nella vita di tutti i giorni. Quando siamo angosciati, straziati o tormentati dalla colpa o oppressi dal dolore, Egli ci può risanare. Anche se non comprendiamo pienamente come l’espiazione di Cristo avvenne, possiamo sperimentare “la pace di Dio, che sopravanza ogni intelligenza”» («Il tocco della mano del Maestro», Liahona, luglio 2001, 26).

Amo il mio Padre celeste e Suo Figlio, Gesù Cristo. Ripongo la mia fede, il mio amore, la mia lealtà e la mia devozione in Loro. Rendo testimonianza che Dio è il nostro Padre nei cieli e che noi siamo Suoi figli. Rendo testimonianza che l’Espiazione è reale e che ha potere nella nostra vita. Rendo testimonianza che il vangelo restaurato è vero. Queste verità si trovano nelle Sacre Scritture,specialmente nel Libro di Mormon. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.