2000–2009
Prestate ascolto alle parole dei profeti
Aprile 2008


Prestate ascolto alle parole dei profeti

Come detentori del sacerdozio nella Chiesa, è nostra solenne responsabilità seguire il profeta.

Miei cari fratelli del sacerdozio, sono grato di essere con voi a questa sessione della conferenza generale in questo giorno storico.

Noi tutti ammiriamo coloro che rischiano la vita per salvare chi si trova in pericolo.1 Quando l’anno scorso visitai la California del sud durante gli incendi devastanti provocati dai venti di tipo Santa Ana, andai via colpito da due sensazioni. La prima riguardava i membri della Chiesa che erano andati ad aiutare i bisognosi. La seconda, quanto hanno apprezzato i vigili del fuoco. Il proprietario di una casa ha descritto che cosa ha visto fare ai pompieri. Ha spiegato che il Santa Ana soffia dal deserto caldo verso l’oceano. Quando inizia un incendio, quei venti caldi del deserto portano le fiamme a una velocità di sessanta o settanta miglia orarie. Il proprietario ha descritto la sua gratitudine e ammirazione dopo aver visto i vigili del fuoco stare con gli idranti in un’area sgomberata che affrontavano un muro di fuoco alto dieci piedi che andava loro incontro a questa forte velocità. Questi uomini e donne coraggiosi hanno salvato persone e case, mettendo costantemente a rischio la loro vita.

Talvolta, singolarmente e come Chiesa, attraversiamo dei periodi di crisi e di pericolo. Alcuni insorgono velocemente come un incendio. Altri procedono impercettibilmente finché non ce li troviamo davanti. Alcuni richiedono un intervento eroico, ma per la maggior parte sono meno spettacolari. Il modo in cui reagiamo è cruciale. Il mio scopo questa sera è di ribadire ai detentori del sacerdozio l’importanza di prestare ascolto alle parole dei profeti. Questo è un modo sicuro per reagire ai pericoli fisici e spirituali di tutti i tipi. Alcuni esempi possono tornare utili.

Molti hanno preso parte a viaggi simili per provare l’esperienza e apprezzare il drammatico salvataggio delle Compagnie di carretti a mano di Willie e Martin. Io venni a sapere di quest’operazione di soccorso quand’ero adolescente. Mia madre mi diede un libro scritto da Orson F. Whitney, che in seguito divenne apostolo.2 Il libro dell’anziano Whitney mi fece conoscere l’opera eroica diretta da Brigham Young per salvare le compagnie di carretti a mano. Erano stati colti di sorpresa dalle tempeste invernali sulle pianure del Wyoming. Alcuni erano morti mentre altri erano in fin di vita. Brigham Young venne a sapere della loro condizione e, alla conferenza generale di ottobre 1856, istruì i santi di lasciar perdere tutto il resto e di salvare le persone in difficoltà sulle pianure.3

L’invito all’azione ebbe grande effetto. L’anziano Whitney scrisse: «Uomini coraggiosi, con il loro eroismo—perché misero a rischio la loro vita sfidando le tempeste invernali sulle pianure—si immortalarono e conquistarono la gratitudine eterna delle centinaia di persone salvate dalla morte grazie alla loro tempestiva azione».4

Un motivo per cui mia madre mi aveva dato quel libro era che l’anziano Whitney aveva fatto menzione del mio bisnonno, David Patten Kimball, che aveva preso parte al soccorso quando aveva diciassette anni. Tutti i soccorritori dovettero combattere con la neve profonda e le temperature rigide per la maggior parte del soccorso alle compagnie di carretti a mano. Con grande sacrificio, David e i suoi compagni aiutarono a trasportare molti dei pionieri dall’altra parte del fiume Sweetwater, che era pieno di ghiaccio.5 Questa storia vera mi colpì. Io volevo dimostrare la mia devozione al Signore mediante un atto grandioso. Tuttavia, quando andai a visitare mio nonno, mi spiegò che quando il presidente Brigham Young mandò suo padre, David, e gli altri giovani in missione di soccorso, il presidente Young li istruì di fare tutto il possibile per salvare le compagnie di carretti a mano, anche a rischio della loro vita.6 Il loro atto di coraggio era in modo specifico di «seguire il profeta Brigham Young» ed esprimere nel farlo la loro fede nel Signore Gesù Cristo. Mio nonno mi disse che la dedizione costante e fedele nel seguire il consiglio di un profeta era la vera lezione che dovevo apprendere dal servizio reso dal mio bisnonno. Per quanto fosse stato eroico per David e i suoi compagni salvare i pionieri, oggi è un atto altrettanto valoroso seguire il consiglio del nostro profeta.

Un racconto dell’Antico Testamento spesso citato, illustra questo principio. Naaman, un uomo illustre in Siria, era stato colpito dalla lebbra. Venne a sapere che il profeta Eliseo, in Israele, avrebbe potuto guarirlo. Eliseo mandò un messaggero per dire a Naaman di lavarsi sette volte nel Giordano. In principio Naaman si adirò per quel consiglio. Tuttavia i suoi servitori dissero: «Se il profeta t’avesse ordinato una qualche cosa difficile, non l’avresti tu fatta?» Allora Naaman seguì il consiglio del profeta Eliseo e guarì.7

Come Naaman, voi giovani detentori del sacerdozio potreste aspirare a fare «una qualche cosa difficile», o a partecipare a qualcosa di simile al salvataggio dei carretti a mano. Tuttavia, la vostra decisione dovrebbe essere di seguire il consiglio del profeta. La Prima Presidenza ha riaffermato il suo impegno ad accrescere la dignità dei giovani che sono raccomandati al servizio missionario. Tenervi lontani dai peccati del mondo e osservare le norme elevate richieste per il servizio missionario dovrebbe essere una meta. Prepararvi a proclamare il Vangelo e salvare spiritualmente alcuni figli del Padre celeste sarebbe significativo ed eroico. Voi potete impegnarvi a farlo.

Nel corso della storia un amorevole Padre celeste e Suo Figlio, Gesù Cristo, che è il Capo della Chiesa, ci hanno benedetti con dei profeti che ci consigliano e ci mettono in guardia dai pericoli futuri.8 In Dottrina e Alleanze, sezione 21, parlando specificamente del profeta, il Signore dichiara:

«Date ascolto a tutte le sue parole e ai suoi comandamenti che egli vi darà come li riceve, camminando in tutta santità dinnanzi a me;

Poiché accoglierete la sua parola come se fosse dalla mia propria bocca, in tutta pazienza e fede».9

Abbiamo avuto il grande privilegio stamattina in un’assemblea solenne di sostenere il presidente Thomas S. Monson come nostro profeta, veggente e rivelatore e come sedicesimo presidente della Chiesa in questa dispensazione. Poi a questa sessione del Sacerdozio avremo la benedizione di sentire il suo primo discorso alla conferenza generale come presidente della Chiesa. Vorremo sostenerlo col nostro cuore e con le nostre azioni prestando molta attenzione a ciò che insegna e a quello che proviamo.

Il mio affetto e apprezzamento per il profeta precedente, il presidente Gordon B. Hinckley, è radicato profondamente nel mio cuore e mi accompagnerà per l’eternità; ma proprio come c’è posto nel nostro cuore per tutti i figli che arrivano in famiglia, nutriamo lo stesso amore e devozione per ogni profeta che il Signore chiama a guidare la Sua chiesa.

I profeti sono ispirati a indicarci le priorità profetiche che ci proteggono dai pericoli. Ad esempio, il presidente Heber J. Grant, profeta dal 1918 al 1945, fu ispirato a sottolineare il rispetto della Parola di Saggezza,10 il principio con una promessa rivelato dal Signore al profeta Joseph Smith.11 Egli ribadì l’importanza di non fumare o bere alcol, e istruì i vescovi di ripassare questi principi durante le interviste per la raccomandazione del tempio.

A quel tempo fumare era socialmente accettato come comportamento appropriato, persino affascinante. La medicina accettava il fumo con poche riserve perché gli studi scientifici che collegavano il fumo a diversi tipi di cancro erano ancora lontani. Il presidente Grant lo raccomandò con gran vigore, e noi fummo conosciuti come popolo che si asteneva dal bere e dal fumare.

A cominciare dagli anni ’60 l’uso di droga raggiunse proporzioni epidemiche in tutto il mondo. Sebbene alcuni membri della Chiesa si siano ribellati, la stragrande maggioranza di giovani della Chiesa furono in grado di evitare l’uso devastante della droga.

Obbedire alla Parola di Saggezza offrì ai nostri fedeli, in particolare ai giovani, una vaccinazione contro l’uso di droga e i conseguenti problemi di salute e pericoli morali. Purtroppo sembra che ai giorni nostri ci sia un ritorno all’uso della droga. Oggi obbedire alla Parola di Saggezza vi libererà da alcuni dei più gravi pericoli che si possono affrontare in questa vita.

Talvolta i profeti ci insegnano le priorità profetiche che ci offrono protezione ora e in futuro. Ad esempio, il presidente David O. McKay fu il profeta dal 1951 al 1970. Egli pose l’accento in modo significativo sulla famiglia. Insegnò che nessun successo può compensare il fallimento nella casa.12 Egli esortò i fedeli a rafforzare le famiglie aumentando l’osservanza religiosa. I suoi insegnamenti furono una protezione dalla disintegrazione dell’istituzione del matrimonio che sopraggiunse dopo la sua morte.13 Grazie all’insegnamento del presidente McKay, i Santi degli Ultimi Giorni rafforzarono il loro impegno verso la famiglia e il matrimonio eterno.

Come detentori del sacerdozio nella Chiesa, è nostra solenne responsabilità seguire il profeta. Noi sosteniamo il presidente Monson e i suoi consiglieri, il presidente Eyring e il presidente Uchtdorf.

Vogliamo che voi giovani sappiate che il presidente Thomas S. Monson è stato preparato dal Signore sin dalla gioventù ad essere il profeta.14 Dopo aver servito nella Marina Militare alla fine della seconda guerra mondiale, fu ordinato vescovo all’età di ventidue anni e poi servì nella presidenza di un palo. A trentadue anni servì come presidente di missione in Canada con la sua dolce compagna, Frances Monson. Fu chiamato all’apostolato dal presidente McKay quando aveva solo trentasei anni. È l’uomo più giovane ad essere stato chiamato apostolo negli ultimi novantotto anni, e ha servito per oltre quarantaquattro anni. Negli ultimi ventidue anni ha servito come consigliere dei presidenti Ezra Taft Benson, Howard W. Hunter e Gordon B. Hinckley.15

La sezione 81 di Dottrina e Alleanze dà delle istruzioni a un consigliere nella Prima Presidenza. Contiene importanti principi del sacerdozio. La prima istruzione è di essere «fedele nel consigliare». Il presidente Monson è stato fedele nel consigliare ciascuno dei tre profeti con cui ha servito. L’unità della Prima Presidenza in tutte le decisioni importanti è stata di esempio a tutti noi detentori del sacerdozio nell’esercizio del governo della Chiesa.

La seconda istruzione è di «proclamare il Vangelo». Il presidente Monson è stato un grande missionario per tutta la vita. Il suo impegno missionario personale, il suo lavoro di supervisione del dipartimento missionario e la chiamata e addestramento dei presidenti di missione sono stati accolti con entusiasmo. Egli ha offerto un contributo significativo alla nuova guida missionaria: Predicare il mio Vangelo. Oltre a un valido contributo nel contenuto, ha ispirato l’inserimento di racconti veri per rendere viva la guida. Con l’occhio del tipografo ha migliorato il design e l’impaginazione. È davvero un grande missionario.

La terza istruzione è la seguente: «Pertanto, sii fedele; stai nell’ufficio che ti ho assegnato; soccorri i deboli, alza le mani cadenti e rafforza le ginocchia fiacche».16 Molti dei nostri fratelli e sorelle affrontano problemi devastanti nella vita. È nell’aiutarli in modo cristiano come dirigenti del sacerdozio, genitori, amici e insegnanti familiari che possiamo essere come i soccorritori delle compagnie di carretti a mano.

In questo, gli sforzi per soccorrere compiuti dal presidente Monson sono stati particolarmente esemplari. Da vescovo ha imparato a portare aiuto ai membri del suo rione. Ha mantenuto i contatti e ha servito i loro figli e nipoti. Nonostante i numerosi impegni, è riuscito a parlare ai funerali di tutte e 84 le vedove che vivevano nel suo rione quand’era vescovo.

Si è rivolto ai bisognosi in modo straordinario e personale. Nei lunghi anni in cui ha supervisionato l’opera umanitaria egli è stato una benedizione per i popoli di tutto il mondo, che fossero o no della nostra fede. Il suo ministero è stato cristiano e ha dato conforto e pace a un numero infinito di persone. Un mio amico che ha perso un nipote in un tragico incidente mi ha detto che il suo dolore andava oltre ogni comprensione. L’aiuto fornito dal presidente Monson ha trasformato la sua pena insopportabile nella pace che sorpassa ogni comprensione. La sua opera per aiutare personalmente gli ammalati e gli afflitti è stata straordinaria.

Il presidente Monson ha fatto del suo meglio per «soccorr[ere] i deboli, alza[re] le mani cadenti e rafforza[re] le ginocchia fiacche». Egli ha magnificato la sua chiamata come consigliere della Prima Presidenza in modo eccezionale. Egli ha testimoniato valorosamente del nome di Gesù Cristo in tutto il mondo—responsabilità principale di tutti gli apostoli.

Come membro di più giovane chiamata nei Dodici, avendo partecipato alla mia prima riorganizzazione della Prima Presidenza nella sala superiore del Tempio di Salt Lake lo scorso febbraio, ho avuto conferma dallo Spirito quando i Dodici, in modo individuale e unanime, hanno sostenuto il presidente Monson come profeta del Signore e presidente della Chiesa.

Sono grato per il nostro Padre celeste, che ci ama, e per Suo Figlio, Gesù Cristo, che è il nostro Salvatore e che, attraverso l’Espiazione, è il nostro definitivo soccorritore dai pericoli fisici e spirituali della vita. Egli è il nostro Avvocato presso il Padre. Di questo rendo testimonianza nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. Vedere Giovanni 15:13.

  2. Vedere Orson F. Whitney, Life of Heber C. Kimball, seconda edizione (1945), 413–414.

  3. Vedere Gordon B. Hinckley, «Una fede tale da spostare le montagne», Liahona, novembre 2006, 83–84.

  4. Life of Heber C. Kimball, 413.

  5. Vedere Chad M. Orton, «The Martin Handcart Company at the Sweetwater: Another Look», BYU Studies, volume 45, numero 3 (2006): 5–37.

  6. Vedere Marva Jeanne Kimball Pedersen, Crozier Kimball: His Life and Work (1995), 6–7.

  7. Vedere 2 Re 5:1–14.

  8. Vedere Amos 3:7.

  9. DeA 21:4–5.

  10. Vedere Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Heber J. Grant, 199–207.

  11. Vedere DeA 89.

  12. Citato da J. E. McCulloch, Home: The Savior of Civilization (1924), 42; Conference Report, aprile 1935, 116.

  13. Vedere Brad Schiller, «The Inequalilty Myth», Wall Street Journal, 10 marzo 2008, A15.

  14. Vedere i seguenti esempi: l Samuele 2:26, Mormon 1:2; Joseph Smith—Storia 1:7.

  15. Vedere Deseret Morning News 2008 Church Almanac (2007), 35.

  16. DeA 81:3–5.