2000–2009
Un quorum del sacerdozio
Ottobre 2006


Un quorum del sacerdozio

La forza di un quorum dipende principalmente da quanto i suoi componenti sono uniti in rettitudine.

Sono grato di essere con voi a questa grande riunione del sacerdozio. Tutti noi facciamo parte di un quorum del sacerdozio. Ciò può non sembrare straordinario a voi, ma lo è per me. Fui ordinato diacono nel Sacerdozio di Aaronne in un piccolo ramo della Chiesa. C’era solo una famiglia nel ramo. Non avevamo una cappella. Ci riunivamo a casa nostra. Io ero l’unico diacono e mio fratello l’unico insegnante.

Pertanto, so cosa significa esercitare da solo il sacerdozio, senza servire con altre persone in un quorum. Ero contento in quel piccolo ramo senza un quorum. Non potevo sapere che cosa mi stavo perdendo. Poi la mia famiglia si trasferì dall’altra parte del continente dove c’erano molti detentori del sacerdozio e forti quorum.

Nel corso degli anni ho imparato che la forza di un quorum non dipende dal numero di detentori del sacerdozio che lo compongono. Non dipende nemmeno dall’età o maturità dei suoi membri. La forza di un quorum dipende principalmente da quanto i suoi componenti sono uniti in rettitudine. Tale unità in un forte quorum del sacerdozio non ha nulla a che vedere con ciò che ho provato nelle squadre sportive, o club o qualsiasi altra organizzazione del mondo.

Le parole di Alma, scritte nel libro di Mosia, si avvicinano a descrivere l’unità che ho provato nei più forti quorum del sacerdozio:

«E comandò loro che non vi fossero contese gli uni con gli altri, ma che guardassero innanzi con un solo scopo, avendo una sola fede ed un solo battesimo, e avendo i loro cuori legati in unità e in amore gli uni verso gli altri».1

Alma inoltre disse al suo popolo quali erano i requisiti necessari a stabilire tale unità. Spiegò che non dovevano predicare null’altro se non il pentimento e la fede nel Signore, che aveva redento il Suo popolo.2

Quello che Alma stava insegnando e ciò che veramente c’è in qualsiasi quorum del sacerdozio unito che abbia visto, è che il cuore dei membri viene cambiato grazie all’espiazione di Gesù Cristo. Ecco come i loro cuori si uniscono.

Allora potete capire perché il Signore istruisce i presidenti dei quorum di dirigere come fa Lui. Nella sezione 107 di Dottrina e Alleanze, Egli usa quasi le stesse parole per descrivere i doveri del presidente di ogni quorum. Il presidente del quorum dei diaconi è tenuto a insegnare ai membri del quorum i loro doveri «come è dato secondo le alleanze».3 Il presidente del quorum degli insegnanti è tenuto a insegnare ai suoi membri i loro doveri «come è dato nelle alleanze».4 Al presidente del quorum dei sacerdoti, che è il vescovo, è comandato di presiedere a quarantotto sacerdoti e di sedere in consiglio con loro, per insegnare loro i doveri del loro ufficio, «come è dato nelle alleanze».5

Il presidente del quorum degli anziani è istruito in questo modo:

«E inoltre, il dovere di un presidente dell’ufficio degli anziani è di presiedere a novantasei anziani e di sedere in consiglio con loro, e di istruirli secondo le alleanze».6

È facile comprendere perché Dio vuole che i Suoi quorum siano istruiti «secondo le alleanze». Le alleanze sono promesse solenni. Il Padre celeste ha promesso a tutti noi la vita eterna se stringiamo e osserviamo le alleanze. Ad esempio, noi riceviamo il sacerdozio con l’alleanza di essere fedeli nell’aiutarLo nella Sua opera. Le persone che battezziamo nella Sua chiesa promettono di avere fede in Gesù Cristo, di pentirsi e di osservare i Suoi comandamenti. Ogni alleanza richiede fede in Gesù Cristo e obbedienza ai Suoi comandamenti per metterci in condizione di avere il perdono e un cuore puro, elementi necessari a ereditare la vita eterna, il più grande di tutti i doni di Dio.

Ci si può chiedere: «Significa forse che ogni lezione nel quorum deve riguardare solo la fede e il pentimento?» Certo che no. Ma significa che l’insegnante e coloro che partecipano devono desiderare sempre di portare lo Spirito del Signore nel cuore dei membri presenti in sala affinché produca la fede e la determinazione a pentirsi ed essere puri.

E quel desiderio va al di là dei muri della sala in cui si riunisce il quorum. In un quorum veramente unito, il desiderio si estende ai membri ovunque sono.

Alcuni anni fa vidi questo in un quorum di diaconi cui ero stato chiamato a insegnare. Ogni tanto qualche diacono non veniva alle riunioni di quorum. Sapevo che l’insegnamento in quel quorum, e in ogni quorum, era la sfida del presidente che ne deteneva le chiavi. Egli doveva sedere in consiglio con tutti loro. Così, presi l’abitudine di prendere consiglio da colui che era incaricato da Dio, chiedendogli: «Cosa pensi che dovrei insegnare? Che risultato dovrei ottenere?»

Imparai a seguire il suo consiglio, perché sapevo che Dio gli aveva dato la responsabilità per l’insegnamento dei membri del suo quorum. Una domenica venni a sapere che Dio aveva dato l’onore di tale responsabilità a un giovane presidente di quorum. Stavo insegnando ai diaconi. Notai una sedia vuota. Su di essa c’era un registratore e notai che era acceso. Dopo la lezione, un ragazzo seduto vicino alla sedia vuota, prese il registratore. Mentre andava via, gli chiesi perché avesse registrato la nostra lezione. Sorrise e spiegò che un altro diacono gli aveva detto che quel giorno non sarebbe stato presente. Stava portando la registrazione a casa dell’amico perché potesse sentire la nostra lezione.

Avevo avuto fiducia nella responsabilità data a un giovane presidente di quorum, e il cielo ci aiutò. Lo Spirito venne a toccare i membri di quella classe e ne mandò uno da un amico per cercare di rafforzare la sua fede e condurlo al pentimento. Il diacono col registratore aveva imparato secondo le alleanze, e si era dedicato ad aiutare l’amico e compagno di quorum.

I membri del quorum del sacerdozio vengono istruiti in altri modi oltre alle lezioni in classe. Il quorum è un’unità per servire e i suoi componenti imparano dal servizio che rendono. Un quorum può rendere maggiore servizio di quanto possa fare un membro da solo. E il potere è moltiplicato rispetto al numero dei suoi membri. Ogni quorum ha un dirigente che ha l’autorità e la responsabilità di dirigere il servizio reso dal sacerdozio. Ho visto il potere che si sprigiona quando i quorum sono chiamati ad aiutare, quando accadono dei disastri. Ripetutamente ci sono state persone al di fuori della Chiesa che hanno espresso sorpresa e ammirazione per la capacità della Chiesa nell’organizzarsi e aiutare. A loro sembra un miracolo. In tutto il servizio reso dal sacerdozio, il miracolo del potere deriva dal fatto che i dirigenti e i membri onorano l’autorità di coloro che dirigono il servizio reso dai quorum del sacerdozio su tutta la terra.

I miracoli possono avvenire quando un quorum rende servizio al prossimo. Avvengono anche quando il servizio del sacerdozio è reso ai membri all’interno del quorum. Una domenica il presidente di un quorum di diaconi si incontrò presto la mattina con i suoi consiglieri e con il segretario, prima della riunione. Dopo aver pregato e pensato, si sentì ispirato a chiedere a un diacono di invitare alla prossima riunione di quorum un altro diacono che non aveva mai partecipato. Sapeva che il diacono che non partecipava aveva un padre che non apparteneva alla Chiesa e una madre poco interessata alla Chiesa.

Il diacono designato accettò l’invito del suo presidente di contattare il ragazzo. Egli andò. Io lo vidi. Sembrava esitante, come se fosse stato un incarico difficile. Il ragazzo invitato al quorum venne solo poche volte prima che la sua famiglia si trasferisse altrove. Molti anni dopo mi trovai a una conferenza di palo a migliaia di chilometri da dove si era riunito quel quorum di diaconi. Tra le riunioni della conferenza, un uomo mai visto mi chiese se conoscevo qualcuno. Mi fece un nome. Si trattava del ragazzo a cui fu chiesto dal presidente del quorum dei diaconi di prendersi cura della pecorella smarrita. L’uomo mi disse: «Può ringraziarlo da parte mia? Io sono il nonno del ragazzo che invitò anni fa al quorum dei diaconi. Ora è cresciuto; ma ancora mi parla del diacono che lo invitò ad andare in Chiesa con lui».

Un giovane presidente di quorum era stato ispirato a occuparsi di un membro smarrito del suo quorum. Era stato ispirato a mandare un ragazzo a servirlo. Quel presidente fece ciò che avrebbe fatto il Maestro. E nel farlo un giovane presidente aveva addestrato un nuovo detentore del sacerdozio riguardo al suo dovere di servire gli altri, secondo le alleanze. I cuori furono uniti anche dopo più di vent’anni e a migliaia di chilometri di distanza. L’unità nel quorum è duratura, quando è forgiata dal servizio del Signore e secondo le Sue vie.

Una delle caratteristiche di un forte quorum è il sentimento di appartenenza tra i suoi membri. Essi si curano l’uno dell’altro. Si aiutano a vicenda. I presidenti di quorum possono stabilire meglio tale fratellanza quando rammentano lo scopo del Signore per cui avere unità nel quorum. Naturalmente, è così che si aiutano a vicenda. Ma è più di questo. È così che si sollevano e si incoraggiano l’un l’altro a servire in rettitudine con il Maestro nella Sua opera di offrire la vita eterna ai figli del Padre celeste.

La comprensione di questo principio cambierà il modo in cui cercheremo di stabilire unità nel quorum. Ad esempio, potrà persino cambiare il modo in cui un quorum di insegnanti gioca a pallacanestro. I membri potranno sperare di avere più unità piuttosto che vincere una partita. Potranno scegliere di invitare un ragazzo che di solito è escluso perché non gioca tanto bene. Se egli accetta e partecipa, i membri del quorum si passeranno la palla un po’ di più, cercando l’uomo libero, soprattutto il ragazzo che ha meno probabilità di fare canestro. Vent’anni dopo potrebbero non ricordare se quella sera hanno vinto, ma rammenteranno sempre come giocarono insieme e perché… e che squadra era. Fu il Signore a dire: «Se non siete uno non siete miei».7

Comprendere perché il Signore vuole unità può cambiare il modo in cui un quorum degli anziani programma una festa. Sono stato a una festa in cui l’uomo che l’aveva programmata era un convertito alla Chiesa. Ritenendo che il Vangelo fosse la cosa più dolce che gli era capitata, invitò alla festa vicini e amici non ancora membri della Chiesa. Ricordo ancora il sentimento di fratellanza che provai quando spiegammo loro che cosa significava per noi la Chiesa. A quella festa provai più che unità coi fratelli del sacerdozio. Il Maestro invitò in questo modo i Suoi discepoli nel Suo primo Quorum dei Dodici durante il suo ministero terreno: «Venite dietro a me, e vi farò pescatori d’uomini».8 E così, quella sera, mi sentii in compagnia del Maestro e dei Suoi discepoli, nel diventare ciò che Egli vuole che siamo.

Fui benedetto con lo stesso sentimento di appartenenza grazie a un dirigente del sacerdozio quand’ero nel Sacerdozio di Aaronne. Egli capiva come creare legami duraturi nel sacerdozio. Si mise d’accordo col proprietario di un bosco in modo che trascorressimo un pomeriggio a tagliare legna e metterla in fascine. Queste erano destinate alle vedove affinché potessero accendere il fuoco durante l’inverno. Ricordo ancora il legame che provai coi miei fratelli del sacerdozio. Ricordo ancora meglio di aver sentito che stavo facendo ciò che avrebbe fatto il Salvatore. Così mi sentii unito a Lui. Noi possiamo stabilire quei preziosi legami nei nostri quorum in questa vita, e possiamo averli per sempre, in gloria e in famiglia, se viviamo secondo le alleanze.

La mia preghiera è che accetterete l’invito del Signore di essere uniti, di essere uno, nei quorum del sacerdozio. Egli ha indicato la via. Inoltre ci ha promesso che col Suo aiuto dei buoni quorum possono diventare quorum eccezionali. Egli vuole questo per noi. So che ha bisogno di quorum più forti per poter benedire i figli del nostro Padre celeste, secondo le alleanze. Ho fede che Lo farà.

So che il nostro Padre celeste vive. So che Suo Figlio, Gesù Cristo, espiò i nostri peccati e quelli di chiunque incontreremo. Egli è risorto. Egli vive, e guida la Sua Chiesa. Egli detiene le chiavi del sacerdozio. Tramite l’ispirazione data a coloro che detengono le chiavi nella Chiesa, Egli chiama ogni presidente di ogni quorum del sacerdozio. Attesto che il sacerdozio fu restaurato con tutte le sue chiavi a Joseph Smith. Rendo solenne testimonianza che quelle chiavi sono passate ai nostri giorni al presidente della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, che è il presidente del sacerdozio su tutta la terra.

Di questo io rendo testimonianza nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. Mosia 18:21.

  2. Vedere Mosia 18:20.

  3. DeA 107:85.

  4. DeA 107:86.

  5. DeA 107:87.

  6. DeA 107:89.

  7. DeA 38:27.

  8. Matteo 4:19.