2000–2009
Il perdono
Ottobre 2005


Il perdono

In qualche modo il perdono, con l’amore e la tolleranza, compie miracoli che non possono avvenire altrimenti.

Miei cari fratelli e sorelle, ringrazio il mio Padre celeste di aver prolungato la mia vita permettendomi di vivere in questi tempi interessanti. Lo ringrazio per la possibilità di servire. Non desidero altro se non di fare tutto il possibile per promuovere l’opera del Signore, servendo il Suo popolo fedele e vivendo in pace col mio prossimo.

Recentemente ho fatto un viaggio per il mondo, più di quarantamila chilometri, e ho visitato Alaska, Russia, Corea, Taiwan, Hong Kong, India, Kenya e Nigeria, e in quest’ultimo luogo abbiamo dedicato un nuovo tempio. Poi abbiamo dedicato il Tempio di Newport Beach, in California. Sono appena stato nelle Samoa per la dedicazione di un altro tempio, percorrendo altri sedicimila chilometri. Non mi piace viaggiare, ma desidero stare col nostro popolo ed estendere apprezzamento e incoraggiamento, e portare testimonianza della divinità dell’opera del Signore.

Spesso penso a una poesia che lessi tanto tempo fa, che dice:

Lasciatemi vivere in una casa a lato della strada,

Dove gli uomini passano accanto:

gli uomini buoni e gli uomini cattivi

tanto buoni e cattivi quanto me.

Non me ne starei lì a schernire,

Né ad essere cinico;

Lasciatemi vivere in una casa a lato della strada

per essere amico dell’uomo.

(Sam Walter Foss, «The House by the Side of the Road», James Dalton Morrison, ed., Masterpieces of Religious Verse [1948], 422)

Ecco come mi sento.

L’età fa qualcosa all’uomo. Sembra renderlo più consapevole del bisogno di gentilezza, bontà e tolleranza. Egli si augura e prega che gli uomini possano vivere insieme in pace senza guerre e contese, dispute e conflitti. Diventa sempre più consapevole del significato della grande espiazione del Redentore, della profondità del Suo sacrificio, e della gratitudine verso il Figlio di Dio che diede la Sua vita affinché noi potessimo vivere.

Oggi desidero parlarvi del perdono. Credo che sia una delle più grandi virtù sulla terra, e di certo la più necessaria. C’è troppa cattiveria, violenza, intolleranza e odio. C’è un immenso bisogno di pentimento e perdono. È il grande principio sottolineato in tutte le Scritture, sia antiche sia moderne.

In tutta le sacre scritture, non c’è storia più bella sul perdono di quella del figliuol prodigo che è riportata nel capitolo 15 di Luca. Tutti dovrebbero leggerla e meditarla di tanto in tanto.

«E quand’ebbe [il prodigo] speso ogni cosa, una gran carestia sopravvenne in quel paese, sicché egli cominciò ad esser nel bisogno.

E andò, e si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi, a pasturare i porci.

Ed egli avrebbe bramato empirsi il corpo de’ baccelli che i porci mangiavano, ma nessuno gliene dava.

Ma rientrato in sé, disse: Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza, ed io qui mi muoio di fame!

Io mi leverò e me n’andrò a mio padre, e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro te:

non son più degno d’esser chiamato tuo figliuolo; trattami come uno de’ tuoi servi.

Egli dunque si levò e venne a suo padre; ma mentr’egli era ancora lontano, suo padre lo vide e fu mosso a compassione, e corse, e gli si gettò al collo, e lo baciò e ribaciò.

E il figliuolo gli disse: Padre, ho peccato contro il cielo e contro te; non son più degno d’esser chiamato tuo figliuolo» (Luca 15:14–21).

Il padre fece organizzare una grande festa, e quando l’altro figlio se ne lamentò, gli disse: «Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto, ed è tornato a vita; era perduto, ed è stato ritrovato» (v. 32).

Quando c’è stato un errore cui poi fa seguito il pentimento, e il perdono, allora letteralmente il trasgressore che era perduto viene ritrovato e colui che era morto torna in vita.

Quanto sono meravigliose le benedizioni della misericordia e del perdono.

Il Piano Marshall, che fece seguito alla seconda guerra mondiale con il dono di milioni di dollari, contribuì a rimettere in piedi l’Europa.

In Giappone, dopo la stessa guerra, vidi grandi acciaierie, il cui denaro mi dissero essere provenuto dall’America, ex nemico del Giappone. Quanto è migliore questo mondo grazie al perdono di una nazione generosa in favore dei suoi nemici di un tempo.

Nel Sermone sul Monte, il Signore insegnò:

«Voi avete udito che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente.

Ma io vi dico: Non contrastate al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra;

ed a chi vuol litigare teco e toglierti la tunica, lasciagli anche il [tuo] mantello.

E se uno ti vuol costringere a far seco un miglio, fanne con lui due.

Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un imprestito, non voltar le spalle.

Voi avete udito che fu detto: Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico.

Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano e pregate per coloro che si approfittano di voi e vi perseguitano» (Matteo 5:38–44; vedere anche 3 Nefi 12:38–44).

Queste sono parole molto forti.

Pensate veramente di poter seguire quest’ingiunzione? Sono le parole del Signore Stesso, e penso che si applichino a ciascuno di noi.

Gli scribi e i farisei portarono davanti a Gesù una donna colta in adulterio per poterLo intrappolare.

«Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito in terra.

E siccome continuavano a interrogarlo, egli, rizzatosi, disse loro: Chi di voi è senza peccato, scagli il primo la pietra contro di lei.

E chinatosi di nuovo, scriveva in terra.

Ed essi, udito ciò, e ripresi dalla loro coscienza, si misero ad uscire ad uno ad uno, cominciando dai più vecchi fino agli ultimi; e Gesù fu lasciato solo con la donna che stava là in mezzo.

E Gesù, rizzatosi e non vedendo altri che la donna, le disse: Donna, dove sono que’ tuoi accusatori? Nessuno t’ha condannata?

Ed ella rispose: Nessuno, Signore. E Gesù le disse: Neppure io ti condanno; va’ e non peccar più» (Giovanni 8:6–11).

Il Salvatore insegnò di lasciare le novantanove pecore per trovare quella perduta, affinché possano esservi perdono e restituzione.

Isaia dichiarò:

«Lavatevi, purificatevi, togliete d’innanzi agli occhi miei la malvagità delle vostre azioni; cessate dal far il male;

imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l’oppresso, fate ragione all’orfano, difendete la causa della vedova!

Eppoi venite, e discutiamo assieme, dice l’Eterno; Quand’anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; quand’anche fossero rossi come la porpora, diventeranno come la lana» (Isaia 1:16–18).

Il coronamento del grande amore del Salvatore fu espresso durante la Sua terribile agonia, quando gridò: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Luca 23:34).

Ai nostri giorni, il Signore ha detto in rivelazione:

«Pertanto, io vi dico che dovete perdonarvi l’un l’altro; poiché colui che non perdona al suo fratello le sue trasgressioni sta condannato dinnanzi al Signore, poiché resta in lui il peccato più grave.

Io, il Signore, perdonerò chi voglio perdonare, ma a voi è richiesto di perdonare tutti» (DeA 64:9–10).

Il Signore ha offerto una meravigliosa promessa. Egli ha detto: «Colui che si è pentito dei suoi peccati è perdonato, e io, il Signore, non li ricordo più» (DeA 58:42).

Ci sono molte persone, ai nostri giorni, che non sono disposte a perdonare e dimenticare. I figli e le mogli piangono perché i loro padri e mariti continuano a sollevare piccole mancanze che in realtà non hanno importanza. E ci sono anche molte donne che fanno di ogni piccola offesa espressa a parole o fatti, una montagna.

Tempo fa ho ritagliato un articolo del Deseret Morning News, scritto da Jay Evensen. Col suo permesso, ve ne cito una parte: Egli ha scritto:

«Come vi sentireste nei confronti di un adolescente che decidesse di lanciare dieci chili di tacchino surgelato da una macchina in movimento proprio sul parabrezza dell’automobile che voi state guidando? Come vi sentireste dopo sei ore di intervento chirurgico per rimettere insieme il vostro volto, dopo aver appreso che comunque dovrete affrontare anni di terapia prima di tornare alla normalità, e dovendovi sentire fortunati di non essere morti o aver subito danni permanenti al cervello?

E come vi sentireste dopo aver appreso che il vostro assalitore e i suoi amici avevano a disposizione il tacchino perché avevano rubato una carta di credito ed erano andati a fare inutili spese solo per divertimento? …

Questo è il tipo di orrendi crimini che spingono i politici a promettere pene più severe. È il genere di cosa che induce i legislatori a competere gli uni con gli altri per essere i primi a introdurre una legge che aumenti le sanzioni nell’uso di carne congelata per commettere un crimine.

Il New York Times ha riportato le parole del procuratore distrettuale secondo il quale questo è il genere di crimini per cui le vittime ritengono che non vi sia punizione abbastanza severa. ‹Anche la morte non li appagherebbe›, ha detto.

Questo è ciò che ha reso la vicenda molto insolita. La vittima, Victoria Ruvolo, donna di 44 anni, ex manager di una società di recupero crediti, era più interessata a salvare la vita del suo assalitore diciannovenne, Ryan Cushing, che di avere qualsiasi tipo di vendetta. Lei ha tormentato i querelanti con delle informazioni su di lui, la sua vita, il modo in cui è cresciuto, ecc. Poi ha insistito per offrirgli un accordo. Cushing sarebbe stato detenuto per sei mesi nel carcere locale per poi stare in libertà vigilata per cinque anni, se si fosse dichiarato colpevole per aggressione di secondo grado.

Se fosse stato accusato di aggressione di primo grado, che sarebbe stata l’imputazione più giusta, avrebbe potuto trascorrere 25 anni in prigione, per rientrare nella società come uomo di mezza età senza capacità o prospettive.

Ma questa è solo parte della storia. Il resto, ciò che accadde in tribunale, è la parte veramente più incredibile.

Secondo quanto riportato dal New York Post, Cushing cercò di avvicinarsi alla Ruvolo nell’aula del tribunale e in lacrime sussurrò le sue scuse: ‹Mi dispiace per ciò che le ho fatto›.

La Ruvolo allora si alzò, e vittima e assalitore si abbracciarono piangendo. Mentre, singhiozzando, gli accarezzava la testa e gli dava un colpetto sulla spalla, diversi testimoni, tra cui un reporter del Times, l’hanno sentita dire: ‹È tutto OK. Voglio solo che tu faccia della tua vita il meglio›. Secondo quanto riportato, gli accusatori più feroci e persino i giornalisti, hanno dovuto trattenere le lacrime» («Forgiveness Has Power to Change Future», Deseret Morning News, 21 agosto, 2005, AA3).

Che bella storia, resa ancor più bella dal fatto che è realmente accaduta, e proprio nella vecchia e dura New York. Non si può provare altro che ammirazione per questa donna che ha perdonato il giovane che avrebbe potuto toglierle la vita.

So che sto parlando di una questione delicata. Vi sono dei criminali incalliti che devono essere rinchiusi. Vi sono crimini indicibili, come l’omicidio volontario e lo stupro, che giustificano dure pene; ma vi sono alcuni che potrebbero essere salvati da lunghi e inutili anni di prigione per un atto sventato e sciocco. In qualche modo il perdono, con l’amore e la tolleranza, compie miracoli che non possono avvenire altrimenti.

La grandiosa Espiazione fu il supremo atto di perdono. La portata di tale Espiazione va al di là della nostra capacità di totale comprensione. So solo che è avvenuta, ed è stata per me e per voi. La sofferenza è stata tanto grande, l’agonia talmente intensa, che nessuno di noi può comprendere cosa accadde quando il Salvatore si offrì come riscatto per tutta l’umanità.

È tramite Lui che otteniamo il perdono. È tramite Lui che arriva la promessa sicura che tutta l’umanità avrà le benedizioni della salvezza, con la risurrezione dai morti. È per Suo tramite e grazie al Suo sacrificio infinito che ci è offerta la possibilità, mediante l’obbedienza, di avere l’esaltazione e la vita eterna.

Possa Dio aiutarci ad essere un po’ più gentili, a mostrare maggiore tolleranza, ad essere più pronti a perdonare, più disposti a percorrere il secondo miglio, ad aiutare e sollevare coloro che hanno peccato ma che mostrano i frutti del pentimento, a mettere da parte i vecchi rancori e a non ricordarli più. Per questo prego umilmente nel sacro nome del nostro Redentore, il Salvatore Gesù Cristo. Amen.