2000–2009
Rafforza i tuoi fratelli
Aprile 2005


Rafforza i tuoi fratelli

Dovete fare quello che hanno sempre insegnato il nostro Salvatore e il Suoi profeti…: servire, rafforzare la fede e nutrire coloro che necessitano del vostro amore e delle vostre benedizioni.

In risposta alla domanda: «Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?», Gesù disse: «Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua. Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge ed i profeti».1

Partendo dall’antica Israele scendendo attraverso le generazioni del tempo, i Suoi profeti passati e presenti hanno sempre insegnato questo principio completo ed eterno che, per ereditare la vita eterna, dobbiamo avere amore nell’anima: amore per Dio, nostro Padre eterno, e amore per i nostri simili.

Nelle ultime ore del Suo ministero terreno, Gesù disse a Pietro: «Ma io ho pregato per te affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli».2

Pietro aveva una testimonianza, che scaturiva dallo Spirito, della divinità di Gesù Cristo. Pietro sapeva, e la sua conoscenza era venuta tramite rivelazione; ma la sua conversione, il cambiamento totale di vita e natura del suo essere furono più evidenti dopo il giorno della Pentecoste, dopo che ricevette il dono che cambia il cuore e testimonia: lo Spirito Santo.

Sì, fratelli e sorelle, come Pietro, noi abbiamo delle testimonianze, ma la conversione è un processo continuo nella vostra vita? Continuiamo a progredire nelle mani del nostro Creatore? Dio sta benedicendo gli altri per vostro tramite? Pregate e chiedete per chi il Signore vuole che siate una benedizione, per sollevare i fardelli altrui? Amate gli altri come voi stessi?

Quando Gesù disse al dottore della legge che per ereditare la vita eterna doveva amare il suo prossimo come se stesso, egli disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?» Gesù rispose con la parabola del buon Samaritano e poi chiese: «Quali di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s’imbatté ne’ ladroni? E quello rispose: Colui che gli usò misericordia».3 Con questa parabola Gesù insegnò che ciascuno di noi dovrebbe mostrare un amore attivo e benevolenza nei confronti di tutti i figli di Suo Padre.

Re Beniamino insegnò ai santi dei suoi tempi: «Al fine di mantenere la remissione dei vostri peccati di giorno in giorno… vorrei che impartiste ai poveri delle vostre sostanze… come nutrire gli affamati… visitare gli infermi e provvedere a soccorrerli, sia spiritualmente che temporalmente».4 Provvedete a fornire soccorso spirituale o temporale ai bisognosi? Soccorrete e rafforzate la fede di coloro che entrano nel gregge, così come ci è chiesto dai profeti dei nostri giorni?

Convertirsi significa consacrare la vostra vita alla cura, al servizio di coloro che hanno bisogno del vostro aiuto, condividendo i vostri doni e le vostre benedizioni. Il Signore non disse: «Custodisci le mie pecore quando ti fa comodo, cura le mie pecore quando non sei troppo occupato». Egli disse: «Pasci le mie pecore e i miei agnelli, aiutali a sopravvivere in questo mondo, tieniteli a te vicino. Guidali alla salvezza, data dalle scelte giuste che li prepareranno alla vita eterna».5

Ogni atto altruistico di gentilezza e servizio accresce la vostra spiritualità. Dio si serve di voi per benedire gli altri. La vostra continua crescita spirituale e il vostro progresso eterno dipendono grandemente dai vostri rapporti con gli altri, da come li trattate. Amate veramente gli altri e siete una benedizione nella loro vita? Non è forse il modo in cui trattate gli altri che indica il livello della vostra conversione? La persona nella Chiesa che fa solo le cose che concernono se stessa non raggiungerà mai la meta della perfezione. Il servizio altruistico è ciò che concerne il Vangelo e l’esaltazione.

Nel viaggio della vita dovete aiutare e benedire i vostri compagni di viaggio, donare voi stessi a coloro che hanno bisogno di voi. «Perché chi vorrà salvare la sua vita», disse il Maestro, «la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor di me e del Vangelo, la salverà».6

Giacomo diresse la sua epistola «alle dodici tribù che sono nella dispersione».7 I suoi insegnamenti si possono applicare a noi, il popolo del Signore che in futuro avrebbe accettato il vangelo restaurato. Egli insegna dei principi che dovrebbero guidare i vostri rapporti con gli altri membri della Chiesa. Egli considera il comandamento di amare il prossimo come noi stessi «la legge reale».8 Per Giacomo la semplice testimonianza non basta. Il Vangelo deve diventare una realtà vivente nella vostra vita. «E io con le mie opere ti mostrerò la mia fede».9 «Ma siate facitori della Parola e non soltanto uditori».10 La definizione di Giacomo del convertito è: «La religione pura e immacolata dinanzi a Dio e Padre è questa: visitar gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, e conservarsi puri dal mondo».11 Egli termina la sua breve epistola con queste parole: «Fratelli miei, se qualcuno fra voi si svia dalla verità e uno lo converte, sappia colui che chi converte un peccatore dall’error della sua via salverà l’anima di lui… e coprirà moltitudine di peccati».12 Riconducendo un fratello errante, salvate sia lui che voi stessi. I vostri peccati vengono coperti, o rimessi, poiché avete operato per la salvezza di un altro.

Ho avuto la grande benedizione di vivere in America Latina e di testimoniare di persona l’avverarsi delle profezie e delle promesse fatte dal Signore stesso e dai Suoi profeti. «Io raccoglierò dalla sua lunga dispersione il mio popolo, o casato d’Israele, e stabilirò di nuovo la mia Sion fra loro… Io stabilirò tra loro la mia chiesa; ed essi entreranno nell’alleanza e saranno annoverati fra questo rimanente di Giacobbe, a cui ho dato questa terra come loro eredità».13

Letteralmente centinaia di migliaia di persone sono state radunate da ogni nazione dell’America Latina. Le profezie ci assicurano che questa crescita continuerà. La crescita è la nostra più grande sfida, ma anche la più grande opportunità per ognuno di noi.

L’apostolo Paolo disse ai nuovi membri della Chiesa ai suoi tempi: «Voi dunque non siete più né forestieri né avventizî; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio».14

Sembra che, laddove la Chiesa ha avuto una rapida crescita, troppi si sentono ancora forestieri e avventizi, e sono lasciati da parte. Se vogliamo vedere l’adempimento delle promesse dobbiamo fare come descrisse Moroni: «Dopo essere stati ammessi al battesimo… essi erano annoverati fra il popolo della chiesa di Cristo; e i loro nomi erano scritti, affinché potessero essere ricordati e nutriti… per mantenerli sulla retta via».15

Molti membri attivi credono che i meno attivi e i nuovi convertiti, che si perdono per strada, si comportino diversamente da loro perché non credono nelle dottrine della Chiesa. Gli studi fatti non sostengono tale ipotesi, ma mostrano che quasi tutti i membri meno attivi che sono stati intervistati credono che Dio esiste, che Gesù è il Cristo, che Joseph Smith fu un profeta e che la Chiesa è vera.

In molti rioni e rami vi sono molti uomini e donne onesti e retti che semplicemente non sanno come tornare nella Chiesa. Tra loro vi sono buoni padri e madri. Si sono allontanati e nessuno è andato a trovarli, dando loro l’impressione che nessuno se ne preoccupi veramente. Quando uomini o donne di fede visitano queste persone e fanno amicizia con loro, li rafforzano, pregano insieme, insegnano loro il Vangelo, essi e le loro famiglie torneranno. «In quanto l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me».16 Chi sono i «minimi fratelli»? Potrebbe il Signore essersi riferito agli ultimi arrivati nel gregge? O a coloro che si sono allontanati nell’ombra dell’inattività e che tornerebbero se fosse loro porta una mano di sincera amicizia?

In questa grande battaglia per le anime degli uomini, le regole per svolgere il lavoro missionario sono state più chiaramente definite per tutti noi. Ai membri è chiesto di accompagnare le coppie di missionari a tempo pieno quando insegnano le lezioni e di svolgere un ruolo essenziale nel processo di conversione. Il Signore ha detto che i missionari sono chiamati «a predicare il mio Vangelo mediante lo Spirito»,17 con le parole che vengono loro dal cuore, parole di verità nutrite da molto studio e preghiere. Il ruolo dei nostri missionari nel far progredire il processo di conversione degli altri non termina al battesimo. Essi continuano a insegnare ai nuovi membri e a coloro che necessitano di nutrimento spirituale.

Le recenti lettere della Prima Presidenza rammentano ai dirigenti del sacerdozio la loro responsabilità di rafforzare e sostenere i nuovi convertiti. «Tutti nel rione dovrebbero offrire la propria amicizia… Gli insegnanti familiari e le insegnanti in visita hanno un ruolo importante… Il vescovo deve… valutare le possibilità per un nuovo membro di rendere servizio e contribuire a rafforzare il rione».18

Fratelli e sorelle, se vogliamo che il processo di conversione e trasformazione continui in ciascuno di noi, nuovi e vecchi membri, dobbiamo amare, servire e dare nutrimento spirituale agli altri. Dobbiamo aiutare gli altri a ricevere pienamente le benedizioni della Restaurazione, incluse le benedizioni del tempio.

Il profeta Joseph Smith scrisse una lettera ai santi del suo tempo: «Cari Fratelli, amare i propri fratelli e soccorrerli è un compito che ogni santo dovrebbe assolvere generosamente. Per essere giustificati dinanzi a Dio dobbiamo amarci gli uni gli altri; possiamo amare il nostro prossimo come noi stessi ed essere fedeli nelle tribolazioni».19

Il nostro profeta, il presidente Gordon B. Hinckley, ha detto: «Spero e prego che ognuno di noi… prenda l’impegno di cercare coloro che hanno bisogno di aiuto… per sollevarli con amore e portarli nell’abbraccio della Chiesa, dove forti mani e cuori affettuosi li riscalderanno, li consoleranno, li sosterranno e li faranno incamminare sulla via che porta a una vita felice e produttiva».20

Amore non è una semplice parola o dichiarazione, ma è il primo e grande comandamento, un comandamento che richiede l’azione: «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti»21 e se mi amate, «Pasc[ete] le mie pecore».22

Dovete fare quello che hanno sempre insegnato il nostro Salvatore e il Suoi profeti, sia passati che presenti: servire, rafforzare la fede e nutrire coloro che necessitano del vostro amore e delle vostre benedizioni. Avete la promessa del Signore: «E con chiunque vi riceve, là sarò io pure, poiché andrò davanti al vostro volto… e il mio Spirito sarà nel vostro cuore».23

Fratelli e sorelle, quando cercate con affetto di benedire la vita di un altro, entrambi sarete benedetti con il Suo spirito. Il Signore ci insegna che vi comprenderete «l’un l’altro, ed entrambi [sarete] edificati e [gioirete] insieme».24

Prego che il nostro Padre celeste benedirà ognuno di noi con l’amore per gli altri, «che egli ha conferito a tutti coloro che sono veri seguaci di suo Figlio».25 Porto testimonianza che Suo Figlio, Gesù Cristo, vive e che il Suo vangelo è un vangelo di amore. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. Matteo 22:36–40.

  2. Luca 22:32.

  3. Luca 10:29, 36–37.

  4. Mosia 4:26; corsivo dell’autore.

  5. Vedere Giovanni 21:15–16.

  6. Marco 8:35.

  7. Giacomo 1:1.

  8. Giacomo 2:8.

  9. Giacomo 2:18.

  10. Giacomo 1:22.

  11. Giacomo 1:27.

  12. Giacomo 5:19–20.

  13. 3 Nefi 21:1, 22.

  14. Efesini 2:19.

  15. Moroni 6:4.

  16. Matteo 25:40.

  17. DeA 50:14.

  18. Lettera della Prima Presidenza datata 22 dicembre 2004; vedere anche Lettera della Prima Presidenza datata 11 febbraio 2005.

  19. History of the Church, 2:229.

  20. «Una mano pronta a soccorrere», La Stella, gennaio 1997, 96.

  21. Giovanni 14:15.

  22. Giovanni 21:17.

  23. DeA 84:88.

  24. DeA 50:22.

  25. Moroni 7:48.