2000–2009
Stare in luoghi santi
Aprile 2005


Stare in luoghi santi

Incoraggio i nostri santi in tutto il mondo, laddove possibile, di impegnarsi a stare di più nei luoghi santi.

Miei cari fratelli, sorelle e amici in tutto il mondo, è una gioia e una grande responsabilità parlarvi. Esprimo il mio affetto, rispetto e apprezzamento per ciascuno di voi.

Siamo bersagliati da tutte le parti da un grande numero di messaggi che non vogliamo o che non ci servono. Si generano più informazioni in un solo giorno di quante ne possiamo assorbire in una vita intera.Per godere appieno della vita, tutti noi dobbiamo trovare il nostro spazio di respiro e pace di mente.1 In che modo? C’è solo una risposta. Dobbiamo elevarci al di sopra del male che piano piano ci investe. Dobbiamo seguire il consiglio del Signore, che disse: «È mia volontà che tutti coloro che invocano il mio nome e mi adorano secondo il mio Vangelo eterno si radunino e stiano in luoghi santi».2

Noi stiamo inevitabilmente in tanti luoghi che non sono santi e sono soggetti a valanghe di volgarità, profanazione e distruzione dello Spirito del Signore; incoraggio i nostri santi in tutto il mondo, laddove possibile, di impegnarsi a stare di più nei luoghi santi. I nostri luoghi più santi sono i nostri sacri templi. Al loro interno si prova un senso di sacra serenità. Dovremmo cercare di essere degni di portare la nostra famiglia al tempio per esservi suggellati insieme per l’eternità. Dovremmo anche cercare i dati dei nostri antenati defunti in modo che anch’essi possano essere suggellati a noi in uno dei templi. Dobbiamo ricercare la santità essendo «d’esempio ai credenti, nel parlare, nella condotta, nell’amore, nella fede, nella castità».3 In questo modo possiamo mantenere e rafforzare il nostro rapporto individuale con Dio.

La santità è la forza dell’anima. Si ottiene con la fede e mediante l’obbedienza alle leggi e ordinanze di Dio. Allora Dio purifica il cuore mediante la fede, e il cuore viene liberato dalle cose profane e indegne. Quando si raggiunge la santità conformandosi alla volontà di Dio, intuitivamente si sa cosa è errato e cosa è giusto davanti al Signore. La santità si percepisce nel silenzio, incoraggiando ciò che è buono o denunciando ciò che è errato.

La santità è anche una norma di rettitudine. In alcune osservazioni che fece il 16 febbraio 1862 nel Tabernacolo di Salt Lake, il presidente Brigham Young usò l’espressione «Santità all’Eterno». Poi spiegò che cosa significasse per lui «Santità all’Eterno». Cito: «Trent’anni di esperienza mi hanno insegnato che ogni momento della mia vita deve essere di santità all’Eterno, come risultato dell’equità, giustizia, misericordia e rettitudine da mettere in ogni mia azione, essendo questo l’unico modo per poter conservare in me lo Spirito dell’Onnipotente».4

L’anno scorso uno dei miei nipoti ha portato sua moglie nella città di New York, insieme ai loro genitori, per andare nel bellissimo nuovo Tempio di Manhattan. La confusione e il rumore di migliaia di persone all’esterno del tempio era assordante. Mentre il taxi si fermava davanti al tempio, Katherine, la moglie di mio nipote, iniziò a piangere. Persino all’esterno del tempio ella ne sentiva la sacralità. Sono entrati nella casa del Signore, lasciando fuori i rumori del mondo, e hanno reso il culto. È stata un’esperienza sacra e indimenticabile per loro.

Come ci ha insegnato il presidente Gordon B. Hinckley: «Ogni tanto c’è anche la necessità di lasciare i rumori e i tumulti del mondo per entrare tra le mura di una sacra casa di Dio, per sentire il Suo Spirito in un ambiente di santità e pace».5 Invero, la preghiera offerta da Joseph Smith alla dedicazione del Tempio di Kirtland ha ricevuto risposta: «E affinché tutte le persone che varcheranno la soglia della casa del Signore sentano il tuo potere, e si sentano sospinte a riconoscere che… è la tua casa, un luogo della tua santità».6

Al funerale del patriarca Joseph Smith Sr., i sentimenti che egli nutriva per il tempio furono descritti con queste parole: «Rimanere nella casa del Signore e riflettere nel Suo tempio era per lui una gioia quotidiana; in esso egli godeva di molte benedizioni, e passava molte ora in dolce comunicazione con il suo Padre celeste. Egli ha percorso i suoi sacri ambienti, solo e lontano dal genere umano, molto prima che la luce del giorno illuminasse l’orizzonte ad est; e ha espresso i desideri del suo cuore entro le sue pareti, quando la natura dormiva ancora. Nelle sue sacre mura le visioni del cielo sono state manifestate alla sua mente, e la sua anima si è nutrita delle ricchezze dell’eternità».7

Sono grato che i nostri templi portino la scritta «La Casa del Signore. Santità all’Eterno». Questa scritta caratteristica dei luoghi sacri ha radici che risalgono all’Antico Testamento. Zaccaria ci ricorda che verrà il giorno in cui «si leggerà sui sonagli dei cavalli: SANTITÀ ALL’ETERNO… E le caldaie nella casa dell’Eterno saranno come i bacini davanti all’altare».8 Ammiro moltissimo le maniglie delle porte del Tempio di Salt Lake. Sono disegnate con arte eccelsa, e ognuna porta la scritta «Santità all’Eterno».

Quando, oltre 65 anni fa, ero ragazzino nello Utah meridionale, sentivo un brivido quando le parole «Santità all’Eterno» comparivano su alcuni edifici delle piccole città. Quelle parole d’oro spesso erano un ornamento per gli edifici più importanti, come la cooperativa e il magazzino del vescovo. Ho in mio possesso alcuni titoli della ZCMI, un ente mercantile creato dai pionieri. Portano le firme di John Taylor, Brigham Young, Wilford Woodruff, Joseph F. Smith, Lorenzo Snow, Heber J. Grant, George Albert Smith e David O. McKay. Stampate su ogni certificato si leggono le parole «Santità all’Eterno». Mi domando che ne è stato di questi motti di santità. Sono scomparsi insieme alle molte altre cose che riportano alla mente fede e devozione?

I nostri giorni saranno grandemente benedetti se andremo al tempio e approfondiremo il rapporto spirituale eccelso che intratteniamo con la divinità. Dobbiamo impegnarci maggiormente per essere trovati in luoghi santi. Le alleanze delle cerimonie del tempio e la loro osservanza sono mezzi che ci aiutano a conservare la santità del carattere. Nel nostro desiderio di creare nella nostra gente un maggiore impegno nei confronti del sacro lavoro dei templi, dobbiamo spronarla a ricercare con più intensità il profondo significato spirituale che si trova in essi. Come ci ha ricordato Paolo: «Perché la lettera uccide, ma lo spirito vivifica».9

Ai nostri giorni, il presidente Gordon B. Hinckley ci ha detto: «Se ogni uomo di questa chiesa che è stato ordinato al Sacerdozio di Melchisedec si qualificasse per detenere una raccomandazione per il tempio e poi andasse alla casa del Signore per rinnovare le sue alleanze in tutta solennità al cospetto di Dio e dei testimoni, saremmo un popolo migliore. Tra noi vi sarebbe poca o nessuna infedeltà. Il divorzio sparirebbe quasi interamente. Tanti dolori sarebbero evitati. Vi sarebbe una maggior misura di pace, di amore e di felicità nelle nostre case. Vi sarebbero meno mogli e figli in lacrime. Vi sarebbe una maggior misura di apprezzamento e di rispetto reciproco tra noi. E sono fiducioso che il Signore ci concederebbe più abbondantemente il Suo favore».10

I santi dovrebbero svolgere le loro ricerche genealogiche e frequentare il tempio perché si sentono spinti dallo Spirito Santo a farlo. Dovremmo andare al tempio, tra gli altri motivi, per salvaguardare la nostra personale santità e quella della nostra famiglia.

Oltre ai templi, un altro luogo sulla terra di sicura santità dovrebbe essere la nostra casa. L’atmosfera di santità che regnava in casa mia mi ha preparato a percepire la santità del tempio. Prima che andassi in missione in Brasile, mia madre amorevolmente mi fece a mano un capo di abbigliamento del tempio da indossare quando fossi andato al tempio. Oggi è vecchio e usato, ma è un simbolo sacro e speciale dell’amore che mia madre nutriva per le cose sacre.

Grazie a mia moglie, la mia cara Ruth, posso dire che la nostra casa è stata un luogo in cui abbiamo cercato di onorare lo spirito di santità all’Eterno. Non ci siamo sempre riusciti. Certo che no. Ma ci abbiamo provato. Quando, da giovane padre mi sentivo oberato dalle responsabilità di dover provvedere materialmente alla mia famiglia, svolgere con cura i miei incarichi di chiesa e rispettare altri doveri di cittadino, Ruth mi riportava con amore e gentilezza alle mie responsabilità di genitore nella nostra famiglia.

Per esempio, mi ricordava quando era il momento di tenere la serata familiare e suggeriva teneramente i temi che avremmo potuto studiare durante le nostre serate familiari. Ella mi aiutava anche a tenere un registro degli eventi familiari importanti, come i compleanni e le attività dei bambini, quando serviva che dedicassi loro il mio tempo e sostegno. Ella mi rende ancora quell’importante e apprezzato servizio. Se vogliamo realmente che la nostra casa sia un luogo di santità, proveremo con maggiore impegno a fare quelle cose che conducono allo Spirito del Signore.

Le nostre cappelle sono dedicate al Signore come luoghi santi. Ci viene detto che dovremmo andare alla casa di preghiera e offrire i nostri sacramenti nel Suo santo giorno.11 Prendere il sacramento è un privilegio solenne e sacro. Nelle nostre cappelle veniamo istruiti sui principi del Vangelo, i bambini vengono benedetti, i membri sono confermati e ricevono il dono dello Spirito Santo, e vengono rese testimonianze della veridicità del Vangelo. Una convertita del Texas ha detto che quando ha varcato la porta della cappella, ella ha sentito un’atmosfera di santità che non aveva mai sperimentato prima nella sua vita.

Dobbiamo sforzarci maggiormente di essere un popolo santo. Noi viviamo nella pienezza dei tempi. Molte cose sono state restaurate tramite il profeta Joseph Smith. Questo ci mette in una posizione speciale nei confronti del Signore. Siamo i beneficiari, i custodi e i curatori di questi doveri sotto la delega, l’autorità e la direzione del presidente Hinckley, il quale detiene tutte le chiavi. Come figli del Signore dovremmo sforzarci ogni giorno di raggiungere un livello più elevato di rettitudine personale in tutte le nostre azioni. Dobbiamo vegliare costantemente contro tutte le influenze di Satana.

Come insegnava il presidente Brigham Young: «Ogni momento della nostra vita deve essere di santità all’Eterno… essendo questo l’unico modo per poter conservare in noi lo Spirito dell’Onnipotente». Possa il Signore benedire ognuno di noi nella nostra speciale responsabilità di trovare santità all’Eterno stando in luoghi santi. In essi troveremo la protezione spirituale di cui abbiamo bisogno per noi stessi e le nostre famiglie. Questa è la fonte di aiuto per portare avanti la parola del Signore ai giorni nostri. Stare in luoghi santi ci aiuterà a ergerci al di sopra delle influenze malvagie della nostra epoca e ad avvicinarci al nostro Salvatore. Porto testimonianza che, se lo faremo, il Signore ci benedirà per sempre e saremo resi potenti «in fede e in opere».12 Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. Vedere Jeff Davidson, «‹Overworked Americans› or Overwhelmed Americans?» Business Horizons, gennaio–febbraio 1994, 62–66.

  2. DeA 101:22.

  3. 1 Timoteo 4:12.

  4. Deseret News, 2 aprile, 1862, 313.

  5. «Missioni, templi e ministero», La Stella, gennaio 1996, 63.

  6. DeA 109:13.

  7. History of the Church, 4:194.

  8. Zaccaria 14:20–21.

  9. 2 Corinzi 3:6.

  10. La Stella, gennaio 1996, 64.

  11. Vedere DeA 59:9.

  12. Helaman 10:5.