1990–1999
Il vostro viaggio verso il regno celeste
Aprile 1999


Il vostro viaggio verso il regno celeste

Giungeranno per ognuna di voi quei momenti da cui tanto impariamo, momenti in cui avrete una prova lampante dell’amore di vostra madre, della forza di vostro padre e dell’ispirazione di Dio.

Mie care sorelle, provo una grande gioia nel presentarmi davanti a voi questa sera, sapendo che oltre a voi tutte, radunate qui nel Tabernacolo, vi sono molte altre migliaia di giovani che ci seguono e ascoltano le nostre parole grazie alla trasmissione via satellite. Prego di avere l’aiuto del Signore.

Henry Wadsworth Longfellow in una sua poesia descrisse voi e il vostro futuro:

Quanto è bella la giovinezza! quanto risplende

con le sue illusioni, aspirazioni e sogni!

È un libro di inizi, una storia senza fine,

Ogni fanciulla è un’eroina, ogni uomo un amico!1

Care e preziose giovani, care madri, insegnanti e dirigenti delle Giovani Donne, consentitemi di esprimere alcuni pensieri e suggerimenti che guidino i vostri passi durante questa vita terrena verso il regno celeste del nostro Padre in cielo.

Per darvi una guida verso la gioia eterna ho scelto attentamente quattro obiettivi che richiedono azione. Essi sono:

  1. Guardate verso l’alto;

  2. Guardate dentro di voi;

  3. Guardate accanto a voi;

  4. Andate avanti.

Per prima cosa parliamo del guardare verso l’alto.

Il nostro Padre celeste ha riposto in ognuno di noi il desiderio di guardare verso l’alto. Queste parole delle Scritture risuonano forti e chiare: «Cerca di guardare a Dio e di vivere».2 Nessun problema è troppo piccolo per portarlo alla Sua attenzione, né è tanto grande che Egli non possa esaudire la preghiera della fede. La preghiera è certamente il passaporto che ci consente di accedere al potere spirituale. Potete pregare con sincero intento quando sapete chi siete e come il Padre celeste vuole che diventiate.

Non troverete difficile avvicinarvi a Lui con la sincera preghiera se ricordate le parole dell’apostolo Paolo: «Non sapete voi che siete il tempio di Dio, e che lo Spirito di Dio abita in voi?»3

Se volete compiacere il vostro Padre celeste, onorate vostro padre e vostra madre, come Egli ha comandato. Essi vi vogliono tanto bene. La loro gioia, la vostra gioia e il vostro dolore è il loro dolore. Essi vogliono che abbiate la guida celeste che il Signore offre.

Ho udito alcuni parenti frustrati parlare di una figlia o di un figlio che attraversava una «terribile adolescenza». Preferisco assai descrivervi come «formidabili adolescenti».

Non era inteso che la vita fosse tutta sorrisi e felicità. Giungeranno per ognuna di voi quei momenti da cui tanto impariamo, momenti in cui avrete una prova lampante dell’amore di vostra madre, della forza di vostro padre e dell’ispirazione di Dio.

Ho chiesto all’anziano Russell M. Nelson il permesso di parlarvi di una lezione di dolore, temperato dalla conoscenza del piano del nostro Padre celeste.

L’anziano Nelson e sua moglie hanno avuto la fortuna di avere nove figlie femmine e infine un maschio. Sono una famiglia felice, molto unita. Quando i bambini erano ancora piccoli una sera si radunarono accanto ai loro genitori e il padre cominciò a istruirli. Egli disse: «Molte coppie di coniugi vengono chiamate a servire come missionari e, nel caso dei presidenti di missione, è concesso loro di portare con sé, nella zona loro assegnata, i loro figli». Poi egli fece la domanda che tutti si aspettavano: «Se io e vostra madre fossimo chiamati a svolgere tale incarico, vi piacerebbe venire con noi?»

Attese poi la loro risposta. Una figlia disse: «Papà, non possono chiamarti in missione, perché comando le ragazze pon-pon che accompagnano la nostra squadra della scuola superiore!»

Un’altra disse: «Io non potrei venire. Sto frequentando l’università».

Le risposte delle adolescenti continuarono sino a quando la piccola Emily, con la purezza della sua anima, rispose: «Papà, se tu fossi chiamato, io verrei con te».

In effetti ognuna delle figlie sarebbe stata disposta ad andare, ma Emily riuscì a far venire le lacrime agli occhi ai genitori con la sua risposta tanto profonda eppure tanto semplice.

Gli anni passarono rapidamente. I figli si sposarono. Arrivarono i nipoti. Poi una grave forma di cancro colpì Emily e, dopo una coraggiosa battaglia, ella fu richiamata alla sua dimora celeste.

L’anziano Nelson parlò ai funerali della figlia. Non ho mai udito un messaggio più bello o più dolce. Egli parlò del piano di salvezza e descrisse le promesse di Dio riguardanti la natura eterna della famiglia. Poi aggiunse a voce bassa: «Emily si è semplicemente laureata in anticipo da questa vita terrena». Quale grande insegnante!

Mentre quella famiglia numerosa camminava dietro alla bara, l’anziano Nelson portava in braccio due dei figlioletti di Emily. Tutti i presenti trassero profitto dal principio esposto e impararono preziose lezioni. Tutti furono ispirati a guardare verso l’alto.

Secondo, guardate dentro di voi.

Ognuna di voi si faccia questa domanda: «So dove voglio andare, chi voglio diventare, che cosa voglio fare?»

Il Signore ha già risposto a queste domande: «Cercate nei migliori libri le parole di saggezza; cercate l’istruzione, sia con lo studio sia pure con la fede».4

Le Sacre Scritture, la guida dei vostri genitori e i diligenti insegnamenti che ricevete nella Primaria, nelle Giovani Donne, nella Scuola Domenicale, nella riunione sacramentale e nel Seminario rafforzeranno la vostra decisione di realizzare le vostre degne ambizioni.

Studiate con serietà, sia in chiesa che a scuola. Scrivete i vostri obiettivi e ciò che progettate di fare per raggiungerli. Mirate in alto, poiché avete la possibilità di ottenere benedizioni eterne.

Non dovete aspettarvi che la strada della vita vi si presenti priva di ostacoli prima ancora di iniziare il viaggio. Dovete prevedere deviazioni e curve. Ma non potete sperare di raggiungere la destinazione desiderata se siete ancora indecise se andare a est o ovest. Dovete prendere le vostre decisioni con consapevolezza.

Come dice Lewis Carroll nel suo famoso libro Alice nel paese delle meraviglie, Alice seguiva un sentiero attraverso un bosco nel paese delle meraviglie. Quando arrivò a un bivio, incerta sul da farsi, Alice chiese allo Stregatto, improvvisamente apparso su un vicino albero, quale strada doveva prendere. «Dove vuoi andare?» le chiese lo Stregatto.

«Non lo so», rispose Alice.

«In questo caso», disse allora lo Stregatto, «che importanza ha quale via scegli?»5

Noi sappiamo dove vogliamo andare. Abbiamo la risolutezza, la fede, per arrivarci?

«Venite...imparate da me»,6 disse il Signore. «Vieni e seguitami»,7 era la Sua esortazione. Rispondendo affermativamente al Suo gentile invito, ognuna di voi sarà pronta a passare al prossimo obbiettivo: guardare accanto a voi.

L’apostolo Paolo vi dà questo saggio consiglio: «Nessuno sprezzi la tua giovinezza; ma sii d’esempio ai credenti, nel parlare, nella condotta, nell’amore, nella fede, nella castità».8

Giovani sorelle, avete tante possibilità di guardare accanto a voi per aiutare gli altri. Pensate per esempio al privilegio che avete di andare al sacro tempio, per aiutare coloro che sono passati al di là del velo, fungendo da procuratori per offrire loro le benedizioni del battesimo.

Un mattino mentre andavo al tempio vidi un gruppo di giovani donne che la mattina presto avevano partecipato ai battesimi per coloro che erano passati nell’aldilà. Avevano i capelli bagnati. Il loro sorriso era radioso, il loro cuore pieno di gioia. Una ragazza si voltò verso il tempio ed espresse così i suoi sentimenti: «Questo è il giorno più bello della mia vita».

Vi sono anche occasioni di servire i vivi. Potete farlo e potete portare loro un’indescrivibile gioia. La vostra opera è necessaria negli istituti che ospitano persone ammalate o anziane. Queste persone ricordano con nostalgia i giorni della loro giovinezza. Hanno tanto desiderio della compagnia dei loro familiari e del conforto della loro casa.

Svolgendo un servizio di volontariato per la Chiesa, feci visita a un istituto dove persone costrette sulla sedia a rotelle ricevevano il sacramento. Là una giovane della vostra età suonò un assolo di violino. Le sorelle anziane apprezzarono tanto quel gesto. Esse espressero ad alta voce la loro gratitudine dicendo: «Bellissimo», «Meraviglioso», «Sei tanto cara». Questi commenti non distrassero la violinista; anzi, la spinsero a fare anche meglio nel numero successivo.

Quel giorno ella mi disse: «Non ho mai suonato tanto bene in vita mia. Ho sentito qualcosa che mi sollevava al di sopra delle mie capacità. Ho sentito l’ispirazione dell’amore del mio Padre celeste».

Le ricordai un passo delle Scritture: «Quando siete al servizio dei vostri simili, voi non siete che al servizio del vostro Dio».9

Ella annuì con gratitudine, mise con cura il violino nella custodia e, con lacrime di gioia sulle guance, tornò al suo posto.

Ricordatevi di guardare accanto a voi.

E infine andate avanti. Evitate la tendenza a rimandare ignorando un suggerimento o un’occasione di crescere e servire. Il rimandare è davvero un ladro che ruba il vostro tempo. Affrontate le sfide quotidiane della vita. Chiedetevi da quanto tempo non guardate negli occhi vostra madre e senza riserve le dite queste belle parole: «Mamma, ti voglio tanto bene!» E che dire di vostro padre che fatica ogni giorno per provvedere alle vostre necessità? Ai padri piace udire queste preziose parole che escono dalle labbra di un figlio: «Ti voglio bene».

È troppo facile dare i genitori per scontati senza rendersi veramente conto di quanto ci sono cari e di quanto ci vogliono bene. Un’illustrazione di questo fatto avvenne in un’aula. Nella scuola media di Olympus fu tenuta una lezione sul magnetismo. «Poi l’insegnante chiese: «Qual è la cosa, il cui nome comincia per ‹m› e che è capace di raccogliere altre cose?» Più di un terzo degli studenti rispose: «La mamma».

Affrontate con coraggio le prove temporanee e gli ostacoli che impediscono il vostro progresso.

Una benedizione per cui potete prepararvi è la benedizione patriarcale. I vostri genitori e il vostro vescovo sapranno quando è il momento giusto in cui potete riceverla. La benedizione patriarcale parla delle vostre potenzialità future. Per voi sarà come un faro posto su una collina, per mettervi in guardia contro i pericoli e indirizzarvi verso la sicurezza del porto. È una dichiarazione profetica che esce dalle labbra di una persona chiamata e ordinata a impartirvi tale benedizione.

Consentitemi di esprimere ora, a nome di ognuna di voi giovani donne, un sincero «grazie» ai vostri genitori, alle vostre insegnanti e alle vostre dirigenti. Questi sono modelli per voi. Sanno che incontrerete delusioni, momenti difficili e certamente frustrazioni nel corso della vita. Essi vi mostreranno la via che vi consentirà di superare tali esperienze, continuando a percorrere il cammino che conduce verso l’alto e in avanti verso la gloria celeste. Ricordate che quando avrete conosciuto l’eccellenza non vi accontenterete mai più della mediocrità.

Alcuni anni fa una bella giovane, Jami Palmer, che a quel tempo aveva dodici anni, fu introdotta nel mio ufficio su una sedia a rotelle dai suoi genitori. Le era stato diagnosticato il cancro. Era necessario sottoporla a un intervento chirurgico. Le cure successive sarebbero state lunghe, e lungo sarebbe stato il periodo di convalescenza. Quando ci incontrammo fu un momento di grandissima commozione. Suo padre mi chiese di unirmi a lui nel benedire la figlia scoraggiata che aveva visto il crollo dei suoi sogni, delle sue speranze e dei suoi progetti. Tutti eravamo in lacrime. Fu impartita una benedizione del sacerdozio.

Ho mantenuto i contatti con Jami e la sua famiglia. Gli anni sono passati in fretta. Ella ha servito senza sosta altre persone come portavoce della Fondazione «Esprimi un desiderio», che aiuta i giovani affetti da gravi malattie. Jami è diventata una bellissima giovane. Attualmente studia all’Università Brigham Young. È guarita. È passata attraverso il crogiolo dell’affinatore e la sua vita è stata prolungata. Ella rende grazie a tutte le persone che l’hanno aiutata durante quegli anni difficili, e specialmente al suo Padre celeste, per la vita di cui gode oggi.

Il punto di svolta nella vita di Jami venne all’inizio delle cure postoperatorie. Ella e i giovani del suo rione avevano in programma un’escursione alla grotta del Monte Timpanogos. Voi che avete fatto quest’escursione sapete quanto è arduo il cammino, come sembra interminabile. Con molta tristezza Jami disse ai suoi amici: «Non potrò venire con voi».

«Perché no?» le chiesero.

Jami rispose: «Non posso camminare».

Ci fu un momento di silenzio; poi uno di loro rispose: «Jami, se non puoi camminare, ti porteremo noi». E lo fecero: sia in salita che in discesa!

Giovani donne, volete guardare verso l’alto, guardare dentro di voi, guardare accanto a voi e andare avanti? Se lo farete, grande sarà la vostra ricompensa ed eterna sarà la vostra gloria.10

Mie amate sorelle, vi porto testimonianza che il Padre celeste vive, che Gesù è il Cristo e che oggi noi siamo guidati da un profeta scelto per questo nostro tempo, il presidente Gordon B. Hinckley. Nel nome di Gesù Cristo. Amen. 9

  1. «Morituri Salutamus», The Complete Poetical Works of Longfellow, (1922), 311.

  2. Alma 37:47.

  3. 1 Corinzi 3:16.

  4. Dottrina e Alleanze 88:118.

  5. Adattato da Alice nel Paese delle Meraviglie.

  6. Matteo 11:28, 29.

  7. Luca 18:22.

  8. 1 Timoteo 4:12.

  9. Vedere Mosia 2:17.

  10. Vedere Dottrina e Alleanze 76:6.