1990–1999
Pascete gli agnelli
Aprile 1999


Pascete gli agnelli

È nostro dovere assicurarci che ogni persona battezzata sia incoraggiata e portata a sentire il meraviglioso calore del vangelo del nostro Signore.

Miei amati fratelli e sorelle, prima di tutto voglio ringraziarvi di esservi uniti a noi in questa occasione, per questa e per le molte altre belle cose che fate. Voi dedicate il vostro tempo, le vostre energie, i vostri mezzi allo svolgimento del lavoro del Signore. Sono convinto che il Signore vi ama per la vostra devozione, per la vostra disponibilità a fare tutto quello che vi viene chiesto.

Parlarvi è una grande e seria responsabilità. Si dice in giro che il presidente Hinckley annuncerà un programma nuovo e fantastico. Vi assicuro che non è così. I miei Fratelli dei Dodici, ai quali sta molto a cuore il lavoro missionario in tutto il mondo, mi hanno chiesto di esporvi i sentimenti che provo riguardo all’importanza di questo lavoro.

In termini di partecipanti, questo è probabilmente il più grande raduno che sia mai stato tenuto nella causa del lavoro missionario. Il Tabernacolo è affollato. Gli atti di questa riunione saranno seguiti da quasi tutti i 59.000 missionari a tempo pieno al lavoro nel mondo. Inoltre le migliaia, le centinaia di migliaia, di dirigenti della Chiesa interessati da questo lavoro sono qui con noi, oppure ci seguono alla televisione. Vi avverto che il mio sarà un discorso piuttosto lungo. Sono vecchio. Non so quanto tempo ancora mi resta da vivere, perciò voglio dirvi quello che ho da dire mentre ne ho ancora la forza. Non so quando terrò un discorso altrettanto lungo. Terrò due discorsi intervallati dal canto di un inno. In tutto parlerò per circa 40 minuti. Ora che vi ho avvertito, alcuni di voi vorranno mettersi a loro agio. Sogni felici.

Qualche giorno fa parlavo con uno dei più entusiasti convertiti che abbia mai conosciuto. Eravamo a Chicago a una grande riunione per la quale si erano radunati più di 20.000 membri della Chiesa nell’United Center, il grande stadio coperto dove la squadra dei Chicago Bulls gioca a pallacanestro. Randy Chiostri, un nuovo membro della Chiesa, ci fece da autista durante la nostra permanenza. Durante quei lunghi percorsi nel pesante traffico cittadino parlava del lavoro missionario, lodando la Chiesa come l’istituzione più straordinaria del mondo, parlando del Vangelo e del piano di salvezza come della cosa più bella che fosse mai entrata nella sua vita. Randy conobbe la Chiesa quando cominciò a frequentare Nancy. La invitò a cena. La ragazza disse subito che non beveva liquori. Non volle neppure assaggiare il vino. Randy lo considerò strano. Nancy disse che ciò era contrario alla sua fede. Anche fumare era contrario alla sua fede. La sua fede diventò l’argomento delle loro conversazioni.

La sposò il primo anniversario di quel primo appuntamento; ma non riusciva ad accettare la sua religione.

Ci vollero quasi otto anni prima che riuscisse a liberarsi dei suoi dubbi.

Una coppia di missionari dopo l’altra lo istruirono; infine fu toccato dallo Spirito. È stato battezzato nel marzo scorso.

Fece visita alla Collina di Cumora. Fece visita a Nauvoo. Mi disse: «Ho visitato diciassette templi. Li ho visitati all’esterno, ma non all’interno». Andò a visitare tutti i templi che poteva. Ora non vede l’ora di poterli visitare all’interno. La prima di queste visite sarà a Chicago il prossimo aprile. Riceverà la sua investitura e il giorno dopo sarà suggellato alla sua amata Nancy.

Dopo il battesimo Randy fu subito messo al lavoro. Fu ordinato al Sacerdozio di Aaronne. Dopo nove mesi fu ordinato anziano nel Sacerdozio di Melchisedec. Ama la Chiesa. Ha un fervido amore per il Vangelo. È diventato il maggiore interesse della sua vita. Non riesce a smettere di parlarne. Mattina e sera si inginocchia e ringrazia il Signore per la cosa meravigliosa che è entrata nella sua vita.

Ascoltandolo ho imparato molte cose da Randy. La prima è l’immenso potere dell’esempio di un membro della Chiesa. Fu la ferma e calma posizione di Nancy la prima sera riguardo ai liquori e al vino che attirò la sua attenzione. I missionari si dettero da fare con lui per molti anni, ma fu lei la chiave che aprì la porta del suo cuore all’amore per il Signore e la sua mente alla conoscenza del piano di salvezza.

La seconda cosa che ho imparato è che non si deve mai rinunciare quando c’è anche la più piccola scintilla di interesse. A Randy occorsero quasi otto anni per entrare a far parte della Chiesa. Aveva la mente aperta, ma c’era in lui un timore nascosto che gli impediva di compiere un passo tanto coraggioso. Doveva mettere da parte le tradizioni dei suoi padri per entrare in un ambiente nuovo e strano, difficile da capire.

Terza cosa, fu messo al lavoro immediatamente dopo il battesimo. Il vescovo si assicurò che gli fosse affidato un compito impegnativo. Randy era preparato a svolgere tale compito? Il vescovo non si preoccupò molto di questo aspetto della questione. Vedeva un nuovo convertito pieno di entusiasmo, e gli affidò un compito che lo avrebbe aiutato a crescere.

Il vescovo si assicurò che avesse degli amici nella Chiesa. Il primo naturalmente era la moglie Nancy; ma c’erano altre brave persone che potevano rispondere alle domande di Randy e ascoltare pazientemente quando egli non capiva. Non fu lasciato senza amici ad annaspare nel buio. C’erano sempre delle persone disposte a parlare con lui.

Randy sa tutto della Chiesa? No, certamente no! Continua a imparare, e quello che impara fa crescere il suo entusiasmo.

È emozionato da quello che ha scoperto. Non vede l’ora di ricevere le benedizioni superiori del tempio. La sua testimonianza è diventata forte e sicura in meno di un anno. Penso che egli sia convertito alla Chiesa al 100%, e il suo entusiasmo è contagioso. Abbiamo bisogno di tante persone come lui, e di tante più persone che si dedichino a loro.

Come portare le persone nella Chiesa

Sin dal principio il lavoro missionario è stato un processo che consta di quattro passi:

  1. Trovare il simpatizzante

  2. Insegnare al simpatizzante

  3. Battezzare il convertito degno

  4. Integrare e rafforzare il nuovo membro

L’anno scorso nella Chiesa ci sono stati circa 300.000 battesimi di convertiti. È un dato molto significativo. Questo è l’equivalente di 120 pali di 2.500 membri ciascuno. Pensateci: 120 nuovi pali in un solo anno! È meraviglioso. Ma non basta. Non sono un sognatore quando dico che, grazie a uno sforzo organizzato, esercitato con la consapevolezza del dovere che compete a ognuno di noi come membri della Chiesa, con una sincera preghiera al Signore perché ci aiuti, potremmo raddoppiare questo numero. Il primo importante passo è quello di trovare dei simpatizzanti interessati. Tanti di noi considerano il lavoro missionario soltanto una questione di andare di porta in porta. Tutti coloro che conoscono questo lavoro sanno che c’è una via migliore, quella che passa attraverso i membri della Chiesa. Ovunque c’è un membro della Chiesa che presenta un simpatizzante, c’è un immediato sistema di sostegno. Il membro della Chiesa porta testimonianza della verità di questo lavoro. È ansioso di assicurare la felicità del suo amico simpatizzante. Si emoziona alla vista del suo amico che progredisce nella conoscenza del Vangelo.

l missionari a tempo pieno possono tenere l’insegnamento vero e proprio, ma il membro, ogni qualvolta è possibile, sostiene l’insegnamento mettendo a disposizione la sua casa per svolgere questo lavoro missionario. Egli porta una sincera testimonianza della divinità di questo lavoro. È presente e pronto a rispondere alle domande quando non ci sono i missionari. È un vero amico per il convertito, che sta compiendo un profondo e a volte difficile cambiamento.

Il Vangelo non ha nulla di cui vergognarsi. È una cosa di cui essere orgogliosi. «Non aver dunque vergogna della testimonianza del Signor nostro», scrisse Paolo a Timoteo (2 Timoteo 1:8). Dappertutto abbiamo delle occasioni di far conoscere il Vangelo.

Il dottor William Ghormley era presidente del Palo di Corpus Christi, nel Texas. Si riforniva sempre di benzina nella stessa stazione di servizio. Ogni volta che faceva il pieno lasciava al gestore una pubblicazione della Chiesa: un opuscolo, una rivista, una copia del Church News. Non andava mai via senza lasciare qualcosa. Il gestore della stazione di servizio fu convertito dal potere dello Spirito leggendo quelle pubblicazioni. L’ultima volta che mi sono informato egli era vescovo.

Portare nuove persone nella Chiesa non è un compito di esclusiva pertinenza dei missionari. Essi hanno maggiore successo quando i membri diventano il mezzo che fornisce loro nuovi simpatizzanti.

Vorrei suggerire che ogni vescovo della Chiesa proponga ai suoi fedeli questo motto: «Lavoriamo tutti insieme per far crescere il rione».

Coltiviamo in ogni membro della Chiesa la consapevolezza del suo potenziale di portare le persone alla conoscenza della verità. Convinciamolo a lavorare a questo compito. Invitiamolo a pregare fervidamente per avere successo. Ogni membro della Chiesa preghi come faceva Alma:

«O Signore, voglia tu accordarci di aver successo nel portarli di nuovo a te, in Cristo.

Ecco, o Signore, le loro anime sono preziose, e molti di loro sono nostri fratelli; dacci dunque, o Signore, potere e saggezza affinché possiamo portare di nuovo a te questi nostri fratelli» (Alma 31:34–35).

Mi preoccupo molto per voi, missionari. Non potete fare tutto da soli e farlo bene. Avete bisogno dell’aiuto di altri. Ognuno di noi ha il potere di aiutarvi. Ma voi dovete fare tutto il possibile. Dovete essere ansiosamente impegnati. Quando non vi dedicate alle persone segnalate dai membri, dovete voi stessi cercare queste persone andando di porta in porta e utilizzando altri mezzi.

Qualche giorno fa ho parlato al funerale di un caro amico. Alcuni anni fa era presidente di missione. Quando arrivò nella sua missione non si sentiva assolutamente all’altezza del compito. Era stato mandato là come successore di un uomo eccellente, un uomo di grandi capacità, un ottimo dirigente, un presidente molto abile.

Quando il mio amico assunse l’incarico e tenne i primi incontri con i missionari, disse loro: «Da giovane non sono andato in missione, perciò non conosco le difficoltà che dovete affrontare. Ma vi chiedo di fare del vostro meglio, del vostro meglio, del vostro meglio. Dite le preghiere e lavorate duramente, e lasciate che sia il Signore a mietere.»

Grazie al suo forte spirito e all’affetto che egli dimostrava ai missionari, un nuovo atteggiamento si diffuse in tutta la missione. I membri cominciarono ad aiutare i missionari, e nel giro di un anno il numero dei convertiti raddoppiò.

Ed ora leggiamo queste parole di Moroni, rivolte sia ai missionari che ai convertiti: «Badate a non essere battezzati indegnamente; badate a non prender parte indegnamente al sacramento di Cristo; ma vedete di fare ogni cosa con dignità, e fatelo nel nome di Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivente; e se lo farete e persevererete fino alla fine, non sarete in alcun modo scacciati» (Mormon 9:29).

Parlando della dignità per entrare a far parte della Chiesa, il presidente Joseph F. Smith disse: «Prima di potersi candidare per il battesimo le persone devono essere istruite. E che cosa dobbiamo insegnare loro? Ovviamente la fede in Dio, in Gesù Cristo e nello Spirito Santo, la fede nell’efficacia della preghiera e nelle ordinanze e nei principi del Vangelo insegnato da Gesù; fede nella restaurazione di questo vangelo e di tutti i suoi poteri a opera del profeta Joseph Smith; fede nella Chiesa che egli stabilì; fede nel sacerdozio, come servitori autorizzati del Dio vivente; fede nelle rivelazioni ricevute nei tempi moderni; fede nel compimento delle opere richieste ai Santi degli Ultimi Giorni; fede nel principio della decima e in tutti gli altri requisiti, materiali e spirituali, menzionati nelle leggi di Dio; e infine fede nella necessità di condurre una vita improntata alla rettitudine al cospetto del Signore» (Joseph F. Smith, «Baptism», Improvement Era, gennaio 1911, pagg. 267–268).

Come assumere le nostre responsabilitÀ di membri della Chiesa

Ebbene, miei fratelli e sorelle, noi possiamo lasciare che i missionari facciano tutto da soli, oppure possiamo aiutarli.

Se fanno tutto da soli, continueranno a bussare alle porte delle persone un giorno dopo l’altro; ma il raccolto sarà scarso. Oppure i membri possono aiutarli a trovare e istruire i simpatizzanti.

Chi ha la responsabilità di farlo? Comincio dai presidenti di palo e dai loro consigli. In ogni palo abbiamo una missione di palo con un suo presidente. È responsabilità dei ricercatori, lavorando sotto la direzione generale del presidente del palo, adoperarsi continuamente per cercare e incoraggiare i simpatizzanti. Questi ricercatori comprendono ogni singolo membro della Chiesa.

Sviluppiamo in ogni palo la consapevolezza della possibilità di trovare coloro che sono disposti ad ascoltare il messaggio del Vangelo. Nello svolgere questo lavoro non dobbiamo offendere; non dobbiamo essere arroganti. Lo strumento più efficace che avremo mai a disposizione è la bontà della nostra vita e del nostro esempio. E quando ci dedichiamo a questo lavoro la nostra vita migliora, poiché stiamo sempre attenti a non fare o a non dire nulla che possa impedire il progresso di coloro che stiamo cercando di condurre alla verità.

Chiedo a ogni presidente di palo e di distretto di accettare la piena responsabilità di trovare e accogliere i simpatizzanti nel loro palo o distretto. Chiedo a ogni vescovo e presidente di ramo di accettare la stessa responsabilità per quanto attiene al loro rione o ramo. Voi fratelli avete il sacro obbligo dinanzi al Signore di compiere questi sforzi. Voi date l’esempio di quello che gli altri possono fare sotto la vostra guida ispirata. Abbiamo un’assoluta fiducia nella vostra capacità e nella vostra volontà di svolgere questo compito.

Deve esserci una nuova infusione di entusiasmo a ogni livello della Chiesa. Questo argomento deve essere trattato di quando in quando nella riunione sacramentale, e esaminato nelle riunioni settimanali del sacerdozio e della Società di Soccorso. I Giovani Uomini e le Giovani Donne ne devono parlare e programmare dei modi in cui collaborare a compiere questa meravigliosa impresa. Anche i bambini della Primaria devono pensare a come dare una mano. Molti sono i genitori entrati nella Chiesa perché un bambino era stato invitato alla Primaria. Ho una nipote che ha una piccola amica non appartenente alla Chiesa. La porta in chiesa con sé. L’altro giorno la madre ha detto senza ironia alla bambina: «Preghi per la benedizione del cibo proprio come fanno i Mormoni».

Le riunioni del consiglio di rione e di palo devono avere in agenda l’esame della posizione dei simpatizzanti, frutto del lavoro dei membri del rione e di ogni convertito che è entrato nella Chiesa da poco tempo.

Se questo avviene, allora i missionari avranno molto da fare; saranno felici; saranno produttivi. Le rivelazioni dicono loro:

«Voi andrete innanzi col potere del mio Spirito, predicando il mio vangelo, due a due, in nome mio, levando le vostre voci come con suono di tromba, annunciando la mia parola simili ad angeli di Dio.

E voi andrete innanzi battezzando con l’acqua, dicendo: Pentitevi, pentitevi, poiché il regno dei cieli è prossimo» (DeA 42:6–7).

Il Signore dice inoltre: «Ed ogni uomo che andrà a predicare questo vangelo del Regno e non verrà meno alla fedeltà in ogni cosa, non sarà affaticato in ispirito...né stanco nel suo corpo, nelle sue membra o giunture; ed un capello della sua testa non cadrà a terra senza che ciò sia notato. E non avranno né fame né sete» (DeA 84:80).

Egli continua: «E chiunque vi riceve, là sarò Io pure, poiché Io andrò avanti a voi. Io sarò alla vostra destra e alla vostra sinistra, e il mio Spirito sarà nei vostri cuori, e i miei angeli tutt’attorno a voi, per sostenervi» (DeA 84:88).

I missionari possono senz’altro chiedere ai membri i nomi di persone con le quali mettersi in contatto. Sappiamo che i missionari che chiedono questi nomi hanno maggiori probabilità di riceverli.

Il numero dei nomi forniti dai membri è diminuito in molte zone perché tale questione non riceve l’attenzione che merita. Per esempio, negli Stati Uniti e nel Canada nel 1987 il 42% dei simpatizzanti erano stati segnalati dai membri. Nel 1997 questa percentuale era scesa al 20%.

Un declino simile è avvenuto nel resto del mondo.

Fratelli e sorelle, dobbiamo invertire questa tendenza al ribasso. Dobbiamo assegnare di nuovo a tale questione la giusta importanza. Il Signore benedirà coloro che collaborano a svolgere questo importante lavoro.

«E se doveste faticare tutti i vostri giorni nel proclamare pentimento a questo popolo per portare non fosse che una sola anima a me, quanto sarà grande la vostra gioia in sua compagnia nel regno di mio Padre!

Ed ora, se la vostra gioia è già grande con un’anima che mi avete portata nel regno di mio Padre, quanto sarà grande, se me ne portate molte!» (DeA 18:15–16).

Il profeta Joseph Smith dichiarò: «Dopo tutto quello che è stato detto, il dovere più grande e più importante è quello di predicare il Vangelo» (Insegnamenti del profeta Joseph Smith, 86).

Ed ancora: «Che i santi ricordino che grandi cose dipendono dai loro singoli sforzi, e che essi sono chiamati a collaborare con noi e con il Santo Spirito nella realizzazione della grande opera degli ultimi giorni» (Insegnamenti, 138).

Ogni presidente della Chiesa succeduto a Joseph Smith ha parlato di questa importante questione.

Grande è il nostro lavoro, immensa è la nostra responsabilità nel collaborare a trovare coloro ai quali si deve insegnare. Il Signore ci ha affidato il mandato di insegnare il Vangelo a ogni creatura. Questo compito richiede tutti gli sforzi di ogni missionario, a tempio pieno e di palo. Richiede tutti gli sforzi di ogni vescovo, di ogni consigliere di vescovo, di ogni membro del consiglio del rione. Richiede tutta l’attenzione di ogni presidente di palo e del suo consiglio, e in particolare dei consigli di coordinamento del lavoro membro-missionario.

Dio vi aiuti, miei amati fratelli e sorelle, a svolgere l’impegnativo compito che ci è stato affidato. Non possiamo trascurarlo, non possiamo evitarlo. Dobbiamo accettarlo. Le possibilità sono grandi. Noi siamo all’altezza del compito; il Signore ci aiuterà se ci impegneremo.

Come rafforzare i nuovi membri

Quando abbiamo battezzato un nuovo convertito abbiamo il compito di farci amicizia e di rafforzare la sua testimonianza della verità di questo lavoro.

Non possiamo farlo entrare nella Chiesa dalla porta principale e lasciarlo uscire dalla porta posteriore. Unirsi alla Chiesa è una cosa molo seria. Ogni convertito prende su di sé il nome di Cristo, con l’implicita promessa di osservare i Suoi comandamenti. Ma entrare a far parte della Chiesa può essere un’esperienza difficile. A meno che non vi siano braccia affettuose che accolgano il convertito, a meno che non vi siano per lui affetto e interesse, egli comincerà a dubitare della bontà del passo che ha compiuto. A meno che mani amiche e cuori affettuosi non lo accolgano e lo accompagnino lungo il cammino, egli può diventare inattivo.

Non serve a nulla fare il lavoro missionario se poi non curiamo il frutto dei nostri sforzi. Le due cose sono inseparabili. Questi convertiti sono preziosi. Ogni convertito è un figlio o una figlia di Dio. Ogni convertito rappresenta una grande e seria responsabilità. È assolutamente imperativo provvedere a coloro che sono diventati parte di noi. Per parafrasare le parole del Salvatore, che giova egli a un missionario battezzare tutto il mondo, se coloro che battezza non rimangono nella Chiesa? (Vedere Marco 8:36).

Ho ricevuto una lettera molto interessante, scritta da una donna che si è unita alla Chiesa un anno fa. Ella scrive:

«Il mio ingresso nella Chiesa è stato un viaggio straordinario e stimolante. L’anno appena passato è stato il più difficile della mia vita. È stato anche il più rimunerativo. Come nuovo membro della Chiesa, ogni giorno affronto nuovi impegni».

Ella continua dicendo che quando si unì alla Chiesa non avvertì il sostegno dei dirigenti del suo rione. Il suo vescovo sembrava indifferente al fatto che ella fosse una nuova convertita. Sentendosi respinta, tornò a rivolgersi al presidente di missione, il quale le offrì le possibilità di cui aveva bisogno.

Ella dice che «i membri della Chiesa non sanno cosa significa essere nuovi membri della Chiesa. Perciò è quasi impossibile per loro sapere come possono sostenerci».

Miei fratelli e sorelle, se non sapete che cosa significa, cercate di immaginarlo. Può farci sentire terribilmente soli. Può essere deludente. Può intimorirci. Noi membri di questa chiesa siamo diversi dal resto del mondo molto più di quanto pensiamo di essere. Questa donna scrive: «Quando noi simpatizzanti diventiamo membri della Chiesa, siamo sorpresi nello scoprire che siamo entrati in un ambiente completamente estraneo, un ambiente che ha le proprie tradizioni, cultura e linguaggio. Ci accorgiamo che non c’è una persona o una fonte di informazioni a cui possiamo rivolgerci per ricevere una guida in questo nuovo ambiente. All’inizio il viaggio è stimolante, i nostri errori perfino divertenti; poi diventa frustrante, e infine la frustrazione diventa rabbia. Ed è a questo stadio di frustrazione e rabbia che ce ne andiamo. Torniamo nell’ambiente dal quale provenivamo, dove sapevamo chi eravamo, nel quale contavamo e del quale conoscevamo il linguaggio.»

Ho detto in passato, e lo ripeto, che ogni nuovo convertito ha bisogno di tre cose:

  1. Un amico nella Chiesa al quale possa sempre rivolgersi, il quale gli stia vicino, risponda alle sue domande, capisca i suoi problemi.

  2. Un incarico. L’attività è la caratteristica di questa chiesa. È il processo mediante il quale diventiamo più forti. La fede e l’amore per il Signore sono come i muscoli del mio braccio. Se li uso diventano più forti. Se non li uso si indeboliscono. Ogni convertito merita che gli si affidi un compito. Il vescovo può pensare che egli non sia in grado di assumersi tale responsabilità. Correte questo rischio. Pensate al rischio che il Signore ha corso quando ha chiamato voi.

    Naturalmente il nuovo convertito non sa tutto. Probabilmente commetterà degli errori. E con questo? Tutti facciamo degli errori. La cosa importante è la crescita che deriverà dall’attività.

    Nell’affidare un compito è giusto e importante che il nuovo convertito, se è un uomo, sia ordinato al Sacerdozio di Aaronne. Poi, prima che passi troppo tempo, egli può essere ordinato al Sacerdozio di Melchisedec. Godrà così della fratellanza del quorum degli anziani. Diventerà membro di un vasto corpo di detentori del sacerdozio di tutto il mondo, uomini integri e fedeli che amano il Signore e si impegnano a far avanzare il Suo lavoro.

  3. Ogni convertito deve essere nutrito «mediante la buona parola di Dio» (Moroni 6:4). È imperativo che entri a far parte di un quorum del sacerdozio, o della Società di Soccorso, Giovani Donne, Scuola Domenicale o Primaria. Deve essere incoraggiato a venire alla riunione sacramentale per prendere il sacramento e rinnovare le alleanze stipulate al momento del battesimo.

    Non molto tempo fa nel mio rione stavo ascoltando un uomo e una donna che parlavano. Lui aveva svolto molti incarichi nella Chiesa, compreso quello di vescovo. La loro chiamata più recente era quella di fare amicizia con una madre non sposata e i suoi figli. Il marito disse che questa era l’esperienza più piacevole che avesse fatto nella Chiesa.

    Quella giovane donna si poneva moltissime domande. Era piena di paure e ansie. Non voleva commettere errori o dire qualcosa che fosse fuori luogo, che potesse metterla in imbarazzo o far ridere gli altri. Con tanta pazienza quell’uomo e sua moglie li portavano in chiesa, si sedevano accanto a loro, li circondavano con il loro affetto per proteggerli da ogni cosa che potesse metterli in imbarazzo. La coppia si recava a casa di quella donna una sera alla settimana per insegnare il Vangelo e rispondere alle loro numerose domande.

    Conducevano quella famigliola come un pastore conduce il suo gregge. Alla fine le circostanze li obbligarono a trasferirsi in un’altra città. «Ma», dice lui, «teniamo una corrispondenza con lei. Abbiamo per lei tanta stima. Ella ora è solidamente inserita nella Chiesa e non abbiamo alcun timore per lei. Quale gioia è stata lavorare insieme a lei!»

Sono convinto che perderemo pochissimi nuovi membri se ci prenderemo buona cura di loro. Forse non sono completamente convertiti. Come potrebbero esserlo, dopo solo sei lezioni missionarie? Forse non soddisfano tutti i requisiti; ma hanno acquisito un nuovo senso dei valori e delle possibilità. È stato insegnato loro che sono figli e figlie di Dio. Sono stati battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Sono stati confermati membri della Chiesa e hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo.

Recentemente sono stato in Canada dove ho visitato, tra le altre, la città di Regina. Fummo ospitati dal presidente D. Lawrence Penner del Palo di Saskatoon (Saskatchewan). È un uomo straordinario, un ottimo dirigente. A vent’anni fu battezzato. Questo fu un passo enorme per lui. Alcuni membri della Chiesa lo avevano segnalato ai missionari, i quali lo avevano cercato. Parlarono con lui; lo ammaestrarono; lo battezzarono; lo incoraggiarono, come fecero i dirigenti locali della Chiesa. Fu ordinato al sacerdozio, gli fu affidato un incarico. Un anno più tardi fu chiamato e mandato in missione in Giappone. Tornò rafforzato da quell’esperienza. Grazie all’aiuto di molte persone lungo il cammino, oggi egli è il sommo sacerdote presiedente di quel grande palo di Sion. Egli è un buon marito e padre di figli tutti attivi nella Chiesa, un esempio del genere di uomini che dovrebbero entrare a far parte della Chiesa come nuovi convertiti e rimanervi per diventare dirigenti.

Come continuare il processo di integrazione

La responsabilità di legare saldamente i vostri convertiti alla Chiesa spetta anche a voi missionari. Forse non potrete continuare a far loro visita, ma potete scrivere loro ogni tanto e incoraggiarli. Spero che ognuno di voi scriva nelle sue Scritture il nome e l’indirizzo di ogni uomo, donna e bambino che battezza. La vostra calligrafia può essere terribile, ma due parole ogni tanto scritte da voi daranno loro rassicurazione, serenità e gioia. Quando tornate a casa non vi scordate di loro. Vivete sempre in modo da essere degni dello loro fiducia. Scrivete loro ogni tanto per ribadire l’espressione del vostro affetto.

Ripeto ai missionari che non servirà loro a niente battezzare qualcuno e vedere quella persona allontanarsi dalla Chiesa poco dopo. Che cosa avete realizzato? Forse avete lavorato a lungo e duramente, forse avete digiunato e pregato mentre insegnavate il Vangelo a una persona. Ma se questa persona non rimane attiva nella Chiesa, tutti i vostri sforzi saranno stati vani. Tutto il lavoro fatto non conterà niente. Ogni simpatizzante degno di essere battezzato diventa un convertito degno di essere salvato.

L’anziano Bruce Porter, membro dei Settanta, ha raccontato questo episodio: «Quando ero missionario in Germania, quasi venticinque anni fa, arrivai nella città di Wuppertal come nuovo capo zona, subito dopo che i missionari che mi avevano preceduto avevano riscosso un successo enorme e avevano battezzato diverse famiglie e singoli individui. Il battesimo di quelle persone rappresentava una crescita sostanziale di quel ramo, che contava quasi cento membri. Noi missionari decidemmo di concentrarci sull’impegno di integrare e seguire questi nuovi convertiti, in modo che rimanessero membri attivi di quel ramo per il resto della loro vita. Tenemmo loro tutte le nuove lezioni per i nuovi membri e altre lezioni di nostra scelta; li inserimmo per un anno nel corso di Principi evangelici tenuto dai missionari; collaborammo con i dirigenti del ramo per assicurarci che ricevessero delle chiamate e fossero integrati nel ramo grazie alle feste e all’amicizia dei membri; ci adoperammo per farli incontrare l’uno con l’altro e farli collaborare a insegnare ad altri simpatizzanti, in modo da stabilire tra loro legami di amicizia che li avrebbero aiutati a rimanere attivi come gruppo anche in futuro. In breve, lavorammo per più di sei mesi dopo il loro battesimo e facemmo tutto il possibile per far sì che la loro testimonianza fosse forte e che essi fossero integrati nella Chiesa.

Oggi, venticinque anni dopo, quasi tutte quelle famiglie e quei singoli individui sono ancora attivi e fedeli. Molti dei loro figli sono andati in missione e si sono sposati nel tempio. Adesso abbiamo una seconda e persino una terza generazione di persone attive nella Chiesa. L’unica coppia che diventò inattiva ha una figlia che è rimasta attiva e si è sposata nel tempio. Sebbene questo sia soltanto un caso, l’esperienza mi ha persuaso che il tempo dedicato dai missionari a integrare i nuovi convertiti nella Chiesa in futuro porta ricchi frutti» (Lettera all’anziano Richard G. Scott).

L’importanza dei consigli

Questa è una possente testimonianza di ciò che può essere fatto. Tuttavia i missionari non devono trascurare il proselitismo per curare i nuovi membri. Le due cose possono andare di pari passo. I membri della Chiesa sono tutti pronti ad aiutarvi. Vi sono i vescovi e i consigli di rione. Vi sono i presidenti di palo e i consigli di palo. Soprattutto c’è il Consiglio di coordinamento membro-missionario che si riunisce periodicamente per esaminare le attività missionarie nei pali, e soprattutto seguire ogni nuovo membro che entra nella Chiesa e riferire su di lui. Il vostro presidente di missione sarà spesso presente a questa riunione.

Sotto la direzione di questo consiglio si esporranno ai nuovi membri altre sei lezioni per consolidare la loro fede.

Per voi, vescovi, nelle riunioni di consiglio del rione, l’esame della situazione dei convertiti può essere l’argomento più importante che esaminerete. Non siete legati da rigide regole; vi è consentita una grande flessibilità; avete il diritto di ricevere la risposta alle vostre preghiere, l’ispirazione e la rivelazione dal Signore nell’esaminare questo argomento. Rimango stupefatto quando vengo a sapere che un vescovo è indifferente ai nuovi arrivati nella Chiesa. Al momento del loro ingresso nella Chiesa forse non sono persone molto attraenti, ma se vengono trattate nel modo dovuto, il Vangelo le raffinerà. I loro vestiti, il loro modo di fare, il loro comportamento miglioreranno. Tutti noi abbiamo visto avvenire dei miracoli. Quale grande occasione abbiamo quale grande sfida!

Miei cari fratelli e sorelle, è nostra responsabilità, è responsabilità di ognuno di noi, della presidenza del palo, del sommo consiglio, del vescovato, della presidenza della Scuola Domenicale, della presidenza della Primaria, della presidenza dei Giovani Uomini, della presidenza delle Giovani Donne, della presidenza della Società di Soccorso e dei dirigenti dei quorum del sacerdozio vedere che ogni persona battezzata sia incoraggiata e portata a sentire il meraviglioso calore del vangelo del nostro Signore. Sono felice di poter riferire che stiamo facendo dei progressi, ma rimane ancora tanto da fare.

Quanto è gloriosa quest’opera! È un susseguirsi di miracoli. Potremmo parlarne per tutta la sera, poiché ne siamo stati testimoni.

Fratelli e sorelle, tutti voi nei rioni e nei pali, nei distretti e nei rami, vi invito a unirvi in un grande esercito pieno di entusiasmo per questo lavoro e con l’ardente desiderio di aiutare i missionari nell’immane compito che hanno di portare il Vangelo a ogni nazione, tribù, lingua e popolo. «Il campo è già bianco, pronto per la mietitura» (DeA 4:4). Il Signore lo ha ripetutamente dichiarato. Non daremo noi ascolto alla Sua parola?

Prima che la Chiesa fosse organizzata, esisteva già il lavoro missionario. È continuato da allora, nonostante le difficoltà incontrate in molti periodi nei quali i nostri fedeli sono vissuti. Ognuno di noi prometta a se stesso di essere all’altezza del compito in ogni occasione, di acquisire un nuovo senso di responsabilità, di assumersi nuovi obblighi per aiutare il nostro Padre in cielo a compiere la Sua grande opera di fare avverare l’immortalità e la vita eterna dei Suoi figli e figlie in tutta la terra.

Questa è la santa opera di Dio. Questa è la Sua chiesa e regno. La visione che ebbe luogo nel Bosco Sacro avvenne così come la raccontò Joseph. Stiamo costruendo un nuovo tempio dal quale si potrà vedere quel sacro luogo, per portare nuovamente testimonianza della realtà di quel sacro avvenimento. Recentemente, mentre mi fermavo nella neve per stabilire dove sarebbe sorto questo nuovo tempio, mi sono reso veramente conto dell’importanza di quello che accadde nel Bosco Sacro. Il Libro di Mormon è vero. Porta testimonianza del Signore Gesù Cristo. Il Suo sacerdozio è stato restaurato ed è presente tra noi. Le chiavi di questo sacerdozio che fu conferito da esseri celesti vengono esercitate per impartirci benedizioni eterne. Questa è la nostra testimonianza—la mia come la vostra: una testimonianza che dobbiamo proclamare agli altri. Vi lascio questa testimonianza e vi impartisco la mia benedizione esprimendo il mio affetto a ognuno di voi, nel nome di Gesù Cristo. Amen. 9