Scritture
Isaia 10


Capitolo 10

La distruzione dell’Assiria è un simbolo della distruzione dei malvagi alla Seconda Venuta — Pochi saranno lasciati dopo che il Signore sarà tornato — Il resto di Giacobbe tornerà in quel giorno — Confrontare con 2 Nefi 20.

1 Guai a quelli che fanno decreti iniqui e a quelli che redigono per iscritto sentenze ingiuste,

2 per negare giustizia ai deboli, per spogliare del loro diritto i poveri del mio popolo, per far delle vedove la loro preda e degli orfani il loro bottino!

3 E che farete il giorno in cui Dio vi visiterà, nel giorno in cui la rovina verrà da lontano? Da chi fuggirete in cerca di soccorso e dove lascerete la vostra gloria?

4 Non rimarrà loro che curvarsi fra i prigionieri o cadere fra gli uccisi. E, con tutto ciò, l’ira sua non si calma, e la sua mano rimane distesa.

5 Guai all’Assiria, verga della mia ira! Il bastone che ha in mano è lo strumento della mia indignazione.

6 Io lo mando contro una nazione empia, gli do, contro il popolo della mia ira, l’ordine di darsi al saccheggio, di far bottino, di calpestarlo come il fango delle strade.

7 Ma egli non la intende così; non così la pensa in cuor suo; egli ha in cuore di distruggere, di sterminare nazioni in gran numero.

8 Poiché dice: “I miei principi non sono forse tanti re?

9 Calno non è forse come Carchemish? Amat come Arpad? Samaria come Damasco?

10 Come la mia mano è giunta a colpire i regni degli idoli dove le immagini erano più numerose che a Gerusalemme e a Samaria,

11 come ho fatto a Samaria e ai suoi idoli, non farò io così a Gerusalemme e alle sue statue?”.

12 Ma quando il Signore avrà compiuto tutta la sua opera sul monte Sion e a Gerusalemme, “io”, dice l’Eterno, “punirò il re d’Assiria per il frutto della superbia del suo cuore e dell’arroganza dei suoi sguardi alteri”.

13 Poich’egli dice: “Io l’ho fatto con la forza della mia mano, e con la mia saggezza, perché sono intelligente; ho rimosso i confini dei popoli, ho predato i loro tesori; e, potente come sono, ho detronizzato dei re,

14 la mia mano ha trovato, come un nido, le ricchezze dei popoli; e come uno raccoglie delle uova abbandonate, così io ho raccolto tutta la terra; e nessuno ha mosso l’ala o aperto il becco o mandato un grido”.

15 La scure si gloria essa contro colui che la maneggia? La sega si magnifica essa contro colui che la muove? Come se la verga facesse muovere colui che la alza, come se il bastone alzasse colui che non è di legno!

16 Perciò il Signore, l’Eterno degli eserciti, manderà la consunzione tra i suoi più robusti; e sotto la sua gloria accenderà un fuoco, come il fuoco di un incendio.

17 La luce d’Israele diventerà un fuoco, e il suo Santo una fiamma, che arderà e divorerà i suoi rovi e i suoi pruni in un sol giorno.

18 E la gloria della sua foresta e della sua fertile campagna egli la consumerà, anima e corpo; sarà come il deperimento di un uomo che langue.

19 Il resto degli alberi della sua foresta sarà così minimo che un bambino potrebbe farne il conto.

20 In quel giorno, il residuo d’Israele e gli scampati del casato di Giacobbe cesseranno di appoggiarsi su colui che li colpiva, e si appoggeranno con sincerità sull’Eterno, sul Santo d’Israele.

21 Un residuo, il residuo di Giacobbe, tornerà al Dio potente.

22 Poiché, quand’anche il tuo popolo, o Israele, fosse come la sabbia del mare, un residuo soltanto ne tornerà; uno sterminio è decretato, che farà traboccare la giustizia.

23 Poiché lo sterminio che ha decretato, il Signore, l’Eterno degli eserciti, lo effettuerà in mezzo a tutta la terra.

24 Così dunque dice il Signore, l’Eterno degli eserciti: “O mio popolo, che abiti in Sion, non temere l’Assiro, benché ti colpisca con la verga e alzi su di te il bastone, come fece l’Egitto.

25 Ancora un breve, brevissimo tempo, e la mia indignazione sarà finita, e la mia ira si volgerà alla loro distruzione”.

26 L’Eterno degli eserciti leverà contro di lui la frusta, come quando colpì Madian, alla roccia di Oreb; e come alzò il suo bastone sul mare, così lo alzerà ancora, come in Egitto.

27 E, in quel giorno, il suo carico ti cadrà dalle spalle, e il suo giogo dal collo; il giogo sarà scosso dalla tua forza rigogliosa.

28 L’Assiro marcia contro Aiat, attraversa Migron, depone i suoi bagagli a Micmash.

29 Valicano il passo, passano la notte a Gheba; Rama trema, Ghibea di Saul è in fuga.

30 Grida forte a tutta voce, o figlia di Gallim! Tendi l’orecchio, o Laish! Povera Anatot!

31 Madmena è in fuga precipitosa, gli abitanti di Ghebim cercano un rifugio.

32 Oggi stesso sosterà a Nob, agitando il pugno contro il monte della figlia di Sion, contro la collina di Gerusalemme.

33 Ecco, il Signore, l’Eterno degli eserciti, stronca i rami in modo tremendo; i più alti sono tagliati, i più superbi sono abbassati.

34 Egli abbatte con il ferro il folto della foresta, e il Libano cade sotto i colpi del Potente.