2010–2019
Un inestimabile retaggio di speranza
Aprile 2014


Un inestimabile retaggio di speranza

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Presidente Henry B. Eyring

Quando scegliete di stringere un’alleanza con Dio o di rispettarne una, scegliete di lasciare o meno un retaggio di speranza a coloro che potrebbero seguire il vostro esempio.

Miei cari fratelli e mie care sorelle, alcuni di voi sono stati invitati a questa riunione dai missionari della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Forse quei missionari vi hanno già invitato a scegliere di stringere alleanza con Dio tramite il battesimo.

Oppure siete con noi perché avete accettato l’invito di un genitore, di una moglie, o magari di un figlio, rivoltovi nella speranza che scegliate di rimettere al centro della vostra vita le alleanze che avete già stretto con Dio. Alcuni di voi in ascolto hanno già preso la decisione di ritornare a seguire il Salvatore e oggi provano la gioia della Sua accoglienza.

Chiunque voi siate e ovunque possiate trovarvi, avete in mano la felicità di molte più persone di quante riuscite a immaginare adesso. Ogni giorno e ogni ora potete scegliere di stringere un’alleanza con Dio o di rispettarne una.

Ovunque siate nel percorso che vi consente di ereditare il dono della vita eterna, avete l’opportunità di mostrare a molti il modo di ottenere una felicità più grande. Quando scegliete di stringere un’alleanza con Dio o di rispettarne una, scegliete di lasciare o meno un retaggio di speranza a coloro che potrebbero seguire il vostro esempio.

Io e voi siamo stati benedetti con la promessa di tale eredità. Devo molta della mia felicità a un uomo che non ho mai incontrato nella vita. Era un orfano che divenne uno dei miei bisnonni. Mi ha lasciato un inestimabile retaggio di speranza. Permettetemi di parlarvi di alcuni dei ruoli che ricoprì nel creare tale retaggio per me.

Si chiamava Heinrich Eyring. Nacque in una famiglia molto ricca. Suo padre, Edward, possedeva un’enorme tenuta a Coburg, in quella che ora è la Germania. Sua madre era la viscontessa Charlotte Von Blomberg. Il nonno materno era il custode delle terre del re di Prussia.

Heinrich era il primogenito di Charlotte e di Edward. Charlotte morì all’età di trentuno anni, dopo la nascita del suo terzo figlio. Edward morì poco dopo, dopo aver perso tutta la sua proprietà e la sua ricchezza a causa di un investimento fallito. Aveva solo quarant’anni. Lasciò tre figli orfani.

Heinrich, il mio bisnonno, aveva perso entrambi i genitori e una sostanziosa eredità materiale. Non aveva un soldo. Nella sua storia scrisse che sentiva che avrebbe avuto maggiori speranze se fosse andato in America. Sebbene lì non avesse né famiglia né amici, provava un sentimento di speranza al pensiero di andare in America. Dapprima andò a New York. Poi si trasferì a St. Louis, in Missouri.

A St. Louis uno dei suoi colleghi era membro della Chiesa. Da lui ricevette una copia di un opuscolo scritto dall’anziano Parley P. Pratt. Lo lesse e poi studiò tutto il materiale che riuscì a procurarsi sui Santi degli Ultimi Giorni. Pregò per sapere se degli angeli erano davvero apparsi agli uomini, se c’era un profeta vivente e se aveva trovato una religione vera e rivelata da Dio.

Dopo due mesi di studio e di preghiera diligenti, Heinrich fece un sogno nel quale gli fu detto di battezzarsi. Un uomo il cui nome e il cui sacerdozio stimo moltissimo, l’anziano William Brown, avrebbe celebrato l’ordinanza. Heinrich fu battezzato in uno stagno di acqua piovana l’11 marzo del 1855, alle sette e trenta del mattino.

Credo che allora Heinrich Eyring sapesse che ciò che vi sto insegnando oggi è vero. Sapeva che la felicità della vita eterna giunge mediante legami familiari che continuano per sempre. Pur avendo scoperto da pochissimo il piano di felicità del Signore, sapeva che la speranza di avere una gioia eterna dipendeva dal fatto che altri scegliessero liberamente di seguire il suo esempio. La sua speranza di avere la gioia eterna dipendeva da persone non ancora nate.

Come parte del retaggio di speranza della nostra famiglia, egli ha lasciato una storia ai suoi discendenti.

In quella storia posso sentire l’amore che provava per coloro che lo avrebbero seguito. Nelle sue parole sento la speranza che i suoi discendenti scegliessero di seguirlo sul sentiero che riporta alla nostra dimora celeste. Egli sapeva che ciò non avviene compiendo una singola scelta importante, ma tante piccole scelte. Ecco le sue parole:

“Fin dalla prima volta in cui ascoltai l’anziano Andrus […] mi sono sempre recato alla riunione dei Santi degli Ultimi Giorni e sono state davvero poche le circostanze in cui non vi ho partecipato, essendo allo stesso tempo mio dovere farlo.

Annoto questo nella mia storia affinché i miei figli possano seguire il mio esempio e non trascurino mai questo dovere importantissimo di riunirsi con i santi”1.

Heinrich sapeva che nelle riunioni sacramentali possiamo rinnovare la promessa di ricordarci sempre del Salvatore e di avere con noi il Suo Spirito.

È stato quello Spirito a sostenerlo durante la missione che fu chiamato a svolgere solo pochi mesi dopo aver accettato l’alleanza battesimale. Egli ha lasciato come retaggio il suo esempio nel rimanere fedele alla missione svolta per sei anni in quelli che in seguito furono chiamati i Territori indiani. Per essere rilasciato dalla missione, andò a piedi e si unì a una compagnia di carri dall’Oklahoma a Salt Lake City, percorrendo circa milleottocento chilometri.

Poco tempo dopo fu chiamato dal profeta di Dio a trasferirsi nello Utah meridionale. Da lì rispose a un’altra chiamata che lo portò a svolgere una missione nella sua natìa Germania. Poi accettò l’invito di un apostolo del Signore Gesù Cristo a dare il proprio contributo nello stabilire le colonie di santi nel Messico settentrionale. Da lì fu chiamato di nuovo come missionario a tempo pieno a Città del Messico. Egli onorò quelle chiamate. È sepolto in un piccolo cimitero di Colonia Juárez, nello stato di Chihuahua, in Messico.

Elenco questi fatti non per affermare la sua grandezza o quella delle sue gesta o per i suoi discendenti; li elenco per rendergli onore per l’esempio di fede e di speranza che aveva nel cuore.

Li accettò a motivo della sua fede nel fatto che il Cristo risorto e il nostro Padre Celeste erano apparsi a Joseph Smith in un bosco dello stato di New York. Li accettò perché aveva fede nel fatto che le chiavi del sacerdozio nella Chiesa del Signore erano state restaurate assieme al potere di suggellare le famiglie per sempre, a patto che esse avessero avuto sufficiente fede per tener fede alle proprie alleanze.

Come Heinrich Eyring — il mio antenato — voi potete essere i primi della vostra famiglia ad avviarvi verso la vita eterna lungo il sentiero delle ordinanze sacre fatte e osservate con diligenza e con fede. Ogni alleanza porta con sé doveri e promesse. Per tutti noi, come fu per Heinrich, tali doveri sono a volte semplici, ma spesso sono complicati. Ricordate però che a volte i doveri devono essere ardui perché il loro proposito è farci avanzare lungo il sentiero che conduce alla vita eterna insieme al Padre Celeste e al Suo Figlio Diletto, Gesù Cristo, come famiglie.

Ricordate senz’altro le parole del Libro di Abrahamo:

“E ve ne stava uno fra essi che era simile a Dio; ed egli disse a quelli che erano con lui: Noi scenderemo, poiché vi è dello spazio laggiù; e prenderemo di questi materiali e faremo una terra sulla quale costoro possano dimorare;

E in questo modo li metteremo alla prova, per vedere se essi faranno tutte le cose che il Signore loro Dio comanderà loro;

E a coloro che mantengono il loro primo stato, sarà dato in aggiunta; e coloro che non mantengono il loro primo stato non avranno gloria nello stesso regno con quelli che mantengono il loro primo stato; e a coloro che mantengono il loro secondo stato sarà aggiunta gloria sul loro capo per sempre e in eterno”2.

Il mantenere il nostro secondo stato dipende dallo stringere alleanze con il Signore e dal compiere i doveri che esse comportano. Ci vuole fede in Gesù Cristo quale nostro Salvatore per tener fede alle sacre alleanze per tutta la vita.

A causa della Caduta di Adamo ed Eva noi abbiamo, come eredità universale, tentazioni, prove e morte. Tuttavia, il nostro amorevole Padre Celeste ci ha dato il dono del Suo Beneamato Figliuolo, Gesù Cristo, quale nostro Salvatore. L’Espiazione di Gesù Cristo — grande dono e benedizione — porta un’eredità universale: la promessa della resurrezione e la possibilità della vita eterna per tutti coloro che nascono.

Riceveremo la più grande di tutte le benedizioni di Dio, la vita eterna, solo se stringeremo le alleanze offerte nella vera chiesa di Gesù Cristo tramite i Suoi servitori autorizzati. A causa della Caduta, tutti noi abbiamo bisogno degli effetti purificanti del battesimo e dell’imposizione delle mani per ricevere il dono dello Spirito Santo. Tali ordinanze devono essere celebrate da coloro che possiedono la debita autorità del sacerdozio. Quindi, con l’aiuto della Luce di Cristo e dello Spirito Santo, possiamo tener fede a tutte le alleanze che stringiamo con Dio, specialmente a quelle offerte nei Suoi templi. Soltanto in quel modo, e con quell’aiuto, tutti possono reclamare la propria eredità come figli di Dio in una famiglia eterna.

Ad alcuni di quelli che mi ascoltano ciò può sembrare quasi un sogno irrealizzabile.

Avete visto genitori fedeli soffrire per figli che hanno rigettato o che hanno scelto di infrangere le alleanze strette con Dio. Tuttavia, questi genitori possono trarre coraggio e speranza dalle esperienze di altri genitori.

Il figlio di Alma e quelli di re Mosia abbandonarono l’accanita ribellione nei confronti delle alleanze e dei comandamenti di Dio. Alma il Giovane vide suo figlio Corianton abbandonare il vile peccato in favore del servizio fedele. Il Libro di Mormon riporta anche il miracolo dei Lamaniti che misero da parte la tradizione di odiare la rettitudine e fecero alleanza di morire per mantenere la pace.

Un angelo fu inviato al giovane Alma e ai figli di Mosia. L’angelo arrivò a motivo della fede e delle preghiere dei rispettivi padri e del popolo di Dio. Da tali esempi del potere dell’Espiazione che opera nel cuore degli uomini potete ricevere coraggio e conforto.

Il Signore ha dato a tutti noi la fonte della speranza mentre lottiamo per aiutare le persone che amiamo ad accettare la loro eredità eterna. Egli ci ha fatto delle promesse se perseveriamo nel tentativo di radunarGli le persone, anche quando esse resistono al Suo invito. La loro reticenza Lo rattrista, ma Egli non rinuncia e non dovremmo farlo neanche noi. Egli ci mostra l’esempio perfetto con il Suo amore costante: “E ancora, quante volte ho voluto raccogliervi, come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le sue ali, sì, voi o popolo del casato d’Israele, che sei caduto; sì, voi o popolo del casato d’Israele, voi che abitate a Gerusalemme, come voi che siete caduti, quante volte ho voluto raccogliervi come una chioccia raccoglie i suoi pulcini, ma non avete voluto”3.

Possiamo fare affidamento su quel desiderio infallibile del Salvatore di portare tutti i figli di spirito del Padre Celeste di nuovo a casa con Lui. Ogni genitore, nonno e bisnonno fedele condivide tale desiderio. Il Padre Celeste e il Salvatore sono i nostri esempi perfetti di ciò che possiamo e dobbiamo fare. Essi non ci costringono mai a essere retti perché la rettitudine deve essere una scelta. Fanno sì che possiamo riconoscerla e ci permettono di vedere che i suoi frutti sono deliziosi.

Ogni persona nata al mondo riceve la luce di Cristo, che ci aiuta a vedere e a sentire dentro ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Dio ha inviato servitori terreni che possono, mediante lo Spirito Santo, aiutarci a riconoscere ciò che Egli vuole che facciamo e ciò che Egli vieta. Dio ci attrae verso le scelte giuste permettendoci di sentirne gli effetti. Se faremo la scelta giusta, troveremo la felicità — con il tempo. Se faremo la scelta sbagliata, allora arriveranno dispiacere e rimorso — con il tempo. Tali effetti sono sicuri. Eppure spesso sono rimandati per un motivo. Se le benedizioni giungessero subito, scegliere il giusto non svilupperebbe la fede. E dato che a volte anche il dispiacere è rimandato parecchio, ci vuole fede per sentire il bisogno di chiedere il perdono per i peccati prima piuttosto che dopo averne provato gli effetti tristi e dolorosi.

Padre Lehi soffriva per le scelte fatte da alcuni dei suoi figli e dalle rispettive famiglie. Era un uomo eccezionale e buono — un profeta di Dio. Rese spesso loro testimonianza del nostro Salvatore, Gesù Cristo. Fu un esempio di obbedienza e di servizio quando il Signore lo incaricò di lasciare tutto ciò che possedeva per salvare la sua famiglia dalla distruzione. Negli ultimi momenti di vita rese ancora testimonianza ai suoi figli. Come il Salvatore — e nonostante il suo potere di leggere nel loro cuore e di vedere il futuro sia triste che meraviglioso — Lehi fu sempre disponibile a portare la sua famiglia verso la salvezza.

Oggi milioni di discendenti di padre Lehi legittimano la speranza che egli nutriva per loro.

Cosa possiamo fare io e voi per imparare dall’esempio di Lehi? Possiamo attingere dal Suo esempio studiando le Scritture con l’aiuto della preghiera e osservando.

Vi suggerisco di pensare a breve e a lunga scadenza mentre cercate di dare il retaggio della speranza alla vostra famiglia. A breve scadenza ci saranno problemi e Satana imperverserà. E ci saranno cose da attendere con pazienza, in fede, sapendo che il Signore agisce secondo i Suoi tempi e i Suoi modi.

Ci sono cose che potete fare prima, quando le persone che amate sono giovani. Ricordate che la preghiera familiare quotidiana, lo studio familiare delle Scritture e la condivisione della vostra testimonianza alla riunione sacramentale sono più semplici ed efficaci quando i vostri figli sono piccoli. Spesso i bambini sono più sensibili allo Spirito di quanto ci rendiamo conto.

Quando saranno più grandi ricorderanno gli inni che cantavate insieme. Ancor più del ricordare musica, ricorderanno le parole delle Scritture e della testimonianza. Lo Spirito Santo può ricordare loro ogni cosa, ma le parole dei versetti e degli inni rimarranno più a lungo. Tali ricordi eserciteranno un richiamo che potrà riportarli indietro quando si allontaneranno per un periodo, forse per anni, dal cammino verso casa, verso la vita eterna.

Ci servirà pensare a lungo termine quando coloro che amiamo avranno la sensazione che l’attrazione del mondo e le nubi del dubbio sembrano sopraffare la loro fede. Abbiamo la fede, la speranza e la carità perché guidino noi e per rafforzare loro.

Ne sono stato testimone come consigliere di due profeti di Dio dei nostri giorni. Sono individui con personalità distinte. Tuttavia sembra che condividano un incessante ottimismo. Quando qualcuno esprime un timore riguardo a qualcosa che concerne la Chiesa, la loro risposta più frequente è: “Oh, si sistemerà tutto”. In genere conoscono il problema molto meglio delle persone che sollevano la questione.

Conoscono anche il modo di agire del Signore e quindi nutrono sempre speranza per il Suo regno. Sanno che Egli ne è a capo. Egli è onnipotente e ne ha cura. Se Gli permettete di essere a capo della vostra famiglia, tutto si sistemerà.

Alcuni discendenti di Heinrich Eyring hanno abbandonato il sentiero della rettitudine. Tuttavia, molti dei suoi pronipoti si recano al tempio di Dio alle sei del mattino per svolgere le ordinanze per antenati che non hanno mai incontrato. Lo fanno a motivo del retaggio di speranza che egli ha lasciato. Egli ha lasciato un’eredità che viene reclamata da molti dei suoi discendenti.

Dopo aver fatto tutto ciò che possiamo fare per fede, il Signore legittimerà la speranza di ricevere per la nostra famiglia benedizioni più grandi di quanto riusciamo a immaginare. Egli desidera il meglio per loro e per noi, perché siamo Suoi figli.

Siamo tutti figli di un Dio vivente. Gesù di Nazaret è il Suo Beneamato Figliuolo e il nostro Salvatore risorto. Questa è la Sua chiesa. In essa vi sono le chiavi del sacerdozio e così le famiglie possono essere eterne. Questo è il nostro inestimabile retaggio di speranza. Attesto che ciò è vero. Nel nome del Signore Gesù Cristo. Amen.