2000–2009
Diventiamo previdenti nel soddisfare le necessità materiali e spirituali
Aprile 2009


Diventiamo previdenti nel soddisfare le necessità materiali e spirituali

Quando siamo previdenti, siamo in grado di soddisfare le nostre necessità e quelle della nostra famiglia, come pure di seguire l’esempio del Salvatore, servendo e aiutando il prossimo.

Quanto siamo fortunati a essere guidati da un profeta vivente! Cresciuto durante la Grande Depressione, il presidente Thomas S. Monson apprese come servire il prossimo. Spesso sua madre gli chiedeva di portare del cibo ai vicini bisognosi e impegnava i senzatetto in qualche lavoretto che ripagava con pasti caldi. In seguito, quando era un giovane vescovo, apprese dal presidente J. Reuben Clark: «Sii buono con le vedove e provvedi ai poveri» (Thomas S. Monson, «Un piano previdente—una promessa preziosa», La Stella, luglio 1986, 62). Il presidente Monson si curò di ottantaquattro vedove e se ne prese cura fino a che morirono. Nel corso degli anni, il servizio reso ai fedeli e alle persone nel mondo è diventato la caratteristica del suo ministero. Siamo grati di avere il suo esempio. Grazie, presidente Monson.

Fratelli e sorelle, come il presidente Monson, i nostri figli stanno crescendo in tempi di incertezza economica. Proprio come i nostri nonni e bisnonni appresero lezioni fondamentali attraverso le avversità economiche, ciò che impariamo ora, nella nostra situazione attuale, può essere di beneficio a noi e alla nostra posterità per generazioni a venire.

Oggi mi rivolgo a tutti coloro la cui libertà di scelta è ridotta a causa degli effetti di passate decisioni sbagliate. Vorrei parlare in modo particolare di quelle scelte che hanno portato a debiti eccessivi, ad assuefazioni a cibo, droga, pornografia, come pure a schemi di pensiero e azione che diminuiscono l’autostima. Tutti questi eccessi ci influenzano individualmente e minano le relazioni familiari. Naturalmente alcuni debiti, come quelli per l’istruzione, una casa modesta o un’automobile di base, potrebbero essere necessari per la famiglia. Ma purtroppo altri debiti si contraggono quando non riusciamo a controllare i nostri desideri e i nostri impulsi. La soluzione sia per i debiti sia per le assuefazioni è la stessa: dobbiamo rivolgerci al Signore e seguire i Suoi comandamenti. Più di ogni altra cosa dobbiamo desiderare di cambiare, in modo da rompere il ciclo dei debiti e i desideri incontrollati. Prego che durante i prossimi minuti, come pure per tutta la conferenza, siate riempiti di speranza nel Salvatore Gesù Cristo e troviate aiuto nelle dottrine del Suo vangelo restaurato.

Le difficoltà, comprese quelle che sono frutto delle nostre decisioni, fanno parte della prova terrena. Lasciate che vi rassicuri che la vostra situazione è alla portata del Salvatore, grazie al Quale ogni tribolazione può darci esperienza ed essere per il nostro bene (vedere DeA 122:7). Ogni tentazione che vinciamo serve a rafforzarci, non a distruggerci. Il Signore non permetterà mai che soffriamo oltre quanto possiamo sopportare (vedere 1 Corinzi 10:13).

Dobbiamo ricordare che l’avversario ci conosce estremamente bene. Sa dove, quando e come tentarci. Se seguiamo i suggerimenti dello Spirito Santo, possiamo imparare a riconoscere gli adescamenti del Maligno. Prima di cedere alle tentazioni, dobbiamo imparare a dire con decisione e in maniera ferma: «Vattene via da me, Satana» (Matteo 16:23).

Il nostro successo non si misura mai da quanto sono forti le tentazioni, ma da quanta fede abbiamo. Dobbiamo chiedere aiuto al Padre celeste e cercare la forza tramite l’espiazione di Suo Figlio, Gesù Cristo. Sia nelle cose materiali sia in quelle spirituali, ottenere questo aiuto divino ci consente di soddisfare previdentemente le necessità nostre e altrui.

Chi è una persona previdente nel soddisfare le necessità?

Tutti noi abbiamo la responsabilità di soddisfare le necessità personali e familiari, materiali e spirituali. Per farlo dobbiamo applicare i principi che stanno alla base di una vita previdente: vivere con gioia nell’ambito dei nostri mezzi, ossia essere contenti di ciò che abbiamo, evitando i debiti eccessivi, risparmiando e preparandoci con diligenza per i momenti di bisogno. Quando siamo previdenti, siamo in grado di soddisfare le nostre necessità e quelle della nostra famiglia, come pure di seguire l’esempio del Salvatore, servendo e aiutando il prossimo.

Quando provvediamo agli altri, dobbiamo osservare il comandamento fondamentale di «non concupire» (Esodo 20:17). Nel nostro mondo molti pensano di aver diritto a tutto. Alcuni di noi si sentono in imbarazzo, si vergognano o si sentono inutili se la loro famiglia non ha tutto ciò che i vicini hanno. Come conseguenza, ci indebitiamo per comprare cose che non possiamo permetterci o di cui non abbiamo un effettivo bisogno. Ogni volta che ci capita, ci impoveriamo dal punto di vista temporale e spirituale. Rinunciamo a parte del nostro prezioso libero arbitrio e imponiamo su di noi il giogo della servitù. Il denaro che avremmo potuto usare per prenderci cura di noi stessi e del prossimo, deve essere usato per pagare i debiti. Ciò che spesso rimane basta soltanto a soddisfare le nostre esigenze fisiche primarie. Vivendo a un livello di sopravvivenza, cadiamo in depressione, l’autostima è avvilita e s’indeboliscono i rapporti con i famigliari, con gli amici, con i vicini e con il Signore. Non abbiamo il tempo, l’energia o l’interesse per cercare le cose spirituali.

Come evitiamo e superiamo allora l’indebitamento e la dipendenza dalle cose mondane? Vorrei impartirvi due lezioni sul vivere in maniera previdente che possono aiutare tutti noi. Queste, come pure molte altre lezioni importanti della vita, mi furono insegnate da mia moglie, che è la mia compagna eterna. Le appresi in due momenti del nostro matrimonio, in entrambi i quali volevo comprare per lei un dono speciale.

La prima lezione l’appresi quando eravamo da poco sposati e il denaro era scarso. Ero nell’Aeronautica militare e non avevamo trascorso insieme il Natale. Io ero stato mandato oltremare. Ritornando a casa, vidi un bel vestito nella vetrina di un negozio e dissi a mia moglie che, se le fosse piaciuto, l’avremmo comprato. Mary entrò nel camerino del negozio. Dopo un momento la commessa uscì, mi passò accanto e rimise in vetrina il vestito. Quando ce ne andammo le chiesi: «Che cosa è successo?» Rispose: «Era bello, ma non possiamo permettercelo». Quelle parole penetrarono nel mio cuore. Appresi che le [due] parole più cariche d’amore sono «ti amo», mentre le [tre] che denotano maggiori premure verso coloro che amiamo sono «non possiamo permettercelo».

Sette anni dopo appresi la seconda lezione, quando stavamo meglio economicamente. Si stava avvicinando il nostro anniversario di matrimonio e volevo comprarle un bel cappotto per mostrarle amore e apprezzamento per i molti anni felici trascorsi insieme. Quando le chiesi che cosa ne pensasse del cappotto che avevo in mente, mi rispose con parole che penetrarono il mio cuore e la mia mente: «Dove potrei indossarlo?» (A quel tempo era una presidentessa della Società di Soccorso di rione che contribuiva ad aiutare le famiglie bisognose).

M’impartì poi una lezione memorabile. Mi guardò negli occhi e mi chiese con dolcezza: «Lo stai comprando per me o per te?» In altre parole, mi stava chiedendo: «Lo scopo del dono è mostrarmi il tuo amore o mostrarmi che non fai mancare nulla alla famiglia o per provare qualcosa al mondo?» Meditai sulla domanda e mi resi conto che stavo pensando più a me che a lei e alla famiglia.

In seguito, tenemmo una conversazione seria, una di quelle che ti cambia la vita, sul vivere in maniera previdente, ed entrambi fummo d’accordo che il denaro andasse usato per estinguere più velocemente il mutuo e per risparmiare per gli studi dei figli.

Queste due lezioni sono l’essenza del vivere in maniera previdente. Quando ci capita di avere la possibilità di comprare, consumare o dedicarci a cose e attività del mondo, dobbiamo imparare a dirci «non ce lo possiamo permettere, anche se lo vogliamo», oppure «possiamo permettercelo, ma non ne abbiamobisogno, e in verità non lo vogliamo neppure».

C’è un principio ugualmente importante alla base di queste lezioni: possiamo imparare molto dalla comunicazione con il nostro coniuge. Quando parliamo e collaboriamo nei consigli di famiglia, possiamo aiutarci vicendevolmente a vivere in maniera previdente e a insegnare ai figli a fare altrettanto.

Il fondamento di una vita previdente è la legge della decima, il cui scopo principale è di aiutarci a sviluppare fede nel Padre celeste e in Suo Figlio, Gesù Cristo. La decima ci aiuta a vincere i desideri per le cose mondane e a sacrificarci di buon grado per il prossimo. La decima è la grande legge equa, poiché a prescindere dal fatto di essere ricchi o poveri paghiamo annualmente lo stesso «decimo di tutto il [nostro] guadagno» (DeA 119:4), e riceviamo tante benedizioni che «non vi sia più dove riporl[e]» (Malachia 3:10).

Oltre alla decima, dovremmo essere un esempio nel pagamento dell’offerta di digiuno, che è almeno il costo dei due pasti consecutivi che ogni mese saltiamo. Non consumando questi due pasti, ci avviciniamo al Signore in umiltà e preghiera, e partecipiamo anonimamente ad aiutare i fratelli di tutto il mondo.

Un altro modo per aiutare i figli a imparare a vivere in maniera previdente è stabilire un bilancio familiare. Nei consigli di famiglia dovremmo regolarmente prendere in esame le entrate, i risparmi e le spese previste. In questa maniera insegneremo ai figli a riconoscere la differenza tra desideri e necessità, come pure a programmare un uso saggio delle risorse familiari.

Quando i nostri figli erano piccoli, tenemmo un consiglio di famiglia e stabilimmo la meta di trascorrere una vacanza da sogno lungo il fiume Colorado. Quando durante l’anno seguente qualcuno di noi voleva comprare qualcosa, ci chiedevamo: «Vogliamo veramente comprare ora quella cosa, o vogliamo fare poi il nostro viaggio da sogno?» Fu un’esperienza didattica meravigliosa su come scegliere di vivere in maniera previdente. Non soddisfacendo i nostri desideri immediati, ottenemmo la ricompensa ancora più ambita dell’unione familiare e dei cari ricordi da serbare in anni a venire.

Quando vogliamo provare o possedere qualcosa che avrà delle ripercussioni su di noi e sulle nostre risorse, dovremmo chiederci: «Il beneficio è temporaneo, oppure avrà un valore e un’importanza eterna?» Rispondere sinceramente a queste domande ci potrebbe aiutare a evitare i debiti e le altre assuefazioni.

Nel cercare di superare i debiti e i comportamenti che portano ad assuefazioni, dovremmo ricordare che queste ultime sono le brame dell’uomo naturale e che non possono mai essere soddisfatte. Sono un appetito insaziabile. Quando siamo assuefatti, cerchiamo i beni del mondo o i piaceri fisici che ci allettano. Quali figli di Dio, ciò che dovremmo veramente cercare è quello che solo Dio può offrire: il Suo amore e il senso di autostima, la Sua sicurezza, la Sua fiducia, la Sua speranza nel futuro e la rassicurazione che il Suo amore ci offre, che ci procura gioia eterna.

Dobbiamo desiderare, più di qualsiasi altra cosa, di fare la volontà del nostro Padre celeste e di soddisfare le necessità nostre e altrui. Dobbiamo dire, come disse il re Lamoni: «Io abbandonerò tutti i miei peccati per conoscerti» (Alma 22:18). Allora potremo rivolgerci a Lui con ferma determinazione e prometterGli: «Farò qualsiasi cosa». Attraverso la preghiera, il digiuno, l’obbedienza ai comandamenti, le benedizioni del sacerdozio e il Suo sacrificio espiatorio, nella vita sentiremo il Suo amore e il Suo potere. Mediante i suggerimenti dello Spirito Santo riceveremo la Sua guida e forza spirituali. Soltanto grazie all’espiazione del Signore possiamo ottenere un possente mutamento di cuore (vedere Mosia 5:2; Alma 5:14) e cambiare radicalmente quei comportamenti schiavi delle assuefazioni.

Con tutto l’amore di cui sono capace, e con l’amore del Salvatore attraverso di me, vi invito a venire a Lui e a prestare attenzione alle Sue parole: «Pertanto non spendete denaro per ciò che non ha alcun valore, né la vostra fatica per ciò che non può soddisfare. Datemi ascolto diligentemente, e ricordate le parole che ho detto; e venite al Santo d’Israele, e fate un banchetto con ciò che non perisce, né può essere corrotto, e che la vostra anima si delizi nell’abbondanza» (2 Nefi 9:51).

Attesto che l’appetito di possedere i beni mondani può essere superato soltanto volgendoci al Signore. La fame delle dipendenze può essere rimpiazzata solo dal nostro amore per Lui. Egli è pronto ad aiutare ciascuno di noi. «Non temete», disse, «poiché siete miei, e Io ho vinto il mondo» (DeA 50:41).

Rendo la mia testimonianza speciale che tramite l’Espiazione Egli ha vinto tutte le cose. Prego umilmente che ognuno di noi possa vincere le tentazioni del mondo venendo a Lui e provvedendo in maniera previdente, materialmente e spiritualmente, a sé stesso e al prossimo. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.